La vela saluta un grandissimo che vola via
Sergio Sorrentino
addio in foiling
La vela italiana piange il grande sportivo triestino Sergio Sorrentino, longevo velista tre volte olimpico sulla classe Dragone, scopritore e fondatore della base del Marina Hannibal e della Scuola Vela Tito Nordio. Lutto allo Yacht Club Hannibal e non solo. Ecco chi è stato. Niente funerali, per sua voltontà
A 93 anni scivola via, sicuramente in foiling, anche il grande Sergio, faccia dolce, fisico nato per essere atleta, piglio che non indietreggiava davanti a nulla. Figlio di Edgardo e Valentina Valenti, è annoverato tra le grandi figure dello sport triestino, e per la vela nello specialissimo club di coloro che hanno vissuto l'Olimpiade, avventura che nel suo caso si è ripetuta per ben tre volte.
La vela perde un punto di riferimento, una di quelle figure che ti abitui a considerare per sempre. E che nella vita è andato oltre l'Olimpiade. Lo piange la Scuola Vela Tito Nordio, che con lui ha perso il suo fondatore. Nella mattina di sabato 1 luglio Sergio Sorrentino si è spento all’età di 93 anni, una vita tutta nel vento: campione del mondo nel '58 in Svezia, europeo nel '53, nel '56 e nel ‘64, tre volte azzurro alle Olimpiadi con il Dragone insieme ad Annibale Pelaschier e Sergio Furlan, fondatore del Marina Hannibal (dedicata all’amico e compagno di regate Annibale, zio di Mauro) e della prima Scuola Vela nazionale italiana.
Dopo i soggiorni nei paesi del nord per le regate che lo videro campione negli anni cinquanta e sessanta e Maestro di vela di tante teste coronate europee, era rientrato in patria per importare quello che allora era un modello sconosciuto in Italia: un Marina sicuro in tutte le condizioni meteo e una scuola vela stanziale che potesse avvicinare i giovani alla vela.
A partire dagli anni ’60 impegnò le sue energie per realizzare questo sogno, nel bacino di Panzano, che allora era solo un acquitrino ricoperto di canneti ed oggi ospita un Marina con oltre 300 posti barca, un cantiere all’avanguardia per gli interventi su grandi imbarcazioni e la famosa Scuola Vela Tito Nordio, dedicata al suo maestro di vela, il triestino Tito Nordio.
Lo scorso anno, in occasione del 50° anniversario della Scuola Vela Tito Nordio, Sergio Sorrentino partecipò alla celebrazione e fu festeggiato dal Presidente del Marina e dello Yacht Club Hannibal Carlo Cazzaniga, dai giovani della Scuola e dalla dirigenza dello Yacht Club Hannibal. Malato da tempo, si è spento serenamente accanto alla compagna e sarà cremato, senza cerimonia funebre, come da sue volontà. Alla Scuola Vela Tito Nordio resta una grande eredità e la responsabilità di portare avanti il suo sogno con impegno e dedizione.
Sergio ha vissuto lo sport (e non solo) con valori del sacrificio, dell'impegno e della serietà. Queste alcune sue parole da una intervista al quotidiano Il Piccolo: "Vivo con soddisfazione questo momento della vita perché il mio cammino è stato contrassegnato da felici traguardi e da grandi successi sportivi. Lo sport però è fatto di alti e bassi e ho attraversato anche momenti di amarezza, soprattutto perché ho visto e continuo a vedere troppo immobilismo nei triestini, in particolare nei dirigenti sportivi. Purtroppo è giusto quel verso della canzone dialettale che dice ‘Trieste dormi...el mar se movi apena', ma continuo a coltivare la speranza che qualcosa possa cambiare in senso positivo".
Quando gli si chiese di rispolverare l'album dei ricordi non ebbe che l'imbarazzo della scelta: "Rammento con gioia il mese trascorso alla corte dei reali di Grecia quando fui loro istruttore di vela, ma anche il momento in cui, dopo una gara internazionale vinta con gran merito, un equipaggio inglese, nostro rivale, ci regalò una bottiglia di whisky per combattere il freddo di quella giornata".
Sorrentino raccontò perchè il nome Hannibal per il porto turistico che creò: "Scelsi questo per ammirazione nei confronti di Annibale Pellaschier, detto ‘man de oro', perché un tempo membro del mio equipaggio aggiustava anche il ‘Dragone' alle Olimpiadi". Sergio Sorrentino è stato anche presidente del Panathlon club Trieste nel triennio '82-'85.
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