CIRCOLO DELLA VELA BARI
Le plastiche le raccoglie Seabin
UN CESTINO INVENTATO DA DUE SURFISTI AUSTRALIANI.. - Presentato al Circolo Vela Bari Seabin, la pattumiera di mare che raccoglie le microplastiche e ripulisce i porti
La lotta contro l’inquinamento del mare e la pulizia è uno dei punti cardine del programma sportivo e anche sociale del Circolo della Vela Bari che da anni si adopera in questo senso. E da oggi fa un passo in avanti importante grazie all’installazione del Seabin, la pattumiera di mare che raccoglie plastica, microplastica, idrocarburi e microfibre dal mare. L’operazione è stata voluta ed in parte finanziata dal Rotaract Bari e dal Rotary Club Bari, oltre che dal Circolo della Vela che ne assume la manutenzione per il corretto e costante funzionamento. E spera che presto ne possano essere installati altri nel porto vecchio di Bari, gemma da recuperare e valorizzare per tutta la città.
Efficace in particolar modo in aree come i porti, dove si accumulano grandi quantità di rifiuti, il primo Seabin barese è stato installato qualche giorno fa e posizionato sulla testa del pontile più a nord del Circolo della Vela Bari. Quello del capoluogo pugliese è solo l'ultimo di centinaia di cestini installati in tutto il mondo per ripulire gli oceani dalle (micro) plastiche e che sono in grado di catturare più di 500kg ogni anno.
Creato dai surfisti australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton, il cestino Seabin V5 (costo 3.825 dollari) è stato sperimentato in porti in Europa e Stati Uniti per poi essere lanciato sul mercato a fine 2017. E dal 2019 è stato aggiunto il filtro per la raccolta delle microfibre. Fino ad ora, Seabin Project ha ricevuto richieste per più di 6mila unità da 77 paesi differenti. Può lavorare 24 ore su 24, sette giorni su sette, senza interruzioni arrivando a trattare 25mila litri di acqua al giorno grazie alle correnti e al vento che convogliano al suo interno la spazzatura galleggiante, promettendo di ripulire le nostre coste con piccoli semplici interventi di manutenzione di svuotamento e pulizia.
Del resto, lo slogan del progetto Seabin che da anni lavora per raccogliere i rifiuti di plastica che galleggiano nei mari del nostro pianeta arrivando a formare intere isole di spazzatura come quella del Pacifico è “Se possiamo avere cestini per la spazzatura sulla terra, perché non metterne altri negli oceani?”.
Dotati di un sistema di pulizia meccanica unito a una pompa aspirane, i Seabin creano un dislivello in grado di catturare circa 1,5 chili al giorno di ogni tipo di rifiuto galleggiante, non solo le bottiglie, senza tralasciare poi i materiali parzialmente decomposti, microplastiche da 2 millimetri di diametro e microfibre da 0,3 millimetri che vengono scambiate per plancton dai pesci che, nutrendosene, finiscono per poi portarle sulla nostra tavola.
L’invenzione di Ceglinski e Turton arriva in Italia grazie al progetto LifeGate PlasticLess che mira a posizionare il maggior numero possibile di Seabin per ripulire anche il mar Mediterraneo dalla plastica che, integrata con quella raccolta in altre zone del mondo, può essere riutilizzata a scopo industriale.
L’iniziativa di installazione e messa in funzione del primo Seabin barese è stata fortemente voluta dal Circolo della Vela Bari e si inserisce in una più ampia operazione di promozione di comportamenti virtuosi di lotta contro l’inquinamento ed educazione al rispetto del mare e dell’ambiente attraverso lo sviluppo di strumenti educativi rivolti ai più piccoli e alle loro famiglie.
https://seabinproject.com/seabin-for-sydney/city-pilot-program/
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