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14/11/2020 - 19:42

Vendée Globe, la prima settimana ha un grande protagonista

La lezione di Jean: ecco perchè Yes We Cam!

STORIA E VIDEO DI JEAN LE CAM, 61 ANNI, IN TESTA - Gli inizi con Eric Tabarly, la Whitbread, il Figaro vinto tre volte (record), i giri del mondo, le incursioni nel mondo del multiscafi. E' alla quinta partecipazione Vendée Globe (record): 2° nel 2005 a poche ore dal vincitore Vincent Riou. Salvato nella barca rovesciata a Capo Horn nel 2009, 5° nel 2013, 6° nel 2017. Una cosa sola con il giro. E in questa prima settimana, il vecchio marinaio sta spiegando a tutti come si va in oceano

 

Tutti in piedi ad applaudire, standing ovation per la prima settimana del VG 2020 di Monsieur Jean Le Cam, classe 1959, nato dove la terra finisce (Quimpér, Finistère), il più incredibilmente longevo velista circumnavigatore. Con una barca datata e senza foil, ha attraversato due burrasche e fatto tutte le scelte tattiche più giuste, restando sempre nel terzetto di testa, fino a diventare primo il sabato 14 novembre, dopo aver girato attorno alla depressione tropicale Theta meglio del mostro Hugo Boss e del favorito Alex Thomson.

Il tutto con una barca del 2006, progetto Bruce Farr, costruita da CDK, lo storico cantiere guidato dal fratello maggiore di Michel, Hubert Desjoyeaux, e la cui storia è raccontata dai nomi che ha avuto: Foncia (con la quale Michel Desjoyeaux vinse il VG 2008-2009), TC2, Movistar, Mapfre, Maître CoQ, Mare, Cheminées Poujoulat, Hubert, Finistère Mer Vent, Corum L'Epargne, Yes We Cam!), profondamente curata e rivista, anche nelle linee d'acqua, con lei JLC ha vinto la Barcelona World Race del 2014 in coppia con Bernard Stamm, insomma è casa sua.

Fermo immagine. Prima di proseguire, di raccontare come si diventa Jean Le Cam (o almeno come lui lo è diventato), saliamo a bordo della sua barca dal nome fantasticamente autoreferenziale "Yes We Cam", che davvero ci fa sognare di essere tutti JLC, e sentiamo le parole, o meglio lo spirito di questo sessantenne con la faccia solcata dal vento.

UN ESTRATTO DI CIO' CHE DICE JEAN NEL VIDEO, DAL CENTRO DELLA DEPRESSIONE TROPICALE THETA - "Non è stata una passeggiata, questo è sicuro! Diciamo che non è stato come giocare con i limiti di un anticiclone come altre volte. Anzi. impegnativa come situazione. Però va be’ ti arrangi con quello che trovi. Ho provato a mandarvi un video ma a priori non è passato. Mi sistemo. Sono riuscito a collegare le cuffie con Skype, già non è male.

"Non mi aspettavo di essere davanti ai foiler. Vanno comunque molto più veloce di me, quindi a un certo momento… Quando, non lo so. Comunque siamo arrivati a quattro giorni di regata e sono nei tre primi, quindi non è normale. Vedi? Si prevedono sempre tante cose, si dicono tante cose, gargarismi, articol nei giornali e bla bla bla… Infatti, l’altro giorno un amico mi ha detto questa battuta: “Parlare bene fa ridere mentre far bene fa tacere”. L’ho trovata così forte che la volevo scrivere nella barca, perché ecco… Dopodiché li vedrò infilarsi, però intanto, visto che ci siamo ’Il nonno fa resistenza’’ (è il titolo di un film comico francese, Ndr).

"Beh la depressione Theta! Ti segnalo che non ho potuto rispondere prima perché sono a 70 miglia del centro. Ho appena arrotolato la vela a prua, sono con sola randa, aspetto di vedere cosa farò. In ogni caso come dico sempre non bisogna confondere velocità e frenesia. Ora sono tranquillo, mure a sinistra, il vento sale tranquillamente. Non serve a niente mettere una vela che non andrà più bene tra mezz’ora.

"Sono contento che ci sia gente con me. Perché è vero che non sono avventure facili. E’ divertente perché prima della partenza c’è la preparazione, prima ancora c’è la costruzione e ora è la navigazione ed ecco, tutto si incatena e avviene. Quindi si, certo sono contento. Se non fossi contento ora, allora non potrei essere contento mai. Quindi sono contento."

GLI INIZI CON TABARLY E LE REGATE DA RAGAZZI SULLE DERIVE CON DESJOYEAUX, POUPON, JOURDAIN - La faccia di un navigatore contento, senza stress, nel suo elemento. Un fuoriclasse senza tempo. Come certifica la sua storia. Un predestinato. Dagli inizi nell'equipaggio di Eric Tabarly, la leggenda, la prima superstar della vela oceanica francese e non solo. Da Eric, Jean Le Cam apprende le basi, l'approccio. Ma poi prende la sua strada. Se Eric era un "parà" del mare, navigatore muscolare, Jean è del Sud, capello selvaggio, quasi un hippy degli oceani, in realtà è solo figlio di una storia inevitabile, che inizia quando la famiglia Le Cam esce in mare tutti i giorni dell'anno sul "Mervent", un Armagnac. E chi c'è a bordo con loro durante i primi campionati invernali? I fratelli Desjoyeaux, Hubert, Bernard, Michel, figli di Henry, che è tra i fondatori del Centro Nautico dei Glenans... Prima del cabinato, Jean fa parte di una combriccola di giovani velisti che regata sui Vaurien e poi sui 420, sentite che nomi: sempre Hubert Desjoyeaux, i fratelli Luc e Philippe Poupon, Roland Jourdain... Quando cresci così come vuoi che vada a finire? Tre di questi ventenni che vanno sulle derive, saranno gli unici skipper a vincere ben tre volte la Solitaire du Figaro: Poupon, Michel Desjoyeaux, e per l'appunto Jean Le Cam, 1994-1996-1999, da qui il soprannome "Le Roi". Tra i suoi colleghi i legami più stretti sono anche con Jean-Pierre Dick e Philippe Jeantot, non a caso il fondatore del Vendée.

Jean non ha mai lasciato i riflettori. E invecchia bene come il vino buono. Arrivano risultati importanti nel 2014 (Barcelona World Race), e nel 2015 è stato incoronato campione del mondo IMOCA. Poi un 6° al quarto Vendée Globe nel 2016 e il podio (3°) alla Bermudes 1000 Race 2018. Nel 2019, Jean Le Cam ha navigato in giro per l'Europa per incontrare i suoi partner prima di correre il Transat Jacques Vabre con Nicolas Troussel a bordo del suo fedele IMOCA 'Hubert', che per l'occasione è stato messo sotto i colori di Corum L'Epargne.

Con questa barca Jean ha un legame davvero unico, e soprattutto la conosce a menadito, la sa ascoltare, la capisce, la asseconda. E viceversa fa la barca con lui. Ecco spiegato il mezzo miracolo della prima settimana di questo VG, con Le Roi che dopo due burrasche è lì davanti a tutti, anche ai foiler di ultima generazione, a una media strabiliante.

VENDEE E LE CAM - Questo è il quinto Vendée per JLC. Tra il giro e il navigatore c'è un legame reciproco sin dalla sua prima partecipazione nel 2004-2005. Il marinaio si è rivelato al grande pubblico per i suoi talenti di navigatore, ma anche per la sua disinvoltura, il suo modo di spiegare le regate oceaniche con le parole di tutti i giorni, il suo umorismo insolito, l'ironia anche negli sguardi. E' un personaggio, oltre che un navigante capace di dare del tu alle onde e al vento. Eppure il Vendée non è sempre stato gentile con lui, anzi. Nel 2004-2005 ha mancato la vittoria per un niente, quando si immaginava avesse ormai vinto dopo che aveva doppiato Capo Horn con oltre 250 miglia su Vincent Riou. Nel 2008 tragedia sfiorata: il suo giro si conclude sullo stesso Capo Horn, con la barca rovesciata seguito della perdita della sua chiglia, con Jean dentro la cabina. Vincent Riou verrà a salvarlo, con un'operazione che ricorda il salvataggio di Giovanni Soldini a Isabelle Autissier. Nel 2016 trova ancora il budget per essere di nuovo in gioco all'ultimo minuto. E lo stesso avviene quattro anni dopo, è storia di questi giorni. Yes We Cam.

IL DRAMMATICO NAUFRAGIO DEL SUO VM MATERIAUX E IL SALVATAGGIO DA PARTE DI VINCENT RIOU - Resta uno dei momenti da ricordare nella storia del VG, come il recupero del Fleury Michon di Poupon da parte di Loick Peyron. Riou va a recuperare Le Cam e nell'operazione la sua barca PRB soffre dei danni. I due finiranno insieme la regata.

Le Cam invia un segnale di soccorso al suo team alle 01:40 UTV, riportando seri problemi a bordo con la chiglia, e poco dopo la barca si rovescia. Siamo a 200 miglia a Ovest di Capo Horn, ci sono 25-30 nodi di vento. La direzione di corsa devia la rotta di due concorrenti.

Sulla rotta dello scafo rosso rovesciato di VM Materiaux con Jean a bordo nella cabina, ci sono anche: una nave della Marina cilena con a bordo sommozzatori, un elicottero, e la petroliera Sonangol Kassanje, ma il primo a raggiungere il punto è un collega, Vincent Riou. Alle 18 UTC sente Riou che racconta come Le Cam si sia gettato in mare dalla barca con la tuta di sopravvivenza. PRB gira intorno varie volte prima di riuscire, al quarto tentativo, a recuperare a bordo il naufrago Le Cam. In quest'ultimo giro PRB rompe una delle sue aste laterali che sorreggono le sartie nell'urto contro la chiglia rovesciata di VM Materiaux. Nel racconto si spiega come entrambi gli skipper abbiano lavorato insieme per scongiurare il disalberamento di PRB. Poi proseguono con tre mani e velocità ridotta. A poche miglia di distanza segue gli eventi un certo Armel Le Cleac'h su Brit Air, che poi seguirà PRB finchè non si rimette in sicurezza. "Una incredibile storia con un finale felice", è il commento di Alain Gutier, in quella edizione Vendée Globe safety consultant.

VIDEO, IL RECUPERO DI LE CAM ROVESCIATO A CAPO HORN DA PARTE DI VINCENT RIOU

GUARDA IL PALMARES E PROVA A CONTARE LE MIGLIA...

2019: Transat Jacques Vabre - 13th
2019: Défi Azimut - 12th
2018: Bermudes 1000 Race - 3rd
2016-2017: Vendée Globe - 6th
2015: IMOCA World Champion
2015: Barcelona World Race - 1st
2015: IMOCA World Champion
2013: Transat Jacques Vabre - 1st on PRB with V.Riou
2012: Vendée Globe 2012-2013 - 5th 
2010: Transat Ag2r - 6th 
2008: Vendée Globe - Abandonment
2008: Transat Ag2r - 4th 
2006: Route du Rhum - 2nd 
2005: Transat Jacques Vabre - 3rd 
2004: Vendée Globe - 2nd
2001: Transat Jacques Vabre - 4th 
1999: Solitaire du Figaro - 1st
1996: Solitaire du Figaro - 1st
1994: Transat Ag2r - 1st
1994: Solitaire du Figaro - 1st

Sezione ANSA: 
Saily - Altomare

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