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21/07/2021 - 07:36

Più sicuri, più felici

Kite olimpico, focus sicurezza

Il Kite è sempre più diffuso, a Parigi 2024 assegnerà due podi olimpici. Quali sono le accortezze, le attenzioni e le tecniche per andare (e volare) sul kite in tutta sicurezza. Un articolo appassionato e interessante con il parere di esperti come Pierluigi Capozzi, Mirco Babini, Franco Pagliarani e la nutrizionista CONI Raffaella Spada

 

di Miki Cerquetti

Il kite dopo un percorso di più di dieci anni è arrivato alle olimpiadi, confermate anche le due medaglie una maschile una femminile nella disciplina del kite foiling, con attrezzatura registrata ed entro certi limiti di utilizzo (una tavola, quattro ali registrate). Si chiama Formula Kite: si utilizzano aquiloni cassonati autogonfiabili e la prima gara internazionale significativa è stata a Gizzeria in Calabria con un bel campionato mondiale under 19 ed under 17 e dei bei risultati azzurri. Inutile dire che il circolo Hang Loose merita questo onore e il campo di Gizzeria è uno dei più belli al mondo per questa disciplina.

Si dice che il campionato del mondo di Torregrande in Sardegna (per la formula mista) verrà convertito in campionato del mondo maschile e femminile con medaglia individuale. Vedremo. Ma insomma è chiaro che adesso non si gioca più e speriamo che la federazione attivi al più presto il supporto che gli atleti meritano, che i corpi militari si facciano carico dei ragazzi, per farla breve che ci si comporti con gli atleti del kite come ci si comporta abitualmente con ogni atleta di indirizzo olimpico.

Questo articolo prende spunto dalla notizia olimpica per   parlare di sicurezza nel kite foiling a 360°. Vista la diffusione che questa disciplina sta avendo tra gli appassionati.

UN PO’ DI IDEE GENERALI - Sostanzialmente il kite foiling permette una estensione della possibilità di uscita anche con venti ai limiti sia minimi che massimi e questo dipende dalla grandezza della vela che viene utilizzata e scelta in base all’intensità del vento individualmente da ogni atleta. Ma di fatto la disciplina oramai rientra nella high speed sailing, dove le prestazioni di chi naviga raggiungono limiti impensabili.

Nella mia giovinezza il mito della vela veloce era il Crossbow e la settimana della velocità a Weymouth. Dove il limite dei 30 nodi sembrava una soglia impossibile, una sfida assoluta infranta nel 1980 dal proa di Sir Colmann, che spendeva all’epoca un patrimonio per questo singolo evento e record, e che resistette sino al 1986 per poi crollare di fronte al record di un piccolo ed economico windsurf con il francese Maka. Se per passare il limite dei 30 nodi ci sono voluti secoli di vela per incrementare di dieci nodi il record ce ne sono voluto solo 8 con Beale si superano i 40 nodi nel 1988 ed in ventotto anni si arriverà ai 50 nodi con il kitesurf di Cattelan 2008!

Adesso regatare a velocità intorno ai 30 nodi è la normalità con tavole e multiscafi ed imbarcazioni foil, anche in altura questi limiti sono oramai acquisiti. Per quanto riguarda il kite l’iniziale richiesta di world sailing di regatare con 6 nodi si è trasformata in una sfida tecnologica ed atletica pienamente riuscita! Grazie agli aquiloni cassonati ma anche aquiloni pump leggerissimi one strut quindi con la sola leading gonfiabile. Il limite di vento per regatare è realmente una leggera brezza. E anche qui parliamo si sicurezza…

PERCHE’ PARLARE DI SICUREZZA CON VENTO LEGGERO - Sembra paradossale ma la prima nota dedicata alla sicurezza parte proprio con l'uscita con vento leggero (si parla dai 5 in su) un kitefoil quando parte va subito a velocità superiori ai 15 kn quindi in pochi minuti ci si allontana facilmente da luogo di partenza. Come il vento può aumentare può anche calare del tutto e senza un mezzo di assistenza il ritorno si può fare problematico.

Se poi si esce con un aquilone cassonato la gestione di questo tipo di ala caduta in acqua non è semplicissimo. Nel dubbio va raggiunto e sgonfiato rapidamente (i cassonati si autogonfiano con l'aria ma possono anche riempirsi d'acqua se rimangono a lungo in acqua). Abbiamo intervistato uno dei maestri del kite foiling Pierluigi Capozzi, figura storica del windsurf romano, tra i più esperti specialisti.

"Cosa accade se manca il vento e il cassonato cade in acqua? Ovviamente ci vuole una preparazione base di meteo e conoscenza del posto, una cosa è un calo di vento a metà giornata altra cosa se l'aquilone e il momento di crisi è vicino al tramonto con la notte che incombe. Conviene sempre essere controllati da terra Con l'aquilone cassonato la prima cosa da fare in caso di caduta dell'ala in acqua è cercare di tenere le bocchette (l'aquilone cassonato ha delle bocchette di ingresso dell'aria) fuori dall'acqua e aspettare in stand-by un'eventuale risalita del vento. Un buon cassonato può tranquillamente reggere in sicurezza, galleggiando sull'acqua più di mezz'ora. Ovvio che nel momento che si decide la manovra di sicurezza si deve ripiegare la vela e poggiarla sulla tavola e rientrare.

Al di sopra dei 15 nodi si usano dimensioni di gran lunga ridotte, va ricordato come l'AR dei cassonati esponga molta più superficie al vento. Va valutato il fondale e gli eventuali ostacoli affioranti, fissi o occasionali. Una busta o un tronco presi a 20/25 nodi possono essere veramente brutte sorprese. Insomma ragionare sempre, informarsi se non si conosce lo spot, vedere cosa fanno gli altri.

"Io ovviamente gareggio, le velocità sono elevate, è d'obbligo il casco e l’impact vest, ma anche d'estate una muta anche leggera è sempre una buona protezione. La cosa importante è ragionare su quello che si ha davanti, negli ingaggi ravvicinati serve sempre prudenza. Quando si naviga a più di 20 nodi bisogna sempre ragionare in maniera prudenziale! Sicurezza quindi vuol dire ricordare che con un foilboard superare i venti nodi è cosa abituale. Quindi si deve sempre ragionare in questa ottica. Inutile dire che con uscite sia con vento forte che con vento leggero bisogna evitare l'assunzione di alcolici. Buona norma sarebbe di fare la visita medica agonistica, con valutazione ECG sotto sforzo, è un check-up a prezzi molto contenuti!"

PAROLA DI PRESIDENTE - Chiarisce alcuni aspetti legati alla sicurezza anche Mirco Babini, ex atleta e oggi presidente internazionale. “In bicicletta si rischia molto di più, è molto bello andare veloci ma la criticità può sempre esserci (va ricordato che Babini andò ad una delle primissime regate regate foil internazionali più di dieci anni fa come atleta). Le regole sono cambiate proprio per quello, molto più difficile avere riparazione e limitate le proteste così tutti evitano e cercano di essere prudenti.

"È importante evitare rischi e ragionare in questo senso, va anche ricordato che le linee degli aquiloni sono molto corte (10-13 mq) ed il rischio di intreccio è molto più limitato e l'ala si controlla meglio. Anche le protezioni sono enormemente migliorate e sono indispensabili. Abbiamo anche agito cercando di limitare l’utilizzo tattico della protesta in regata."

Coinvogliamo anche Franco Pagliarani espertissimo Direttore di regata. "Queste regate superveloci sono pericolose? Non vedo particolari rischi in questa disciplina. Una prova dura circa 10 minuti se ne possono fare tre di seguito poi un'ora di pausa poi altre tre prove per un massimo di sei prove complessive. Sono circa due tranches di gara da un'ora l'una.

“Ovvio che l'agonismo ad alto livello non è scevro da rischi, gli incidenti ci possono essere, quello che è importante è formare tutto lo staff intorno alla regata. Gestire barche che viaggiano a 15/20 m/s è molto diverso da 3/4 m/s. Servono UdR preparati e che sappiano anticipare e decidere in pochi attimi. Soprattutto che conoscano i problemi e le criticità delle classi coinvolte, così da prendere tempestivamente le decisioni giuste, ad esempio non aspettare che il vento cali completamente per interrompere la regata e far rientrare i concorrenti.

"Attualmente ci sono importanti progetti sui regolamenti con l'elaborazione di un high performance rules per imbarcazioni velici ed un addendum UF per l'arbitraggio diretto. Insomma il sistema proteste dovrebbe scomparire con un sistema che da anni usiamo per lo slalom nel windsurf. Ovviamente serve la formazione e in una gara ci dovranno essere arbitri in grado di decidere sul momento. Quindi l’orientamento è verso la regata senza proteste: la protesta “spezza” la gara e la rende difficilmente comprensibile, si deve avere il risultato valido subito!

"Questo è il minimo ma ovvio che in queste gare la preparazione degli atleti deve tenere conto di un gigantesco impegno psicofisico. È compito della federazione in collaborazione con classe e soprattutto atleti, mettere a punto ogni strategia in grado di prevenire, comunque si tratta di ragazzi che viaggiano a 80 km ora sul pelo dell'acqua, con una formula di gara molto impegnativa e continuata nella giornata, senza praticamente pause significative tra una heat e l'altra. È fondamentale la preparazione atletica che non deve prevedere dei protocolli comuni ma anche la valutazione individuale dell'atleta e la ricerca dei punti critici.

"Sicurezza è anche creare intorno ai campioni uno staff di professionisti in grado di valutare e capire punti deboli e fragilità. Da quello che so attualmente siamo ai più vaghi e remoti albori di questo tipo di ricerca. Ovvio che l'esperienza dei campioni si riverbera su tutti. Inutile ricordare che la fatica di gara è complessa, emotiva, richiede grande concentrazione, ma anche nell'uscita del fine settimana vale la pena non farsi sfuggire certe accortezze."

Uscire per divertirsi o per le gare è importante presentarsi non solo con adeguata preparazione fisica ma anche avere idea dell'idratazione e della nutrizione da seguire. Ragionare sempre in termini prudenziali! Adeguata preparazione atletica, in uscita non spingere subito prevedere un piccolo riscaldamento. Le regate kitefoil sono molto rapide ma in una giornata si possono fare anche sei prove. Una prova dura circa 10 minuti a cui si deve aggiungere i tempi di prepartenza, fase di stress e concentrazione. In regata è normalità superare i 30 nodi. È un tipo di regata impegnativo dove l'atleta si deve preparare in maniera perfetta, insomma il rischio di collisioni c'è, e anche chi non fa le gare quando la giornata è impegnativa deve ragionare sempre sui limiti che si possono raggiungere e superare.

E allora ecco "Cochi" Raffaella Spada, medico nutrizionista Coni. "Fondamentale l'idratazione, fondamentale!  Disidratarsi provoca una perdita di concentrazione alla lunga la cosiddetta "borraccia giornaliera" l'acqua può essere integrata con sali minerali, magnesio, potassio, attenzione l'integrazione di sali minerali va provata in allenamento non tutti li tollerano allo stesso modo. Le variabili dell'idratazione in gara dipendono anche dal clima, per esempio in Giappone adesso sarà molto caldo ed umido, difficile anche capire i tipo di trasudazione con la muta e con le temperature in gara. Ad occhio dovrebbero bere circa un 200 ml a prova, acqua 1/3 dell'apporto idrico corretto da sali minerali.

"Da quello che capisco i ragazzi hanno giornate di gara particolarmente impegnative e stressanti, da non dimenticare la preparazione dell'attrezzatura, le prove in spiaggia, le fasi della prepartenza, bene riuscire a gestire in maniera corretta l'apporto di una modica quantità di carboidrati. Fondamentale la colazione del mattino! Mangiare almeno un'ora e mezzo prima della gara evitando le verdure. Una sola portata semplice, magari, se il tempo lo permette, anche un secondo leggero.

"Ma ogni atleta (e ogni appassionato dico io) deve trovare la sua strategia. All'istituto di medicina dello sport adesso siamo sotto pressione con i ragazzi che vanno a Tokio ma dopo sarà un piacere collaborare con loro. Infine mi sembra ovvio che, nell’ottica ovviamente amatoriale, anche l’assunzione di alcolici e, peggio che mai stupefacenti, è totalmente contro indicata quando si pensa di viaggiare sull’acqua a più di 40 all’ora e i riflessi devono sempre essere al massimo!

CONCLUSIONI - Insomma nella ultima serie di interviste è evidente come il foiling stia trovando sempre più adepti, anche tra gli appassionati della domenica (i famosi Week End Warriors). È vera navigazione con una bolina spaventosa e veloce ed andature portanti mozzafiato, si superano i 30 nodi e si possono toccare punte vicine ai 50 nodi! Si può  navigare con sicurezza ma in mare si sa non bisogna mai prendere sottogamba la natura, ed a queste velocità anche una banale caduta può trasformarsi in qualcosa di serio.

Molto interessante l’evoluzione tecnica e pratica di questa nuova vela volante e ad alta velocità: nelle prossime olimpiadi tra windsurf, kite e multiscafi prende praticamente il 50% delle medaglie olimpiche. Ora sarà interessante vedere il rapporto dei media con queste realtà. Oltre che le figure tecniche, arbitri di gara, specialisti di campo, bisogna assolutamente ragionare sul supporto mediatico che permetta agli appassionati di seguire le regata in maniera immediata e semplice.

Da quello che si vede in allenamento i gommoni hanno difficoltà a stare dietro agli atleti per quanto vanno veloci ed anche questo può trasformarsi in un problema. Insomma si deve guardare alla Coppa America ed alla sua organizzazione, anche se la differenza di budget è spaventosa. Sarà un quadriennio (meglio, un triennio) complesso: i ragazzi del kite, nuovi atleti possibili olimpici e la Federazione si ritrovano in una situazione molto particolare due olimpiadi in un quadriennio mai accaduto. Quindi rimboccarsi le maniche e tanto lavoro!

High wind sailing richiede molta testa e preparazione sia fisica che mentale ma soprattutto tranquillità e staff adeguato all’impresa! Cura nei dettagli, preparazione meteo, insomma quando ci si confronta con il mare sempre umiltà. Quindi ai campioni la speranza di un grande traguardo, agli appassionati tanto divertimento ma… in sicurezza!

Sezione ANSA: 
Saily - News

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