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27/09/2017 - 18:26

Mini Transat, pochi giorni al via. Ecco scenari, favoriti e italiani

Rieccoli: l'oceano in 6,50 metri

Domenica 1 ottobre da La Rochelle parte la Mini Transat 2017. Il consueto raduno di emozioni e marinai: 81 navigatori (in gran parte giovani), 10 donne, 11 nazioni (in gran parte Francia), pronti a sfidare l'oceano sulle piccole-grandi barchette di 6 metri e mezzo. Una regata-romanzo, fatta di storie, onde, tecnologie. Ci sono anche 6 italiani pronti al salto. Vi raccontiamo la gara, le novità, i favoriti, i nostri. E come seguire l'avventura - SAILY TV E' A LA ROCHELLE: SPECIALE MINI TRANSAT 2017

 

Quattromila miglia in due tappe sull'Atlantico. Ottantuno navigatori da undici nazioni, dieci sono donne. E sei italiani. Ci siamo, il tempo dei sogni è finito da un pezzo, sulle banchine de La Rochelle ci sono realtà concrete. Barche lunghe la metà di quelle che usiamo in media nelle nostre crociere estive, ma attrezzate come un racer da giro del mondo. Prototipi (25) con tanto di foil e rande a profilo alare. Serie (56) messi a punto rigorosamente. Tutti pronti, eppure trafelati. Si ripete la magia del conto alla rovescia: ci si prepara per anni a questo momento, si ha tutto, o si crede, ma poi a pochi giorni e poche ore dal via, sembra di essere sempre in emergenza. Qualcosa che manca. Di certo non mancano la voglia, il coraggio, la preparazione.

Nata nel 1977 dall’idea dell’inglese Bob Salmon, la Mini Transat compie quest'anno i suoi primi 40 anni e continua a forgiare talenti che hanno scritto le pagine più belle della storia della vela oceanica.

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LE BARCHE, LE REGOLE - La regata è dedicata ad imbarcazioni di 6 metri e 50 appartenenti alla categoria MINI 650 e che sono suddivise in due categorie: prototipi, barche su progetto unico, e serie, modelli costruiti in serie da cantiere. A bordo gli skipper possono portare solo una radio VHF, che permette loro di ricevere le previsioni meteo e la posizione della flotta attraverso dei collegamenti giornalieri (le attesissime "vacation"), e un GPS non cartografico. Vietato ogni supporto tecnologico per collegarsi a terra o scaricare indicazioni più dettagliate sul meteo o sulla posizione reale dei concorrenti. Solo uomo e barca. Una gara di resistenza e coraggio, di confronto delle capacità marinaresche, controllo della fatica e del sonno, scelte tattiche e strategiche.

IL PERCORSO - La regata è divisa in due tappe: la prima che parte domenica 1 ottobre da La Rochelle a Las Palmas (Canarie) per un totale di 1350 miglia. Tempo stimato 6-8 giorni di media. Poi sosta di qualche giorno a Las Palmas e ripartenza della seconda tappa, da Las Palmas (Canarie) a La Marine (Martinica) per un totale di 2700 miglia con il grande salto dell'oceano Atlantico. Il percorso totale prevede circa 4050 miglia in solitario.

Partendo da La Rochelle i partecipanti si lasciano alle spalle il Pertuis d’Antioche, passando a Nord dell’isola di Oleron, prima di entrare nel temuto Golfo di Biscaglia. In seguito doppieranno Capo Finisterre costeggiando il Portogallo. Da Sud del Portogallo fino a Gran Canaria i venti sono generalmente da Nord quindi si normalmente si prevede un arrivo alle andature portanti. 

La seconda tappa parte i primi di novembre e i concorrenti, dopo aver doppiato l’uscita dall’arcipelago delle Canarie perturbata dai rilievi importanti di queste numerose isole incontreranno rapidamente gli alisei fino a Le Marin in Martinica. Un mese di navigazione in solitario tra cielo e mare, senza assistenza, in condizioni talvolta dure fa di questa regata una sfida estrema. 

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CI SONO DEI FAVORITI? - Anche se gran parte di una avventura del genere è scritta dal caso, la Mini Transat moderna è sempre più scienza e tecnologia. E' possibile individuare skipper e veri e propri team da ritenere favoriti per le prime posizioni. Vediamoli. PROTOTIPI: c'è un trio che sembra superiore agli altri, a cominciare da Ian Lipinski (Griffon 865), barca moderna, prua tonda progetto Raison 2014, sviluppo del 747 che fu di Pedote, ha vinto tutto prima di arrivare qui e tutti lo indicano come l'uomo da battere. Poi Erwan Le Méné (Clôtures Rousseau 800, piano Lombard del 2011 molto accreditato) e Jörg Riechers (Lilcenthal 934), barca estrema con prua tonda e forme innovative, ha iniziato da poco ma molti lo seguono con attenzione. Lo stesso svizzero Simon Koster (Eight Cube 888, troppo innovativo due anni fa e oggi ben più a punto, con i suoi foil e la sua forma inconsueta). E senza dimenticare il giovane rampante Quentin Vlamynck con il super-innovativo Arkema 3 900, con foil, randa a profilo alare, foil e cavallino ritorto. Per alcuni osservatori potrebbero dire la loro anche i prototipi meno estremi ma più rodati e messi a punto. Di certo rispetto al passato, la crisi dei Proto pare finita, la corsa alle innovazioni ha riaperto i giochi.

Tra le barche di Serie per la prima volta una donna è tra i favoriti e merita la precedenza: Clarisse Crémer (TBS) 902, un Pogo 3 molto ben attrezzato e messo a punto, con il quale si è messa in bella evidenza, e si è preparata a lungo con Lorient Grand Large, insieme allo stesso Erwan Le Draoulec (Emile Henry) altro Pogo 3 numero 895, a dispetto della sua giovane età (20 anni, è il più piccolo in gara, il più anziano ne ha 62, Fred Guerin). Sono due velisti oceanici giovani ma fatti e pronti. Con loro l'irlandese Tom Dolan (Offshoresailing.fr), 910 e altro Pogo 3, e Tanguy Bouroullec (CERFRANCE Kerhis) 909, ennesimo Pogo 3. Questo è un gruppo di esperti, e le loro barche sono rodate e vincenti. Da seguire Pierre Chedeville (Blue Orange – Fair Retail) 883.

VIDEO: IAN LIPINSKI

 

ED ECCO A VOI: LES ITALIANNES!

Alcuni si sono trasferiti in Francia per lavorare e preparare la regata, altri sono arrivati quasi all'ultimo momento. I sei "azzurri" della Mini Transat 2017 sono un bel gruppo, con cavalli di ritorno, alcuni anche alla terza partecipazione, nuovi che scalpitano, e altri he semplicemente sono riusciti a esserci, ed è già una vittoria. Vediamoli un po' da vicino.

ANDREA PENDIBENE - Chi non lo conosce, il marinaio militare con tante avventure alle spalle e tanti tifosi appassionati? La prima Mini con un Serie tutto italiano finita decorosamente, poi un ritiro per avaria all'elettronica poco dopo la partenza (2013) e un altro per disalberamento (2015). Ha un Pogo 3 adesso affidabile, ed esperienza da vendere. Il tema intorno a Pendibene e al suo shore team guidato da Giovanna Valsecchi, sarà la sfida tra Marine Militari Italia-Francia. Infatti in gara ci sarà anche il temibile sommerrgibilista transalpino Cedric Faron, e le due forze armate la stanno vivendo come un mezzo derby oceanico, dopo la Classica Giraglia Rolex  affrontata dai rispettivi equipaggi militari su imbarcazioni di 11 metri in giugno.

Italia-Francia questa volta non è una partita di calcio, ma una traversata atlantica al massimo delle possibilità, con due bolidi di ultima generazione: Andrea Pendibene su Pegaso ITA 833, un Pogo 3 e Cedric Faron su Quasar FRA 899, un Ofcet 6.50. Sfida nella sfida tra due cantieri leader del segmento. "L'oceano non deve essere mai sfidato, ma affrontato con umiltà, preparazione e tanto rispetto", dice Pendibene che le ha provate tutte.

A tenere a battesimo questa sfida nientemeno che Patrick Phelipon, che dopo aver navigato con Tabarly durante il servizio militare con la Marine National e aver partecipato a numerose imprese con Cino Ricci si appresta a partire per la Golden Globe Race 2018, e che meglio di tutti rappresenta la sintesi di italianità e francesità nella vela.

AMBROGIO BECCARIA - Biglietto da visita: il suo Pogo 2 “Alla Grande Ambeco” è stato primo tra i Serie al Prologo della regata, battendo tutti e arrivando dietro soltanto a quattro prototipi. Beccaria, 25 anni - campione italiano della classe - conferma le aspettative sul suo nome: un velista bravo e completo, che porta in oceano tanta qualità.

“Abbiamo vinto il prologo e anche se c'è chi dice che porta sfortuna non ci credo, a noi vincere sta sempre bene! Si avvicina il giorno in cui realizzo il sogno per cui lavoro da molto tempo… la Mini Transat! E’ una corsa storica e anche molto tecnica ed è senza dubbio la porta d’ingresso per il mondo della vela oceanica e insieme anche un laboratorio di innovazione e nuove tecnologie".

Ambrogio è milanese, 26 anni, naviga da quando ne aveva 15. Da ragazzo ha frequentato i corsi di vela del Velamare Club, in Sardegna, imparando a navigare tra gli scogli e gli isolotti dell’Arcipelago della Maddalena e la zona ventosa delle Bocche di Bonifacio. A 18 anni inizia a regatare su una deriva classe Laser 4000, con la quale nel 2014 si aggiudicherà un Campionato Italiano e il terzo posto al Campionato Europeo sul Lago di Garda.

Nel maggio 2014 riesce finalmente a realizzare il suo sogno: acquista in Portogallo il Mini Kalonig, un modello Pogo2 del franco-polacco Ian Lipinski che aveva scuffiato in Atlantico nel 2013 in occasione della MiniTransat. Trasferisce la barca via terra fino a La Spezia, dove in cinque mesi di duro lavoro completa praticamente da solo la ristrutturazione della barca danneggiata, che viene ribattezzata Alla Grande Ambeco. Tra una regata e l’altra, Ambrogio si è laureato in Ingegneria nautica a La Spezia.

Durante gli interventi di manutenzione chiunque passasse e chiedeva a Ambrogio come stesse procedendo, lui rispondeva sempre: “Alla grande!”.  Di qui l’idea di chiamarla così.Lo sponsor Ambeco è una realtà giovane e dinamica, proveniente da una solida tradizione familiare, che opera nel settore della gestione dei rifiuti e della logistica ambientale, con una particolare propensione per le tematiche ecologiche, il riciclaggio dei rifiuti, la salvaguardia delle risorse naturali e anche la mobilità alternativa e sostenibile.

Gaspare Chiarelli, amministratore delegato di Ambeco (al quale diamo il benvenuto a nome di tutta la vela oceanica tra i supporter di questa specialità di passioni e grandi competenze):“Ambrogio mi ha colpito per la sua determinazione e per le sue idee chiare. Ho capito subito dopo le sue prime regate di aver puntato su cavallo vincente. Inoltre considero la vela oceanica “ecologica per eccellenza” e coerente con la nostra mission aziendale. In particolare seguo da tempo la Classemini perché trovo che sia un laboratorio a basso costo, ma insieme anche innovativo a livello tecnologico, che permette ad aziende come la nostra di avere una buona visibilità. Nelle regate in mini poi c’è ancora il fascino della navigazione tradizionale e del rapporto diretto uomo/barca, ben di più rispetto a circuiti come la Coppa America”. 

MATTEO RUSTICALI - Romagnolo, 35 anni, direttore sportivo del Circolo Nautico del Savio, sarà a bordo del suo Mini 650 Spot ITA 444, un prototipo del 1991 quasi leggendario, per il quale sarà la decima traversata atlantica!“Spot è un prototipo del 1991 e con i suoi 26 anni è la barca più vecchia di tutta la flotta. Abbiamo lavorato molto per adattare la sua linea con le nuove disposizioni del regolamento di Classe e per renderla più competitiva.”

"Anche se corro da solo, il mio progetto è corale. Devo ringraziare tutti gli amici, gli sponsor e le tantissime persone che hanno deciso di seguire e supportare questo sogno che ora è diventato realtà.” Rusticali allunga la tradizione romagnola e adriatica in oceano e alla Mini Transat, sull'ondsa di predecessori celebri come Simone Bianchetti e di recente Michele Zambelli.

EMANUELE GRASSI - Con lui naviga la Mini una intera famiglia, giacchè Emanuele è il marito di una ex minista! Nato a Lanuvio (Roma) 36 anni fa, segue la passione del padre e inizia a navigare sia su barche a motore che a vela. Divide la sua vita tra il lavoro nella Capitale e la famiglia in Liguria dove la passione per i Mini 650 è comune anche alla sua compagna Susanne Beyer, protagonista dell’edizione 2011 della Mini con la mitica Penelope, protagonista con l'autrice di un famoso libro Nutrimenti che racconta la traversata fatta tutta al timone per la rottura del pilota automatico. Un valore aggiunto avere in famiglia chi può “passare” le consegne e le conoscenze di una navigazione oceanica a bordo di un Mini. Emanuele è alla sua prima Mini Transat, la barca è lo stesso Pogo 2, Penelope ITA 603 del  2006.

LUCA SABIU - Lui è il poeta del gruppo, il marinaio romantico che non guarderà il log per strappare qualche decimo di nodo di velocità. Milanese, 42 anni, Istruttore di Vela che sogna l’Oceano della Mini Transat da quando aveva 14 anni. Nella sua città si divide tra il lavoro come artigiano e i weekend in mare con i corsi per la scuola vela. La Mini 2017 sarà il coronamento di un sogno inseguito già dal 2013 (iscritto regolarmente dovette rinunciare per motivi lavorativi). Il concetto di Luca della Transat oggi è molto semplice: “Una cambusa che mi faccia stare bene, il sestante per fare i punti nave, la canna da pesca, i libri e la musica. Ho acquistato vele usate per un sogno nuovo, voglio fare una mini da navigatore non da regatante”.

ANDREA FORNARO - A 40 anni, Andrea arriva da una strada da regatante quasi puro. Inizi sull'Optimist, poi varie derive, tante, con risultati sempre in crescendo. Infine One Design e altura, su barche importanti, e palmares che si arricchisce, titoli europei, mondiali, regate offshore vinte. Atleta completo, passione per il Kite foil, arriva qualche anno fa alla "febbre" Mini, e resta folgorato. La sua prima Mini Transat, due anni fa, con barca di serie e senza esperienza di oceano, è ricordata per i suoi commenti entusiasti, di chi sapeva godere della straordinarietà della natura pur tenendo d'occhio le prestazioni della barca.

Per questo secondo salto aveva preparato un Serie aggressivo tra i migliori, un Offcet 650, ma alla fine ha acquistato un Proto, il Sideral ITA 931 progetto Bertrand. Che risponde alla sua filosofia di navigatore, ovvero: primo, affidabilità. "Ho studiato e personalizzato a mia immagine il layout di coperta volevo una barca comoda, con la quale poter accelerare e decelerare nel modo e nel tempo giusto, e soprattutto senza stress, per questo non ho voluto i foil, ancora troppo sperimentali in oceano."

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www.minitransat.fr

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