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28/06/2012 - 19:27

Incontro dissidenti sindaco, e il Comune non autorizza l'esposizione al Marina Aeroporto

Salone: chi decide per la vela?

Giorni decisivi per la presenza della vela al salone nautico di Genova. Il Comune non autorizza l'esposizione alternativa al marina Aeroporto, e oggi riunione dei dissidenti con il sindaco della città. In ballo c'è il futuro. E il rischio che a deciderlo siano in pochi...
 
La vicenda della diaspora di una parte di espositori che immaginavano un salone distaccato al Marina Aeroporto  negli stessi giorni della fiera nautica sta avendo una accelerazione in questi ultimi giorni. Prima è arrivata (venerdi scorso) la decisione del Comune di Genova di non concedere l'autorizzazione all'evento espositivo annunciato al Marina Aeroporto, quindi una nuova presa di posizione del sindaco Doria in difesa dell'unicità del salone nautico, culminata in una riunione oggi in Comune, alla quale dovrebbe partecipare proprio una parte dei cosiddetti dissidenti, compresa la dirigenza del Marina Aeroporto. Con quali esiti, si vedrà.
 
Le parti restano piuttosto lontane: anche se la mancata autorizzazione del Comune di fatto rende impraticabile l'idea di un salone 2 per la vela, sul piatto restano le offerte di UCINA e Fiera con il nuovo lay-out del quartiere fieristico che in qualche modo valorizza la vela, e la richiesta (per il momento senza esito) degli operatori della vela di avere facilitazioni reali e sconti per esporre al salone. E' sicuramente una situazione complicata, generata e alimentata dalla pesante crisi economica che mette in difficoltà molte aziende, ma è anche il segno di un malessere acuto nei rapporti tra alcuni espositori e la gestione del salone nautico. Nel confronto tra una parte degli operatori della vela e UCINA-Fiera, si sono poi inseriti elementi ulteriori: la politica, sigle associative ancora molto acerbe e sicuramente poco mature nei rapporti istituzionali, imprenditori che sfruttano il disagio, questioni personali, protagonismi.
 
Tanti interessi, pubblici e privati, ruotano intorno a questa storia, nata su iniziativa di pochi e con una dozzina di aziende, ma in grado di travolgere l'intero castello dell'unico salone nautico internazionale che abbiamo in Italia, che senza la vela, di fatto perderebbe una gamba e non starebbe in piedi. In questo sta la vera anomalia che bisogna aggiustare: le questioni vitali per un settore dell'economia, come la vela, dovrebbero essere discusse e valutate dalla maggioranza delle aziende e degli operatori, non da una sparuta minoranza. In questa considerazione c'è ahimè anche la consapevolezza di quante occasioni ha perso UCINA, che come Confindustria dovrebbe avere tutte le carte in regola per assolvere a quel compito, e che invece ha sempre sottovalutato la vela.
 
Cosa può succedere? 1) I dissidenti restano in disaccordo, continuano a immaginare un salone solo per la vela, se non all'Aeroporto di Genova da qualche altra parte, ma il tempo stringe dannatamente, e c'è il rischio concreto che quest'anno la vela (almeno quella parte che si identifica con la "dissidenza") salti un giro, e che di conseguenza il salone sia più "povero" di contenuti. 2) Le proposte di Fiera e UCINA convincono altri operatori velici (oltre a quelli che già hanno confermato la presenza) e anche la  "dissidenza" decide di partecipare al salone di quest'anno, nella speranza di salvare una stagione difficilissima per il mercato. 3) La soluzione di mezzo: con la mediazione del sindaco, le parti si avvicinano (anche UCINA e Fiera mettono sul piatto qualche concessione concreta e non solo di lay-out) e firmano una sorta di tregua, il salone ospita la vela (almeno gran parte) e si intavola una seria riflessione sul futuro. Ipotesi certamente preferibile, ma che può realizzarsi solo a condizione che UCINA apra seriamente alla vela. Il tempo stringe, a metà luglio ci sarà la consueta conferenza stampa a Milano per presentare il nautico, e qualcosa bisognerà pur dire.

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