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08/06/2014 - 15:13

La spedizione si fa sentire

Occupy Meganissi
per Mediterranea

Il ketch di Simone Perotti e del suo equipaggio è in Grecia, e il primo atto pubblico è "forte": Mediterranea e una flotta di 20 barche hanno ormeggiato in una baia dell'isola di Meganissi dando vita a una protesta contro la speculazione immobiliare in corso


L'isola è nostra! Issano i cartelli 20 barche a vela intorno all'isola di Meganissi, paradiso preso d'assalto da vip e ricchissimi. Ecco il primo "botto" di Mediterranea, la spedizione nautica, culturale e scientifica partita da San Benedetto del Tronto e già finita anche sulla rubrica Lineablu du Rai Uno. Mediterranea per il Mediterraneo, la barca, il viaggio e i marinai possono diventare una positiva mina vagante nelle acque antiche, portando messaggi attualissimi e urgenti. Non solo scrittori, ricerche scientifiche, veleggiate: Mediterranea ha un Progetto, e vuole farsi sentire. Sulla tv di Saily seguite gli sviluppi: in arrivo video aggiornati sul viaggio.
 
A bordo di Mediterranea
4 giugno 2014
Lat 38°38’N Long 20°45’E

 
DAL DIARIO DI BORDO
Oggi, 4 giugno 2014, alle ore 12.00 del fuso orario di Atene, l’imbarcazione a vela Mediterranea e una flotta di altre 20 barche di varie nazionalità hanno ormeggiato in una baia dell’isola greca di Meganissi (Lat. 38°38’N – Long. 20°45’E) per una manifestazione pacifica e simbolica contro la possibile speculazione immobiliare di cui sarebbe vittima la bella isola ionica secondo quanto riportato dagli organi di stampa internazionali.
 
Il primo a parlarne fu l’autorevole giornale inglese The Guardian (2010) e da allora molti giornali e siti online d’informazione fino ad oggi: nel Mediterraneo è in corso una svendita di isole. Di alcune sappiamo molto, e chissà di quante altre non sappiamo ancora nulla. Certo è che, per fare solo qualche esempio, l’emiro del Qatar, proprietario del Paris Saint-Germain, avrebbe acquistato sei isole tra Itaca e la terraferma, nell’arcipelago delle Echinadi, tra cui Oxia.

Anche Skorpio sarebbe stata venduta, al magnate russo Dmitrij Rybolovlev, l’ex re dei fertilizzanti padrone della squadra di calcio del Monaco. Sempre secondo le informazioni diffuse, imprenditori cinesi starebbero acquistando isole nell’arcipelago delle Ioniche in cerca di petrolio, soprattutto tra Itaca e Lefkada, e un noto banchiere inglese avrebbe acquisito l’intero lato meridionale dell’isola di Meganissi a scopo immobiliare.
 
Progetto Mediterraneaè una spedizione nautica, culturale e scientifica animata dal grande amore per il mare, e uno dei suoi compiti principali è favorire la comunicazione, raccontare quello che vede, denunciare, se necessario, abusi e ingiustizie perpetrati ai danni del mare e delle popolazioni costiere.
 
Nel pieno svolgimento della sua missione pacifica e con scopi culturali e scientifici, dunque, alle ore 12.00 di oggi del fuso orario di Atene, l’imbarcazione Mediterranea e una flotta di Cittadini e barche del Mediterraneo hanno occupato simbolicamente e temporaneamente l’isola di Meganissi al punto nave 038° 37.594N – 020° 45.249E esponendo un grande striscione con la scritta: “This Island Is Ours”.

Gli equipaggi raccontano che su tutto il versante meridionale l’isola mostra già l’orrenda deturpazione di una strada scavata nella roccia a colpi di bulldozer e dinamite e costata 4 milioni di euro. Quella strada, che va da nessun luogo a nessun luogo, è una grave ferita ambientale, premessa della costruzione di decine di ville in uno degli angoli ancora vergini del Mediterraneo. Come è stato diffuso dai media, infatti, il banchiere inglese Rotschild avrebbe acquistato il lato sud dell’isola per realizzarvi un progetto immobiliare che prevede la costruzione di decine di ville per clienti milionari.
 
L’occupazione simbolica terminerà domani, 5 giugno, con la ripartenza della flotta che lascerà esposto sull’isola il grande striscione di protesta. Con questa azione, pacifica, simbolica e temporanea, la flotta che occupa oggi Meganissi intende sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sul fenomeno insorgente della cementificazione delle coste del Mediterraneo e della vendita indiscriminata di pezzi di patrimonio collettivo a favore di singoli individui con obiettivi di speculazione.
 
Il mare non è in vendita. Le isole del Mediterraneo non sono in vendita. Sono nostre, di tutti. Non possono essere toccate.
 
Il comandante e l’equipaggio di Mediterranea

www.progettomediterranea.com

 

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