Storia | Regata > Vela Oceanica

04/12/2014 - 21:03

Prima intervista a Chris Nicholson dopo il naufragio di Vestas

Sono lo skipper,
mi prendo la colpa

Da specialista dei 18 piedi australiani, a velista olimpico sull'acrobatico 49er, a 4 volte circumnavigatore del globo in regata. Non proprio un navigatore della domenica, non trovate? Per la prima volta Chris Nicholson parla del naufragio di Vestas Wind sul reef corallino di St. Brandan. E lo fa da comandante "vero": assumendosi le proprie responsabilità. "E' stato un errore umano, e come skipper la colpa è mia" - VIDEO SU SAILY TV

Ne hanno dette e scritte di tutti i colori, sul naufragio pazzesco del Volvo Ocean 65 Vestas Wind sulla barriera corallina, sui velisti protagonisti dell'incidente, sulla stessa regata intorno al mondo. Il popolo degli appassionati si è scoperto diviso sulla vicenda. Non sulle colpe, evidenti subito, ma addirittura sul profilo dei protagonisti, definiti alla stregua delle superstar di una vela galattica, superpagati e quindi da irridere per un incidente quasi banale nella sua gravità.

Per la verità i velisti "veri", conoscitori dell'oceano e delle insidie nascoste dietro la vela hi-tech e quasi strumentale dei nostri tempi, hanno idealmente solidarizzato con Chris e soci. Tristezza e rispetto sono stati tributati agli uomini, che come tali sono soggetti all'errore. Molti però, tra i media e sui social network, hanno girato il coltello nella piaga.

Adesso finalmente Chris Nicholson parla con un briciolo di freddeza in più, qualche giorno dopo il botto. E dice la cosa più seria di tutte, assumendosi la resposanbilità dell'errore umano alla base dell'incidente. E adesso il rispetto è l'unica risposta.

Esausto come tutto il suo team dopo 4 giorni tra scogli, isolotti, barche di soccorso, e volato a Mauritius, Chris Nicholson, 45enne skipper dal New South Wales (Australia), racconta la difficoltà - ancora oggi - di mettere insieme i pezzi di quanto accaduto.

"Gli ultimi quattro giorni ci hanno messo a durissima prova, fisicamente e psicologicamente, e conferno di essere estremamente orgoglioso del lavoro e dell'attggiamento di tutto il mio equipaggio, della sua compostezza e professionalità, della resistenza. E' chiaro che il naufragio è stato causato da un errore umano, non c'è alcun dubbio su questo. E come skipper, mi prendo la responsabilità finale."

La barca ha urtato la costa di un islotto corallino a 18 nodi di velocità (35 km all'ora), poi si è girata di 180 gradi saltando rovinosamente sul reef dove è rimasta ed è tutt'ora. L'equipaggio è rimasto a bordo dello scafo danneggiato e pieno d'acqua per oltre 24 ore, ripulendo e svuotando la barca.

"Le cose peggiori sono venute fuori col passare delle ore. Dopo che una barca di pescatori, la "Eliza" ha portato i 9 velisti sulla terraferma, abbiamo avuto un'idea di quante attrezzature costose c'erano a bordo e abbiamo iniziato a rimuoverle, per salvare il salvabile. Il lavoro non è ancora finito..."

Nel video con l'intervista a Nicholson, sulla TV di Saily, anche le prime impressionanti immagini dal luogo del naufragio di Vestas. La barca è molto danneggiata, ma dal team e dallo sponsor si offre molta solidarietà a skipper e equipaggio, e si conferma la volontà di andare avanti e continuare la Vilvo Ocean Race. L'idea che prende piede è di riuscire a riparare la barca in tempo per la partenza della quarta tappa, da Sanya in Cina, tra oltre un mese.

GUARDA QUI IL VIDEO SU SAILY TV

Commenti