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17/01/2022 - 17:02

Ricordi dell'Atlantico

Traversata ARC: due armatori felici

Il racconto degli armatori del Vismara 69 Nacira (vincitore dell’ARC 2021) e del Vismara 62 Yoru

 

Due armatori legittimamente felici. Per le loro barche e per una traversata atlantica condotta con soddisfazione. Uno ha vinto (Nacira) l'ARC, con la presenza a bordo di Ambrogio Beccaria, l'altro racconta il divertimento di una traversata con uno scafo dichiaratamente da crociera. Modi diversi, spirito analogo per affrontare l'impresa di una vita. Ecco le loro interviste.

NACIRA

Da cosa è nata la decisione (o la determinazione) di partecipare alla ARC? Qual è stata la molla più forte che vi ha spinto, considerando anche che, come lo scorso anno, anche quest’anno, contrariamente alle aspettative, è stata un po una “COVID ARC”.

La scelta è nata durante la Giraglia. Ci siamo resi conto che la barca in andature portanti è una vera fuoriclasse. Avendo pianificato di andare alle Bahamas nell’autunno del 2021, abbiamo deciso di partecipare a questa regata, che chiaramente premia le caratteristiche del 12.

Una volta presa la decisione qual’è stata la prima cosa che avete fatto?

Beh ci siamo iscritti, e per un paio di mesi siamo rimasti in lista d’attesa. Prima ancora però, già a Genova appena arrivati, abbiamo proposto ad Ambrogio di farci da navigatore. Siamo sempre stati grandi fan di Ambrogio, lo abbiamo seguito fin dall’inizio nelle sue imprese facendo un gran tifo. E’ un eccellente navigatore e un grande campione.

Preparare una barca per questa impresa è qualcosa che richiede molta pianificazione ed attenzione. Quali sono stati per voi i fattori critici?

La cosa più importante è stato mettere insieme l’equipaggio giusto: che avesse l’esperienza di navigazione ma che conoscesse bene anche la barca. E non ultimo, che fosse in sintonia con la filosofia degli armatori, che potrei definire come una “spericolata goliardia agonistica”. Direi che ci siamo riusciti.

Come avete selezionato l’equipaggio? Con il senno del poi avreste fatto scelte diverse?

Direi proprio di no, è stato un grande equipaggio che ha funzionato a meraviglia.

Avete scelto di affrontare questa avventura in coppia, visto che la vela è una delle vostre comuni passioni. Cosa ha portato questa esperienza alla vostra coppia? C’è qualche consiglio che vi sentite di dare? 

Fede ed io siamo molto affiatati, ma ancora non ci consideriamo una coppia di fatto… al di la di qualche bacino a distanza, siamo ahime’ ancora radicalmente etero. Ma restiamo fiduciosi per la tarda età…

Quest’anno la traversata è stata particolarmente dura, con i primi giorni senza vento e poi con venti forti e mare confuso e sempre molto formato. Quali sono state le maggiori difficoltà che avete incontrato in navigazione e che strategie avete messo in atto per superarle?

Direi che la difficoltà principale sia stata affrontare i primi tre giorni di poco vento, che veniva tendenzialmente da prua. Sono le condizioni peggiori pe il 12, che ha poco rake, è molto poggiera e ha tanta superficie bagnata. Inoltre il meteo era estremamente incerto e ballerino. Grazie alla guida di Ambrogio Beccaria, abbiamo ballato un delicatissimo walzer con questa ingombrante dorsale che ci separava dagli alisei. L’arrivo degli alisei è stato un momento magico: al crepuscolo, il mare un olio, la bava che veniva da prua ha iniziato a girare in senso antiorario da SW a NE, progressivamente in circa 20 minuti, increspando appena la superficie dell’acqua. Nelle ore successive si è lentamente alzata l’aria e da allora, salvo una piccola interruzione prima di Capo Verde, ci ha fatto volare fino a St. Lucia. Nella rotta a sud che abbiamo seguito il mare non era confuso ma piuttosto regolare, salvo rari momenti. La maggiore difficoltà direi che è stata l’ultima notte quando siamo stati sorpresi da un groppo con il gennaker ancora su.  Il vento ha soffiato a 33-35 nodi e abbiamo letteralmente volato fino a 28 nodi di velocità. Alcuni accorgimenti per tenere la barca in rotta, eravamo tutti in coperta. Ma la barca ha retto benissimo. In tutta la regata non si è sotto nemmeno un cimino.

Quali sono stati il momento più buio e quello più bello?

Momenti bui non ce ne sono stati. Ci ha fatto molto impressione incrociare nella seconda mattina una barca di migranti che traversava per le Canarie. Erano in 50 in una piccola lancia scassata di pochi metri. Ci hanno chiesto di avvisare le Canarie dando la loro posizione. Abbiamo poi saputo che sono arrivati tutti in salvo. Il momento più bello è stato quando abbiamo superato il catamarano “Guyader” la penultima notte. Lo inseguivamo da un po e gli rosicchiavamo una manciata di miglia tutti i giorni.Ovviamente siamo molto soddisfatti, non ci aspettavamo di vincere, soprattutto nella classifica IRC. La barca non è massimizzata per l’IRC e non speravamo di dare tanto distacco agli avversari.

Se poteste rifare la regata domani rifareste le stesse scelte oppure cambiereste qualcosa?

Non so cosa cambierei. Rifarei tutto uguale.

La domanda più importante: quanto vi siete divertiti?

Raramente così tanto in vita nostra.

 

YORU

Da cosa è nata la decisione (o determinazione) di partecipare alla ARC? Qual è stata la molla più forte che vi ha spinto, considerando anche che, come l’anno scorso, anche quest’anno, contrariamente alle aspettative, è stata un po’ una “COVID ARC”.

L’idea di attraversare l’Atlantico ci ha sempre affascinato. Da anni guardavo i video di chi l’aveva fatta e ascoltavo i racconti degli amici che avevano fatto questa esperienza. La ARC ci è sembrata la formula più adatta per il nostro desiderio di affrontare per la prima volta la vera altura e l’Oceano, e di farlo misurandoci con altre barche e equipaggi in una regata. Il Covid ci ha fatto rinunciare nel 2020, ma quando abbiamo capito che nel 2021 saremmo riusciti a organizzarci, siamo corsi ad iscriverci.

Una volta presa la decisione qual è stata la prima cosa che avete fatto?

In realtà abbiamo fatto due cose in contemporanea: studiare a fondo le regole relative agli equipaggiamenti di sicurezza e predisporre un piano di verifiche e interventi sulla barca per prepararla a condizioni più gravose di quelle sperimentate finora nel Mediterraneo.

Preparare una barca per questa impresa è qualcosa che richiede molta pianificazione ed attenzione. Quali sono stati per voi i fattori critici?

Abbiamo messo una particolare attenzione all’alberatura/sartiame, che sono stati verificati accuratamente anche con analisi a ultrasuoni per verificarne l’integrità; alla timoneria con verifica integrale e sostituzione delle parti soggette a usura, e in generale a tutta la parte impiantistica, che in caso di rottura in Oceano ci avrebbe messo in difficoltà, come le prese a mare, revisionate o sostituite. Abbiamo anche fatto fare alcune vele nuove, pensate ad hoc per la traversata. In pratica tutta la barca ha subito una revisione approfondita durante i lavori invernali 2020/2021.

Come avete selezionato l’equipaggio? Con il senno del poi avreste fatto scelte diverse?

Conoscevamo già tutti i membri dell’equipaggio. Avevamo già regatato insieme negli ultimi anni in diverse offshore e costiere. Negli anni si è formato un forte affiatamento e la condizione dello spirito che vogliamo in barca in regata: serietà e impegno, concentrazione sul risultato ma anche serenità, divertimento, e capacità di accettare anche i risultati che ci lasciano un po di amaro in bocca. Nel 2021 si è aggiunto all’equipaggio un nuovo componente, il nostro stratega e meteorologo, che ha una esperienza straordinaria di Atlantico, avendolo già fatto sette volte prima di questa ARC.

Avete scelto di affrontare questa avventura in coppia, visto che la vela è una delle vostre comuni passioni. Cosa ha portato questa esperienza nella vostra coppia? C’è qualche consiglio che vi sentite di dare?

Questa esperienza ha, se possibile, aumentato la voglia di vivere la vela insieme! Yoru è stata pensata per essere portata in due e alterniamo lunghe crociere “double handed” alle regate in equipaggio completo. La ARC ci ha fatto fare un “salto” che ci permetterà di osare mete più lontane in crociera e ci ha fatto scoprire in bello di una lunga convivenza a full crew. Sono stati giorni bellissimi ed emozionanti, da mettere nel patrimonio del vissuto comune. Difficile dare consigli ad altre coppie. Ogniuno ha la propria via!

Quest’anno la traversata è stata particolarmente dura, con i primi giorni senza vento e poi con venti forti e mare confuso e sempre molto formato. Quali sono state le maggiori difficoltà che avete incontrato in navigazione e che strategie avete messo in atto per superarle?

Sì le condizioni meteo sono state difficili, e questo ci ha un po sorpreso. Ci avevano raccontato di una lunga cavalcata su onde lunghe, andature portanti e bel tempo. Ma quest’anno non è andata così. Abbiamo scelto, per ridurre la possibilità nei primi giorni di essere fermi in bonaccia, di non scendere verso sud e di lambire una depressione, anomala in questa stagione, che stava “piantata” in mezzo all’Atlantico. Questo ci ha fatto fare anche bolina e traverso nei primi giorni, e prendere anche tanta pioggia. Poi il vento è girato a nord est, e ha rinforzato, anche troppo, ma abbiamo iniziato a fare medie giornaliere molto buone. Nella seconda settimana il vento è sempre stato molto sostenuto e il mare impegnativo per tutto l’equipaggio, ma il cielo è diventato sereno e la “cavalcata” verso St. Lucia esaltante, anche perché guadagnavamo posizioni su posizioni.

Quali sono stati il momento più buoi e quello più bello?

Le ultime 24 ore, con vento sostenuto, mare, sole e infine, nella notte l’avvistamento delle prime luci dell’isola, l’arrivo all’alba, Sono state un unico momento esaltante. Il momento più buio è stato nella notte a cui a circa 700 miglia dalla partenza abbiamo avuto burrasca, onda importante e vento anche oltre 40 kt, e Alessandra mentre riposava è volata oltre le reti di protezione e si è ferita alla fronte. Abbiamo avuto paura e ci siamo un po chiesti: potevamo fare qualcosa di più prudente?

Avete ottenuto un ottimo piazzamento (undicesima posizione overol e terzo posto in classe crociera). Siete soddisfatti del risultato? Quali erano le vostre aspettative?

Sì siamo felici del piazzamento, in particolare del terzo in reale tra i cruiser, circa cento, e dietro solo a due barche più grandi di noi. Il rating di Yoru ci penalizza sempre un po’ in compensato. Sapevamo di poter fare bene, Yoru è una barca da crociera molto veloce e il gruppo è affiatato e di alto livello! Non avevamo alcun riferimento prima della partenza, Non avevamo mai affrontato una regata così.

Se poteste rifare la regata domani rifareste le stesse scelte oppure cambiereste qualcosa?

Ci è venuta la voglia di rifarla in categoria racer: ci divertiamo e ci piace puntare sempre a migliorarci.

La domanda più importante: quanto vi siete divertiti?

E’ stato bellissimo. Abbiamo veleggiato in condizioni difficili ma non abbiamo rinunciato a qualche aperitivo innaffiato dallo champagne. Abbiamo, quando era possibile, ascoltato musica a tutto volume. Sì, ci siamo molto divertiti. Il clima a bordo è stato splendido. Ripartiremmo domattina.

Sezione ANSA: 
Saily - News

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