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08/02/2018 - 11:03

Serve proprio che qualcuno si faccia male?

Nacra 17 e rischi,
si corre ai ripari

Christian, il velista danese operato alla gamba, sta meglio e spera di tornare in barca al più presto. Ma la Nacra 17 Class e World Sailing non possono ignorare che l'incidente non è un caso isolato: tanti report e segnalazioni durante l'inverno, c'è una statistica. Rotture, cadute e urti con i timoni in velocità le cause più gravi. Ed ecco il documento che elenca i suggerimenti per aumentare la sicurezza. Ne vale davvero la pena?

 

Christian Peter Lubeck, il velista danese operato alla gamba destra ferita per il violento impatto con il timone del Nacra 17 seguito alla sua caduta fuori bordo per la rottura del gancio del trapezio, è uscito dall'ospedale dove ha passato due notti. Sta meglio, il morale è alto, l'entourage tecnico della squadra danese della vela olimpica manifesta ottimismo e gli auguri di tutti sono di rivederlo presto in acqua, in regata sul catamarano misto.

Ma l'incidente, che ne segue altri e altri ancora, e che poteva avere conseguenze ben più serie, ha finalmente costretto la Classe e le autorità a una indagine più approfondita e (forse) a prendere una serie di misure per aumentare la sicurezza su questa barca.

L'Executive della Nacra 17 Class, ha rilasciato un documento che ha una finalità conoscitiva e migliorativa, ma certo apre scenari inquietanti. Ricordate le imponenti misure di sicurezza imposte ai cat di Coppa America nel 2013 a San Francisco dopo l'incidente costato la vita a Andrew Simpson? Bombole di ossigeno, coltelli, caschi e salvagenti di certificate dimensioni ed efficienza, mezzi di assistenza... Tutto questo (o quasi) rischia adesso di ripetersi in una classe olimpica.

Il documento della classe N17 è allegato e lo potete leggere in originale negli allegati approfondimenti (colonna di destra in questa pagina9. Qui di seguito invece un ampio riassunto, insieme ad alcuni commenti.

La Classe N17 ha discusso subito l'incidente, e insieme ha discusso altri report a proposito di altri incidenti con la stessa conclusione: l'urto contro un timone, accorsi a velisti Nacra 17 durante gli allenamenti invernali.

World Sailing, la federvela mondiale, ha addirittura creato un sondaggio tra i velisti, una raccolta online di casi di incidenti per arrivare a un database sulle dinamiche e cause (QUI). Ognuno che ha qualcosa da raccontare o da dire può intervenire. I risultati non sono ancora stati ufficializzati e speriamo lo saranno presto. Del resto lo scopo è proprio di rilevare le statistiche e porre eventuali rimedi a incidenti che si sipetano su base seriale. Anche Yachting New Zealand, la federvela kiwi, sta conducendo una indagine sull'incidente di Auckland, e la Classe attende gli esiti e le relative raccomandazioni.

"Come classe la nostra preoccupazione sta nel fatto che gli incidenti da urti con i timoni si stanno ripetendo troppo spesso, per essere definiti episodi isolati. Tanto più che le conseguenze dell'urto di parti del corpo con un timone sono ben più gravi su un catamarano che viaggia a velocità sui foil, che su ogni altra deriva o catamarani standard."

HUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA - Dunque la classe si è accorta che qualcosa non va. E approfondisce. Molti dei casi di cadute fuori bordo (con conseguenti urti sui timoni) sono dovuti a rotture dei trapezi. "Raccomandiamo i velisti di dare massima attenzione alla sicurezza e di ispezionare attentamente l'integrità del sistema trapezio." Seguono consigli dettagliati sulle parti da verificare a ogni uscita: cime, agganci, parti metalliche soggette a corrosione o deformazione, cavi con inizio di incrinature... E persino "dritte" su possibili soluzioni: stroppetti di sicurezza in caso di rottura del gancio del trapezio,, raddoppio dei sistemi di aggancio, e via così. Non manca il consiglio di acquistare materiali di qualità, migliore design e maggior durata...

Il gancio che si è rotto nell'incidente di Auckland era Ronstan, l'azienda ha subito risposto e ha confermato che quella parte è stata ridisegnata e rimessa in catalogo nell'aprile 2017. Chi ha una versione antecedente è avvisato. C'è anche un link alle parti vecchie e usurate alle quali dare maggiormente controllo. Oltre a Ronstan, che ha dato la disponibilità a collaborare, i report raccontano di rotture anche da trapezi di altre marche. Uno dei punti più critici è l'attacco del gancio del trapezio. Come pure i carichi di rottura delle varie cime del sistema, le quali poi spesso lavorano in sintonia con altre regolazioni della barca, tipo cunningham.

A quanto pare il mercato sta sviluppando prodotti adeguati alle nuove esigenze della prima classe olimpica che vola sui foil, alle sue velocità e ai suoi rischi. Ma bastano i semplici consigli della classe, o servirebbe imporre delle regole di sicurezza per aumentare lo standard generale?

L'Executive della Classe N17 prosegue raccomandando ai velisti una serie di misure per ridurre le conseguenze di eventuali cadute fuori bordo: portare con se un fischietto (che novità: ricordate i vecchi salvagenti dei nonni?) per avvisare altre barche sopraggiungenti della vostra presenza in acqua; indossare caschi di colori sgargianti e ben visibili, è definito "essenziale", ed è inserito con alcune voci nelle regole di classe; adottare equipaggiamento di protezione personale, per difendersi dagli urti (qui il consiglio è di fare ciascuno e proprie valutazioni personali: sul mercato esistono rinforzi in kevlar (tipo Hockey) per gambe e caviglie per prevenire tagli nel caso di urto con la lama del timone (è quanto accaduto a Lubeck); avere un piano di emergenza, in acqua e a terra, conoscendo ambulanze e pronto soccorso più vicini, se si esce in mare da soli (il consiglio è di evitarlo, se possibile, bella fregatura, no?) almeno avvisare qualcuno dei vostri programmi, portare comunque a bordo mezzi per comunicare e richiedere eventuale soccorso.

Quanto ai suggerimenti per ridurre le conseguenze negative dall'urto con i timoni, la classe si è spinta a richiedere modifiche di lungo termine ai progettisti: "Abbiamo avviato una revisione progettuale sulla base delle opzioni arrivate dai velisti, entro febbraio avremo un primo report". Altri studi su possibili modifiche alla barca sono state sospese ed è stata data la priorità alla questione sicurezza.

Insomma il caso non è isolato, i rischi sono davvero all'ordine del giorno, meglio non uscire soli con un N17 foiling, i controlli da fare sono tanti, i materiali da avere anche, le preoccupazioni vanno veloci al pari delle planate volanti. Ne valeva la pena? Il progresso ha sempre ragione, ma ha i suo costi.

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