Storia | Regata > Vela Olimpica
03/08/2011 - 21:31
365 giorni al via
365 giorni al via
Londra 2012,
sale la febbre
sale la febbre
Il termometro delle Olimpiadi a un anno dalla cerimonia di apertura. Tutti i numeri e l'avanzamento dei lavori sui siti olimpici. E Weymouth?
LONDRA (ANSA) - Tra un anno gli occhi del mondo saranno tutti per Londra: per 17 giorni la capitale britannica si trasformera' in epicentro di una festa planetaria di sport e non solo, con numeri e dimensioni da record ma anche timori logistici per i trasporti interni e preoccupazioni legati alla sicurezza. A 12 mesi dalla cerimonia di apertura il comitato organizzatore (Locog) annuncia con orgoglio che poco meno del 90% degli impianti sono pronti. Rispettati tempi di consegna e budget. Un successo gia' di per se', anche se Sebastian Coe, presidente del Locog, scaccia i toni trionfalistici: ''Sta per iniziare l'anno piu' difficile''.
Perche' i Giochi sono si' la massima celebrazione dello sport, l'evento piu' teletrasmesso al mondo, ma soprattutto un appuntamento ciclopico che richiamera' a Londra 10.500 atleti da piu' di 200 nazioni, 5.000 dirigenti e allenatori, oltre 20.000 persone impiegate nei media (giornalisti, cameraman, produttori, etc), oltre ovviamente a centinaia di migliaia di appassionati. Un'invasione pacifica che stravolgera' la quotidianita' di Londra e costringera' le forze dell'ordine ad innalzare le misure di sicurezza per proteggerne i luoghi iconici come Westminster, la Tower of London e Buckingham Palace. Dalla starge di Monaco (1972) le Olimpiadi sono sempre state esposte alla minaccia terroristica, a maggior ragione in una citta' come Londra che e' gia' stata attaccata proprio all'indomani dell'assegnazione dei Giochi 2012.
Durante le gare le autorita' competenti hanno gia' annunciato che il livello di allerta verra' alzato a ''severo'', con ispezioni agli ingressi degli impianti e negli aeroporti, controlli speciali in metropolitana e nelle stazioni ferroviarie e circa 12.000 agenti in servizio ogni giorno. Solo per la sicurezza e' stato stanziato un budget di 550 milioni di euro che prevede anche l'installazione di decine di telecamere a circuito chiuso nel villaggio olimpico. L'altro grande sfida e' rappresentata dai trasporti: quelli londinesi sono gia' stati ribattezzati ''i giochi dei trasporti pubblici''.
Gli spettatori potranno raggiungere le sedi di gara solo in metropolitana, in bus o con treni ad alta velocita' in partenza dalle stazioni di St.Pancras e Stratford. Miliardi di euro sono stati spesi per i necessari ammodernamenti e le possibili migliorie ma e' tutto da verificare che la rete di trasporti sapra' reggere l'urto di un aumento improvviso di 300mila unita' giornaliere.
Nel quartier generale del Locog regna comunque l'ottimismo perche' i lavori di costruzione sono quasi completati, il budget complessivo di 11 miliardi non e' stato sforato, e il villaggio olimpico ha gia' cambiato il volto di tutta la zona est della metropoli britannica. E se Atene era arrivata alla cerimonia d'inaurgurazione con il fiato corto (2004) per gli abissali ritardi organizzativi, e Pechino 2008 era stata accompagnata dalle minacce di boicottaggio per la questione Tibet, Londra sta vivendo una vigilia di relativa calma e armonia. Sia sul fronte internazionale che interno. Un clima di festa nazionale confermato anche dalla corsa al biglietto: 6.6 milioni di tagliandi venduti a fronte di 22 milioni di richieste. Ormai solo alcune partite di calcio, pallavolo e lotta non sono esaurite. Dal nuovo stadio olimpico al moderno velodromo, dalla Horse Guards Parade sede del beachvolley ad Hyde Park teatro del triathlon, e ancora Wimbledon, il Lord's e Greenwich Park: tutto e' gia' pronto, la febbre olimpica si fa sempre piu' alta. (ANSA)
Qui Weymouth
Tutto questo vale per i Giochi Olimpici 2012 nel loro complesso, con una attenzione particolare alla città di Londra. Ma come vanno le cose a Weymouth & Portland, sede delle regate olimpiche del prossimo anno? Saily.it è andata a vedere la situazione, nello stesso giorno in cui è passato alla Sailing Academy inglese il Ministro dello Sport di sua maestà, Hugh Robertson.
Diciamo subito che l'impressione è meno positiva di quanto ci si aspettasse. La National Sailing Academy di Weymouth & Portland è attiva dal 2000, ospita tutto l'anno raduni, corsi e seminari, organizza regate, sa da 7 anni di essere la sede delle regate di Londra 2012, e qui si sono svolte già due tappe dell'ISAF World Cup con 1000 velisti da tutto il mondo. Una struttura enorme, con spazi sconfinati, situata in un altrettanto grande Marina all'interno della baia di Weymouth che dai tempi della dominazione romana venne scelta per le sue qualità di eccezionale ricovero per le navi, e che la Royal Navy ha eletto a base naturale nei lunghi anni di guerre navali e fino ai nostri giorni. Spazi a terra, scivoli immensi, pontili, banchine, costruzioni, uffici, officine, parcheggi, alloggi, negozi e ristoranti-bar, c'è praticamente tutto. Ma è forse proprio questa convinzione di avere la possibilità di sfruttare una struttura già operativa così "comoda", che rischia di giocare un brutto scherzo agli organizzatori.
Altre volte, in occasioni preolimpiche o di test-event, le città o le località sede delle regate a un anno dai Giochi apparivano elettrizzate, impavesate di bandiere e stendardi, manifesti di accoglienza e saluto, simboli olimpici ovunque. Per non parlare di Qingdao, in Cina, che già tre anni prima dei Giochi di Pechino 2008 era un marina modernissimo fatto e finito, già tutto dedicato alla vela olimpica che sarebbe arrivata.
Arrivando da Weymouth e attraversando la striscia di terra davanti alla celebre Chesil Beach, il piccolo centro di Portland aggrappato a una penisola che si erge a collina, appare un corpo estraneo alle regate degli atleti olimpici. Nessun manifesto particolare, solo i normali cartelli stradali che indicano l'entrata della Sailing Academy. Dove, al contrario delle attese, i lavori sono (molto) in corso. Se la parte relativa agli atleti e alle operazioni di regata è strutturalmente pronta, appare ancora molto farraginoso il suo utilizzo, un labirinto tra tendoni per le stazze di barche e vele, aree tecniche, aree Giurie e ISAF. Il gigantesco piazzale è già ingombro dei container di tutti i team, e l'area delle barche è stata molto semplicemente suddivisa per nazioni: ogni squadra ha il suo parcheggio per tutte le classi nelle quali è in gara. Come a tutte le Olimpiadi, ma i cartelli delle nazioni sono piccolissimi e inseriti a terra, si spera che alle Olimpiadi lo scenario sarà diverso.
Spasmodica come sempre l'attenzione a tenere i media lontani dagli atleti. Un concetto che viene dal CIO, mutuato da sport certamente più popolari della vela, ma che forse si sposa male con una disciplina che invece è alla disperata ricerca di visibilità e deve al contrario favorire al massimo il contatto anche fisico tra atleti e media. Ma questo è un altro discorso.
Il Media Centre non è costrutito: attualmente è composto di tende, prefabbricati e container, anche per la parte relativa alla struttura tecnica e ai broadcaster, ma dicono che sul terreno verrà costruito un centro in muratura, con bar e facilities.
L'uscita dalla base richiede tempo, prima si raggiungono le grandi dighe di sbarramento e poi si esce in mare aperto verso i campi di regata. Che offrono - in estrema sintesi - condizioni sempre variabili, una termica robusta, correnti di marea problematiche, e una evoluzione meteo che può essere imprevista anche in questa stagione. Quest'anno proprio nei giorni iniziali delle regate preolimpiche (stesse date del 2012) sta passando una perturbazione con pioggia, freddo e vento.
Riassumendo: a un anno dai Giochi, la baia di Weymouth sembra pronta solo con il suo mare e i suoi venti. Un po' l'essenzialità tutta inglese, un po' la non eccelsa situazione dei fondi a disposizione (anche il Ministro l'ha confermato), fattostà che l'impressione generale è ben lontana da un sito olimpico quasi pronto. C'è ancora tanto da fare. Buon lavoro. E passiamo alle regate vere e proprie: le potete seguire in altra parte del magazine, con report, classifiche, interviste. E sulla webtv, con gli highlights giornalieri. (FC)
LONDRA (ANSA) - Tra un anno gli occhi del mondo saranno tutti per Londra: per 17 giorni la capitale britannica si trasformera' in epicentro di una festa planetaria di sport e non solo, con numeri e dimensioni da record ma anche timori logistici per i trasporti interni e preoccupazioni legati alla sicurezza. A 12 mesi dalla cerimonia di apertura il comitato organizzatore (Locog) annuncia con orgoglio che poco meno del 90% degli impianti sono pronti. Rispettati tempi di consegna e budget. Un successo gia' di per se', anche se Sebastian Coe, presidente del Locog, scaccia i toni trionfalistici: ''Sta per iniziare l'anno piu' difficile''.
Perche' i Giochi sono si' la massima celebrazione dello sport, l'evento piu' teletrasmesso al mondo, ma soprattutto un appuntamento ciclopico che richiamera' a Londra 10.500 atleti da piu' di 200 nazioni, 5.000 dirigenti e allenatori, oltre 20.000 persone impiegate nei media (giornalisti, cameraman, produttori, etc), oltre ovviamente a centinaia di migliaia di appassionati. Un'invasione pacifica che stravolgera' la quotidianita' di Londra e costringera' le forze dell'ordine ad innalzare le misure di sicurezza per proteggerne i luoghi iconici come Westminster, la Tower of London e Buckingham Palace. Dalla starge di Monaco (1972) le Olimpiadi sono sempre state esposte alla minaccia terroristica, a maggior ragione in una citta' come Londra che e' gia' stata attaccata proprio all'indomani dell'assegnazione dei Giochi 2012.
Durante le gare le autorita' competenti hanno gia' annunciato che il livello di allerta verra' alzato a ''severo'', con ispezioni agli ingressi degli impianti e negli aeroporti, controlli speciali in metropolitana e nelle stazioni ferroviarie e circa 12.000 agenti in servizio ogni giorno. Solo per la sicurezza e' stato stanziato un budget di 550 milioni di euro che prevede anche l'installazione di decine di telecamere a circuito chiuso nel villaggio olimpico. L'altro grande sfida e' rappresentata dai trasporti: quelli londinesi sono gia' stati ribattezzati ''i giochi dei trasporti pubblici''.
Gli spettatori potranno raggiungere le sedi di gara solo in metropolitana, in bus o con treni ad alta velocita' in partenza dalle stazioni di St.Pancras e Stratford. Miliardi di euro sono stati spesi per i necessari ammodernamenti e le possibili migliorie ma e' tutto da verificare che la rete di trasporti sapra' reggere l'urto di un aumento improvviso di 300mila unita' giornaliere.
Nel quartier generale del Locog regna comunque l'ottimismo perche' i lavori di costruzione sono quasi completati, il budget complessivo di 11 miliardi non e' stato sforato, e il villaggio olimpico ha gia' cambiato il volto di tutta la zona est della metropoli britannica. E se Atene era arrivata alla cerimonia d'inaurgurazione con il fiato corto (2004) per gli abissali ritardi organizzativi, e Pechino 2008 era stata accompagnata dalle minacce di boicottaggio per la questione Tibet, Londra sta vivendo una vigilia di relativa calma e armonia. Sia sul fronte internazionale che interno. Un clima di festa nazionale confermato anche dalla corsa al biglietto: 6.6 milioni di tagliandi venduti a fronte di 22 milioni di richieste. Ormai solo alcune partite di calcio, pallavolo e lotta non sono esaurite. Dal nuovo stadio olimpico al moderno velodromo, dalla Horse Guards Parade sede del beachvolley ad Hyde Park teatro del triathlon, e ancora Wimbledon, il Lord's e Greenwich Park: tutto e' gia' pronto, la febbre olimpica si fa sempre piu' alta. (ANSA)
Qui Weymouth
Tutto questo vale per i Giochi Olimpici 2012 nel loro complesso, con una attenzione particolare alla città di Londra. Ma come vanno le cose a Weymouth & Portland, sede delle regate olimpiche del prossimo anno? Saily.it è andata a vedere la situazione, nello stesso giorno in cui è passato alla Sailing Academy inglese il Ministro dello Sport di sua maestà, Hugh Robertson.
Diciamo subito che l'impressione è meno positiva di quanto ci si aspettasse. La National Sailing Academy di Weymouth & Portland è attiva dal 2000, ospita tutto l'anno raduni, corsi e seminari, organizza regate, sa da 7 anni di essere la sede delle regate di Londra 2012, e qui si sono svolte già due tappe dell'ISAF World Cup con 1000 velisti da tutto il mondo. Una struttura enorme, con spazi sconfinati, situata in un altrettanto grande Marina all'interno della baia di Weymouth che dai tempi della dominazione romana venne scelta per le sue qualità di eccezionale ricovero per le navi, e che la Royal Navy ha eletto a base naturale nei lunghi anni di guerre navali e fino ai nostri giorni. Spazi a terra, scivoli immensi, pontili, banchine, costruzioni, uffici, officine, parcheggi, alloggi, negozi e ristoranti-bar, c'è praticamente tutto. Ma è forse proprio questa convinzione di avere la possibilità di sfruttare una struttura già operativa così "comoda", che rischia di giocare un brutto scherzo agli organizzatori.
Altre volte, in occasioni preolimpiche o di test-event, le città o le località sede delle regate a un anno dai Giochi apparivano elettrizzate, impavesate di bandiere e stendardi, manifesti di accoglienza e saluto, simboli olimpici ovunque. Per non parlare di Qingdao, in Cina, che già tre anni prima dei Giochi di Pechino 2008 era un marina modernissimo fatto e finito, già tutto dedicato alla vela olimpica che sarebbe arrivata.
Arrivando da Weymouth e attraversando la striscia di terra davanti alla celebre Chesil Beach, il piccolo centro di Portland aggrappato a una penisola che si erge a collina, appare un corpo estraneo alle regate degli atleti olimpici. Nessun manifesto particolare, solo i normali cartelli stradali che indicano l'entrata della Sailing Academy. Dove, al contrario delle attese, i lavori sono (molto) in corso. Se la parte relativa agli atleti e alle operazioni di regata è strutturalmente pronta, appare ancora molto farraginoso il suo utilizzo, un labirinto tra tendoni per le stazze di barche e vele, aree tecniche, aree Giurie e ISAF. Il gigantesco piazzale è già ingombro dei container di tutti i team, e l'area delle barche è stata molto semplicemente suddivisa per nazioni: ogni squadra ha il suo parcheggio per tutte le classi nelle quali è in gara. Come a tutte le Olimpiadi, ma i cartelli delle nazioni sono piccolissimi e inseriti a terra, si spera che alle Olimpiadi lo scenario sarà diverso.
Spasmodica come sempre l'attenzione a tenere i media lontani dagli atleti. Un concetto che viene dal CIO, mutuato da sport certamente più popolari della vela, ma che forse si sposa male con una disciplina che invece è alla disperata ricerca di visibilità e deve al contrario favorire al massimo il contatto anche fisico tra atleti e media. Ma questo è un altro discorso.
Il Media Centre non è costrutito: attualmente è composto di tende, prefabbricati e container, anche per la parte relativa alla struttura tecnica e ai broadcaster, ma dicono che sul terreno verrà costruito un centro in muratura, con bar e facilities.
L'uscita dalla base richiede tempo, prima si raggiungono le grandi dighe di sbarramento e poi si esce in mare aperto verso i campi di regata. Che offrono - in estrema sintesi - condizioni sempre variabili, una termica robusta, correnti di marea problematiche, e una evoluzione meteo che può essere imprevista anche in questa stagione. Quest'anno proprio nei giorni iniziali delle regate preolimpiche (stesse date del 2012) sta passando una perturbazione con pioggia, freddo e vento.
Riassumendo: a un anno dai Giochi, la baia di Weymouth sembra pronta solo con il suo mare e i suoi venti. Un po' l'essenzialità tutta inglese, un po' la non eccelsa situazione dei fondi a disposizione (anche il Ministro l'ha confermato), fattostà che l'impressione generale è ben lontana da un sito olimpico quasi pronto. C'è ancora tanto da fare. Buon lavoro. E passiamo alle regate vere e proprie: le potete seguire in altra parte del magazine, con report, classifiche, interviste. E sulla webtv, con gli highlights giornalieri. (FC)
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