Storia | Regata > Vela Oceanica
08/06/2011 - 22:01
Regate oceaniche e grandi manovre: decide tutto OC ThirdPole
Regate oceaniche e grandi manovre: decide tutto OC ThirdPole
La Ostar diventa
biennale?
biennale?
Grandi manovre sulle regate oceaniche. OC ThirdPole (potente organizzazione di marketing sempre più decisiva nella vela) annulla l'edizione del 2012. Ma la rinuncia nasconde un progetto più ampio...
E' la più antica regata oceanica in solitario, nata nel 1960 con il nome di OSTAR (Observer Singlehanded Trans Atlantic Race) dal nome del quotidiano che la sponsorizzava. Ora The Transat, questo il nome attuale della regata, rischia di diventare un caso. L'ennesimo per la grande vela, in questi mesi difficili che mettono sotto pressione Coppa America, Giro del Mondo e Olimpiadi. La società organizzatrice ThirdPole ha infatti annunciato lo spostamento a data da destinarsi della Transat rispetto alla naturale scadenza del 2012. Ma questa volta non si tratta di una rinuncia, quanto piuttosto di una riorganizzazione tutta interna al mondo delle grandi classi oceaniche. Vediamo perché.
L'evento ha sempre avuto una cadenza quadriennale e ha rappresentato sempre l'appuntamento principe della vela oceanica lungo varie epoche, mettendo insieme il massimo della tecnologia, delle barche e dei grandi marinai alla Eric Tabarly, che proprio nella Ostar ha costruito la sua fama. La nascita di molte altre regate oceaniche aveva indebolito già la Ostar in passato: nel 2004 The Transat venne "salvata" all'ultimo dall'intervento della OC ThirdPole, una società di marketing sportivo globale specializzati nell'outdoor e nello yachting, tra l'altro è l'organizzaatrice delle Extreme Sailing Series, e l'ideatrice della Barcelona World Race, nonché la costola marketing di Artemis Challenge, la sfida svedese alla Coppa America guidata da Paul Cayard e divenuta challenger of record dopo il KO di Mascalzone Latino. OC ThirdPole ha anche gestito negli ultimi dieci anni molte campagne di yacht oceanici tra cui Kingfisher, Skandia, Estrella Damm, BT, e Artemis Ocean Racing. Poi nel 2008, con lo sponsor Artemis, cambiò la formula che restò aperta ai soli monoscafi, pensando di riferirsi prevalentemente alla crescente flotta di IMOCA 60, ed escludendo i multiscafi. Quella edizione fu uno straordinario successo soprattutto in Gran Bretagna.
Cosa succede allora alla Transat 2012, che secondo regola seguirebbe quella del 2008? C'è di mezzo un'altra regata, la Istanbul Europa Race, organizzata da Olay Nautic e prevista per questa estate (2011), ma annullata per mancanza di iscritti. Ma in aiuto agli organizzatori interviene proprio la ThirdPole, non fosse altro che per rafforzare il proprio ruolo nei confronti della classe IMOCA 60, e offre alla Istanbul il proprio "slot" di maggio 2012 (considerato un "pre-Vendeé") per replicare la regata, probabilmente con una flotta più numerosa.
La conseguenza dell'atto di generosità verso i turchi, è però che la Transat (cioè la Ostar) si ritrova senza casa (cioè senza data), che per una regata (e che regata...) è come l'acqua per un pesce. Un clamoroso autogol? Non proprio, a guardare gli sviluppi. ThirdPole ha annunciato che sta infatti riconsiderando la formula e le date di The Transat, insieme ai partner, e la cosa più probabile a questo punto è che l'ex Ostar diventi un appuntamento biennale (in pratica raddoppiando la sua frequenza), alternandosi con altre storiche e celebri oceaniche in solitario e in doppio, inserendosi a meraviglia nei pilastri del calendario IMOCA ogni due anni (Vendeé Globe, Barcelona World Race).
Insomma una (apparente) rinuncia oggi, per prendersi tutto il piatto domani: sembra questa la strategia di ThirdPole, che infatti ha chiesto a IMOCA di supportare questa visione con una programmazione strategica di lungo termine che possa attrarre nuovi sponsor. Una partita a scacchi, giocata a quattro mani da Remì Duchemin (CEO) e Mark Turner (Executive Chairman) di ThirdPole. Dopo
E' la più antica regata oceanica in solitario, nata nel 1960 con il nome di OSTAR (Observer Singlehanded Trans Atlantic Race) dal nome del quotidiano che la sponsorizzava. Ora The Transat, questo il nome attuale della regata, rischia di diventare un caso. L'ennesimo per la grande vela, in questi mesi difficili che mettono sotto pressione Coppa America, Giro del Mondo e Olimpiadi. La società organizzatrice ThirdPole ha infatti annunciato lo spostamento a data da destinarsi della Transat rispetto alla naturale scadenza del 2012. Ma questa volta non si tratta di una rinuncia, quanto piuttosto di una riorganizzazione tutta interna al mondo delle grandi classi oceaniche. Vediamo perché.
L'evento ha sempre avuto una cadenza quadriennale e ha rappresentato sempre l'appuntamento principe della vela oceanica lungo varie epoche, mettendo insieme il massimo della tecnologia, delle barche e dei grandi marinai alla Eric Tabarly, che proprio nella Ostar ha costruito la sua fama. La nascita di molte altre regate oceaniche aveva indebolito già la Ostar in passato: nel 2004 The Transat venne "salvata" all'ultimo dall'intervento della OC ThirdPole, una società di marketing sportivo globale specializzati nell'outdoor e nello yachting, tra l'altro è l'organizzaatrice delle Extreme Sailing Series, e l'ideatrice della Barcelona World Race, nonché la costola marketing di Artemis Challenge, la sfida svedese alla Coppa America guidata da Paul Cayard e divenuta challenger of record dopo il KO di Mascalzone Latino. OC ThirdPole ha anche gestito negli ultimi dieci anni molte campagne di yacht oceanici tra cui Kingfisher, Skandia, Estrella Damm, BT, e Artemis Ocean Racing. Poi nel 2008, con lo sponsor Artemis, cambiò la formula che restò aperta ai soli monoscafi, pensando di riferirsi prevalentemente alla crescente flotta di IMOCA 60, ed escludendo i multiscafi. Quella edizione fu uno straordinario successo soprattutto in Gran Bretagna.
Cosa succede allora alla Transat 2012, che secondo regola seguirebbe quella del 2008? C'è di mezzo un'altra regata, la Istanbul Europa Race, organizzata da Olay Nautic e prevista per questa estate (2011), ma annullata per mancanza di iscritti. Ma in aiuto agli organizzatori interviene proprio la ThirdPole, non fosse altro che per rafforzare il proprio ruolo nei confronti della classe IMOCA 60, e offre alla Istanbul il proprio "slot" di maggio 2012 (considerato un "pre-Vendeé") per replicare la regata, probabilmente con una flotta più numerosa.
La conseguenza dell'atto di generosità verso i turchi, è però che la Transat (cioè la Ostar) si ritrova senza casa (cioè senza data), che per una regata (e che regata...) è come l'acqua per un pesce. Un clamoroso autogol? Non proprio, a guardare gli sviluppi. ThirdPole ha annunciato che sta infatti riconsiderando la formula e le date di The Transat, insieme ai partner, e la cosa più probabile a questo punto è che l'ex Ostar diventi un appuntamento biennale (in pratica raddoppiando la sua frequenza), alternandosi con altre storiche e celebri oceaniche in solitario e in doppio, inserendosi a meraviglia nei pilastri del calendario IMOCA ogni due anni (Vendeé Globe, Barcelona World Race).
Insomma una (apparente) rinuncia oggi, per prendersi tutto il piatto domani: sembra questa la strategia di ThirdPole, che infatti ha chiesto a IMOCA di supportare questa visione con una programmazione strategica di lungo termine che possa attrarre nuovi sponsor. Una partita a scacchi, giocata a quattro mani da Remì Duchemin (CEO) e Mark Turner (Executive Chairman) di ThirdPole. Dopo
Commenti