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07/10/2021 - 15:54

L'ambizioso programma del Barcolana Sea Summit

Il mare come sistema, l'oceano è casa nostra

IL SUMMIT SUL MARE CHE NOBILITA LA BARCOLANA 53 - Il mondo della vela, attraverso la sua regata-simbolo, esempio di partecipazione collettiva e condivisione di esperienze, compie un passo nell'approfondimento culturale, scientifico e operativo sul grande tema della salvaguardia, o più corrrettamente del salvataggio, del mare e degli oceani, visti come "sistema" e "casa". Un contributo forte al dibattito e all'azione, nel momento decisivo - L'INTERVENTO DEL MINISTRO PATUANELLI - SEGUI QUI LA DIRETTA

 

Un programma triennale (2021 Il mare è per sempre; 2022 Il mare che unisce; 2023 Il mare da rinnovare) collegato alla Barcolana e in grado di guardare al pianeta. Un messaggio che indica il mondo del mare, della nautica e soprattutto della vela come capofila di un momento di grande coinvolgimento. Barcolana Sea Summit è questo e tanto di più. E' troppo? Come si può definire troppo ogni intervento, azione, sensibilizzazione, studio, che vada (e porti tutti) nell'unica direzione possibile, salvare il mare per salvare la terra?

LA DIRETTA DEL BARCOLANA SEA SUMMIT

Bisogna pensare il mare in maniera sistemica”: esordisce così Cristina Gabetti, giornalista e conduttrice televisiva impegnata da anni nella divulgazione della sostenibilità all’apertura della prima edizione del Barcolana Sea Summit, l’evento interamente dedicato alla sostenibilità del mare e degli ecosistemi acquatici inauguratosi ieri a Trieste. Oltre al fare sistema – inteso come sentirsi parte di un sistema e, al contempo, programmare azioni comuni – altro tema chiave dell’inaugurazione del Sea Summit è stato la rigenerazione: sì, perché occuparsi di sostenibilità oggi significa comprendere la necessità di rigenerare il capitale naturale e agire a favore di un maggiore equilibrio tra ciò che consumiamo e ciò che la natura è in grado di offrirci. 

Il tema del consumo delle risorse naturali, e della effettiva capacità dell’uomo di costruire sistemi socio-economici non distruttivi e in equilibrio con la natura, emerge negli interventi di Edo Ronchi, Ministro dell’Ambiente per due mandati e oggi Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, e di Andrea Illy, Presidente di illyCaffé e Co-Presidente della Regenerative Society Foundation. L’ottimismo di Andrea Illy – convinto che la forza rigenerativa delle imprese e i numerosi fattori esterni che spingono verso la transizione (dalle normative sempre più stringenti alle richieste di consumatori e istituzioni) sosterranno il cambiamento, è stemperato dal pragmatismo di Edo Ronchi, la cui visione di lungo periodo affianca alle oggettive difficoltà di ordine pratico (dimezzare le emissioni entro il 2030) la consapevolezza che, ne nostro piccolo, tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa per contribuire a un cambiamento dell’attuale modello estrattivo in favore di uno più sostenibile e rigenerativo. 

In video, il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani racconta i numerosi progetti in programma che interessano la “restoration” degli ecosistemi acquatici in quanto parte integrante del sistema-paese in termini di risorse naturali: dalla tutela della biodiversità alla cattura di CO2 attraverso i sistemi idrici, passando per i progetti di decarbonizzazione dei porti fino alla tutela e ripristino della biodiversità di importanti fiumi italiani come il Po. E, ancora, la raccolta ragionata delle acque piovane per andare incontro alle stagioni secche che sempre più spesso si presentano. Per Cingolani “Mare, acqua e fiumi possono diventare strumenti di rilancio di un territorio dissestato dal punto di vista idrogeologico”, e devono essere considerati parte fondamentale dell’agenda dei delegati dell’imminente Cop26 di Glasgow. 

E se da un lato i rappresentanti delle istituzioni locali – dal prefetto Valerio Valenti al sindaco Roberto Dipiazza, incluso l’ente Regione FVG presente con l’Assessore all’Ambiente Fabio Scoccimarro e con il presidente Massimiliano Fedriga - raccontano una città e una regione impegnata nella promozione della sostenibilità tanto da darsi obiettivi complessi come la sottoscrizione di una Carta del clima della città di Trieste, del mare Adriatico e del centro Europa, programmando già gli Stati generali dell’Ambiente, ai quali il Sea Summit si collega direttamente, dall’altro lato si rimarca la necessità di porre gli impegni verso la sostenibilità in un quadro organico, che inclusa i pilastri ambientali, sociali ma anche e soprattutto economici, a sostegno degli obiettivi ambizioni che il FVG si è dato. 

A chiudere la prima giornata di Summit, i rappresentanti delle principali associazioni internazionali e italiane di vela esprimono in maniera chiara e netta il peso e la volontà che il mondo della vela ha nel farsi portavoce di valori e assetti nuovi: dai progetti di educazione dei ragazzi all’istituzionalizzazione del responsabile ecologico delle barche, il legame indissolubile tra velisti e mare, e velisti e oceani è unico e indissolubile. E un passaggio di testimone: arriva da Genova a Trieste il “Baton”, un bastone in legno realizzato con frammenti recuperati in mare, simbolo dell’iniziativa Relay4Nature, promossa dall’inviato speciale per gli Oceani delle Nazioni Unite Peter Thomson per lanciare un importante messaggio per la salute dell’habitat marino a pubblico e decision maker. Il baton è sempre in movimento: ha girato il mondo sulle barche de The Ocean Race, per poi arrivare a Genova da Marsiglia a seguito dell’IUCN World Conservation Congress. È stato consegnato ieri a Mitja Gialuz, presidente della Società Velica Barcola e Grignano, da Paolo Verri, Executive Director di Genova “The Grand Finale”.  

Giovedì 7 ottobre ALTRA giornata ricca di contenuti e speaker di rilievo che spazia dagli interventi degli scienziati di OGS e ISPRA, UNESCO e WWF, alle imprese campioni di sostenibilità come Coop, Davines Group, DSDF, illycaffé, Unicredit, Gruppo Hera, con approfondimenti su Pesca e Acquacoltura e sui “mestieri blu” del mare.

L’INTERVENTO DEL MINISTRO PATUANELLI - Le conclusioni della seconda giornata del Barcolana Sea Summit sono state tratte dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, che ha focalizzato l’attenzione sull’approccio alle sfide del cambiamento e della transizione, i cui obiettivi vanno centrati preservando tre pilastri: ambientale, economico e sociale.

Dobbiamo mettere in campo politiche e azioni che siano coerenti e non di breve portata - ha spiegato il Ministro - ciò che facciamo oggi sul fronte della sostenibilità darà i suoi frutti sul lungo periodo, non tra pochi mesi ma tra anni. Questo si scontra con una politica che vive di consenso immediato, ma le politiche di sostenibilità impongono anche scelte che scontentano. Per guardare a questo tema bisogna sapere che verremo giudicati dalla storia e non dall’attualità.

Ma al contempo se non saremo in grado di equilibrare la tutela del mare e del patrimonio ittico con l’economia del mare ci potremmo trovare tra qualche anno con un ecosistema e una biodiversità finalmente in crescita, ma con nessuno che ne trae economia. Se approcciamo il tema della sostenibilità economica come un burrone le imprese si schiantano. Questo non significa fare un passo indietro rispetto ai necessari percorsi di sostenibilità ma farlo calibrando le nostre scelte, sapendo che la sostenibilità poggia sempre su tre gambe egualmente fondamentali: quella economica, quella ambientale, quella sociale. Se non facciamo questo rischiamo di sbagliare. Ciò non significa rinunciare a questo percorso o ignorare che il pianeta ha bisogno oggi di risposte, ma se sbagliamo la ricetta il prodotto finale non sarebbe quello che vogliamo.

Io credo
 - prosegue Patuanelli - che in tutti i sistemi agroalimentari l’innovazione sia l’unica strada da abbracciare per coniugare esigenze di transizione e di sviluppo economico. Con l’innovazione si riesce a uscire dai paradossi: abbiamo sempre meno terra da coltivare, sempre meno risorse dal mare, ma sempre più necessità di cibo. Un paradosso superabile solo con un trasferimento di nuove tecnologie in tutte le filiere possibili. La dimensione aziendale media in Italia è microscopica rispetto alle esigenze che abbiamo, su questo servono investimenti sia pubblici che privati. L’innovazione deve essere garantita a tutti, anche ai più piccoli, attraverso organizzazioni di categoria che mettano a disposizione nuove tecnologie con i servizi condivisi, ma soprattutto con contratti di filiera, per i quali nel PNRR abbiamo stanziato 1,2 miliardi. Basti pensare che l’agricoltura di precisione consente di risparmiare fino al 60% di acqua usata per l’irrigazione dei campi.

Le risorse economiche ora ci sono
 - ha concluso il Ministro - vanno allocate in maniera coerente con gli obiettivi che ci fissiamo, anche con scelte coraggiose. Tenere assieme i fili della società non è semplice, vanno capite le esigenze di tutti e va spiegato loro perché e come vogliamo intraprendere questo percorso di transizione”.

Presente all’evento la presidente di WWF Italia, Donatella Bianchi (conduttrice di Lineablu su Rai Uno), e la Direttrice Nazionale di MareVivo Carmen Di Penta, si è fatto il punto sull’impegno delle associazioni ambientaliste e sui principali progetti in corso. Pascal Lamy e Maria Cristina Pedicchio hanno illustrato il ruolo e l’operatività della Missione UE Stella di Mare 2030. A seguire ha parlato il mondo dell’impresa: Lucia Silva di Generali ha introdotto il tema dei progetti sostenibili delle aziende, sviluppato poi nella tavola rotonda, moderata dal CEO & General Director del Mib Vladimir Nanut, da Roberta Marracino (Head of Group ESG Strategy & Impact Banking UniCredit), David Brussa (Chief Sustainability Officer illycaffè),  Ing. Michele Francioni (SVP MSC Cruises), Sonia Ziveri (Chief Sustainability Officer Davines Group), Emanuela Trentin (Amministratrice Delegata Siram Veolia), Marco Lombardi (Amministratore Delegato Acqualatina), Filippo Bocchi(Direttore Valore Condiviso e Sostenibilità Gruppo Hera), Renata Pascarelli, (Direttrice Qualità Coop Italia) e Paolo Testini (CEO Office Manager Snam).

Forte e chiaro l’annuncio dell’amministratrice delegata di Coop Italia, Maura Latini: “Coop è da sempre impegnata nella riduzione dell'utilizzo di plastica, ma oggi abbiamo annunciato che chiederemo uno sforzo in più ai nostri fornitori dell’industria di marca: usare plastica riciclata con una percentuale variabile, almeno del 25% entro il 2024 anticipando così gli obiettivi dell’Unione Europea”. E proprio a Trieste si conclude la campagna “Un mare di idee per le nostre acque”, che prevede entro la fine del mese di ottobre il posizionamento in tutta Italia di 46 Seabin, i cestini “acchiappa rifiuti” che contribuiscono alla raccolta di plastiche e microplastiche dalle acque dei porti e degli attracchi. I risultati di tutta la campagna saranno presentati l’8 ottobre, in un video ospitato nella sessione “Navigare nel futuro: l’economia circolare dello yachting” per il panel “Visioni sostenibili”, illustrati dal Direttore Marketing e Marche Private di Coop Italia Paolo Bonsignore. I

l trentanovesimo Seabin sarà inaugurato a Riva Mandracchio la mattina del 9 ottobre alle 9:30. Tutte le sessioni del Barcolana Sea Summit sono visibili in streaming e registrate sul canale YouTube di Barcolana: in presenza, in giornata, hanno partecipato oltre 250 persone divise nelle varie sessioni in uno dei primi convegni post Pandemia. Grazie allo streaming, la sala virtuale dell’evento ha registrato lungo la giornata una media di 150 persone sempre collegate. I ragazzi dell’Istituto tecnico nautico hanno partecipato alla sessione Barcolana Job, mentre gli alunni dell’Istituto tecnico turistico hanno potuto assistere con ore formative ai temi esposti di importanza fondamentale e prestare allo stesso tempo opera, imparando le varie fasi di organizzazione di un evento internazionale.

 

QUI IL SITO UFFICIALE E IL PROGRAMMA

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