Storia | Regata > Vela Olimpica
09/12/2013 - 21:04
A due anni e mezzo dai Giochi
A due anni e mezzo dai Giochi
Rio 2016, allarme
per l'inquinamento
per l'inquinamento
Protestano i velisti di mezzo mondo: il campo di regata di Guanabara per le regate olimpiche di Rio 2016 è inquinato e pieno di detriti. Dagli organizzatori finora solo promesse. E a gennaio il CIO pretende delle risposte concrete…
Ricordate le alghe sul campo di regata di Qingdao a Pechino 2008? In vista dei Giochi di Rio 2016 si affaccia un altro e forse più grave problema: il mare inquinato, molto, troppo. Lo denuncia un gruppo di velisti olimpici, potenziali partecipanti alle Olimpiadi di Rio 2016, che ha avuto occasione di visitare e controllare il sito delle regate veliche dei prossimi Giochi a Rio de Janeiro. A quanto pare ciò che hanno visto non gli è affatto piaciuto.
Questo è quanto dice Allan Norregaard, danese del 49er, bronzo a Londra 2012: “Ho viaggiato tutto il mondo e regatato in tantissimi posti, e Rio è il luogo più inquinato che abbia mai visto. E’ un peccato, perché un posto così bello e una città attraente hanno un mare inquinatissimo, sporco e pieno di immondizie”.
La protesta e le osservazioni dei velisti rischia di estendersi rapidamente, così il comitato organizzatore delle regate di Rio ha annunciato una serie di provvedimenti e cure da cavallo, con l’obiettivo di abbattere l’inquinamento nella baia dell’80% e avere il mare pulito tra due anni e mezzo, all’inizio delle regate.
Tuttavia tra i velisti che hanno osservato il campo di regata restano forti disagi e dubbi che l’impresa di bonifica possa avere successo in così poco tempo, visto che il problema persiste notoriamente da decenni. C’è anche chi si è detto preoccupato per la salute di chi dovrà regatare in quelle acque. Secondo gli ambientalisti, le misure prospettate sarebbero solo un palliativo, capace di nascondere per un po’ ma non di risolvere il problema.
L’agenzia Associated Press avrebbe documentato nelle ultime settimane che il 70% dei rifiuti prodotti dalla città di Rio finisce nelle acque della baia. Anche spiagge famose come Copacabana e Ipanema sono ormai molto sporche, e addirittura acque reflue non trattate finirebbero in una laguna al confine con il Parco Olimpico, il vero cuore dei giochi.
Norregaard racconta che mentre era in barca nella baia ha incrociato interi alberi galleggianti, porte, pezzi di legno con chiodi sporgenti, materassi e sacchetti di plastica senza fine. Qualcuno avrebbe avvistato la carcassa di un cavallo. Regatare in queste acque risulterebbe irregolare e pericoloso. Sempre il velista danese racconta che alcuni atleti, dopo una scuffia, sarebbero usciti dall’acqua con delle macchie rosse sulla pelle.
Martina Grael Soffiatti, 22 anni, figlia di Torben Grael (5 medaglie olimpiche, due ori) e speranza della vela brasiliana, è cresciuta nelle acque di Rio: “Da quando ho iniziato la vela, da bambina, ricordo che le cose sono andate sempre peggiorando. Il Governo continua a parlare di molti programmi di pulizia della baia, ma non ho visto alcun minimo progresso finora”.
Thomas Bach, nuovo presidente del CIO, l’International Olympic Committee, è atteso a Rio all’inizio del 2014 per monitorare i progressi. Il CIO ha già espresso dubbi per il ritardo nell’organizzazione e nella costruzione di numerosi siti olimpici, e l’inquinamento è adesso una crescente preoccupazione, anche per i costi crescenti che sta provocando, si parla di 15 milioni di dollari, da recuperare con risorse pubbliche e private.
Anche Robert Scheidt (5 medaglie olimpiche), velista ed eroe olimpico del Brasile, è intervenuto nella discussione, per cercare di portare un po’ di ottimismo. Ecco cosa ha dichiarato all’Associated Press: “Certo le acque di Rio non sono pulite come quelle dei Caraibi. Io non ho mai fatto una nuotata all’interno della baia di Guanabara, so che non è un posto per fare il bagno. Ma ci ho fatto tante regate e non ricordo episodi dannosi per la salute di alcuno".
L’inglese Ian Barker, argento a Sydney 2000 e oggi coach del team irlandese, ha raccontato che l’inquinamento riscontrato a Rio non ha paragoni con nessuno dei 35 paesi nei quali ha regatato in carriera. I suoi velisti spesso durante un allenamento devono fermarsi per ripulire i timoni dai detriti. “E’ qualcosa di disgustoso, bisogna fare qualcosa, ma purtroppo la politica finora sembra assente”.
Non risultano prese di posizione da parte dell'ISAF, che evidentemente attende di vedere come si muoverà il CIO.
Ricordate le alghe sul campo di regata di Qingdao a Pechino 2008? In vista dei Giochi di Rio 2016 si affaccia un altro e forse più grave problema: il mare inquinato, molto, troppo. Lo denuncia un gruppo di velisti olimpici, potenziali partecipanti alle Olimpiadi di Rio 2016, che ha avuto occasione di visitare e controllare il sito delle regate veliche dei prossimi Giochi a Rio de Janeiro. A quanto pare ciò che hanno visto non gli è affatto piaciuto.
Questo è quanto dice Allan Norregaard, danese del 49er, bronzo a Londra 2012: “Ho viaggiato tutto il mondo e regatato in tantissimi posti, e Rio è il luogo più inquinato che abbia mai visto. E’ un peccato, perché un posto così bello e una città attraente hanno un mare inquinatissimo, sporco e pieno di immondizie”.
La protesta e le osservazioni dei velisti rischia di estendersi rapidamente, così il comitato organizzatore delle regate di Rio ha annunciato una serie di provvedimenti e cure da cavallo, con l’obiettivo di abbattere l’inquinamento nella baia dell’80% e avere il mare pulito tra due anni e mezzo, all’inizio delle regate.
Tuttavia tra i velisti che hanno osservato il campo di regata restano forti disagi e dubbi che l’impresa di bonifica possa avere successo in così poco tempo, visto che il problema persiste notoriamente da decenni. C’è anche chi si è detto preoccupato per la salute di chi dovrà regatare in quelle acque. Secondo gli ambientalisti, le misure prospettate sarebbero solo un palliativo, capace di nascondere per un po’ ma non di risolvere il problema.
L’agenzia Associated Press avrebbe documentato nelle ultime settimane che il 70% dei rifiuti prodotti dalla città di Rio finisce nelle acque della baia. Anche spiagge famose come Copacabana e Ipanema sono ormai molto sporche, e addirittura acque reflue non trattate finirebbero in una laguna al confine con il Parco Olimpico, il vero cuore dei giochi.
Norregaard racconta che mentre era in barca nella baia ha incrociato interi alberi galleggianti, porte, pezzi di legno con chiodi sporgenti, materassi e sacchetti di plastica senza fine. Qualcuno avrebbe avvistato la carcassa di un cavallo. Regatare in queste acque risulterebbe irregolare e pericoloso. Sempre il velista danese racconta che alcuni atleti, dopo una scuffia, sarebbero usciti dall’acqua con delle macchie rosse sulla pelle.
Martina Grael Soffiatti, 22 anni, figlia di Torben Grael (5 medaglie olimpiche, due ori) e speranza della vela brasiliana, è cresciuta nelle acque di Rio: “Da quando ho iniziato la vela, da bambina, ricordo che le cose sono andate sempre peggiorando. Il Governo continua a parlare di molti programmi di pulizia della baia, ma non ho visto alcun minimo progresso finora”.
Thomas Bach, nuovo presidente del CIO, l’International Olympic Committee, è atteso a Rio all’inizio del 2014 per monitorare i progressi. Il CIO ha già espresso dubbi per il ritardo nell’organizzazione e nella costruzione di numerosi siti olimpici, e l’inquinamento è adesso una crescente preoccupazione, anche per i costi crescenti che sta provocando, si parla di 15 milioni di dollari, da recuperare con risorse pubbliche e private.
Anche Robert Scheidt (5 medaglie olimpiche), velista ed eroe olimpico del Brasile, è intervenuto nella discussione, per cercare di portare un po’ di ottimismo. Ecco cosa ha dichiarato all’Associated Press: “Certo le acque di Rio non sono pulite come quelle dei Caraibi. Io non ho mai fatto una nuotata all’interno della baia di Guanabara, so che non è un posto per fare il bagno. Ma ci ho fatto tante regate e non ricordo episodi dannosi per la salute di alcuno".
L’inglese Ian Barker, argento a Sydney 2000 e oggi coach del team irlandese, ha raccontato che l’inquinamento riscontrato a Rio non ha paragoni con nessuno dei 35 paesi nei quali ha regatato in carriera. I suoi velisti spesso durante un allenamento devono fermarsi per ripulire i timoni dai detriti. “E’ qualcosa di disgustoso, bisogna fare qualcosa, ma purtroppo la politica finora sembra assente”.
Non risultano prese di posizione da parte dell'ISAF, che evidentemente attende di vedere come si muoverà il CIO.
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