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10/05/2014 - 21:08
Anniversario della tragedia di San Francisco
Anniversario della tragedia di San Francisco
Simpson, sono
passati 12 mesi...
passati 12 mesi...
Un anno fa il velista olimpionico inglese perdeva la vita, annegando nel naufragio dell'AC72 di Artemis, challenger of record della 34 Coppa America. Da quel giorno, tante parole, pochi fatti. A parte l'amore dei suoi amici più cari, e l'apertura di un Sailing Center che porta il suo nome a Weymouth - GUARDA IL VIDEO CHE LO RICORDA
Qualcuno si è accorto che è passato un anno esatto dalla tragedia ostata la vita al velista inglese Andrew Simpson, due medaglie olimpiche. Come sono trascorsi questi 12 mesi nella sua memoria? Cosa si è fatto per onorare lo sfortunato atleta? Si potrebbe dividere il mondo della vela in due: da un lato l'America's Cup, dall'altro la vela olimpica, e in mezzo tutto il resto, il vasto mondo di questo sport.
Se da un lato la Coppa America, dal punto di vista formale, non ha perso occasione per sottoloineare la ricorrenza, è mancato ciò che davvero ci si poteva aspettare da quella realtà complessiva - organizzatori, defender, polizia, inquirenti, altri team - e cioè piena luce su come si sono svolti i fatti e sulle ragioni della scomparsa di "Bart". Qualcuno ha provato a fare un paragone con altri sport, molto più popolari della vela, per esempio la Formula 1, evidenziando che ci sarebbero state inchieste e forse incriminati per responsabilità connesse alla sconmparsa di un pilota. Invece nella vela tutto sembra tacere da questo punto di vista.
Le indagini non hanno stabilito con precisione cosa sia realmente accaduto, e nessuno si è interessato a verificare la presenza di qualche responsabilità: a partire da progettisti o strutturisti della barca svedese. Ma più che una inchiesta, forse avrebbe giovato un cambio netto di direzione del mondo della vela nella sua massima espressione chiamata Coppa America: se nel 2013 cambiare le regole sarebbe stato impossibile (a parte il potenziamento di attrezzature, salvagenti, respiratori e battelli di assistenza), si poteva fare di più per l'edizione futura. Sono solo state ridotte le dimensioni dei catamarani e resi un po' meno potenti, anche se a quanto pare le velocità resteranno simili. La sintesi è che la morte di Simpson è rimasta confinata nel novero degli accadimenti casuali e imprevedibili. Non si può dire che la cultura della sicurezza in mare e della marineria si siano rinforzate nell'ambiente della Coppa, legittimate da quanto accaduto. La Coppa resta un ambiente fortemente competitivo e piuttosto allergico alle regole, dominato da gente abituata a stare ben al di sopra delle regole stesse.
La vela olimpica, gli amici di Andrew, i compagni di vela, gli inglesi soprattutto, hanno fatto molto. Creata una Fondazione, datp vita a un Sailing Center, aperto proprio oggi a Weymouth, che porta il suo nome, avviato una raccolta di fondi per finanziare progetti di promozione della vela ai giovani, e la cultura del mare in generale. Ci sarà la famosa regata dei record, Barts' Bash, a settembre, quando mezzo mondo darà il via a regate di ogni classe in ogni mare e lago, a ogni ora di giorno e notte secondo i fusi orari, per onorare la memoria dell'atleta. In questo modo Andrew Simpson diventa un simbolo ed è ancora vivo.
I due figli di Andrew, Hamish e Freddie, hanno tagliato il nastro all'inaugurazione di Weymouth, con Sir Ben Ainslie, Paul Goodison e Iain Percy. ""E' stata una decision difficile quella di aprire il centro intitolato a Andrew proprio il 9 maggio - ha detto Iain Percy - Ma dovevamo farlo. Un anno fa abbiamo perso un grande uomo, e questa è una nuova occasione per celebrarlo. Una occasione per continuare le grandi cose che Bart aveva fatto nella sua vita."
Qualcuno si è accorto che è passato un anno esatto dalla tragedia ostata la vita al velista inglese Andrew Simpson, due medaglie olimpiche. Come sono trascorsi questi 12 mesi nella sua memoria? Cosa si è fatto per onorare lo sfortunato atleta? Si potrebbe dividere il mondo della vela in due: da un lato l'America's Cup, dall'altro la vela olimpica, e in mezzo tutto il resto, il vasto mondo di questo sport.
Se da un lato la Coppa America, dal punto di vista formale, non ha perso occasione per sottoloineare la ricorrenza, è mancato ciò che davvero ci si poteva aspettare da quella realtà complessiva - organizzatori, defender, polizia, inquirenti, altri team - e cioè piena luce su come si sono svolti i fatti e sulle ragioni della scomparsa di "Bart". Qualcuno ha provato a fare un paragone con altri sport, molto più popolari della vela, per esempio la Formula 1, evidenziando che ci sarebbero state inchieste e forse incriminati per responsabilità connesse alla sconmparsa di un pilota. Invece nella vela tutto sembra tacere da questo punto di vista.
Le indagini non hanno stabilito con precisione cosa sia realmente accaduto, e nessuno si è interessato a verificare la presenza di qualche responsabilità: a partire da progettisti o strutturisti della barca svedese. Ma più che una inchiesta, forse avrebbe giovato un cambio netto di direzione del mondo della vela nella sua massima espressione chiamata Coppa America: se nel 2013 cambiare le regole sarebbe stato impossibile (a parte il potenziamento di attrezzature, salvagenti, respiratori e battelli di assistenza), si poteva fare di più per l'edizione futura. Sono solo state ridotte le dimensioni dei catamarani e resi un po' meno potenti, anche se a quanto pare le velocità resteranno simili. La sintesi è che la morte di Simpson è rimasta confinata nel novero degli accadimenti casuali e imprevedibili. Non si può dire che la cultura della sicurezza in mare e della marineria si siano rinforzate nell'ambiente della Coppa, legittimate da quanto accaduto. La Coppa resta un ambiente fortemente competitivo e piuttosto allergico alle regole, dominato da gente abituata a stare ben al di sopra delle regole stesse.
La vela olimpica, gli amici di Andrew, i compagni di vela, gli inglesi soprattutto, hanno fatto molto. Creata una Fondazione, datp vita a un Sailing Center, aperto proprio oggi a Weymouth, che porta il suo nome, avviato una raccolta di fondi per finanziare progetti di promozione della vela ai giovani, e la cultura del mare in generale. Ci sarà la famosa regata dei record, Barts' Bash, a settembre, quando mezzo mondo darà il via a regate di ogni classe in ogni mare e lago, a ogni ora di giorno e notte secondo i fusi orari, per onorare la memoria dell'atleta. In questo modo Andrew Simpson diventa un simbolo ed è ancora vivo.
I due figli di Andrew, Hamish e Freddie, hanno tagliato il nastro all'inaugurazione di Weymouth, con Sir Ben Ainslie, Paul Goodison e Iain Percy. ""E' stata una decision difficile quella di aprire il centro intitolato a Andrew proprio il 9 maggio - ha detto Iain Percy - Ma dovevamo farlo. Un anno fa abbiamo perso un grande uomo, e questa è una nuova occasione per celebrarlo. Una occasione per continuare le grandi cose che Bart aveva fatto nella sua vita."
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