Consiglio Nazionale del CONI, sfiorate le dimissioni
Malagò, riforma?
Occupazione CONI
"Questa non è la riforma dello sport italiano, non c'entra nulla. Questo è un discorso in modo elegante di occupazione del comitato olimpico italiano". Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parlando ai membri del consiglio nazionale in corso in riferimento alla riforma del Coni contenuta nella bozza della manovra
Il presidente del CONI Giovanni Malagò è sempre più critico nei confronti della cosiddetta "riforma dello sport" che il Governo vuole fare. "Non c'entra niente con lo sport, è piuttosto una occupazione del CONI. Mi sarei dimesso, ma resto al mio posto, questo documento è illogico." Il Consiglio nazionale CONI riunito a Roma ha dato piena fiducia al presidente e un mandato a trattare con la politica. Ora si tratta di vedere a cosa porterà questa trattativa. Certo rispetto a poche settimane fa, rispetto al primo incontro con il sottosegretario allo Sport Giorgetti (Lega), la posizione di Malagò è assai più dura. Segno evidente che il confronto finora non è andato nella direzione sperata dal massimo dirigente dello sport italiano.
VOCI DI DIMISSIONI - Oggi erano rimbalzate più volte voci su sue possibili dimissioni, ma Malagò ha smentito e ha chiarito: "Se questa riforma fosse iniziata a fine 2019 mi sarei dimesso contestualmente. E se dico che mi dimetto mi dimetto, ma io non abbandono la mia barca a cinque mesi dalle Olimpiadi. Non lo faccio, ma c'è una profonda illogicità in questo documento".
Il presidente del CONI ha poi detto: "C'è una precisa, fortissima volontà della politica di oggi di trasformare il Comitato, il più prestigioso al mondo". Così Malagò rivolgendosi ai membri del Consiglio nazionale in riferimento alla riforma del Coni contenuta nella bozza della manovra. Con la riforma "diventa l'ultimo comitato olimpico del mondo, questo è sicuro, certificato, matematico. Conosco perfettamente la materia: nessun comitato al mondo si occupa solo della preparazione olimpica".
STANDING OVATION - "Come si può pensare di creare una società e chiamarla 'Sport e Salute'? Se clicchi su internet è tutto un proliferare di massaggi e centri benessere. Io devo rinunciare al tricolore e ai cinque cerchi del Coni, il marchio forse più prestigioso al mondo dopo la Ferrari, per il marchio 'Sport e Salute'? Ma vi rendete conto o no?". È lo sfogo del presidente del Coni che ha riscosso una standing ovation dal Consiglio nazionale in corso. "Ma bisogna rimanere ragionevoli, realisti - ha quindi proseguito Malagò riprendendo la parola - non si devono fare battaglie inutili. Non c'è nessuna guerra. Ma non possiamo, in modo corretto, educato ed elegante, non raccontare la storia".
CI DICONO CHE LA RIFORMA PARTIRA' NEL 2020? PEGGIO MI SENTO - "Abbiamo fatto notare - ha poi precisato Malagò - che questa riforma non è applicabile nel 2019 e ci è stato risposto che è per il 2020: peggio mi sento, nell'anno delle Olimpiadi. Io sono stato eletto per essere presidente di un altro Coni: questo Coni (come previsto dalla nuova legge, ndr) non lo accetto. Il problema è mostruoso, clamoroso". "È un problema - ha concluso nel suo discorso durato quasi un'ora - che nessuno dei qui presenti e degli altri stakeholder meritava. Non so cosa succederà. Oggi oltre a dire viva lo sport e viva l'Italia, dico anche viva il Coni". (ANSA.it)
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