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31/08/2017 - 18:59

Imprese veliche al limite

Kamana Ovest-Est
missione compiuta

Kamana Sailing Expedition: missione compiuta! In 33 giorni e 3500 miglia percorse, a bordo di Plum con l'esperto skipper Enrico Tettamanti, il primo equipaggio italiano a compiere il passaggio a Nord Ovest, da Ovest a Est. Ecco tutto il racconto, le schede di barca, velisti, equipaggiamento, rotta, momenti difficili - IN ARRIVO LE IMMAGINI VIDEO SU SAILY TV

 

Il Plum ha concluso la sua impresa, arrivando a Aasiaat in Groenlandia, dopo 33 giorni di dura navigazione e più di 3.500 miglia percorse. È il primo equipaggio italiano a riuscire nell’impresa, ed è stato anche il più veloce in questa edizione, al comando Enrico Tettamanti, uno dei più eserti navigatori italiani. Dal suo diario di bordo:

Aasiaat, 28 agosto. “Il mio orologio segna le 20,00 quello del cellulare le 23,00  quello di bordo un altro orario ancora. Effettivamente, non ho idea di che ore siano, il sole è ancora abbastanza alto da farmi credere che sia giorno, la fame e la stanchezza mi suggeriscono altro.Mi siedo in pozzetto, solo un attimo, per assaporare il silenzio e la calma.

"È fatta, ce l’abbiamo fatta.  Quindi il passaggio a Nordovest non è più un progetto, non è più un sogno su cui fantasticare, è realtà, è già esperienza”.

La sensazione più strana durante questi giorni? Navigare e sentirsi sul tetto del mondo. È stata una lunga apnea tra una parte del pianeta terra all’altra, passando attraverso un mare spaziale fatto di ghiaccio

Con Enrico c’erano su moglieGiulia, il piccolo Kai, di un anno e mezzo,  e i compagni di avventura Davide ed Anna Serra con i quattro figli Sofia, Tommaso, Anita e Filippo tra gli otto e 14 anni. E anche l’ineffabile Mafio De Luca, la grande Camilla Rothe e (fino a Cambridge Bay) lo “chef” Marcello Corsi. Un grazie allo sponsor tecnico: Montura.

Miglia totali percorse Nome - Aasiat: 3.520
Miglia percorse a vela: 2000
Massima velocità raggiunta: 16 nodi
Orsi polari avvistati: 3
Pallottole sparate per allenamento alla difesa dagli orsi (come imposto dalle leggi locali): 28
Pesci pescati: 11
Anatre cacciate: 1
Kg di pane prodotti: 19
Litri di alcolici bevuti durante il NW Passge: 0
Ricetta più apprezzata: trota artica pescata a Josephine bay
Pannolini “prodotti” da Kai (un anno e mezzo di età): 13

Le considerazioni tecniche dello skipper Enrico Tettamanti


QUESTO È STATO UN ANNO MOLTO PARTICOLARE
Ad oggi le tre barche di tre solitari sono bloccate vicino a Tasmania Island in condizioni estreme, di ghiaccio e vento. Un numero imprecisato di barche con rotta verso Ovest, sono state mandate indietro dalla Capitaneria Canadese, visto che le condizioni di ghiacci sono troppo impegnative e non permetto più a nessuna imbarcazione di tentare il passaggio.

La navigazione attraverso il passaggio a Nord Ovest in questo 2107 è stata particolarmente dura dal punto di vista meteo dura visto la copertura di ghiacci soprattutto nel Larsen Sound e Franklin Bay. Oltre alla concentrazione il ghiaccio era particolarmente denso essendo vecchio più di 12 mesi. La vera differenza tra un anno e l’altro nella difficoltà dell’impresa dipende prima di tutto dall’età del ghiaccio. Se ha più di un anno è molto più denso, ci mette di più a sciogliersi e anche l’impatto sugli scafi è decisamente più forte e pericoloso.

IL PUNTO PIÙ DURO
La parte più difficile di quest’anno, è stata intorno a Tasmania Islands. Noi oltre ad essere stata la barca più veloce ad attraversare nel complesso il lungo il passaggio a NW, siamo stati anche quelli che hanno trovato la situazione migliore, se pur al limite del fattibile per un imbarcazione in vetroresina, e non in acciaio o alluminio.
La prima barca che ci ha preceduto è rimasta bloccata 5 giorni prima di passare Bellot Strait, e tutte quelle dopo hanno dovuto affrontare una situazione di ghiacci più complicata della nostra. Fino a chi è arrivato troppo in ritardo.. e ha trovato il passaggio tra Tasmania Island completamente chiuso.

LA SCELTA GIUSTA… RAGIONE, E MOLTO SENTIMENTO
Noi eravamo posizionati molto bene ed appena la finestra è stata buona abbiamo navigato veloci verso Tasmania,abbiamo deciso di partire nonostante le condizioni ghiaccio intorno alle isole fossero passate a 5/10 di copertura (una concentrazione particolarmente impegnativa, visto che il massimo di concentrazione per navigare in sicurezza è 3/10). Siamo arrivati a Tasmania prima della pubblicazione della nuova carta ghiacci che abbiamo ricevuto una volta passati. Abbiamo poi scoperto che le vere difficoltà erano dovute ad una concentrazione di 7/10 avvenuta proprio durante le ore del nostro avvicinamento al punto fatidico.

Un’altra particolarità di quest’anno è stata infatti proprio questa: più passava il tempo e più le condizioni peggioravano fino a diventare proibitive con una concentrazione di 9+/10. Tre barche con rotta verso Est e tre barche con rotta verso Ovest sono rimaste incastrate per vari giorni, impossibilitate a muoversi per ghiacci e venti. Hanno provato più volte a sfondare il ghiaccio cercando un minimo varco, ma non è stato possibile! La barca con rotta verso Ovest è alla fine passata, insieme ad altre due francesi che avevamo incontrato durante la nostra fuga della morsa dei ghiacci. Eravamo in particolare apprensione per loro visto che ognuna di esse viaggiava con due bambini a bordo. Fortunatamente mentre stavano facendo l’ennesimo tentativo l’Icebreaker Polar Pince li ha incontrati e ha aperto loro un varco che gli ha permesso di superare la zona bloccata e continuare la loro lunga navigazione verso Ovest.

LA SOLITUDIE DEL COMANDANTE…
Io non avevo sottostimato questa avventura ma non posso negare di aver pensato inizialmente che sarebbe più semplice. Avevo programmato tutte le possibili opzioni qualora non fossimo riusciti a passare, ma nei grandi momenti di tensione, quando pensavo appunto di non farcela, il mio stato d’animo è stato messo a dura prova. Per fortuna dopo pochi minuti ho riconquistato la lucidità e la freddezza che fortunatamente mi accompagnano nei momenti più difficili, e sono state determinanti. Ho capito infatti che dovevamo forzare la mano proprio in quel momento, andando contro le previsioni e i consigli, anche dei più esperti.

Certo con il senno di poi è sempre facile capire di aver fatto la scelta giusta o completamente sbagliata, ma anche quella volta seguire l’istinto è stata la chiave per superare le difficoltà (ovviamente abbinata a una grande preparazione ed a un mezzo super efficiente).
Il fatto di poter seguire l’istinto per superare il momento di difficoltà è un lato affascinate della spedizione, visto che mai come nel passaggio a nord ovest ho avuto la netta prova della totale forza ed imprevedibilità della natura.

LA BARCA
Mai come questa volta il nostro Solaris è stato messo a dura prova, e mai come questa volta ha dimostrato di essere una barca eccezionalmente pensata, progettata e costruita. Ho avuto la fortuna di lavorare alla Solaris, tra la mia vecchia Kamana e la nuova, e ho avuto soprattutto la fortuna di conoscere uno ad uno i ragazzi che hanno costruito materialmente la barca. È sicuramente grazie al loro lavoro e alla mia totale fiducia in ciò che hanno fatto che ho scelto di affrontare questa sfida con  cinque bambini a bordo e, soprattutto, che siamo riusciti a superare nel migliori dei modi in un anno particolarmente impegnativo.

SENSAZIONI
La sensazione più strana? Navigare e sentirsi sul tetto del mondo. È stata una lunga apnea tra una parte del pianeta terra all’altra, passando attraverso un mare spaziale fatto di ghiaccio.

NORD O SUD?
A differenza del polo Sud, il fascino che ha suscitato in ognuno di noi questa impresa è dovuto anche ai suoi abitanti, gli Inuit. Fieri cacciatori, capaci di sopravvivere in un clima mortale per il resto della popolazione mondiale. Incredibile pensare che solo grazie alla carne di foca, spesso mangiata cruda, riescano ad avere una alimentazione completa. Indimenticabili gli incontri nel villaggio di Taloyoak , paesino artico visitato nella storia… da meno di 10 barche.

IL POST DAL BLOG CHE È PIACIUTO DI PIÙ?
Questo, l’ultimo appena arrivati: “Note dolenti della spedizione: persi 4 kg (più’ del 5% del peso iniziale), capelli diradati (situazione già non ottimale in partenza), aumento esponenziale del numero di rughe (ancora da definirsi) e moglie che al risveglio mi chiede “Sei stanco amore? Dimostri 30 anni in più’!”
E molto divertente è stato il commento dell’amico e angelo custode di Plum, VictorWejer: “A proposito delle osservazioni di Giulia, sappi che in uno dei libri che raccontano le imprese del “nostro amico” Amundsen (il primo a fare il NW Passage) si trova questa frase: "L'arduo viaggio attraverso il Passaggio nord-occidentale ha preso il suo pedaggio ad Amundsen. Aveva 33 ma sembrava averne 63. La sua faccia mantenne lo stesso aspetto magro e sporgente per il resto della sua vita."

VICTOR IL GRANDE
VictorWejervive a Toronto e gratuitamente segue tutti i velisti pronti a fare il passaggio Nordovest o navigare nelle acque Artiche. Coautore del nuovo e prezioso libro RCC Arctic and Northern Water. Nel 2016 Victor ha ricevuto l’Award of Merit dall’ Ocean Cruising Club (GBR) per il suo appoggio ai “navigatori  polari”. Alla cerimonia erano 46 di loro ad applaudirlo (cioè quasi tutti). Non vuole un Euro per il suo servizio, ha 76 anni e da 60 naviga. La sua musa ispiratrice è un altro personaggio molto noto ai navigatori oceanici, Herb Hilgenberg che ha assistito per  25 anni i navigatori atlantici e ha ricevuto la US Coast Guard top Award.  Passa le sue giornate, e le sue notti, nel suo ufficio pieno di carte nautiche, libri e computer.

SCHEDA DELLA BARCA
Il Plum, questo è il nome della baca di Kamana Sailing Expedition, è un elegante cutter Solaris 72 dei cantieri Se.Ri.Gi di Aquileia, batte bandiera Maltese, l’equipaggio è italiano. È un progetto di Doug Peterson e di Dick Young, che ne ha curato il design. Ha 5 cabine, è lungo 21 metri, largo 5,64, disloca 43 tonnellate per un pescaggio di 3,0 metri, disegnato e poi ottimizzato per navigare ovunque, dai Poli all’Equatore, nella massima sicurezza e autonomia (ha 2.000 litri si riserva d’acqua e 1.500 di gasolio). A differenza della maggior parte delle altre barche che navigano alle latitudini estreme non è né in alluminio né in acciaio, ma in vetroresina.

LE DOTAZIONI DI BORDO
A bordo ci sono un generatore da 17,5 kW un impianto di riscaldamento a Webasto a gasolio (oltre a quello dell’aria condizionata). A bordo ci sono anche un sacco di “giochi”: 5 kitesurf, un windsurf, un kayak, 4 kit completi per le immersioni, con compressore Bauer e bombole da 12 litri; c’è poi una dotazione completa per fare qualsiasi ripresa o fotografia, anche sott’acqua o dall’aria (i droni sono tre); c’è, soprattutto una dotazione professionale di strumenti per navigazione, sicurezza e per le comunicazioni, tra  cui: due radar, tre satellitari (un Iridium Pilot con stazione fissa a bordo per voce e dati alta velocità, un'altra dock station con un Iridium Extreme, per dati/voce ed un Iridium Extreme per emergenza) , PC di bordo con MaxSea per la cartogarfia. E poi Epirb, Ais, Ais Mobile e l’InReach di Garmin (con la casa americana c’una partnership per la strumentazione).

Tutto l'equipaggiamento tecnico personale (cerata, intimo termico, secondo strato...) è stato fornito dalla Montura, che ha studiato molti capi ad hoc per questa spedizione. Enrico Tettamanti è testimonial della linea nautica di Montura, marchio di altissima qualità e punto riferimento per la realizzazione di capi tecnici per la montagna. 

CHI HA FATTO PER PRIMO IL PASSAGGIO A NORD OVEST?
Fu il norvegese Roald Amundsen che ci impiegò tre anni, dal 1903 al 1906, sul GjØa un peschereccio per la pesca delle aringhe convertito alla nobile impresa (che partì appena i tempo prima di essere bloccato dai creditori che volevano indietro i loro soldi).
I primi a riuscirci in un solo anno furono i canadesi della Reale Polizia a cavallo, solo nel 1944, con lo schooner St. Roch.
Il primo diportista a riuscirci? Willy de Roos, Nel giugno 1977 con il suo 13 metri  Williwaw, battente bandiera belga. De Roos  non solo fece il passaggio, ma continuo “dritto” fino al suo ritorno in Belgio passando da Capo Horn, fu quindi il primo non professionista anche a circumnavigare tutte le Americhe. 

Quali BARCHE ITALIANE DA DIPORTO hanno fatto il passaggio a NW?
Sono state due, entrambe nel 2102, ma entrambe da Est verso Ovest. Passarono il Billy Bud, 30 metri bandiera inglese, ma equipaggio professionista in gran parte italiano, a cominciare dall’armatrice e comandante Mariacristina Rapisardi; e anche il Best Explorer cutter in acciaio di 15 metri dell’armatore torinese Nanni Acquarone. Una spedizione interamente autofinanziata a nome dell'Associazione Arctic Sail Expeditions, battente bandiera italiana.

L’EQUIPAGGIO E IL KAMANA PROJECT
Navigare in tutto il mondo, nel rispetto della natura e dei suoi ritmi. Raggiungere gli angoli più remoti del globo, su una barca a vela, in silenzio”.
Enrico Tettamanti è un marinaio che viene dalla montagna, da Pomarolo, nel Trentino. Naviga sin da piccolo, da 20 anni è skipper professionista, ha navigato per più di 190.000 miglia in tutto il mondo. Ha doppiato sette volte Capo Horn e fatto 20 traversate oceaniche, alle varie latitudini. Nel 2002 ha dato vita al suo primo progetto Kamana (su un bellissimo Cigalle 16), la vela estrema alla portata di tutti, andando a navigare nelle zone più remote del pianeta. Da allora Kamana Expedition (nel 2011 è arrivato Plum, il Solaris 72) è sinonimo di esplorazione e spedizione, andare nei posti dove solo pochi vanno. Esploratore d’animo e di professione, è in grado di accompagnare chiunque in una delle sue tante avventure, in totale sicurezza. Uno dei pochi skipper al mondo ad aver raggiunto tutte le mete polari più importanti, l’Antartide, la Groenlandia e l’Alaska. Grande sportivo è sempre pronto a condividere le sue passioni con i suoi ospiti. Dal windsurf all’alpinismo, dalla pesca d’apnea al parapendio, dal kitesurf al freeride ski, usando sempre come base la barca.

Il posto più bello che ha visto? E’ la domanda che gli fanno tutti. “Impossibile dirlo, ma certamente un luogo “atomico”, irraggiungibile, meraviglioso è Raja Ampat (Papua Indonesiana) tra il 2015/2016 abbiamo esplorato gli arcipelaghi meno conosciti. E dove non va veramente nessuno. Dalle isole senza nessun contatto con la civiltà della Papua Nuova Guinea (qui vissute le emozioni più belle di sempre con le popolazioni locali) alla Papua Indonesiana, con Raja Ampat  (Ultimo posto al mondo con il corallo vivo al 100%), e le Mergui in Myanmar...”

Enrico è sposato con Giulia Azzalli, con la quale condivide ogni momento a bordo. Giulia, bresciana, è anche inoltre la moviemaker di bordo ed è sempre pronta ad immortalare le scene più belle e suggestive. Hanno un figlio, un anno è già 5.000 miglia alle spalle, si chiama Kay che in hawaiano significa Oceano.

Con loro in questa avventura (e in numerose altre) un amico con la sua famiglia, moglie e quattro figli, dagli 8 ai 15 anni. L’amico, uomo di finanza di stanza alla City di Londra, è anche socio finanziatore del progetto.

Massimo De Luca, per tutti Mafio, era abbastanza scontato che diventasse un velista professionista, vista la scelta dei due fratelli piu' grandi.  Famiglia di velisti e velai, infatti oltre che a regatare con tutte le classi e gli yacht più famosi nel Mediterraneo, hanno anche costruito uno dei marchi più importanti al mondo per le vele, One sail.

Dal 2010 Mafio gestisce Ourdream, un 80 piedi da regata, comprata da un gruppo di amici tra cui appunto Mafio e Dede. Con Ourdream partecipa a tutte le più importanti regate e manifestazioni Mediterranee, mettendo la barca a disposizione di ospiti che vogliono provare l'ebrezza di navigare tra le boe, con i top velisti al mondo. Mafio ed Enrico sono carissimi amici e sull'amicizia si basa anche il loro rapporto a bordo. Mafio sale al comando nei periodi in cui Enrico scende a terra per qualche mese all'anno, portando Kamana da un continente all'altro, per essere sempre in grado di seguire la rotta prefissata. Per questa occasione, hanno deciso di navigare insieme, sia per sicurezza, ma in primis per condividere insieme una delle rotto più affascinanti al Mondo.

Camilla Rothe. “Cami” ha iniziato sulle piccole derive nei laghi Inglesi. A 14 anni dopo quattro giorni su una barca scuola di 72' è stata presa come volontaria per "il sorriso e la positività". Non era consapevole del fatto che questa sarebbe diventata  la sua vita; inizialmente come equipaggio per i trasferimenti intorno all'Inghilterra. Poi a 18 anni, come marinaio su Terra di Mezzo, si può dire "nipote" di Kamana. Nelle ferie, istruttore su barche intorno ai 15m, giusto perché il tempo sull'acqua non basta mai.

Marcello Corsi, amico del Kamana, gira il mondo in solitaria con il suo Solaris 48 da 20 anni.

Ci siamo sentiti qualche giorno prima della mia partenza dall'Italia verso Nome, e mi diceva che avrebbe fermato la sua Nausicaa in un porto Uruguaiano, per farsi un giro a terra. Gli abbiamo proposto, un po’ all’ultimo momento, di imbarcarsi al volo da Cambridge Bay. Ovviamente non ha rifiutato l'offerta.

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