Storia | Regata > Vela Oceanica
24/05/2016 - 17:24
Velisti & Sponsor, a volte funziona! - 2
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Pedote Vendée 2020
Si parte da Prysmian
Si parte da Prysmian
Qualche giorno fa lo sponsor del navigatore italiano ha annunciato il supporto per realizzare il sogno del giro del mondo in solitario. Un’azienda leader e la storia del rapporto esemplare (e raro) tra sponsor e velista. Ecco perché questa è una storia a cui credere
Valerio Battista, imparate questo nome. E’ un manager navigato, un capo azienda da quasi 4 miliardi di euro di fatturato e 22mila dipendenti, ed è un velista appassionato (crociere e regate d’altura). Per quest’ultima passione ha avuto un maestro d’eccezione: l’istruttore di vela Giancarlo Pedote. Da quel giorno, la storia di Battista e Pedote è rimasta strettamente legata, col mare a fare da sfondo.
Prysmian era con Giancarlo alla sua prima Mini Transat, l’ha seguito nell’esperienza sul Figaro, era (quasi letteralmente) a bordo durante l’incredibile vittoria sfiorata ancora alla Mini Transat, e ancora sulla campagna plurivittoriosa del trimarano Multi50 in coppia con Erwan Leroux, nonché sul Class 40 Fantastica. Trovare un legame tra velista e sponsor di così lunga e solida durata, è difficile ovunque. In Italia, è semplicemente impossibile. E adesso che Valerio Battista e Prysmian hanno annunciato di sostenere la partecipazione di Giancarlo Pedote al Vendée Globe, ci si chiede: qual è il segreto che si nasconde dietro questa coppia inossidabile?
Per fortuna, anche nel terzo millennio iper-tecnologico, se le macchine dominano la scena, la differenza continuano a farla gli uomini. Specialmente quelli come Valerio Battista. Intuitivo, competente, misurato. Nato e cresciuto in Pirelli, a 44 anni era già direttore acquisti globale pneumatici. Nel 2002 Marco Tronchetti gli propone di diventare il capo della divisione cavi del gruppo, in sostituzione di Giuseppe Morchio chiamato in Telecom. Studia a fondo il settore (“Un mondo che non conoscevo per niente”), e in due anni lo risana dai debiti. Poi, quando Tronchetti decide di puntare solo sui mattoni e cede la Pryamian, Battista si imbarca personalmente nell’avventura.
Oggi Prysmian per fatturato e capitalizzazione ha superato la stessa Pirelli, non ha licenziato neanche un dipendente negli anni della crisi, è un colosso dei cavi che trasportano energia e telecomunicazioni in tutto il globo, via terra e sotto il mare. Il fondo Goldman Sachs che l’ha guidata a quotarsi in Borsa è uscito, e adesso la Prysmian è una public company di successo, caso quasi unico nel panorama italiano.
Valerio Battista è il CEO di questa public company ad azionariato diffuso, 22mila dipendenti, 17 centri di ricerca, 97 stabilimenti che sfornano 200 milioni di cavi e fibre sui quali scorrono le informazioni che sono alla base della nostra società, posati in 50 paesi. Nel 2011, con l’acquisto della concorrente olandese Draka, Prysmian è diventata leader del settore. Un’azienda italiana sul mercato globale, che invece di essere preda, è cacciatore. Praticamente un miracolo. Che ha un timoniere velista. Magari non è un caso.
In questi anni di successi verso la leadership, Prysmian ha mantenuto salda la barra della collaborazione con Giancarlo Pedote e le sue imprese veliche, come abbiamo visto. Una simbiosi che ha assunto caratteristiche definite, ha definito un approccio comune. Perché se è vero che le persone fanno la differenza, dopo aver parlato di Valerio Battista, adesso tocca a Giancarlo Pedote. Uno che ha fatto dell’impegno, dell’affidabilità, della programmazione, il fondamento del proprio lavoro di marinaio. Un lavoro teso a migliorarsi sempre, fatto anche di scelte, come quella di trasferirsi nella patria della vela oceanica, in Francia, pur mantenendo l’italianità (anche nello sponsor), di ponderare attentamente scelte tecniche (come nel caso del Mini 747, quello con la prua tonda) e imprese (il trimarano, la Jacques Vabre, il Class 40, persino la recente decisione per un “downsizing evolutivo” ripartendo dal Moth e dai suoi foil…). Scelte e modalità che hanno portato Giancarlo Pedote al miglior risultato di sempre per un italiano alla Mini Transat (2°), alla trionfale stagione con il Multi50, alla generale considerazione che lo pone tra i migliori navigatori oceanici italiani.
Due italiani così, Battista e Pedote, vincenti, preparati e puntigliosi, uniti dalla passione per la vela, se si incontrano non si mollano più, anzi sono per natura spinti a guardare bene avanti. E’ da questo quadro d’insieme che arriva l’annuncio di Battista – che ha sorpreso persino Pedote – in funzione Vendée. Un annuncio che a questo punto, conoscendo meglio i protagonisti, assume un contorno ben chiaro. Non un appello pubblico per trovare spazio sui media, tanto meno un tentativo last-minute. Quello di Pedote & Prysmian è un investimento sul Vendée Globe 2020, con il giusto anticipo e con il giusto approccio. E proprio per questo, speriamo, con le maggiori possibilità di successo.
“Il Vendèe del 2016 è già partito – ci dice al telefono Giancarlo Pedote – impossibile fare qualsiasi cosa in 6 mesi. Guardiamo al 2020. Sono orgoglioso del rapporto con il mio sponsor storico Prysmian, e anche se le dichiarazioni di Valerio hanno sorpreso anche me, il senso è chiaro: lui dice “io vado”, il progetto merita, se qualcuno sale a bordo con me si parte. E’ un atteggiamento deciso, costruttivo e aperto, come nel suo stile. Anzi nel nostro.”
“Bisogna anche guardare alla realtà – prosegue Giancarlo – la crisi economica ha colpito tutti, non solo l’Italia, ci sono velisti in difficoltà anche in Francia, anche grandi nomi come Jean Le Cam, o come Nicolas Boideveci, che dopo aver annunciato il Vendée e acquistato la barca, ha dovuto rinunciare. Il Vendée Globe è un sogno di tanti, è un super evento, sono tanti a volerlo fare, e non a caso c’è il numero chiuso per partecipare. Sarebbe un errore – conclude Pedote – limitarsi a considerare alcuni casi italiani come fallimenti e concludere che non siamo pronti. I problemi ci sono ovunque, ma con l’approccio giusto si può fare. È un approccio di project management, siamo pronti a creare insieme alle aziende un piano di comunicazione che sia in linea con le loro esigenze di marketing.”
Ecco, l’approccio giusto. Da soli o in coppia, i due personaggi lo hanno dimostrato più volte. Adesso che la sfida è stata lanciata ufficialmente, con il corollario di coinvolgere altri partner, hanno la possibilità di fare di più, trasformare un sogno in realtà.
Valerio Battista, imparate questo nome. E’ un manager navigato, un capo azienda da quasi 4 miliardi di euro di fatturato e 22mila dipendenti, ed è un velista appassionato (crociere e regate d’altura). Per quest’ultima passione ha avuto un maestro d’eccezione: l’istruttore di vela Giancarlo Pedote. Da quel giorno, la storia di Battista e Pedote è rimasta strettamente legata, col mare a fare da sfondo.
Prysmian era con Giancarlo alla sua prima Mini Transat, l’ha seguito nell’esperienza sul Figaro, era (quasi letteralmente) a bordo durante l’incredibile vittoria sfiorata ancora alla Mini Transat, e ancora sulla campagna plurivittoriosa del trimarano Multi50 in coppia con Erwan Leroux, nonché sul Class 40 Fantastica. Trovare un legame tra velista e sponsor di così lunga e solida durata, è difficile ovunque. In Italia, è semplicemente impossibile. E adesso che Valerio Battista e Prysmian hanno annunciato di sostenere la partecipazione di Giancarlo Pedote al Vendée Globe, ci si chiede: qual è il segreto che si nasconde dietro questa coppia inossidabile?
Per fortuna, anche nel terzo millennio iper-tecnologico, se le macchine dominano la scena, la differenza continuano a farla gli uomini. Specialmente quelli come Valerio Battista. Intuitivo, competente, misurato. Nato e cresciuto in Pirelli, a 44 anni era già direttore acquisti globale pneumatici. Nel 2002 Marco Tronchetti gli propone di diventare il capo della divisione cavi del gruppo, in sostituzione di Giuseppe Morchio chiamato in Telecom. Studia a fondo il settore (“Un mondo che non conoscevo per niente”), e in due anni lo risana dai debiti. Poi, quando Tronchetti decide di puntare solo sui mattoni e cede la Pryamian, Battista si imbarca personalmente nell’avventura.
Oggi Prysmian per fatturato e capitalizzazione ha superato la stessa Pirelli, non ha licenziato neanche un dipendente negli anni della crisi, è un colosso dei cavi che trasportano energia e telecomunicazioni in tutto il globo, via terra e sotto il mare. Il fondo Goldman Sachs che l’ha guidata a quotarsi in Borsa è uscito, e adesso la Prysmian è una public company di successo, caso quasi unico nel panorama italiano.
Valerio Battista è il CEO di questa public company ad azionariato diffuso, 22mila dipendenti, 17 centri di ricerca, 97 stabilimenti che sfornano 200 milioni di cavi e fibre sui quali scorrono le informazioni che sono alla base della nostra società, posati in 50 paesi. Nel 2011, con l’acquisto della concorrente olandese Draka, Prysmian è diventata leader del settore. Un’azienda italiana sul mercato globale, che invece di essere preda, è cacciatore. Praticamente un miracolo. Che ha un timoniere velista. Magari non è un caso.
In questi anni di successi verso la leadership, Prysmian ha mantenuto salda la barra della collaborazione con Giancarlo Pedote e le sue imprese veliche, come abbiamo visto. Una simbiosi che ha assunto caratteristiche definite, ha definito un approccio comune. Perché se è vero che le persone fanno la differenza, dopo aver parlato di Valerio Battista, adesso tocca a Giancarlo Pedote. Uno che ha fatto dell’impegno, dell’affidabilità, della programmazione, il fondamento del proprio lavoro di marinaio. Un lavoro teso a migliorarsi sempre, fatto anche di scelte, come quella di trasferirsi nella patria della vela oceanica, in Francia, pur mantenendo l’italianità (anche nello sponsor), di ponderare attentamente scelte tecniche (come nel caso del Mini 747, quello con la prua tonda) e imprese (il trimarano, la Jacques Vabre, il Class 40, persino la recente decisione per un “downsizing evolutivo” ripartendo dal Moth e dai suoi foil…). Scelte e modalità che hanno portato Giancarlo Pedote al miglior risultato di sempre per un italiano alla Mini Transat (2°), alla trionfale stagione con il Multi50, alla generale considerazione che lo pone tra i migliori navigatori oceanici italiani.
Due italiani così, Battista e Pedote, vincenti, preparati e puntigliosi, uniti dalla passione per la vela, se si incontrano non si mollano più, anzi sono per natura spinti a guardare bene avanti. E’ da questo quadro d’insieme che arriva l’annuncio di Battista – che ha sorpreso persino Pedote – in funzione Vendée. Un annuncio che a questo punto, conoscendo meglio i protagonisti, assume un contorno ben chiaro. Non un appello pubblico per trovare spazio sui media, tanto meno un tentativo last-minute. Quello di Pedote & Prysmian è un investimento sul Vendée Globe 2020, con il giusto anticipo e con il giusto approccio. E proprio per questo, speriamo, con le maggiori possibilità di successo.
“Il Vendèe del 2016 è già partito – ci dice al telefono Giancarlo Pedote – impossibile fare qualsiasi cosa in 6 mesi. Guardiamo al 2020. Sono orgoglioso del rapporto con il mio sponsor storico Prysmian, e anche se le dichiarazioni di Valerio hanno sorpreso anche me, il senso è chiaro: lui dice “io vado”, il progetto merita, se qualcuno sale a bordo con me si parte. E’ un atteggiamento deciso, costruttivo e aperto, come nel suo stile. Anzi nel nostro.”
“Bisogna anche guardare alla realtà – prosegue Giancarlo – la crisi economica ha colpito tutti, non solo l’Italia, ci sono velisti in difficoltà anche in Francia, anche grandi nomi come Jean Le Cam, o come Nicolas Boideveci, che dopo aver annunciato il Vendée e acquistato la barca, ha dovuto rinunciare. Il Vendée Globe è un sogno di tanti, è un super evento, sono tanti a volerlo fare, e non a caso c’è il numero chiuso per partecipare. Sarebbe un errore – conclude Pedote – limitarsi a considerare alcuni casi italiani come fallimenti e concludere che non siamo pronti. I problemi ci sono ovunque, ma con l’approccio giusto si può fare. È un approccio di project management, siamo pronti a creare insieme alle aziende un piano di comunicazione che sia in linea con le loro esigenze di marketing.”
Ecco, l’approccio giusto. Da soli o in coppia, i due personaggi lo hanno dimostrato più volte. Adesso che la sfida è stata lanciata ufficialmente, con il corollario di coinvolgere altri partner, hanno la possibilità di fare di più, trasformare un sogno in realtà.
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