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02/10/2015 - 12:58

ORC e dintorni

L'armatore scrive
lettera sull'Altura

Lettera di un armatore di vela d'altura. Riflessioni sulle regole e le stazze dei campionati ORC. I dubbi che ritornano. Cosa si potrebbe migliorare?


Riceviamo a pubblichiamo



Gentile Direttore,
 
vorrei riflettere con lei e con i lettori sulla regolamentazione dei campionati ORC, partendo da quello che è capitato al mio equipaggio in una delle più importanti regate del calendario nazionale. A fine agosto con il nostro Farr 30 abbiamo partecipato al Campionato Italiano Assoluto di Vela d’Altura di Civitanova Marche, classificandoci (contro ogni più rosea aspettativa) al secondo posto.

Ma perché nessuno si aspettava questo risultato da un equipaggio formato da giovani di talento che regata su una barca veloce? Forse perché i nuovi regolamenti ORC si stanno sempre più orientando a svantaggiare le barche veloci a favore di quelle più lente, cosi ogni armatore sta cercando in tutti i modi di depotenziare e modificare la propria imbarcazione per farla risultare meno veloce in acqua ma più avvantaggiata nei coefficienti e nel tempo impiegato a completare il percorso. Quello che è capitato a Civitanova Marche è che 4 esemplari di Farr 30, pur nascendo tutti come One Design da un unico progetto, si siano presentati ognuno con un gph diverso dall’altro risultando pertanto barche differenti alla luce dei coefficienti dati dagli stazzatori in base a calcoli e misure.

Cosi ci si aspettava che solo Mummy One, un Farr 30 di Lignano, salisse sul podio. Certo non si può nascondere il merito di questo equipaggio, ma le aspettative erano riposte nel fatto che questo Farr 30 fosse stato ottimizzato con modifiche evidenti al disegno originale. Secondo le previsioni tutti gli altri Farr30 lasciati più o meno fedeli al disegno originale sarebbero stati tagliati fuori da qualsiasi lotta per il podio e tantomeno per il titolo. L’idea di base è che solo modificando gli scafi, riducendo le vele, cambiando le linee di galleggiamento sia possibile avere un mezzo competitivo.

Tuttavia la nostra impresa di arrivare secondi (proprio dietro Mummy One), con un mezzo 100% originale (senza vele tagliate o appendici mozzate) dimostra che anche gli One Design possono ancora dire la loro nel mondo ORC International, cercando di fare delle buone regate in acqua.  Cosi vogliamo ancora una volta riportare l’attenzione del popolo dei velisti su una “crociata” che dura da diversi anni senza aver ancora portato a un accordo che accontenti tutti. Mi chiedo, a questo punto, se l’ORC International voglia, velatamente, disincentivare l’acquisto e lo sviluppo di barche da regata a favore di prodotti meno performanti, meno marini e lontani dal vero spirito della vela.
 
Grazie dell’attenzione. Cordialmente,
 
Guido Armeni

 

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