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25/02/2014 - 20:42

Dove vi porta la voglia di mare?

Perotti fa co-sailing
Con Mediterranea

Il progetto-sogno dello scrittore-navigatore Simone Perotti, noto ai lettori di Saily.it, entra nella fase decisiva. A maggio la partenza del grande giro del Mediterraneo destinato a durare 5 anni. E al quale possono partecipare proprio tutti, con la filosofia della condivisione. Secondo alcune regole. Eccole
 

Dalla Spagna al Mar Nero, un’impresa nel solco della condivisione e di una diversa filosofia di vivere il mare. Simone Perotti dalle parole ai fatti: dai suoi libri celebri, dal suo blog, dall’idea di Mediterranea, che è una barca, bella e pronta, al progetto giro del Mediterraneo per valorizzare culture, storie, persone. Non a caso lo definiamo un progetto-sogno. Non vorreste averla avuta voi questa idea? Oppure: non vorreste partecipare all’avventura? Tranquilli, il progetto-sogno è anche per voi, la sua logica è inclusiva, il tragitto è lungo, il tempo tantissimo, quasi duemila giorni. E il comandante, per quanto preciso nelle sue disposizioni, è generoso e accogliente.
 
Così intorno al progetto del giro del Mediterraneo della barca Mediterranea e del suo skipper Simone Perotti, nasce un’altra chiave di lettura, che usa tendenze e scelte adatte ai tempi che stiamo vivendo: il co-sailing. Cosa è? L’occasione per partecipare a Mediterranea. Facciamo il punto da vicino.
 
Scrive il sito del mensile Dove: “La cultura della condivisione (o “sharing economy”, cui l’Economist dedicava addirittura una cover, la scorsa primavera) lentamente si fa largo tra le nostre remore quotidiane, perché di quotidianità è fatta. Ed ecco che oggi si condividono con perfetti estranei l’auto, la stanza, la baby-sitter e persino una vacanza.

E qui il bivio. Per alcuni la compartecipazione è uno stravolgimento necessario, crisi o non crisi. Tra questi c’è Simone Perotti, che in Italia è già il portabandiera di un’altra rivolta “dal basso”, il downshifting, che da manager di successo l’ha trasformato ad avventuriero del mare (e autore diUfficio di scollocamento, Adesso basta, Avanti tutta, Dove sono gli uomini, ed Chiarelettere). Il suo più grande progetto si chiama Mediterranea, un ketch di 17 metri che per cinque anni girerà non solo il Mare Nostrum ma ancheMar Nero e Mar Rosso settentrionale.

IL PROGETTO DI MEDITERRANEA SALVATO DAL CROWFUNDING
Un progetto con scopi precisi:scientifici, culturali, nautici. Un laboratorio galleggiante, una piattaforma di discussione sul patrimonio marittimo. «Io credo che sia finita l’epoca del “solo mio”: è tempo dicoabitare, coprodurre, coadiuvare», premette. Un tema solidale che ha toccato con mano qualche mese fa quando il progetto è stato ad un passo dal concludersi prima d’iniziare: «Mediterranea è sfuggita per miracolo a una tragedia. Un fortunale l’ha strappata dall’ormeggio nel Porto di San Benedetto del Tronto. Non è affondata, grazie al cielo, come altre barche accanto a lei, ma ha riportato danni ingenti» ricorda Perotti. Danni che sono stati parzialmente (ma in maniera fondamentale) coperti proprio da chi già credeva e conosceva l’impresa, ed è stato chiamato a contribuire con un appello pubblicato sul sito di Mediterranea. Il risultato? Ben 27 mila euro raccolti in un crowfunding spontaneo, cartina tornasole di quella partecipazione tanto cercata.

SI PARTE IL 17 MAGGIO
E quindi via, il17 maggio 2014 la spedizione di Mediterranea parte. E con essa il primo esperimento di così lungo co-sailing, navigazione condivisa: «In un mondo che sta cambiando in maniera definitiva fare unascelta di campo è fondamentale. Avrei potuto agire secondo il pensiero comune, fare l’imprenditore e avviare un’attività di charter marittimo. Ma per passione metto in secondo piano il denaro: a qualcuno potrà sembrare stupido. Qualcun altro capirà che per perseguire le proprie aspirazioni non si può più aspettare che qualcosa arrivi dall’alto».

LE ROTTE DI MEDITERRANEA
Una bozza di itinerario è pronto. Si navigherà per cinque anni, 365 giorni l’anno. L’impresa potrà coinvolgere al massimo 50-55 persone (al momento le adesioni sono 28) che per aderire pagheranno un “gettone” dicinquemila euro e avranno così la possibilità di salire a bordo quando vorranno, per quanto potranno: chi resterà per un mese ogni estate o chi farà più settimane spezzettate per l’anno, in luoghi diversissimi, come possono esserlo Otranto, Zacinto, le Cicladi o Istanbul. Si stenderà un calendario, posto a bordo ce n’è a sufficienza e difficoltà logistiche, da questo punto di vista, sembrano non essercene: «Anzi, la maggior parte vuole evitare i periodi classici, luglio e agosto».

MA NON E’ UNA VACANZA…
L’articolo-intervista di Dive a Simone prosegue: “(…) Non si sta organizzando una lunga vacanza sabbatica, né un viaggio avventura alla “scappo dalla città”. «Stiamo procedendo a selezionare i partecipanti. Non possiamo e non vogliamo prendere a bordo chiunque si proponga, non sarebbe corretto. Prima sottoponiamo i nostri candidati a un questionario e poi ci vediamo, per cercare di far capire a che tipo di impegno stanno andando incontro». Chiarezza, fiducia e condivisione: le regole del mare si applicano al co-sailing. Che è già stato testato questa estate, quando alcuni mesi per mare con un gruppo un più ristretto sono diventati lapalestra preparatoria per la Grande Partenza. «Chi desidera fare parte del progetto deve avere ben chiaro che non farà ungiro delle isole in catamarano, servito e riverito. Che non ci sarà un programma definito al dettaglio, che gli permetta di toccare le più classiche tra le rotte tradizionali». I punti chiave sono ben altri: «Partiamo per una spedizione certo avventurosa, ma anche nautica e scientifica. Partiamo per il viaggio in sé e per quello che ci darà alla fine del percorso. Per gli scambi culturali che faremo con scrittori o ricercatori, chef o biologi».

Bisogna saper vivere in gruppo: «Co-sailing significa guardare al proprio interno. Il mare stanca e per quanto la nostra sia una barca da giro del mondo bisogna sapersi adattare agli spazi e agli altri. Cosa cui, nella vita di tutti i giorni, non siamo abituati. Come in montagna, si deve imparare a stare al passo del più lento, altrimenti non si va avanti. Si mangia in modo che ciascuno sia a proprio agio: se ci sono dei vegetariani tutti riscoprono una dieta senza carne. Il pesce si pescherà dove si può e in modo legale, preferiremo prodotti autoctoni e stagionali, a seconda dei Paesi di approdo».

Il comportamento a bordo dovrà essere sostenibile in tutti i sensi: «Non si spreca acqua a bordo e ci si lava con acqua salata. La barca è completamente autonoma dal punto di vista energetico, questo è fondamentale all’interno di una filosofia di eco-compatibilità». Altra logica fondamentale del co-sailing proposto da Mediterranea («senza limiti di età e capacità, non ci sono solo atleti a bordo»), secondo Perotti, è quella del continuo ragionamento su di sé e sui compagni di viaggio: «Ricevere poco da tanti significa ottenere tanto da tutti. Viaggiare in modo non convenzionale obbligherà tutti a dare una mano, organizzare la vita quotidiana e le attività intrinseche al progetto. Le persone non sono più abituate alla condivisione della proprio esistenza: è impressionante vedere come, in queste situazioni, mostrino una manualità operativa insospettabile».

SPONSOR?
Simone ha le idee chiare: “Per quanto riguarda gli sponsor, Mediterranea non accetta chi non è in sintonia con i nostri ideali di ecologia e sostenibilità. Non accettiamo ricatti, anzi vogliamo dare vita a un nuovo modo di collegare sponsorizzazioni e azienda: a chi vuole fare qualcosa di buono, diamo la possibilità di comunicarlo attraverso la nostra impresa. Ma non ne siamo sotto schiaffo”.
 
La partenza di Mediterranea si avvicina, e Saily continuerà a tenervi aggiornati prima del via, e in seguito anche con diari di bordo, foto, servizi video durante il progetto, anche in collaborazione con il nostro partner Repubblica.it.
 
http://www.simoneperotti.com/wp/vela/viaggi/

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