Storia | Crociera > Vele d'Epoca
02/05/2014 - 15:50
Eventi nascosti ma imperdibili: la Sessan Cup. Un elogio della vela
Eventi nascosti ma imperdibili: la Sessan Cup. Un elogio della vela
Piacere Folkboat,
raduno da sogno
raduno da sogno
Elogio della vela. Dal nostro inviato un esclusivo reportage sul grande raduno del Folkboat, considerato tra le barche a vela più belle di sempre (4000 esemplari naviganti in tutto il mondo). Il racconto, il clima, le barche, l’evento sul mini veliero dalle incredibili doti marinare. Con mega gallery. Per perdere tempo!
di Marco Giudici (*)
Sessan Cup 2014, una denominazione priva di significato per noi velisti mediterranei, ma importante per i velisti nordici, è la seconda più importante regata per i Nordic Folkboat dopo la Gold Cup ( il campionato del mondo della classe ) e parlando di una delle barche più diffuse in Scandinavia e Germania possiamo dire che è una delle più importanti regate di classe del Nord Europa.
PIACERE, FOLKBOAT
Per chi non la conoscesse il Nordic Folkboat è una barca nata da un’idea della Scandinavian Yacht Racing Union che nel 1942 lanciò un concorso per definire una barca di facile conduzione ed a basso costo, il concorso non fu vinto da nessuno, ma il disegnatore Tord Sundén fu incaricato di mettere insieme le idee migliori e nacque questa barca di 7,68 m di lunghezza per 2,20 di larghezza, a chiglia lunga, con un pescaggio di 1,20, un dislocamento di circa 2000 kg, randa di 17 metri quadri, fiocco di 7 ed il fasciame a clinker, nella migliore tradizione vichinga.
Da allora sono state costruite migliaia di barche, dal 1963 anche in vetroresina, e ad oggi si stima che circa 4000 Nordic Folkboat navighino in tutto il mondo, con importanti flotte, oltre che in Nord Europa, anche nella Baia di San Francisco ed i Australia. Dalle linee del Nordic Folkboat sono derivati l’International Folkboat, il famoso IF, il Contessa 26 e numerose altre varianti. Una piccola barca dalle linee molto classiche, molto marina, adatta alla crociera costiera, ma che non disdegna di affrontare il mare aperto come dimostrato da velisti che hanno fatto il giro del mondo o partecipato, negli anni 60 e 70, a regate transoceaniche.
La “Sessan Cup” trae le sue origini da una regata svolta a Goteborg nel 1952 come sfida tra circoli con team di due barche, nel 1957 prese il nome di “Sessan Cup” da quella della Compagnia di navigazione “Sessan Line” che aveva delle linee di ferry tra Danimarca e Svezia, era una sfida tra team di diversi circoli velici o città. Inizialmente si correva tra le isole davanti a Goteborg, le barche venivano sorteggiate e l’armatore faceva equipaggio con due membri del team.
Poco o nulla è cambiato da allora se non che dal 1976 la regata viene proposta ogni anno in un località diversa dove la concentrazione di barche permetta un numero adeguato di imbarcazioni per tutti i partecipanti. Quest’anno si è svolta sul Wannsee, a Berlino, un bellissimo lago formato dal fiume Havel, in uno scenario molto bucolico, con le verdissime sponde del lago ricche di magnifiche ville e di una quarantina di circoli, ognuno con il suo porticciolo, e con la più alta concentrazione di Nordic Folkboat di tutta Europa.
Circolo organizzatore il SV 03, un circolo velico che, come dice il nome, è stato fondato il 4 marzo 1903 e che si trova in una invidiabile posizione sul Wannsee a circa 20 km dal centro di Berlino, tra gli sponsor la Fiera Nautica di Berlino e, non poteva mancare in Germania, una birreria. La manifestazione, patrocinato dalla NFIA (Nordic Folkboat International Association) è iniziata venerdi 25 aprile alle 16.00 con la cerimonia di assegnazione delle barche, palloncini bianchi e neri contenenti il nome della barca fluttuavano contro il basso soffitto del circolo ed i team iscritti, in rigoroso ordine d’iscrizione, sceglievano un palloncino che li assegnava ad una barca e relativo armatore.
Fatte le presentazioni e formati gli equipaggi di corsa a prendere le vele, ogni team porta le sue, e sempre di corsa a fare la messa a punto della barca, il sistema di assegnazione in funzione dell’iscrizione ha il suo perché nel fatto che prima ottieni la barca più tempo hai per prepararla ed uscire a provare. La classe Nordic Folkboat da sempre attrae i migliori velisti nord europei, spesso si tratta di grandi campioni del passato delle classi olimpiche o metriche che continuano ad incrociare le prue su questi monotipo poco impegnativi fisicamente e dove il manico conta ancora al 90%. Immaginate di avere a bordo un campione pluri medagliato che vi mette a punto la barca per farla navigare al meglio, come se Pelaschier vi facesse il tuning della vostra barca, uno spettacolo vedere modificare la posizione degli alberi, controllare tensioni di sartie e stralli, a volte addirittura modificare la lunghezza dello strallo per aumentare il rake, controllare ogni minimo dettaglio e poi uscire a provare.
Lo spettacolo di tante barche, in legno o vetroresima, tutte insieme è mozzafiato, 52 barche non sono poche, riempiono un porticciolo tutto in legno che sembra uscito da un libro del passato con la sede del circolo che lo sovrasta e l’albero dei segnali con le bandiere di tutte le nazioni rappresentate. In un’atmosfera di vera festa della vela, come da noi è raro vedere, in un clima rilassato ed amichevole anche se competitivo, con tanta tanta birra ad accendere i sorrisi ed in un bellissimo pomeriggio primaverile e caldo come non ci si aspetta di trovare a Berlino.
Alle 18.30 si è già tutti in porto perché rinunciare ad una festa di apertura con birra a volontà non è cosa da velisti nord europei, è bello vedere che gli equipaggi sono già affiatati ed in un caso un equipaggio è formato da chi, qui in veste di armatore, la scorsa edizione era sulla barca armata da chi ora è team sfidante. Il clima umano è fino a questo momento davvero la cosa più bella di questa manifestazione, ma domattina si comincia a fare sul serio.
Sabato mattina il vento non si sveglia, alle 10.00 intelligenza a terra, ma tutte le barche in acqua, chi non era soddisfatto delle regolazioni fatte ieri è arrivato prestissimo a mettere a punto, ho chiacchierato con un anziano gentilissimo velista svedese che mi ha spiegato mille cose, che metterò a frutto sul mio Nordic Folkboat, costruito in Danimarca da Brandt & Moeller nel 1952 e magistralmente restaurato dal Cantiere Ernesto Riva di Maslianico, il tutto mentre curava in modo meticolo la posizione dell’albero e la tensione di sartie e strallo per adattarlo alle sue piattissime vele svedesi più adatte a venti sostenuti che a quelli leggeri previsti.
IN REGATA DAVANTI ALLA VILLA DI BRAD PITT E ANGELINA JOLIE
Verso le 11 la barca comitato esce, sono gentilmente ospitato su un motoscafo in alluminio con propulsione elettrica condoto dal suo costruttore che mentre ci dirigiamo verso il campo di regata mi parla del lago, delle ville, inclusa quella dei coniugi Pitt (Brad e Angioline), del panorama velico e del suo motoscafo. Aspettando che il vento si distenda incrociamo decine e decine di derive alla ricerca della loro barca comitato perché ci sono tre regate in contemporanea oltre a quella che interessa a noi, una è riservata ai singoli ed è incredibile quanti Contender Laser e Moth Europa siano in acqua, un’altra è per una classe locale che non esiste fuori dalla Germania, il “Pirate” che ha come simbolo sulla vela un’ascia, mi sono informato, è lunga 5 metri, 10 metri quadri di vela, è un progetto del 1935 che viene utilizzato soprattutto per l’iniziazione, può essere in legno o vetroresina e ne sono state costruite più di 6000.
Finalmente il vento si distende, in pochi minuti in campo è piazzato, segnale preparatorio, 5 minuti partenza ed, a dimostrazione che la competività è alta e l’amicizia è rimasta a terra, subito richiamo generale, buona la seconda, con alcune barche fuori allineamento, e la flotta che si divide tra chi sceglie il centro lago e chi va a terra. Tra salti di vento, cali e rinforzi, lotte di virate e strambate la regata si avvia alla conclusione con arrivi al cardiopalma a dimostrazione che il livello tecnico è davvero alto e che barche in legno o vetroresina possono combattere ad armi pari.
Per la cronaca la regata è stata vinta con largo margine dal team danese “Kolding” con 17 punti davanti al team “Berlin” con 44 ed al team “Stockholm2” con 54. La classifica completa è disponibile tra gli "approfondimenti" in questa pagina nella colonna di destra. La prossima “Gold Cup” sarà a Kerteminde, in Danimarca, l’ultima settimana di luglio, e la voglia di andarci ancora... è tanta!
L'AUTORE DEL SERVIZIO
(*) Marco Giudici, 53 anni, genovese, fin da bambino sul mare, diploma all’Istituto Nautico, ufficiale macchinista sulle petroliere, all'Accademia Navale di Livorno nel 1990 sale su una barca a vela e non scende più, la navigazione professionale sulle navi nere si alterna a quella sulle barche e navi a vela, corsi, regate, crociere, trasferimenti anche oceanici, imbarchi da professionista. Regata anche con i dinghy 12 piedi e possiede un Nordic Folkboat di legno. E' il titolare dela GS team, che riunisce vari professionisti del mare e della vela, nato per affiancare gli appassionati di vela e aiutarli ad affrontare nel modo più efficace il mondo del diporto velico, offrendo loro un supporto di consulenza personalizzato e amichevole.
di Marco Giudici (*)
Sessan Cup 2014, una denominazione priva di significato per noi velisti mediterranei, ma importante per i velisti nordici, è la seconda più importante regata per i Nordic Folkboat dopo la Gold Cup ( il campionato del mondo della classe ) e parlando di una delle barche più diffuse in Scandinavia e Germania possiamo dire che è una delle più importanti regate di classe del Nord Europa.
PIACERE, FOLKBOAT
Per chi non la conoscesse il Nordic Folkboat è una barca nata da un’idea della Scandinavian Yacht Racing Union che nel 1942 lanciò un concorso per definire una barca di facile conduzione ed a basso costo, il concorso non fu vinto da nessuno, ma il disegnatore Tord Sundén fu incaricato di mettere insieme le idee migliori e nacque questa barca di 7,68 m di lunghezza per 2,20 di larghezza, a chiglia lunga, con un pescaggio di 1,20, un dislocamento di circa 2000 kg, randa di 17 metri quadri, fiocco di 7 ed il fasciame a clinker, nella migliore tradizione vichinga.
Da allora sono state costruite migliaia di barche, dal 1963 anche in vetroresina, e ad oggi si stima che circa 4000 Nordic Folkboat navighino in tutto il mondo, con importanti flotte, oltre che in Nord Europa, anche nella Baia di San Francisco ed i Australia. Dalle linee del Nordic Folkboat sono derivati l’International Folkboat, il famoso IF, il Contessa 26 e numerose altre varianti. Una piccola barca dalle linee molto classiche, molto marina, adatta alla crociera costiera, ma che non disdegna di affrontare il mare aperto come dimostrato da velisti che hanno fatto il giro del mondo o partecipato, negli anni 60 e 70, a regate transoceaniche.
La “Sessan Cup” trae le sue origini da una regata svolta a Goteborg nel 1952 come sfida tra circoli con team di due barche, nel 1957 prese il nome di “Sessan Cup” da quella della Compagnia di navigazione “Sessan Line” che aveva delle linee di ferry tra Danimarca e Svezia, era una sfida tra team di diversi circoli velici o città. Inizialmente si correva tra le isole davanti a Goteborg, le barche venivano sorteggiate e l’armatore faceva equipaggio con due membri del team.
Poco o nulla è cambiato da allora se non che dal 1976 la regata viene proposta ogni anno in un località diversa dove la concentrazione di barche permetta un numero adeguato di imbarcazioni per tutti i partecipanti. Quest’anno si è svolta sul Wannsee, a Berlino, un bellissimo lago formato dal fiume Havel, in uno scenario molto bucolico, con le verdissime sponde del lago ricche di magnifiche ville e di una quarantina di circoli, ognuno con il suo porticciolo, e con la più alta concentrazione di Nordic Folkboat di tutta Europa.
Circolo organizzatore il SV 03, un circolo velico che, come dice il nome, è stato fondato il 4 marzo 1903 e che si trova in una invidiabile posizione sul Wannsee a circa 20 km dal centro di Berlino, tra gli sponsor la Fiera Nautica di Berlino e, non poteva mancare in Germania, una birreria. La manifestazione, patrocinato dalla NFIA (Nordic Folkboat International Association) è iniziata venerdi 25 aprile alle 16.00 con la cerimonia di assegnazione delle barche, palloncini bianchi e neri contenenti il nome della barca fluttuavano contro il basso soffitto del circolo ed i team iscritti, in rigoroso ordine d’iscrizione, sceglievano un palloncino che li assegnava ad una barca e relativo armatore.
Fatte le presentazioni e formati gli equipaggi di corsa a prendere le vele, ogni team porta le sue, e sempre di corsa a fare la messa a punto della barca, il sistema di assegnazione in funzione dell’iscrizione ha il suo perché nel fatto che prima ottieni la barca più tempo hai per prepararla ed uscire a provare. La classe Nordic Folkboat da sempre attrae i migliori velisti nord europei, spesso si tratta di grandi campioni del passato delle classi olimpiche o metriche che continuano ad incrociare le prue su questi monotipo poco impegnativi fisicamente e dove il manico conta ancora al 90%. Immaginate di avere a bordo un campione pluri medagliato che vi mette a punto la barca per farla navigare al meglio, come se Pelaschier vi facesse il tuning della vostra barca, uno spettacolo vedere modificare la posizione degli alberi, controllare tensioni di sartie e stralli, a volte addirittura modificare la lunghezza dello strallo per aumentare il rake, controllare ogni minimo dettaglio e poi uscire a provare.
Lo spettacolo di tante barche, in legno o vetroresima, tutte insieme è mozzafiato, 52 barche non sono poche, riempiono un porticciolo tutto in legno che sembra uscito da un libro del passato con la sede del circolo che lo sovrasta e l’albero dei segnali con le bandiere di tutte le nazioni rappresentate. In un’atmosfera di vera festa della vela, come da noi è raro vedere, in un clima rilassato ed amichevole anche se competitivo, con tanta tanta birra ad accendere i sorrisi ed in un bellissimo pomeriggio primaverile e caldo come non ci si aspetta di trovare a Berlino.
Alle 18.30 si è già tutti in porto perché rinunciare ad una festa di apertura con birra a volontà non è cosa da velisti nord europei, è bello vedere che gli equipaggi sono già affiatati ed in un caso un equipaggio è formato da chi, qui in veste di armatore, la scorsa edizione era sulla barca armata da chi ora è team sfidante. Il clima umano è fino a questo momento davvero la cosa più bella di questa manifestazione, ma domattina si comincia a fare sul serio.
Sabato mattina il vento non si sveglia, alle 10.00 intelligenza a terra, ma tutte le barche in acqua, chi non era soddisfatto delle regolazioni fatte ieri è arrivato prestissimo a mettere a punto, ho chiacchierato con un anziano gentilissimo velista svedese che mi ha spiegato mille cose, che metterò a frutto sul mio Nordic Folkboat, costruito in Danimarca da Brandt & Moeller nel 1952 e magistralmente restaurato dal Cantiere Ernesto Riva di Maslianico, il tutto mentre curava in modo meticolo la posizione dell’albero e la tensione di sartie e strallo per adattarlo alle sue piattissime vele svedesi più adatte a venti sostenuti che a quelli leggeri previsti.
IN REGATA DAVANTI ALLA VILLA DI BRAD PITT E ANGELINA JOLIE
Verso le 11 la barca comitato esce, sono gentilmente ospitato su un motoscafo in alluminio con propulsione elettrica condoto dal suo costruttore che mentre ci dirigiamo verso il campo di regata mi parla del lago, delle ville, inclusa quella dei coniugi Pitt (Brad e Angioline), del panorama velico e del suo motoscafo. Aspettando che il vento si distenda incrociamo decine e decine di derive alla ricerca della loro barca comitato perché ci sono tre regate in contemporanea oltre a quella che interessa a noi, una è riservata ai singoli ed è incredibile quanti Contender Laser e Moth Europa siano in acqua, un’altra è per una classe locale che non esiste fuori dalla Germania, il “Pirate” che ha come simbolo sulla vela un’ascia, mi sono informato, è lunga 5 metri, 10 metri quadri di vela, è un progetto del 1935 che viene utilizzato soprattutto per l’iniziazione, può essere in legno o vetroresina e ne sono state costruite più di 6000.
Finalmente il vento si distende, in pochi minuti in campo è piazzato, segnale preparatorio, 5 minuti partenza ed, a dimostrazione che la competività è alta e l’amicizia è rimasta a terra, subito richiamo generale, buona la seconda, con alcune barche fuori allineamento, e la flotta che si divide tra chi sceglie il centro lago e chi va a terra. Tra salti di vento, cali e rinforzi, lotte di virate e strambate la regata si avvia alla conclusione con arrivi al cardiopalma a dimostrazione che il livello tecnico è davvero alto e che barche in legno o vetroresina possono combattere ad armi pari.
Per la cronaca la regata è stata vinta con largo margine dal team danese “Kolding” con 17 punti davanti al team “Berlin” con 44 ed al team “Stockholm2” con 54. La classifica completa è disponibile tra gli "approfondimenti" in questa pagina nella colonna di destra. La prossima “Gold Cup” sarà a Kerteminde, in Danimarca, l’ultima settimana di luglio, e la voglia di andarci ancora... è tanta!
L'AUTORE DEL SERVIZIO
(*) Marco Giudici, 53 anni, genovese, fin da bambino sul mare, diploma all’Istituto Nautico, ufficiale macchinista sulle petroliere, all'Accademia Navale di Livorno nel 1990 sale su una barca a vela e non scende più, la navigazione professionale sulle navi nere si alterna a quella sulle barche e navi a vela, corsi, regate, crociere, trasferimenti anche oceanici, imbarchi da professionista. Regata anche con i dinghy 12 piedi e possiede un Nordic Folkboat di legno. E' il titolare dela GS team, che riunisce vari professionisti del mare e della vela, nato per affiancare gli appassionati di vela e aiutarli ad affrontare nel modo più efficace il mondo del diporto velico, offrendo loro un supporto di consulenza personalizzato e amichevole.
Commenti