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11/06/2022 - 00:51
Lutto per il mondo della vela (e della moda, della Formula 1, della Marina...)
L'addio a Francesco Longanesi Cattani
ADDIO PIMPERLE, LA VITA COME UN ROMANZO – Un ictus nella notte lo ha portato via, aveva 70 anni, era capo delle pubbliche relazioni del Gruppo Prada con un ruolo chiave per Luna Rossa. La sua storia, dall’ultima Coppa America a ritroso. Il naufragio del Guia III di Giorgio Falck attaccato dalle orche. Il Principe Ranieri di Monaco, la Formula 1, la Ferrari, la moda. “Non mi sono annoiato”
Se n’è andato all’improvviso, a 70 anni compiuti da poco, uno dei personaggi più sfaccettati e completi, protagonista del mondo della vela, della Formula 1, della moda, di una società alta ma non lontana dalla realtà. Francesco Longanesi Cattani negli ultimi anni era a capo della comunicazione del Gruppo Prada, stretto collaboratore di Patrizio Bertelli, molto addentro alle cose di Luna Rossa e dell’America’s Cup. Longanesi è stato colto da un ictus nel sonno.
Se ne va un Comandante nato, un impeccabile navigante della vita, un avventuriero elegante e capace di tutto. Navigare in oceano con i più grandi armatori e skipper del suo tempo, naufragare con ironia in mezzo a un branco di orche,
Nell’ultima edizione della Coppa è stato COR Representative, portavoce e rappresentante ufficiale del Challenge of Record, o primo sfidante: Luna Rossa Prada Pirelli Team. Come tale ha organizzato la Prada Cup a Auckland, ovvero tutte le regate che hanno preceduto il vero e proprio match della Coppa America numero 36, tra il vincitore della Prada Cup (Luna Rossa, dopo il 7-1 agli inglesi di Ben Ainslie) e il detentore, Emirates Team New Zealand. Match finito 7-3 per i padroni di casa, al culmine di mesi di tensioni crescenti proprio tra defender e COR, che hanno visto Francesco Longanesi al centro di duelli, trattative, confronti, ricorsi al Collegio Arbitrale. E’ stata la sua prestazione più difficile ed esposta, presente in conferenze stampa decisive e delicate, a metterci la faccia, a battersi per il rispetto delle regole e dei principi della Coppa e del Protocollo, in un ambiente spesso ostile, dove gli agguati erano all’ordine del giorno e bisognava lottare per fermare pretestuosi cambi al programma delle gare, ad alcune regole di stazza, persino per i limiti di vento (minimi e massimi) delle regate. Alla fine ne è uscito con il solito stile, una classe innata. Ed è tornato a lavorare sul presente, tra vela, alta moda, grandi pubbliche relazioni e comunicazioni, con un occhio sempre girato verso Luna Rossa, sentita bertellianamente come una sua seconda casa.
Ma prima di questo finale la storia di Francesco Longanesi Cattani, per molti amici “Pimperle”, da un soprannome affibbiatogli da Giorgio Falck, uno degli armatori che più lo ha voluto nei suoi equipaggi, è come un romanzo. Figlio di un celebre ammiraglio della Marina, Luigi Longanesi Cattani, comandante di sommergibili e protagonista di gesta eroiche ed imprese nautiche che gli sono valse riconoscimenti e medaglie, che lo portò in barca ancora bambino a meno di 5 anni e lo ha forgiato con una educazione di saldi principi, ha frequentato il percorso militare tra Collegio Morosini di Venezia e Accademia Navale di Livorno, è finito a bordo del Vespucci da ufficiale. Lascia la Marina e fa il velista professionista, per quanto lo fossero negli anni Settanta: starista per una decina d’anni, è a bordo del CS&RB di Doi Malingri alla Whitbread 1973-74, il giro del mondo a vela in equipaggio, edizione funestata da burrasche e ben tre vite perse in mare.
Corre l’Admiral’s Cup con la squadra italiana nel 1975, quindi si imbarca sul Guia III di Falck per una delle grandi corse del tempo: il Triangolo Atlantico. Le tappe sono Portsmouth-Città del Capo, Citta del Capo-Rio de Janeiro (vinta dal Guia III), e l’ultima, Rio de Janeiro-Portsmouth. E’ la tappa del naufragio: Francesco Longanesi Cattani è navigatore e secondo dello skipper Jerome Poncet, quando la barca è attaccata da un gruppo di orche che aprono una falla che in breve la fa affondare. L’equipaggio si salva sull’autogonfiabile, la vicenda fu raccontata dai media e sarà tra le prime occasioni in cui la vela giunse nelle prime pagine. L’aneddoto vuole che lui e lo skipper rimasti gli ultimi a lasciare la barca che si sta inabissando, dovettero gettarsi in acqua, proprio vicino alle orche, per raggiungere il resto dell’equipaggio sull’atollo gonfiabile. Dico a Jerome che ho letto un libro di Cousteau nel quale si dice che le orche non attaccano l’uomo: “Tu cosa ne pensi?” E lui: “Tra un minuto lo sapremo”… I velisti del Guia saranno salvati da una nave in 24 ore.
Passato questo rischio, Pimperle si da al giornalismo e alla fotografia per testate di moda e di mare, finisce per diventare un collaboratore di fiducia di Ranieri di Monaco e si trasferisce a Montecarlo, accompagna il Principe in viaggi e occasioni ufficiai. A Montecarlo nasce la sua carriera nel mondo della Formula 1, che lo avvicina anche alla scuderia Ferrari per un breve periodo e lo ritroviamo direttore della comunicazione e delle relazioni esterne della Fia, la federazione internazionale dell’automobile. Dal 2002, con la seconda sfida guidata da Patrizio Bertelli, Longanesi entra in Prada, diventando negli anni un asso nella manica di Patrizio Bertelli.
La consegna della Prada Cup all’equipaggio di Luna Rossa nella premiazione di Auckland e al Circolo della Vela Sicilia di Palermo, dove tuttora è custodita, sono state le sue ultime “missioni” veliche. Affrontate con lo stile Longanesi Cattani: in doppiopetto, la sua vera divisa, un involucro che conteneva un fiume in piena di idee, suggerimenti, atteggiamenti, campagne in difesa e all’attacco, sullo sfondo delle donne della sua vita, la bellissima famiglia con sua moglie e sua figlia.
Sapere all’improvviso che Pimperle non c’è più lascia attoniti a lungo, e poi consci di un vuoto che sarà impossibile riempire. Almeno fino al prossimo romanzo. Riposa in pace marinaio. Condoglianze alla famiglia e agli amici più cari, abbracci al team Luna Rossa.
I funerali di Francesco Longanesi Cattani saranno lunedi 14 giugno nella chiesa di San Michele a Bagnocavallo (RA), dove era nato, alle 15:00.
L’INTERVISTA AL CIRCOLO DELLA VELA SICILIA PER LA PRADA CUP
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