Storia | Regata > Vela Oceanica
20/02/2017 - 17:49
Vendée Globe, un finale drammatico che tiene col fiato sospeso
La battaglia di Conrad
senza cibo ed energia
Vuole terminare a tutti i costi il suo primo Vendée Globe. Ma la battaglia entra in una fase decisiva. Lo skipper neozelandese-statunitense di Foresight Natural Energy, dopo il disalberamento del 10 febbraio, ha percorso circa 400 miglia, ne restano da fare altre 300, a 3 nodi di media. E a bordo ci sono viveri per altri quattro giorni, ed energia per cinque... Iniziato il razionamento, si studiano le possibili soluzioni per finire il suo giro con l'obiettivo "zero emissioni". Il racconto della situazione nelle sue parole - FOTO E VIDEO
Conrad Colman sta combattendo un'incredibile battaglia, doppia, forse tripla. Umana, velica, ambientalista. La sua barca Foresight Natural Energy ha disalberato durante la notte del 10 febbraio scorso, a circa 800 miglia dal traguardo del Vendée Globe a Les Sables d'Olonne. Colman era al 10° posto. Nei giorni successivi, lo skipper kiwi, che ha anche nazionalità statunitense, ha armato la barca con una attrezzatura di fortuna, usando il boma al posto dell'albero, e riuscendo ad avanzare verso l'obiettivo a una media di 2-3 nodi. Molto lentamente.
Nel frattempo è stato superato da altri concorrenti, e a Les Sables sono arrivati il 9° (Eric Bellion), il 10° (Arnaud Boissieres, accolto festosamente in quanto nativo di Les Sables), l'11° (Fabrice Amedeo) e il 12° (lo svizzero Alan Roura, il più giovane in gara). Alle 17 circa di lunedi 20, Colman è a 353 miglia dall'arrivo, ed è stato superato nella notte anche dall'americano Rich Wilson, che è adesso 13° a 220 miglia dal traguardo. Alle sue spalle, il 15° è lo spagnolo Didac Costa, che si trova a 590 miglia dall'arrivo ma corre a 14 nodi... Poi Romain Attanasio a 980 miglia. Più staccati restano il 17° e 18°, Pieter Heerema e Seb Destremeau.
Ma per Conrad non si tratta certo di una questione di classifica. Adesso c'è in ballo il principio, la sua forza di volontà, ma anche le reali possibilità di farcela a superare le sfide che lo attendono nei prossimi 5-6 giorni. E' stato calcolato che a bordo Colman ha ancora viveri per sufficiente energia per quattro giorni. Le condizioni previste sono ancora di venti leggeri per due giorni, ma poi una depressione in arrivo dovrebbe aiutare Conrad a fare rotta verso Les Sables. L'altra preoccupazione del velista è di evitare i cargo e le navi: "Ho in funzione il mio radar e le navi dovrebbero vedermi, lo spero. Io ho davvero scarse possibilità di movimento..."
Conrad avanza a fatica verso un finale tutto da scoprire, che sta mettendo alla prova la sua resistenza psicofisica oltre quanto si aspettava: "E' incredibile quanto sta succedendo, è stato un Vendée molto difficile per me, assai più di quanto mi aspettassi, ho avuto avarie a ripetizione, e poi questa botta finale.... Non me l'aspettavo, avevo appena superato il picco della depressione, il vento era sceso da 45 a 30 nodi, ero al lasco, con fiocco 3 e due mani alla randa, la barca andava perfetta con questa configurazione. Sono sceso sotto coperta e ho sentito un crac... Che è arrivato quasi dentro di me, ho sentito che si era rotto qualcosa, non solo l'albero, la mia stessa regata, tutto.
"Mi sono detto: la regata è andata. Ma ero in un misto di emozioni fortissime, c'era il pensiero per l'albero e le vele andate perse, che mi sono costate un sacco di soldi, più che per la mia casa, per la quale poi c'è ancora il mutuo da pagare... Uno scenario terrificante, emozionalmente e finanziariamente...!"
Da quello scenario terrificante, è arrivata la decisione: "Dovevo finire a tutti i costi. Ho chiamato mia moglie, la direzione della regata, ho avvisato che non volevo assistenza, che ero ancora in gara, che saremmo andati a vedere cosa succedeva. Mi sono rannicchiato e sono andato a dormire. Ero improvvisamente insensibile a quanto successo. Questo è stato, ovviamente, dopo che ho tagliato via tutta l'attrezzatura rotta, tutto in mare. Metaforicamente e letteralmente è spuntata l'alba di un nuovo giorno. Mi sentivo come rinato e sono stato guidato dalla rabbia, dalla testardaggine, di non essere sconfitto proprio sul finire della gara. Mi sono lanciato nelle riparazioni. E' stato un grande lavoro. Il boma è attaccato al ponte al posto dell'albero. Poi ho dovuto costruire un set di vele adatte e mettere il tutto insieme. Le condizioni erano ancora orrende con quattro o cinque metri di onda che frangevano sopra la barca. Ma io ero ormai entrato in una mentalità costruttiva. Stavo facendo quello che mi serviva in quel momento.
Il fatto che le condizioni sul ponte fossero pericolose ha solo acceso un altro livello di energia e passione in me, mi ha fatto sentire la forza per combattere anche questo problema. Tutti sono stati molto favorevoli e gentili nei loro messaggi e nelle e-mail. Sono stupito dall'energia che posso sprigionare, e di quante soluzioni innovative si possono trovare. Ho trovato una soluzione con gli strumenti che avevo a bordo e fatto qualcosa che di solito si può fare solo in un grande laboratorio.
Il problema dei viveri adesso è una mezza emergenza sulla strada del traguardo "Ho imbarcato cibo per 100 di regata e ora sono a 10, inoltre c'è voluta un sacco di energia per preparare l'attrezzatura di fortuna e ora mi restano un paio di pacchetti di minestre in polvere e poi passerò a quello che c'è nella zattera di salvataggio. Ciò significa meno di 700 calorie al giorno... In un inverno europeo è molto poco, soprattutto per il lavoro che continuo per tagliare e adattare le vele.
"Ho 350 watt di pannelli solari sulla parte superiore della tuga che abbiamo installato solo pochi giorni prima della partenza della gara. Il mio preparateur Cyril mi aveva guardato inorridito quando ho aggiunto un altro elemento alla lista di lavoro a pochi giorni prima del via. Ma questo è ciò che sta tenendo la mia regata in vita in questo momento. A 3.5 nodi di velocità non posso utilizzare il mio motore elettrico come idrogeneratore, che è stata l'unica cosa che mi ha dato l'energia durante la regata.
Ma per essere produrre energia elettrica dal motore ho bisogno di fare almeno 7 nodi, che è, naturalmente, il doppio di quanto sto facendo ora. Al momento penso di avere almeno 5 giorni di navigazione ancora e che avrò un paio di giorni di sole nel mezzo di Biscaglia, prima di una depressione in arrivo. Spero di fare strada nel fine settimana verso Les Sables d'Olonne e, auspicabilmente, con il vento della depressione potrei raggiungere la soglia della velocità della barca per fare carica con l'hydrogenerator. Al momento sto guardando nervosamente il segno di spunta dell'energia verso il basso... Ma le cose in realtà non si sommano, ho cinque giorni di navigazione attraverso l'acqua e quattro giorni di energia elettrica rimasta, sto davvero sperando di trovare una soluzione."
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