Lo sport fa bene
Lo sport fa bene
Sport Italia 2020
Il CONI raddoppia
Il CONI raddoppia
Presentata la seconda parte del Libro Bianco. Petrucci: "Investire nello sport incide sul 2% del PIL e fa risparmiare sulla sanità". Pagnozzi: "Rafforzare e ampliare le discipline di punta per rimanere nella Top Ten olimpica"
Lo sport fa bene, e ripeterlo fa meglio. Con questo spirito il CONI ha presentato anche la seconda parte del grande lavoro intitolato “Libro Bianco dello Sport Italiano, alla presenza dei vertici delle varie federazioni. Osservati speciali naturalmente i due candidati a succedere a Gianni Petrucci alla presidenza del CONI, Lello Pagnozzi, nell’occasione da segretario generale al tavolo dei relatori del Libro, e Giovanni Malagò, in prima fila tra gli ospiti.
Martedì, 18 Dicembre 2012 - Si è tenuta oggi, nel Salone d’Onore del CONI, la presentazione della seconda parte del “Libro Bianco dello Sport Italiano, Sport-Italia 2020” incentrato sullo sport italiano di alto livello, l’evoluzione dei contributi pubblici a favore dello sport e l’impatto della pratica agonistica sulla spesa sanitaria nazionale. Al convegno hanno preso parte il Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, unitamente al Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, Lanfranco Senn, Docente Ordinario del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell’Università “Bocconi” di Milano, e Giuseppe Pisauro, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze all’Università “La Sapienza” di Roma. La prima parte del libro era stata presentata lo scorso 10 luglio.
Il Presidente Petrucci ha aperto i lavori sottolineando l’importanza della pubblicazione e i riflessi dello studio sulla sfera sociale. “Investire nello sport fa risparmiare sulla sanità e fa diminuire la sedentarietà. E il 2% del PIL che aumenta e diminuisce se si fa attività sportiva ne è l'esempio lampante”.
Il Segretario Generale Raffaele Pagnozzi si è quindi soffermato sull’approfondimento relativo alla lettura dei dati emersi nell’ambito della disamina. “La seconda parte del Libro Bianco conferma che la squadra olimpica italiana nel dopoguerra è sempre sostanzialmente stata nella Top Ten dei Giochi Estivi, nonostante sia cresciuta la competitività e siano anche aumentate le discipline. Il serbatoio di medaglie è rappresentato da scherma, tiro, nuoto e canottaggio e nelle ultime due edizioni abbiamo portato a medaglia 18 discipline. Meglio di noi hanno fatto solo Francia e Germania. Per il futuro dobbiamo fare attenione a Corea del Sud, che ci insidia in scherma e tiro, e il Brasile che mette a rischio la leadership nel pugilato. In assoluto emerge che per rimanere nell’èlite occorre una media di 29 medaglie con 9 ori: va poi evidenziato che anche i nostri più diretti competitor non si distinguono nell’atletica leggera. Negli sport invernali siamo invece nella Top 15, anche se gli ultimi Mondiali ci danno in crescita. Per entrare nella Top Ten servirebbe conquistare più di 10 medaglie”.
Il Prof. Giuseppe Pisauro, Docente ordinario di Scienza delle Finanze della Sapienza di Roma, ha invece sviluppato il tema relativo all’evoluzione dei contributi pubblici a favore dello sport. “La Spesa Pubblica per la pratica agonistica ammonta a circa 2,5 miliardi l’anno, erogata dallo Stato per il 27%, dalle Regioni con l’11%, dalle Province con l’8% e dai Comuni con il 54%. L’Italia è agli ultimi posti in Europa per la spesa in rapporto al PIL con il circa il 2%, contro il 7% dell’Olanda e il 5% di Spagna e Francia. Le Regioni che investono di più sono quelle a Statuto Speciale (Trento-Val d’Aosta, Bolzano, Friuli), mentre i Comuni hanno una spesa maggiore tanto più sono piccoli”.
Lanfranco Senn, Docente Ordinario del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico della Bocconi di Milano, ha invece illustrato l’impatto della pratica sportiva sulla spesa sanitaria. “Per cinque patologie è provata la relazione tra la pratica sportiva e i benefici sulla salute: malattie cardiovascolari, ictus, tumori al colon, tumore al seno e diabete di tipo II. Grazie allo sport, agli attuali livelli di pratica agonistica, sono 25.580 le malattie evitate ogni anno. Il costo delle cure per le malattie ammonta a un miliardo e 283 milioni all’anno, ai quali vanno aggiunti 178 milioni di costi non sanitari. La stima delle morti evitate è di 11.653 l’anno. Il risparmio sulla spesa sanitaria con i livelli di pratica sportiva è stimabile in 1,5 miliardi di euro all’anno e il valore della vita salvaguardato è di 32 miliardi all’anno. Con l’aumento dell’1% di persone attive si risparmierebbero 80 milioni a livello di spesa sanitaria”.
Pagnozzi ha infine chiuso i lavori parlando delle prospettive del movimento sportivo in Italia, a livello di vertice e dell’incidenza della pratica a livello sanitario. “Dobbiamo cercare di lavorare sulle criticità che ci aspettano, rafforzando la competitività grazie alle discipline di punta, facendo attenzione alla crescita di India e Brasile. Dal punto di vista della pratica sportiva la diminuzione di un punto percentuale di sedentarietà portrebbe a 200 milioni di risparmio annuo sulla spesa sanitaria, 4 miliardi di euro l’anno come valore di vita salvaguardato”.
Lo sport fa bene, e ripeterlo fa meglio. Con questo spirito il CONI ha presentato anche la seconda parte del grande lavoro intitolato “Libro Bianco dello Sport Italiano, alla presenza dei vertici delle varie federazioni. Osservati speciali naturalmente i due candidati a succedere a Gianni Petrucci alla presidenza del CONI, Lello Pagnozzi, nell’occasione da segretario generale al tavolo dei relatori del Libro, e Giovanni Malagò, in prima fila tra gli ospiti.
Martedì, 18 Dicembre 2012 - Si è tenuta oggi, nel Salone d’Onore del CONI, la presentazione della seconda parte del “Libro Bianco dello Sport Italiano, Sport-Italia 2020” incentrato sullo sport italiano di alto livello, l’evoluzione dei contributi pubblici a favore dello sport e l’impatto della pratica agonistica sulla spesa sanitaria nazionale. Al convegno hanno preso parte il Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, unitamente al Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, Lanfranco Senn, Docente Ordinario del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell’Università “Bocconi” di Milano, e Giuseppe Pisauro, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze all’Università “La Sapienza” di Roma. La prima parte del libro era stata presentata lo scorso 10 luglio.
Il Presidente Petrucci ha aperto i lavori sottolineando l’importanza della pubblicazione e i riflessi dello studio sulla sfera sociale. “Investire nello sport fa risparmiare sulla sanità e fa diminuire la sedentarietà. E il 2% del PIL che aumenta e diminuisce se si fa attività sportiva ne è l'esempio lampante”.
Il Segretario Generale Raffaele Pagnozzi si è quindi soffermato sull’approfondimento relativo alla lettura dei dati emersi nell’ambito della disamina. “La seconda parte del Libro Bianco conferma che la squadra olimpica italiana nel dopoguerra è sempre sostanzialmente stata nella Top Ten dei Giochi Estivi, nonostante sia cresciuta la competitività e siano anche aumentate le discipline. Il serbatoio di medaglie è rappresentato da scherma, tiro, nuoto e canottaggio e nelle ultime due edizioni abbiamo portato a medaglia 18 discipline. Meglio di noi hanno fatto solo Francia e Germania. Per il futuro dobbiamo fare attenione a Corea del Sud, che ci insidia in scherma e tiro, e il Brasile che mette a rischio la leadership nel pugilato. In assoluto emerge che per rimanere nell’èlite occorre una media di 29 medaglie con 9 ori: va poi evidenziato che anche i nostri più diretti competitor non si distinguono nell’atletica leggera. Negli sport invernali siamo invece nella Top 15, anche se gli ultimi Mondiali ci danno in crescita. Per entrare nella Top Ten servirebbe conquistare più di 10 medaglie”.
Il Prof. Giuseppe Pisauro, Docente ordinario di Scienza delle Finanze della Sapienza di Roma, ha invece sviluppato il tema relativo all’evoluzione dei contributi pubblici a favore dello sport. “La Spesa Pubblica per la pratica agonistica ammonta a circa 2,5 miliardi l’anno, erogata dallo Stato per il 27%, dalle Regioni con l’11%, dalle Province con l’8% e dai Comuni con il 54%. L’Italia è agli ultimi posti in Europa per la spesa in rapporto al PIL con il circa il 2%, contro il 7% dell’Olanda e il 5% di Spagna e Francia. Le Regioni che investono di più sono quelle a Statuto Speciale (Trento-Val d’Aosta, Bolzano, Friuli), mentre i Comuni hanno una spesa maggiore tanto più sono piccoli”.
Lanfranco Senn, Docente Ordinario del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico della Bocconi di Milano, ha invece illustrato l’impatto della pratica sportiva sulla spesa sanitaria. “Per cinque patologie è provata la relazione tra la pratica sportiva e i benefici sulla salute: malattie cardiovascolari, ictus, tumori al colon, tumore al seno e diabete di tipo II. Grazie allo sport, agli attuali livelli di pratica agonistica, sono 25.580 le malattie evitate ogni anno. Il costo delle cure per le malattie ammonta a un miliardo e 283 milioni all’anno, ai quali vanno aggiunti 178 milioni di costi non sanitari. La stima delle morti evitate è di 11.653 l’anno. Il risparmio sulla spesa sanitaria con i livelli di pratica sportiva è stimabile in 1,5 miliardi di euro all’anno e il valore della vita salvaguardato è di 32 miliardi all’anno. Con l’aumento dell’1% di persone attive si risparmierebbero 80 milioni a livello di spesa sanitaria”.
Pagnozzi ha infine chiuso i lavori parlando delle prospettive del movimento sportivo in Italia, a livello di vertice e dell’incidenza della pratica a livello sanitario. “Dobbiamo cercare di lavorare sulle criticità che ci aspettano, rafforzando la competitività grazie alle discipline di punta, facendo attenzione alla crescita di India e Brasile. Dal punto di vista della pratica sportiva la diminuzione di un punto percentuale di sedentarietà portrebbe a 200 milioni di risparmio annuo sulla spesa sanitaria, 4 miliardi di euro l’anno come valore di vita salvaguardato”.
Commenti