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29/07/2010 - 14:49

Usa, un catamarano scuffia: il soccorso arriva grazie al trasmettitore

L'Epirb
ti allunga la vita

Una storia istruttiva che arriva dalla California. Un catamarano di 32 piedi, un colpo di vento e una scuffia. Il salvataggio da parte della Guardia Costiera, con elicottero e life-boat. Il tutto grazie al segnale di un Epirb.

Il Calypso, un catamarano PDQ 32 (meno di 10 metri, molta abitabilità, bordo alto e tughe abbondanti, il classico cat da crociera) in trasferimento da Crescent a Alameda, lungo la costa della California, ha incontrato un improvviso rinforzo del vento fino a 45 nodi e mare mosso, e ha scuffiato, circa 20 miglia al largo di Fort Bragg. Alle 12:45 la Coast Guard di Humboldt Bayha ricevuto dal Calypso un segnale EPIRB (Emergency Position Indicating Radio Beacon) con il punto-nave dell’imbarcazione in difficoltà. L’EPIRB montato sullo yacht viene attivato in caso di emergenza, e trasmette via GPS la posizione, l’identità e altre informazioni sullo scafo, a un network di satelliti. Il segnale ricevuto a 20 miglia da Fort Bragg indicava solo un generico “pericolo” dal catamarano.

L’equipaggio del Calypso ha poi raccontato di aver attivato il segnale di emergenza dell’EPIRB quando hanno percepito il rischio per l’incolumità delle persone a bordo. Subito dopo l’attivazione del segnale, la barca ha scuffiato, e l’equipaggio si è ritrovato in mare, aggrappato allo scafo rovesciato, nelle acque fredde dell’Oceano Pacifico per più di un’ora.

La Coast Guard ha utilizzato le informazioni contenute dal segnale radio per contattare i famigliari dei velisti a bordo. I quali hanno descritto la barca, la rotta, confermato il numero di persone a bordo e le dotazioni di sicurezza imbarcate. “Conoscere i piani della barca ci ha aiutato a pianificare l’intervento”, ha raccontato George Suchanek, comandante dell’elicottero MH-65C Dolphin della Coast Guard che ha risposto alla chiamata. Insieme all’elicottero, è stata attivata una unità lifeboat di 47 piedi dalla stazione di Noyo River a Fort Bragg. L’equipaggio del mezzo di soccorso ha previsto di raggiungere la posizione della barca in un’ora circa, con mare forza 4-5. L’elicottero ha riportato vento a 35 nodi.

Il primo ad arrivare sulla barca scuffiata è l’elicottero, seguendo il segnale EPIRB. Localizzato lo scafo, un passaggio radente ha consentito di osservare l’equipaggio sullo scafo, colpito di frequente dalle onde frangenti. “Un altro elemento fondamentale per ritrovare tutte le persone coinvolte è stato il fatto che siano rimaste tutte sulla barca, anche rovesciata. E’ sempre più facile trovare una barca che una persona singola”, per Bernie Garrigan, co-pilota dell’elicottero.

In attesa dell’arrivo della lifeboat, dall’elicottero viene calato un rescue swimmer, David Foreman, medico di pronto intervento, per assicurarsi delle condizioni delle persone a bordo. Nuotando verso il catamarano, Foreman ha rilevato che i tre occupanti mostravano tutti segni di ipotermia. Lo stesso medico ha dunque richiesto il trasporto dei velisti in elicottero verso un ospedale. L’equipaggio del catamarano non indossava giubetti salvagente.

Dall’elicottero si issano i tre naufraghi, e viene deciso che il medico-nuotatore sia caricato a bordo del lifeboat. Una volta salvo a bordo del 47 piedi, l’elicottero si è diretto verso l’Ukiah Airport, dove i tre velisti erano attesi al Pronto Soccorso.

“Se cercate una storia che dimostri l’utilità e l’importanza dell’EPIRB, questa è certamente molto adatta”, ha sottolineato il portavoce della Cost Guard Todd Vorenkamp. La Guardia Costiera ha anche approfittato della vicenda per ricordare ai diportisti quanto sia pericoloso e meritevole di rispetto l’ambiente marino, e l’importanza di indossare giubotti salvagente, e di avere a bordo tutte le dotazioni di sicurezza. Particolare importanza nel caso specifico è stata data alle corrette informazioni in possesso del segnale EPIRB, che hanno consentito agli operatori di conoscere subito i dettagli sulla barca e i contatti dei famigliari.

“L’EPIRB ha salvato le loro vite – ha concluso Vorenkamp – Senza quel pezzetto di attrezzatura elettronica a bordo, questa poteva diventare una storia tragica, e invece abbiamo avuto un happy-ending”.

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