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27/07/2021 - 07:32
Questo sport sconosciuto
Tokyo 2020: la vela non teme il tifone
SIAMO LA VELA, IL NOSTRO CAMPO DI GARA SONO GLI ELEMENTI NATURALI – In questi giorni i media mondiali lanciano preoccupate news sul tifone che si aggira su Tokyo e che minaccia di stravolgere il calendario delle gare. La risposta della vela: siamo abituati a sfruttare gli elementi. Ufficiali e atleti sono preparati, sarà tutto normale
Nell'atletica, nel tennis o nel nuoto, praticamente in qualsiasi sport olimpico diverso dalla vela, quando ti presenti per una competizione sai come sarà il campo di gioco. Lo stesso del giorno prima e del giorno dopo e dopo ancora. Non nella vela. In navigazione devi aspettarti l'inaspettato. Giorni fa, ci sono state segnalazioni del tifone numero 8 diretto a Tokyo, cosa non rara da queste parti in una nazione abituata ad affrontare le tempeste tropicali.
La vela è uno sport che dipende dall'ambiente: gli atleti, gareggiando con attrezzature ad alte prestazioni, sfruttando la forza della natura. Tenere d'occhio le previsioni è una parte tecnica essenziale del gioco velico.
Alastair Fox, Director of Events per World Sailing e Technical Delegate di Tokyo 2020, alla sua quarta Olimpiade, dall’alto della sua esperienza, tranquillizza tutti: "Abbiamo avuto condizioni di brezza marina fantastiche nell'ultima settimana. Ora il tifone stava risalendo il lato orientale del Giappone, ma le previsioni suggeriscono che non avrà un impatto importante su Enoshima e Tokyo. Il vento forte potrà richiedere alcune decisioni da parte nostra, ma non è niente che non abbiamo visto e gestito prima, e tutto è pronto per garantire una competizione sicura”.
Sul chiacchieratissimo tifone, Fox aggiunge: “Non sembra che porterà venti davvero eccessivi. Certo, dobbiamo tenerlo d'occhio. Sicuramente creerà alcune condizioni di navigazione difficili, ma è roba con cui abbiamo a che fare tutto il tempo, nelle regate di tutto il mondo. I nostri funzionari tecnici internazionali sono abituati a gestire condizioni di vento forte. I velisti si allenano e si preparano per le condizioni estreme, quindi per noi niente di nuovo, è tutto come al solito".
E nulla turba comportamento disinvolto del Principal Race Officer Tom Duggan. È ottimista sulle condizioni per la competizione olimpica di vela, ma è sempre cauto su ciò che può seguire poiché le condizioni possono cambiare rapidamente. Duggan è mentalmente ben preparato per la prospettiva di condizioni di vento forte.
“Questa è la mia sesta volta qui, e se non vedessi un tifone o condizioni di vento forte ne sarei meravigliato, sarebbe la prima volta. Siamo stati qui all'inizio, a metà e alla fine del quadriennio. Abbiamo una buona idea di cosa si farà o si potrà fare. Abbiamo un piano predisposto per venti leggeri, medi e forti. Sappiamo cosa fare". In qualità di Principal Race Officer, il ruolo di Duggan è quello di supervisionare tutta la Race Management a Tokyo 2020.
Il fatto che i media amplifichino presunte difficoltà che invece sono parte abituale della vela, conferma quanto poco sia diffusa una conoscenza anche elementare dei principi e dei valori di questo sport. La conseguenza più evidente, che si sta riscontrando in Italia come in gran parte del mondo, è nella scarsa copertura televisiva garantita alle regate veliche a confronto con altri sport. C’è tanto da fare, e non possono farcela da soli i media specializzati (che già si rivolgono a un pubblico di appassionati e conoscitori, e devono seguire regole editoriali legate anche al business della pubblicità), e neanche le federazioni veliche nazionali. Ci deve essere un piano che parta dai Comitati Olimpici e arrivi a coinvolgere in prima persona ogni singolo tesserato e appassionato di vela, destinato a un ruolo di testimonial diretto. Altrimenti il destino sarà restare sport minore e poco seguito, anche ai Giochi.
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