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02/08/2021 - 16:57

Tokyo 2020, tutto quello che c'è intorno alle regate

Le complicanze che fanno unica la vela

MA COME FANNO I MARINAI? - Tokyo 2020, dall’alba al tramonto, le regate non sono solo in acqua… Ecco com’è la giornata-tipo dell’Italia Team della vela. Una routine un po’ diversa dagli altri sport

 

Cosa rende l’Olimpiade così diversa da qualunque altro evento sportivo (nella vela e non solo)? Il contorno, i simboli, le installazioni, le grafiche, i trasporti, le musiche, le bandiere, gli spazi, i controlli di sicurezza, le regole ferree (tantopiù in Giappone), lo stratosferico apparato di produzioni televisive di OBS (Olympic Broadcasting Service), ma soprattutto, guardandosi intorno, i volontari. Sono decine, centinaia, migliaia. Solo a Enoshima, considerando le turnazioni, saranno più di un migliaio. Da quelli che al mattino davanti all’hotel reggono i cartelli dei bus in arrivo e fanno salire a bordo, a quelli al parcheggio che accolgono, sempre inchini e sorrisi, poi un esercito nel percorso che porta al lavaggio mani, controllo febbre, riconoscimento facciale, controllo bagagli, raggi x. Tutta la venue (un grosso e attrezzato marina turistico) è percorsa in lungo e largo da volontari. Gestiscono loro, con cortesissima fermezza (un no è un no) i varchi nelle varie aree in base alle autorizzazioni, aiutano nel boat park, alla Mixed Zone, nell’area Jury e Officials, sugli scivoli a varare e alare le barche, all’Athlete’s Lounge e all’Olympic Family Lounge, insomma ovunque. Ecco, siamo all’Olimpiade. Vediamo la giornata tipo dell’Italia Team della vela.

Intorno alle 5:30, il primo bollettino meteo arriva al DT Marchesini dal meteorologo che si trova in Europa, che lo condivide con tutti entro le 6:00. Alle 6:30, si verifica (è cambiato spesso) e si pianifica l’orario dei bus tra il villaggio olimpico al porto, e si avvia anche la macchina dei tecnici che non sono al villaggio. 7:00-8:30, colazione, tamponi, preparazione atleti e tecnici.

Alle 9:00 Team leader meeting online, al quale partecipa il DT Marchesini, a seguire apertura dei container che sono la sede ufficiale del team. L’Italia ha due container (ne hanno diritto le nazioni con più di 8 concorrenti), si tratta di strutture hi-tech, dotate di aria condizionata, spinbike e remoergometro e altri attrezzi da palestra, vasca del ghiaccio, lettino per fisioterapia, verande che vengono smontate in questi giorni perché si è in allerta tifone, computer, connessione, cibo, spogliatoio…

Alle 10 briefing meteo col meteorologo della squadra in base al comunicato meteo ufficiale diffuso ai team. Gli altri briefing del mattino sono col medico Giacomo Cappè sullo stato degli atleti, e con lo shore-man Mauro Zamichele, l’attrezzista, per fare il punto sugli interventi da fare sulle barche, stabilire le priorità, eventuali sistemazioni richieste per motivi di stazza.

Entro le 10:55 tutti devono depositare il proprio tampone nella borsa frigo in container, perché entro le 11 va consegnato per avere i risultati entro le 19, altrimenti si hanno il giorno dopo, e in caso di una positività si evita una notte in più insieme a un altro atleta. Bisogna pensarle tutte, prima che loro pensino a te…

Ciascuno ha il proprio schedule del giorno, differenziato in base al periodo tra allenamento, stazze, giorno pre-regata, regate, e secondo l’orario stabilito ciascuno fa capo alla base, cioè i container con la bandiera italiana. Se qualcuno è schedulato per arrivare più tardi dell’orario di consegna del tampone, deve consegnarlo a un collega che arriva prima.

Dopo il team leader meeting il DT manda un messaggio-briefing al gruppo whatsapp della squadra con i punti salienti emersi dalla riunione. Gli atleti iniziano ad armare le barche e prepararsi per l’uscita in mare. A seconda degli orari di ciascuno e soprattutto in caso di impegno agonistico si alimentano gli atleti secondo tabelle minuziose studiate da mesi anche in base alle analisi cliniche personalizzate e ai fabbisogni per prestazione. Molta attenzione all’introduzione dei carboidrati, la dieta personalizzata è frutto di un lavoro importantissimo fatto nell’ultimo anno e mezzo e partito sulle tavole.

I tecnici preparano i materiali per l’uscita in gommone, si fa un check delle radio. Chi ha un programma fisico fa remo ergometro, pesi, corpo libero o quant’altro, secondo programma gestito tra atleti e il preparatore Parisi in Italia. Questa attività è resa possibile proprio perché sono stati previsti gli attrezzi, non potendo frequentare le palestre causa Covid. I container per trasportare le attrezzature in Giappone sono partiti a marzo, e già da novembre si è iniziato a caricarli.

Poi si esce in mare, tutti gli allenatori escono con il proprio gommone. Non sono consentite barche spettatori, in mare i tecnici non possono portare telefonini o altri mezzi di comunicazione, ma solo il VHF. Di solito, salvo diverse esigenze, il DT resta a terra e monitora lo svolgimento delle regate, in contatto con il PRO. In presenza di episodi “dubbi” e motivo di potenziali proteste, scarica il file della regata incriminata dal broadcasting e prepara il materiale in caso di udienza.

Al rientro atleti e tecnici si ritrovano sullo scivolo per un primo debriefing, poi gli atleti devono passare per la Mixed Zone dove possono rilasciare interviste su richiesta di tv e media e torna a lla base, dove fanno la routine di defatigamento anche con il medico/fisioterapista Giacomo Cappè. Quest’ultimo in caso di atleti che non siano venuti alla base perché rimasti al villaggio, si reca da loro per fare i trattamenti previsti. Ogni viaggio tra il villaggio olimpico e Enoshima richiede circa 45 minuti, sia con l’auto che con il bus. Il CONI ha messo a disposizione due auto con autisti, una la usa il presidente e l’altra è usata per le necessità logistiche come quest’ultima.

Interessante la routine tecnica prevista sulle barche al rientro. Un check-up completo di scafo, appendici, attrezzature, vele. Lavaggio e lucidatura, un ciclo di prodotti studiati per ridurre l’attrito delle superfici sull’acqua, è una fase che per alcune barche più complesse, come il Nacra 17, puo’ richiedere fino a due ore! In quest’ultimo caso uno dei controlli più delicati riguarda le due derive “foil”, che nel dopo regata vengono controllate nei minimi dettagli, e quasi sempre serve un piccolo intervento, basta un granello di sabbia a rigare il carbonio. In caso di intervento, va avvisato lo stazzatore che deve controllare il lavoro e ristazzare i foil.

Alla base dopo le regate si completa il debriefing anche tra i tecnici con esame di eventuali episodi dubbi. Gli atleti appena finite le terapie e la routine sulla barca post regata prendono il bus e tornano al villaggio olimpico a Oiso. La qualità della mensa al villaggio è ottima.

Della routine di ciascun singolo allenatore, poi, fa parte il rapporto con l’atleta anche dal punto di vista della gestione psicologica, sia prima di andare in acqua che al rientro da una regata, anche in base all’andamento della giornata, e anche in costante rapporto con gli psicologi degli atleti. Cena al villaggio e a letto abbastanza presto. La vita sociale non è il punto forte dei Giochi al tempo della pandemia.

Il Press Attaché, il giornalista che funge da addetto stampa, ce l’hanno una dozzina di top team, hanno una banda azzurra sul braccio per entrare nella Mixed Zone dal lato degli atleti. Il lavoro dei media di un team ha la sua routine, quello italiano inizia dal mattino con briefing insieme al presidente federale presso il lounge Olympic Family per i rappresentanti dei NOC (i Comitati Olimpici nazionali dei vari paesi), poi con il DT in sala stampa. Quindi contatti e aggiornamenti con i gruppi di media che seguono i Giochi, prima quelli che sono a Tokyo e nel pomeriggio (la mattina in Italia) con quelli in Italia e con l'ufficio stampa FIV a Genova. Si seguono le regate sul canale olimpico e sul tracking, si corre alla Mixed Zone al rientro delle varie classi (segnalate con avviso in sala stampa) per accompagnare gli atleti a interviste o registrare le dichiarazioni del giorno. Si torna in sala stampa e si invia il report del giorno all’ufficio stampa del CONI – Italia Team, che gestisce la comunicazione alle Olimpiadi. Più tardi il report è poi diffuso a tutti i media e dalla FIV.

IN CASO DI MEDAL – Dopo quattro o cinque giorni di regate e uno di riposo, tutte le discipline arrivano alla Medal Race tra i primi dieci in classifica, una vera e propria Finale olimpica. Anche qui regole e passaggi. La vigilia della medal è di riposo per gli atleti, ma generalmente gli italiani hanno preferito fare delle brevi uscite di defatigamento e distrazione. Il pomeriggio prima della Medal poi, gli equipment (barche, vele appendici) devono essere portati in un’area di quarantena, dove non possono più essere toccate. Questo comporta un ulteriore check del mezzo. La mattina della Medal le barche escono dalla quarantena e sono parcheggiate nella “pit-lane” sullo scivolo davanti alle telecamere e ai fotografi della Mixed Zone, dove saranno armate e da dove saranno varate per disputare la Medal. Il ritorno sullo stesso scivolo sarà con feste o delusione, bandiere e abbracci, altre interviste, prima della Medal Ceremony, seguita dalla press conference delle tre medaglie nel Venue Media Centre.

Arrivati a questo punto, la regata olimpica sarà finita, e se siamo in una medal press conference è finita anche bene…

 

Sezione ANSA: 
Saily - Vela Olimpica

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