Storia | Regata > Vela Oceanica
04/03/2011 - 11:36
Il team non ha trovato il budget necessario. E per la vela italiana il giro del mondo in equipaggio resta tabù...
Il team non ha trovato il budget necessario. E per la vela italiana il giro del mondo in equipaggio resta tabù...
Niente Volvo
per Italia70
per Italia70
Carlo Croce e Giovanni Soldini annunciano ufficialmente la rinuncia a partecipare alla prossima Volvo Ocean Race 2011-2012. La vela italiana perde la straordinaria occasione del ritorno al giro del mondo in equipaggio. Ora bisogna tutti rimboccarsi le maniche per superare un momento critico
Un'occasione persa per la vela italiana. Non ci sarà Italia70 al via della prossima Volvo Ocean Race, non torniamo al giro del mondo in equipaggio con il tricolore, nonostante le speranze, l'impegno, i nomi prestigiosi coinvolti. Carlo Croce, Giovanni Soldini e persino John Elkann che ha acquistato il VOR70 Ericsson 4, non sono riusciti a far vivere il sogno. Niente sponsor, niente budget.
"Non ci siamo riusciti" ha detto ieri Carlo Croce, sul palco della presentazione del calendario dello Yacht Club Italiano, presenti Marco Tronchetti Provera, Luca Bassani, Riccardo Bonadeo, i capi di Rolex, BMW, Nespresso, tanti giornalisti e personaggi influenti. Terminata la presentazione delle regate, Croce ha chiamato sul palco Giovanni Soldini e ha comunicato che nonostante il grande sforzo fatto e il gruppo di lavoro molto professionale, la partecipazione di Italia 70 alla Volvo Ocean Race 2011-2012 viene sospesa, anche se si continua a guardare avanti. "Non è stata una stagione persa, ma un anno molto intenso nel quale sono stato affiancato da persone che hanno messo il cuore in questo sogno - ha dichiarato Giovanni Soldini - il momento economico non ci ha aiutato, ma da subito lavoreremo per fare esperienza con la barca e per prepararci alla prossima edizione."
La notizia è stata presa male anche dagli organuzzatori della Volvo. Di questi tempi in cui grandi regate si contendono grandi team, o almeno team e nazioni, perdere il ritorno dell'Italia al giro dopo oltre dieci anni è un brutto colpo. Croce ha anticipato che per la Volvo successiva si sta pensando a sponsor organizzativi a supporto delle squadre. E ha anche ironizzato su una telefonata ricevuta l'altroieri da un ministero del Governo italiano che, sia pure tardivamente, ha fatto suoi i valori del progetto: portare il marchio Italia, e le aziende che ci credono, in giro per il mondo. "E' tardi ma è il segno che forse qualcosa si muove", ha concluso Croce.
E' un periodo difficile. L'Italia della vela perde un treno importante per tornare alla Volvo, con tutto il corollario di comunicazione e visibilità che si poteva immaginare da una barca italiana intorno al mondo. E c'è da tremare pensando all'altra possibile e ventilata rinuncia: quella del challenger of record alla Coppa America. L'Italia della vela rischia di vedersi catapultata all'indietro di decenni, bruciando in poco tempo tutta la crescita e i risultati che erano arrivati negli ultimi 20 anni tra Azzurra, Il Moro, Soldini, la Sensini, Luna Rossa e Mascalzone Latino, tanto per citare gli highlights più significativi, dietro ai quali c'è molto altro che è cresciuto, dai giovani all'altura all'oceano, alla stessa capacità organizzativa e alla consapevolezza del movimento. Ma oggi con Italia70, anche a prescindere dagli errori o dalle imperfezioni di quel progetto, perdiamo tutti. La vela come specchio di quello che è oggi l'Italia, dentro e fuori? Bisogna uscire rapidamente dall'angolo, tornare a sperare, costruire e realizzare i sogni.
Un'occasione persa per la vela italiana. Non ci sarà Italia70 al via della prossima Volvo Ocean Race, non torniamo al giro del mondo in equipaggio con il tricolore, nonostante le speranze, l'impegno, i nomi prestigiosi coinvolti. Carlo Croce, Giovanni Soldini e persino John Elkann che ha acquistato il VOR70 Ericsson 4, non sono riusciti a far vivere il sogno. Niente sponsor, niente budget.
"Non ci siamo riusciti" ha detto ieri Carlo Croce, sul palco della presentazione del calendario dello Yacht Club Italiano, presenti Marco Tronchetti Provera, Luca Bassani, Riccardo Bonadeo, i capi di Rolex, BMW, Nespresso, tanti giornalisti e personaggi influenti. Terminata la presentazione delle regate, Croce ha chiamato sul palco Giovanni Soldini e ha comunicato che nonostante il grande sforzo fatto e il gruppo di lavoro molto professionale, la partecipazione di Italia 70 alla Volvo Ocean Race 2011-2012 viene sospesa, anche se si continua a guardare avanti. "Non è stata una stagione persa, ma un anno molto intenso nel quale sono stato affiancato da persone che hanno messo il cuore in questo sogno - ha dichiarato Giovanni Soldini - il momento economico non ci ha aiutato, ma da subito lavoreremo per fare esperienza con la barca e per prepararci alla prossima edizione."
La notizia è stata presa male anche dagli organuzzatori della Volvo. Di questi tempi in cui grandi regate si contendono grandi team, o almeno team e nazioni, perdere il ritorno dell'Italia al giro dopo oltre dieci anni è un brutto colpo. Croce ha anticipato che per la Volvo successiva si sta pensando a sponsor organizzativi a supporto delle squadre. E ha anche ironizzato su una telefonata ricevuta l'altroieri da un ministero del Governo italiano che, sia pure tardivamente, ha fatto suoi i valori del progetto: portare il marchio Italia, e le aziende che ci credono, in giro per il mondo. "E' tardi ma è il segno che forse qualcosa si muove", ha concluso Croce.
E' un periodo difficile. L'Italia della vela perde un treno importante per tornare alla Volvo, con tutto il corollario di comunicazione e visibilità che si poteva immaginare da una barca italiana intorno al mondo. E c'è da tremare pensando all'altra possibile e ventilata rinuncia: quella del challenger of record alla Coppa America. L'Italia della vela rischia di vedersi catapultata all'indietro di decenni, bruciando in poco tempo tutta la crescita e i risultati che erano arrivati negli ultimi 20 anni tra Azzurra, Il Moro, Soldini, la Sensini, Luna Rossa e Mascalzone Latino, tanto per citare gli highlights più significativi, dietro ai quali c'è molto altro che è cresciuto, dai giovani all'altura all'oceano, alla stessa capacità organizzativa e alla consapevolezza del movimento. Ma oggi con Italia70, anche a prescindere dagli errori o dalle imperfezioni di quel progetto, perdiamo tutti. La vela come specchio di quello che è oggi l'Italia, dentro e fuori? Bisogna uscire rapidamente dall'angolo, tornare a sperare, costruire e realizzare i sogni.
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