Storia | Regata > Vela Olimpica
17/05/2016 - 15:48
Una colonia nutritissima
La vera storia dei
marchigiani in Finn
Al Mondiale di Gaeta ben 5 atleti, quasi la metà della flotta italiana, era composta da velisti delle Marche. Chi sono e come si allenano i finnisti marchigiani? E quali sono le ragioni di questo boom? L'unione (e l'amicizia) fa la forza...
Alla Finn Gold Cup di Gaeta le Marche hanno schierato una nutrita rappresentativa (ben 5 velisti): oltre al "capitano" Filippo Baldassari da Recanati, sono scesi in acqua il fanese Giacomo Giovanelli, il civitanovese Paolo Cisbani e i dorici Tommaso Ronconi e Roberto Strappati, tutti con alle spalle esperienze significative tra classi olimpiche, altura e monotipi ma spinti a salire sul Finn dallo stesso Filippo meno di un anno fa.
Ebbene, malgrado la loro poca esperienza nel duro mondo "finnico", non hanno voluto lasciare solo il loro mentore che, tra alti e bassi, dopo aver vinto le selezioni per Londra 2012, ci ha voluto (sportivamente) riprovare quest'anno. Il bello della vela è anche questo: professionisti e dilettanti insieme sul più duro banco di prova, condividendo ritmi, fatiche, soddisfazioni e criticità senza perdere il sorriso.
Ma facciamo un passo indietro. Terminata l'esperienza valenciana-londinese, Filippo è stato fermo circa un anno e mezzo, periodo sabbatico in cui si è voluto alleggerire e "disintossicare" delle pressioni di una Olimpiade non andata come avrebbe voluto fra sfortune e pecche di gioventù. Poi, quando è tornato sul Finn si è posto il problema di come, dove, quando e con chi ricominciare, interrogativi risolvibili solo se si dispone di mezzi (quasi) illimitati e di una certa autonomia organizzativa, non sempre facile da ottenere per i professionisti italiani. Allora, qualche tempo fa, dopo essersi reso conto di non potersi permettere la preparazione che effettivamente richiede una selezione olimpica, Filippo ha deciso di tornare alle origini.
Come? Ppreparando gli ultimi mesi delle qualifiche olimpiche a casa sua, nelle Marche. "La prima cosa che serviva era costituire un gruppo ma fino a quel momento di finnisti nella zona nemmeno l'ombra. E allora, i finnisti li abbiamo creati", scherza Filippo. Con questa idea e con il supporto logistico della Marina Dorica e dei circoli velici anconetani, Filippo ha avvicinato al Finn i velisti della zona - tutti suoi tifosi ovviamente - coinvolgendo giovani e meno giovani con il tempo, la voglia e le fisic du role adatti al singolo più impegnativo.
Detto fatto. Alla prima chiamata, hanno risposto una decina di appassionati con la competenza e la sana ambizione di allenarsi, sviluppare materiali, mangiare carboidrati e proteine a sufficienza e con la curiosità di confrontarsi con un atleta consumato e passare delle ore in mare insieme a lui. "Uscendo insieme - racconta Filippo - abbiamo colto diversi spunti tecnici e tattici che hanno fatto bene a tutti. C'è ancora molto da lavorare ma in condizioni di vento medio-leggero tutto il gruppo è competitivo e alcuni piazzamenti ottenuti qui lo confermano".
Così, anche se le regate di Gaeta non hanno sorriso al velista recanatese e il sogno di Rio 2016 è svanito, è nata una nuova flotta nel cuore del mare Adriatico, dove con i suoi amici (quelli veri che si vedono al momento del bisogno) Filippo continuerà a prepararsi, sperando di trovare quel poco di serenetità e di concentrazione che il farraginoso mondo della vela olimpica italiana gli ha finora concesso solo a sprazzi..
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