Storia | Crociera > Racconti

23/03/2020 - 15:36

RILEGGERE LE STORIE DELLA NAVIGAZIONE

Shackleton secondo Battiato e Hurley

La celebre impresa, nautica e umana, dell'Endurance in Antartide, rivissuta in libri, film e musica, con Franco Battiato e Frank Hurley

 

di Christophe Julliand

Iniziamo dalla canzone di Franco Battiato, Shackleton, l'ultimo dei dieci brani che compongono l'album Gommalacca uscito nel 1998. Album, il ventesimo nella prolifica carriera del maestro siciliano che ha - leggiamo in una scheda sul sito battiato.it - ''una forte influenza elettronica, suoni più moderni ed estremi, uno spartiacque tra la storia musicale di Franco e il suo futuro con l’utilizzo di suoni digitali e delle nuove tecnologie.''

Qua sotto invece una versione live, apertura del disco Summer Dance uscito nel 2003

Nella versione originale la canzone è divisa in due parti. La prima intitolata La Storia è un testo di Manlio Sgalambro che racconta la famosa spedizione della nave Endurance e del leggendario e ''audace'' capitano Shackleton. Pochi versi che riescono però a condensare tutta la trama del film della spedizione : il naufragio, la sopravvivenza, la salvezza.

Una catastrofe psicocosmica


mi sbatte contro le mura del tempo.
 

Sentinella, che vedi?


Una catastrofe psicocosmica
 contro le mura del tempo.



Durante la grande guerra nel gennaio del 1915,


un forte vento spingeva grandi blocchi di ghiaccio galleggianti


imprigionando per sempre la nave dell'audace capitano Shackleton.


Su un piccolo battello, con due soli compagni,


navigò fino a raggiungere la Georgia Australe;


mentre i 22 superstiti dell'isola Elefante


sopportavano un tremendo inverno.



(Deriva, deriva, verso nord, nord-ovest.


Profondità 370 metri 72° di latitudine est).



Per sopravvivere furono costretti a uccidere i loro cani,


per sopravvivere.


Ma il 30 agosto del 1916, il leggendario capitano


compariva a salvarli con un'altra nave.''

 

Sulla seconda parte della canzone, intitolata Ricordi, torniamo alla fine di questo articolo.

ERNEST SHACKLETON, UNA VITA SUI GHIACCI- Nasce nel 1872, è il primo maschio dei dieci figli di una famiglia anglo-irlandese sul cui stemma era scritto questo motto ''By Endurance, We Conquer'', da cui il nome della nave. Muore nel 1922, in Georgia del Sud. Sir Enest Shackleton è stato uno dei principali protagonisti dell’epoca d’oro delle spedizioni antartiche. Ha partecipato al viaggio della Discovery guidata da Scott dal 1901-1904, poi ha preso il comando della Nimrod nella spedizione del Farthest South.

Riuscì a raggiungere la latitudine 88°23'S, a meno di 100 miglia del polo Sud il 9 gennaio 1909. Però nel 1912, il norvegese Amundsen con la Fram è il primo a raggiungere le coordinate geografiche 90°S. Quattro anni dopo, Shackleton organizza una spedizione ancora più ambiziosa. Lo scopo è attraversare tutto il continente antartico, passando per il polo. Il racconto dettagliato della ''Imperial Trans-Antartic Expedition'', Sir Ernest Shackleton l'ha scritto in prima persona nel libro 'Sud. La Spedizione dell'Endurance', pubblicato in Italia da Nutrimenti (LINK).

LE FOTO DI FRANK HURLEY- C'è un altro libro, ancora più bello, che racconta questa epopea, anche questo pubblicato in Italia da Nutrimenti, ''Shackleton in Antartide. La spedizione Endurance (1914-1917) nelle fotografie di Frank Hurley'' (LINK). E' lo stesso Shackleton ad aver voluto a bordo Frank Hurley, fotografo e cineoperatore australiano che aveva già una lunga esperienza in questo campo. Dopo aspre e – diciamo - virili negoziazioni che non vogliamo rivelare qui, mica possiamo raccontare tutto, Hurley accetta. Fa il suo lavoro di documentarista e sopravvive come tutti gli altri membri d'equipaggio dell'Endurance (compreso un clandestino scoperto dopo che l'equipaggio avesse mollato gli ormeggi da Buenos Aires). Bene ha fatto Hurley a sopravvivere e a conservare le pellicole perché, come sottolineato da Joanna Wright nella premessa del libro, senza le oltre 200 fotografie che ha potuto scattare, nessuno avrebbe creduto che potesse essere realmente accaduta una storia del genere e che, contro ogni probabilità, l'equipaggio fosse riuscito a sopravvivere a tale disavventura.

Hurley ha fotografato e filmato tutto. La lenta progressione dell'Endurance verso le coste antartiche che mai riuscì a raggiungere. I primi iceberg. Il fermo definitivo a causa del ghiaccio. La lenta deriva nel mare di Wedell. I vani tentativi per liberare la barca. Le partite a calcio dell'equipaggio sulla banchisa sempre più spessa. Le serate nel quadrato dell'Endurance, i giochi di società. I ritratti di tutti i membri dell'equipaggio, compresi i cani da slitta. Anche loro hanno un nome e la loro foto segnaletica.

E tutto intorno a questo microcosmo di umanità, un deserto bianco, il mare diventato ghiaccio, il pack e le sue creste di pressione spinte dalle correnti. Montagne di ghiaccio che crescono, crescono e finiscono per stritolare lo scafo prima di inghiottire la nave, questa volta definitivamente.

Poi la lunga marcia dei naufraghi costretti a trascinare le scialuppe sul ghiaccio (la copertina del libro). L'approdo a Elephant Island. L'accampamento sulla stessa isola di una parte dell'equipaggio dove rimarrà per lunghi mesi, mentre Shackleton e altri cinque uomini si lanciano in una traversata di 800 miglia per raggiungere un porto sicuro. Ritrovare l'Aurora, la seconda nave armata preventivamente per seguire la spedizione e prestare soccorso in caso di necessità. E finalmente tornare a recuperare i compagni.

VIDEO South, il film completo di Frank Hurley

 

VIDEO Una versione più corta e sonorizzata

 

IL RICORDO (FRANCO BATTIATO)- Torniamo quindi alla seconda parte della canzone di Battiato. Questa è intitolata Il Ricordo. Le parole sono in tedesco, firmate da Carlotta Wieck, in arte Fleur Jaeggy, scrittrice e collaboratrice di lunga data del cantante, come Sgalambro d'altronde. Forse sono queste voci che si sentono a mala pena ascoltando con attenzione la fine del brano originale. Forse bisogna fare girare il nastro a contrario. Fatto sta che queste parole sono scritte nero su bianco nel libretto che accompagna il disco, quando consumare musica significava anche ascoltare, leggere. Questa è una traduzione del testo della Jaeggy trovata sul web

 

Crepuscolo quieto,


Il giardino è gelato


Le rose ne hanno sofferto,


Le rose ne hanno sofferto.


Dimmi perché,
 Dimmi perché.



Crepuscolo quieto,
 Il giardino è gelato 


Le rose ne hanno sofferto.


Dimmi perché,
 Crepuscolo quieto.



Dimmi perché, 


In un giardino perduto


Dimmi perché


Odono la tua voce


Dimmi perché,


Ti prego, non tacere.

A questo punto sorge un dubbio. Ma questa ''catastrofe psicocosmica che sbatte contro le mura del tempo'' annunciata dalla sentinella, questa frase criptica che il Battiato ripete due volte all'inizio del brano, cos'è realmente? Cosa significa? Cosa ci vuol dire? Si riferisce al naufragio della nave Endurance? Oppure evoca la ''grande guerra'' citata qualche verso dopo? Quella carneficina che era in atto molto più a Nord, nell'altro emisfero, nazioni contro nazioni della ricca Europa, mentre agli antipodi una ventina di uomini - associazione libera di uomini liberi - cercavano e riuscivano a salvare la pelle a forza di perseveranza, privazione, ingegnosità e solidarietà? 

Sezione ANSA: 
Saily - News

Commenti