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30/10/2015 - 14:38
Mini Transat Iles de Guadeloupe 2015: al via la seconda tappa in oceano
Mini Transat Iles de Guadeloupe 2015: al via la seconda tappa in oceano
Oceano, a noi due!
Mini Transat: tappa atlantica di 2770 miglia, in gara. Le possibilità degli italiani: Zambelli, Bona, Fornaro e Cuciuc - FOTO GALLERY – VIDEO SU SAILY TV
SU SAILY TV RIPRENDE LO SPECIALE MINI TRANSAT: ALTRI SERVIZI E MONTAGGI ESCLUSIVI, IMMAGINI INEDITE O SCOVATE PER VOI. PERCHE’ LA MINI TRANSAT E’ GRANDE VELA E MERITA GRANDE COMUNICAZIONE
Tornano i giorni dei Grandi Piccoli Mini 650, i velieri oceanici che fanno sognare tutti. Torna, dopo uno stop record di oltre un mese, la Mini Transat, con il via alla seconda tappa da Arrecife a Point-a-Pitre sabato 31 ottobre. Dal 23 ottobre, da regolamento, gli skipper devono essere a Lanzarote, nel marina che ospita i loro Mini. E’ qui che – come a Douarnenez per la prima tappa – si vive la vigilia del Grande Salto Atlantico. Una vigilia fatta di preparativi, di carico viveri, di controlli e manutenzione alle barche, di routing basato sulle previsioni meteo (anche perché come noto il regolamento non consente ai Mini di imbarcare elettronica per ricevere carte meteo e quindi i navigatori devono farsi da soli le previsioni, o comunque prendere il meteo che trovano).
Lanzarote e le Canarie non sono Douarnenez e la Bretagna, il villaggio della regata non è così animato, e per tutti l’imperativo è cercare la concentrazione necessaria per la traversata. 15-18 giorni di oceano da soli.
Chi può vincere la Mini Transat 2015? E quali sono le possibilità degli italiani in gara? La prima tappa ha dato responsi provvisori chiari, ma l’Atlantico, storicamente, può ribaltare le previsioni, e comunque i colpi di scena possono arrivare fino all’ultimo. Ne abbiamo un ricordo bruciante dall’edizione 2013, quando Giancarlo Pedote, in testa dal primo giorno, fu superato nell’ultima notte per la rottura del bompresso. Il singolare sistema di classifica delle due tappe (si sommano i due tempi), poi, rende tutto più interessante, e da importanza a entrambe le frazioni. Di fatto, la classifica della prima tappa va vista alla luce dei distacchi, come una gara ciclistica a cronometro, ed è da questa che la flotta riparte. Vediamo favoriti e italiani.
PROTOTIPI
La prua tonda di Flexirub 865 e David Baudart (è sua la faccia sorridente nella nostra copertina) ha fatto il vuoto, dando 7 ore di distacco al secondo, terzo e quarto arrivati tutti in meno di un’ora: Axel Trehin con Aleph 716, Frederic Denis con Nautipark 800 e Luke Berry con Association Reves 753. La mezza delusione è stato Simon Koster, solo 8° con l’altra barca dalla prua tonda e i primi foil, Eight Cube 888 distaccato di ben 17 ore. Solo un aliseo di lunga durata potrebbe dare allo svizzero la possibilità di contare sulla spinta in più offerta dai foil. Ma le previsoni per ora sono abbastanza confuse.
E gli italiani in Proto? Il migliore è Michele Zambelli, 12° su Illumia 788, a circa 22 ore dal leader. Una rimonta alla testa sembra impossibile, anche perché comunque ci sono sempre 12 barche davanti, e non è detto che tutti rallentino, anzi. Ma Michele ha pagato caro le scelte iniziali della prima tappa, e sa di avere una barca “passista”, deve fare la sua corsa regolare, i conti si faranno da metà oceano in poi. Discorso analogo per Alberto Bona, arrivato 7 ore dopo Zambelli. Anche lui ha sbagliato in Biscaglia, e anche lui ha una barca da aliseo. Se l’affidabilità regge, se lui è sereno, la sua tappa può essere da alta classifica.
SERIE
Ian Lipinski con l’Ofcet Entreprise(s) Innovante(s) 866, ha dato 8 ore al secondo, Tanguy Le Tourquais sull’Srgo Terreal 835, e 11 al terzo, Charly Fernbach su Le Faufliffon Henaff 869, un Pogo 3. La battaglia tra i migliori scafi di Serie, attesi alla vigilia, si è confermata in mare e resta uno dei motivi tecnici più interessanti di questa Mini Transat. In attesa dell’avvento dei Proto con i foil (dal 2017), i Serie più performanti si contendono onori e anche fette di mercato.
Andrea Fornaro su Sideral 856, un altro Argo, ha fatto una prima tappa duble face: timidezze ed errori in avvio, poi grande ritorno e rimonta sontuosa, fino a sfiorare la top-10. Le sue 19 ore possono essere tante, le barche di serie hanno comunque velocità abbastanza simili e costanti. Ma la mentalità vista nella discesa alle Canarie, e l’entusiasmo di Andrea possono dargli la spinta per un’altra mezza rimonta: davanti a lui almeno 5-6 scafi sono alla sua portata. L’obiettivo di un piazzamento finale tra i migliori ci sta tutto, magari condito dal sogno di un podio di tappa. E’ nel carattere del toscano.
Federico Cuciuc parte senza velleità di classifica, ma parte, è felice, pronto, voleva il bis e l’ha ottenuto, anche superando una sosta complicata nella prima tappa, un altro al posto suo avrebbe mollato, lui no. E questo in lingua minista è traducibile già con “vittoria”.
SU SAILY TV RIPRENDE LO SPECIALE MINI TRANSAT: ALTRI SERVIZI E MONTAGGI ESCLUSIVI, IMMAGINI INEDITE O SCOVATE PER VOI. PERCHE’ LA MINI TRANSAT E’ GRANDE VELA E MERITA GRANDE COMUNICAZIONE
ALBERTO BONA, LA SUA VIGILIA
“Ho voglia di partire, siamo stati qui tanto tempo! – dichiara l’atleta dello Yacht Club Italiano - ormai è un mese che la regata si è fermata ed è stato necessario riconcentrarsi, entrare in modalità regata. Ho veramente voglia di fare una bella seconda tappa sperando di navigare bene.
“Sarà una tappa lunga, molto diversa dalla prima, qui diventano cruciali la gestione del sonno e dell’alimentazione. Bisogna cercare di darsi una buona media e prendere il giusto ritmo su una regata che durerà 15 giorni. Da giorni guardiamo e studiamo tantissimo il meteo.
“Nelle scorse settimane c’è sempre stato brutto tempo con pioggia e depressioni ma ora la situazione dovrebbe ristabilirsi: sembra che l’aliseo monti deciso e per la partenza dovremmo avere l’alta pressione che torna in posizione per darci dei venti portanti, almeno per i primi giorni di regata.
C’è la grande questione di dove andare, se scegliere un’opzione a sud o fare rotta più diretta verso l’arrivo. Questo è il rompicapo di adesso.
Sabato scorso abbiamo partecipato al prologo, qui a Lanzarote. Era una “parata” con tre boe davanti al club nautico ed è stata importante per uscire e testare le riparazioni fatte: quella alla barra è a posto e ora tutto funziona”.
Il commento dell’Ammiraglio Dino Nascetti, Presidente di Promostudi La Spezia
L’Ammiraglio Dino Nascetti commenta così il coinvolgimento di Promostudi La Spezia - Università Polo G. Marconi nel progetto di Alberto Bona:
“La collaborazione è stata per noi una sorta di positiva iniziazione. Alberto ha una struttura mentale solida, gli piace vincere.Al momento non è stato ancora coinvolto nei nostri corsi perché è stato completamente assorbito dalla preparazione della barca e dagli allenamenti ma in futuro contiamo sul fatto che l’esperienza di Alberto possa essere raccontata nell’ambito dei nostri corsi non solo di ingengeria nautica o design navale nautico, ma anche in quelli di ingengeria meccanica. Ci potrà raccontare tantissime cose, non solo curiosità ma anche lezioni sulle difficoltà che si devono affrontare per partecipare a una regata come la Mini Transat, difficoltà di carattere psicologico, fisico, di allenamento.
“Il coinvolgimento della nostra Università è stato importante, seppur nei limiti ridotti delle nostre capacità economiche: gli studenti che hanno lavorato con Alberto su Onlinesim hanno fatto un miracolo, conciliando i bisogni di studio con i lunghi tempi di lavoro sulla barca e in cantiere. La regata non è ancora finita e vedremo cosa succederà.
“Questa prima esperienza di Promostudi ha creato un impatto positivo nel mondo scientifico e forse in futuro potrebbero scaturirne sviluppi per aiutare chi fa ricerca nel campo del design relativo alla vela oceanica e cercare di far spiccare questa disciplina in Italia.”
IL COMMENTO DELLO “STORICO” DEI MINI STEFANO PALTRINIERI
Sul sito della classe Mini italiana Stefano Paltrinieri ha fatto il suo punto sempre interessante. Eccone alcuni brani meritevoli.
GLI ITALIANI
“Motivi molteplici hanno relegato i nostri tre rappresentanti di punta in posizioni non consone alla loro preparazione, ma ne conosciamo bene le ambizioni e le possibilità e siamo sicuri che una fortissima volontà di rivalsa li anima e li spronerà fino a risalire posizioni su posizioni.Per i podi crediamo che i giochi siano ormai chiusi, ma per le posizioni di assoluto prestigio, quelle che si ricordano negli annali anche dopo anni la partita è ancora tutta da giocare.”
LA RIMONTA POSSIBILE
“Non gli servirà il tiro teso di una balestra.I distacchi che anno accomulato non sono leggeri, pertanto la loro rimonta dovrà venire da lontano, lenta ed implacabile come il tiro di un “arco lungo” inglese nella battaglia di Crecy.Agli albori della prima tappa si diceva che le condizioni meteo, leggere e cangianti, sarebbero state favorevoli ai Mediterranei.Non è stato così ed i nordici ci hanno fatto neri. Ora saremo noi a scendere nel loro arengo, fare andare veloce la barca nel vento sostenuto, e Michele, Alberto ed Andrea dimostreranno che l’esercizio non ci è affatto sconosciuto.”
LA REGATA DI CUCIUC
“Nessuno ti chiede di tallonare i primi, col tuo Dingo sarebbe comunque impossibile, ma il nostro augurio è che tu, dopo 4 anni di lavoro che sappiamo indefesso, ti possa godere una tappa a contatto del gruppo.Vero che solo partecipare alla MiniTransat è una vittoria per un dilettante, e solo tu sai la collezione di ricordi bellissimi che ti accompagnerà per sempre.Tuttavia, dopo la prima tappa interrotta nel 2013, la seconda funestata dalla rottura del timone e la prima di quest’anno incrinata dai noti problemi di energia, ci piacerebbe davvero tanto vedere che ti godi i tramonti, le albe e lo splendore della vita in Oceano da solo con un pò di barche nelle vicinanze, tanto per mettere un pò di pepe agonistico alla tua avventura.”
IL PIU’ GIOVANE E IL PIU’ VECCHIO
“Quentin Vlaminck, 22 anni, sta mordendo il freno. Se si corresse in Med probabilmente vincerebbe tutto.Ogniqualvolta il vento è leggero, variabile o di bolina lui svetta e l’anno scorso è giunto a vincere scratch il prologo del MiniFastnet.Anche nei primi giorni di questa edizione macinava tra i primissimi, fino all’entrata del NW robusto che ha relegato il suo Zero ad una posizione più fisiologica.Porterà il cilicio fino ai Caraibi, poi, supportato da Arkema, si preparerà a varare un Proto nuovo per il 2017.Per Carlos Lizancos, 56 anni, crediamo che la porta si potrebbe essere ormai chiusa.Nel 2013 ruppe il fiocco appena partito. La ripartenza da Sada gli concesse una seconda, inopinata chance, ma si fermò in Portogallo.”
NACHO POSTIGO
“La sua è una situazione incredibile.Buttato brutalmente fuori gioco da un volontario distratto, che lo ha portato sugli scogli ancora in porto, potrebbe rientrare in scena, in modo rocambolesco.La Giuria, riconoscendo la sua assoluta estraneità al fatto, gli riconoscerà per la prima tappa un tempo di percorrenza virtuale, corrispondente a quello fatto dal concorrente arrivato con la stessa classifica di Nacho nella seconda tappa.Come dire che se lo spagnolo vincesse la seconda tappa gli si riconoscerebbe il tempo di Lipinski nella prima!Si tratterebbe di una posizione ex equo, per non danneggiare chi ha compiuto entrambe le tappe, ma di grasso ne colerebbe tanto! Tutto da gustare…”
I FAVORITI
“Visto che la vittoria assoluta nei Serie sarà per Andrea un Graal difficile da conquistare, faremo il tifo almeno per due concorrenti che sono maturati, in miglia accomulate e conoscenza della barca, nelle regate italiane.Il P3 di Charlie Fernbach e l’Ofcet di Julien Pulvè ce li siamo coccolati da Fezzano fino al GPI di Genova. Magari a loro non importerà nulla ma un pò di tifo glielo faremo, avendo condiviso con loro orizzonti e miglia.”
SU SAILY TV RIPRENDE LO SPECIALE MINI TRANSAT: ALTRI SERVIZI E MONTAGGI ESCLUSIVI, IMMAGINI INEDITE O SCOVATE PER VOI. PERCHE’ LA MINI TRANSAT E’ GRANDE VELA E MERITA GRANDE COMUNICAZIONE
Tornano i giorni dei Grandi Piccoli Mini 650, i velieri oceanici che fanno sognare tutti. Torna, dopo uno stop record di oltre un mese, la Mini Transat, con il via alla seconda tappa da Arrecife a Point-a-Pitre sabato 31 ottobre. Dal 23 ottobre, da regolamento, gli skipper devono essere a Lanzarote, nel marina che ospita i loro Mini. E’ qui che – come a Douarnenez per la prima tappa – si vive la vigilia del Grande Salto Atlantico. Una vigilia fatta di preparativi, di carico viveri, di controlli e manutenzione alle barche, di routing basato sulle previsioni meteo (anche perché come noto il regolamento non consente ai Mini di imbarcare elettronica per ricevere carte meteo e quindi i navigatori devono farsi da soli le previsioni, o comunque prendere il meteo che trovano).
Lanzarote e le Canarie non sono Douarnenez e la Bretagna, il villaggio della regata non è così animato, e per tutti l’imperativo è cercare la concentrazione necessaria per la traversata. 15-18 giorni di oceano da soli.
Chi può vincere la Mini Transat 2015? E quali sono le possibilità degli italiani in gara? La prima tappa ha dato responsi provvisori chiari, ma l’Atlantico, storicamente, può ribaltare le previsioni, e comunque i colpi di scena possono arrivare fino all’ultimo. Ne abbiamo un ricordo bruciante dall’edizione 2013, quando Giancarlo Pedote, in testa dal primo giorno, fu superato nell’ultima notte per la rottura del bompresso. Il singolare sistema di classifica delle due tappe (si sommano i due tempi), poi, rende tutto più interessante, e da importanza a entrambe le frazioni. Di fatto, la classifica della prima tappa va vista alla luce dei distacchi, come una gara ciclistica a cronometro, ed è da questa che la flotta riparte. Vediamo favoriti e italiani.
PROTOTIPI
La prua tonda di Flexirub 865 e David Baudart (è sua la faccia sorridente nella nostra copertina) ha fatto il vuoto, dando 7 ore di distacco al secondo, terzo e quarto arrivati tutti in meno di un’ora: Axel Trehin con Aleph 716, Frederic Denis con Nautipark 800 e Luke Berry con Association Reves 753. La mezza delusione è stato Simon Koster, solo 8° con l’altra barca dalla prua tonda e i primi foil, Eight Cube 888 distaccato di ben 17 ore. Solo un aliseo di lunga durata potrebbe dare allo svizzero la possibilità di contare sulla spinta in più offerta dai foil. Ma le previsoni per ora sono abbastanza confuse.
E gli italiani in Proto? Il migliore è Michele Zambelli, 12° su Illumia 788, a circa 22 ore dal leader. Una rimonta alla testa sembra impossibile, anche perché comunque ci sono sempre 12 barche davanti, e non è detto che tutti rallentino, anzi. Ma Michele ha pagato caro le scelte iniziali della prima tappa, e sa di avere una barca “passista”, deve fare la sua corsa regolare, i conti si faranno da metà oceano in poi. Discorso analogo per Alberto Bona, arrivato 7 ore dopo Zambelli. Anche lui ha sbagliato in Biscaglia, e anche lui ha una barca da aliseo. Se l’affidabilità regge, se lui è sereno, la sua tappa può essere da alta classifica.
SERIE
Ian Lipinski con l’Ofcet Entreprise(s) Innovante(s) 866, ha dato 8 ore al secondo, Tanguy Le Tourquais sull’Srgo Terreal 835, e 11 al terzo, Charly Fernbach su Le Faufliffon Henaff 869, un Pogo 3. La battaglia tra i migliori scafi di Serie, attesi alla vigilia, si è confermata in mare e resta uno dei motivi tecnici più interessanti di questa Mini Transat. In attesa dell’avvento dei Proto con i foil (dal 2017), i Serie più performanti si contendono onori e anche fette di mercato.
Andrea Fornaro su Sideral 856, un altro Argo, ha fatto una prima tappa duble face: timidezze ed errori in avvio, poi grande ritorno e rimonta sontuosa, fino a sfiorare la top-10. Le sue 19 ore possono essere tante, le barche di serie hanno comunque velocità abbastanza simili e costanti. Ma la mentalità vista nella discesa alle Canarie, e l’entusiasmo di Andrea possono dargli la spinta per un’altra mezza rimonta: davanti a lui almeno 5-6 scafi sono alla sua portata. L’obiettivo di un piazzamento finale tra i migliori ci sta tutto, magari condito dal sogno di un podio di tappa. E’ nel carattere del toscano.
Federico Cuciuc parte senza velleità di classifica, ma parte, è felice, pronto, voleva il bis e l’ha ottenuto, anche superando una sosta complicata nella prima tappa, un altro al posto suo avrebbe mollato, lui no. E questo in lingua minista è traducibile già con “vittoria”.
SU SAILY TV RIPRENDE LO SPECIALE MINI TRANSAT: ALTRI SERVIZI E MONTAGGI ESCLUSIVI, IMMAGINI INEDITE O SCOVATE PER VOI. PERCHE’ LA MINI TRANSAT E’ GRANDE VELA E MERITA GRANDE COMUNICAZIONE
ALBERTO BONA, LA SUA VIGILIA
“Ho voglia di partire, siamo stati qui tanto tempo! – dichiara l’atleta dello Yacht Club Italiano - ormai è un mese che la regata si è fermata ed è stato necessario riconcentrarsi, entrare in modalità regata. Ho veramente voglia di fare una bella seconda tappa sperando di navigare bene.
“Sarà una tappa lunga, molto diversa dalla prima, qui diventano cruciali la gestione del sonno e dell’alimentazione. Bisogna cercare di darsi una buona media e prendere il giusto ritmo su una regata che durerà 15 giorni. Da giorni guardiamo e studiamo tantissimo il meteo.
“Nelle scorse settimane c’è sempre stato brutto tempo con pioggia e depressioni ma ora la situazione dovrebbe ristabilirsi: sembra che l’aliseo monti deciso e per la partenza dovremmo avere l’alta pressione che torna in posizione per darci dei venti portanti, almeno per i primi giorni di regata.
C’è la grande questione di dove andare, se scegliere un’opzione a sud o fare rotta più diretta verso l’arrivo. Questo è il rompicapo di adesso.
Sabato scorso abbiamo partecipato al prologo, qui a Lanzarote. Era una “parata” con tre boe davanti al club nautico ed è stata importante per uscire e testare le riparazioni fatte: quella alla barra è a posto e ora tutto funziona”.
Il commento dell’Ammiraglio Dino Nascetti, Presidente di Promostudi La Spezia
L’Ammiraglio Dino Nascetti commenta così il coinvolgimento di Promostudi La Spezia - Università Polo G. Marconi nel progetto di Alberto Bona:
“La collaborazione è stata per noi una sorta di positiva iniziazione. Alberto ha una struttura mentale solida, gli piace vincere.Al momento non è stato ancora coinvolto nei nostri corsi perché è stato completamente assorbito dalla preparazione della barca e dagli allenamenti ma in futuro contiamo sul fatto che l’esperienza di Alberto possa essere raccontata nell’ambito dei nostri corsi non solo di ingengeria nautica o design navale nautico, ma anche in quelli di ingengeria meccanica. Ci potrà raccontare tantissime cose, non solo curiosità ma anche lezioni sulle difficoltà che si devono affrontare per partecipare a una regata come la Mini Transat, difficoltà di carattere psicologico, fisico, di allenamento.
“Il coinvolgimento della nostra Università è stato importante, seppur nei limiti ridotti delle nostre capacità economiche: gli studenti che hanno lavorato con Alberto su Onlinesim hanno fatto un miracolo, conciliando i bisogni di studio con i lunghi tempi di lavoro sulla barca e in cantiere. La regata non è ancora finita e vedremo cosa succederà.
“Questa prima esperienza di Promostudi ha creato un impatto positivo nel mondo scientifico e forse in futuro potrebbero scaturirne sviluppi per aiutare chi fa ricerca nel campo del design relativo alla vela oceanica e cercare di far spiccare questa disciplina in Italia.”
IL COMMENTO DELLO “STORICO” DEI MINI STEFANO PALTRINIERI
Sul sito della classe Mini italiana Stefano Paltrinieri ha fatto il suo punto sempre interessante. Eccone alcuni brani meritevoli.
GLI ITALIANI
“Motivi molteplici hanno relegato i nostri tre rappresentanti di punta in posizioni non consone alla loro preparazione, ma ne conosciamo bene le ambizioni e le possibilità e siamo sicuri che una fortissima volontà di rivalsa li anima e li spronerà fino a risalire posizioni su posizioni.Per i podi crediamo che i giochi siano ormai chiusi, ma per le posizioni di assoluto prestigio, quelle che si ricordano negli annali anche dopo anni la partita è ancora tutta da giocare.”
LA RIMONTA POSSIBILE
“Non gli servirà il tiro teso di una balestra.I distacchi che anno accomulato non sono leggeri, pertanto la loro rimonta dovrà venire da lontano, lenta ed implacabile come il tiro di un “arco lungo” inglese nella battaglia di Crecy.Agli albori della prima tappa si diceva che le condizioni meteo, leggere e cangianti, sarebbero state favorevoli ai Mediterranei.Non è stato così ed i nordici ci hanno fatto neri. Ora saremo noi a scendere nel loro arengo, fare andare veloce la barca nel vento sostenuto, e Michele, Alberto ed Andrea dimostreranno che l’esercizio non ci è affatto sconosciuto.”
LA REGATA DI CUCIUC
“Nessuno ti chiede di tallonare i primi, col tuo Dingo sarebbe comunque impossibile, ma il nostro augurio è che tu, dopo 4 anni di lavoro che sappiamo indefesso, ti possa godere una tappa a contatto del gruppo.Vero che solo partecipare alla MiniTransat è una vittoria per un dilettante, e solo tu sai la collezione di ricordi bellissimi che ti accompagnerà per sempre.Tuttavia, dopo la prima tappa interrotta nel 2013, la seconda funestata dalla rottura del timone e la prima di quest’anno incrinata dai noti problemi di energia, ci piacerebbe davvero tanto vedere che ti godi i tramonti, le albe e lo splendore della vita in Oceano da solo con un pò di barche nelle vicinanze, tanto per mettere un pò di pepe agonistico alla tua avventura.”
IL PIU’ GIOVANE E IL PIU’ VECCHIO
“Quentin Vlaminck, 22 anni, sta mordendo il freno. Se si corresse in Med probabilmente vincerebbe tutto.Ogniqualvolta il vento è leggero, variabile o di bolina lui svetta e l’anno scorso è giunto a vincere scratch il prologo del MiniFastnet.Anche nei primi giorni di questa edizione macinava tra i primissimi, fino all’entrata del NW robusto che ha relegato il suo Zero ad una posizione più fisiologica.Porterà il cilicio fino ai Caraibi, poi, supportato da Arkema, si preparerà a varare un Proto nuovo per il 2017.Per Carlos Lizancos, 56 anni, crediamo che la porta si potrebbe essere ormai chiusa.Nel 2013 ruppe il fiocco appena partito. La ripartenza da Sada gli concesse una seconda, inopinata chance, ma si fermò in Portogallo.”
NACHO POSTIGO
“La sua è una situazione incredibile.Buttato brutalmente fuori gioco da un volontario distratto, che lo ha portato sugli scogli ancora in porto, potrebbe rientrare in scena, in modo rocambolesco.La Giuria, riconoscendo la sua assoluta estraneità al fatto, gli riconoscerà per la prima tappa un tempo di percorrenza virtuale, corrispondente a quello fatto dal concorrente arrivato con la stessa classifica di Nacho nella seconda tappa.Come dire che se lo spagnolo vincesse la seconda tappa gli si riconoscerebbe il tempo di Lipinski nella prima!Si tratterebbe di una posizione ex equo, per non danneggiare chi ha compiuto entrambe le tappe, ma di grasso ne colerebbe tanto! Tutto da gustare…”
I FAVORITI
“Visto che la vittoria assoluta nei Serie sarà per Andrea un Graal difficile da conquistare, faremo il tifo almeno per due concorrenti che sono maturati, in miglia accomulate e conoscenza della barca, nelle regate italiane.Il P3 di Charlie Fernbach e l’Ofcet di Julien Pulvè ce li siamo coccolati da Fezzano fino al GPI di Genova. Magari a loro non importerà nulla ma un pò di tifo glielo faremo, avendo condiviso con loro orizzonti e miglia.”
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