Un musicista-velista, una storia, un libro
Un musicista-velista, una storia, un libro
Il mare è musica
e vi scrivo perchè
e vi scrivo perchè
Roberto Soldatini, il violoncellista che ha scelto di vivere in barca a vela. La sua casa è un Moody 44 ormeggiato a Napoli. Una scelta di vita diventata un racconto in cui si uniscono musica e navigazione (sei mesi all'anno, in solitario). Mercoledi 4 giugno la presentazione a Napoli. Vi anticipiano un brano del libro
Roberto Soldatini, direttore d'orchestra, compositore e violoncellista, nato a Roma nel 1960, ha guidato le orchestre di alcune delle maggiori istituzioni europee e americane. Attualmente vive in barca a vela (un Moody 44 ormeggiato a Borgo Marinari, sotto al Castel dell'Ovo, a Napoli), alternando ogni anno sei mesi di navigazione in solitario e sei mesi in porto a svernare. La sua svolta controcorrente è diventata il racconto di un incantevole itinerario tra le isole greche, alla ricerca di un nuovo modo di vivere le proprie passioni.
MERCOLEDI 4 GIUGNO ALLE 19 LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO: C'E' IL SINDACO DE MAGISTRIS
Il libro si intitola La Musica del Mare (Nutrimenti). La presentazione è in programma mercoledi 4 giugno alle ore 19, presso il Club Nautico della Vela, Piazzetta Marinari 12, Borgo Marinari, a Napoli. Intervengono il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, e il direttore di Saily.it, Fabio Colivicchi. L’autore eseguirà alcuni brani, con la partecipazione dell’attore Luca di Tommaso e della cantante Monica Pinto.
Vi anticipiamo un estratto dal primo capitolo del libro, non a caso chiamata Ouverture.
DALL'OUVERTURE - LA MUSICA DEL MARE DI ROBERTO SOLDATINI
Chi me l’avrebbe detto. Chi me l’avrebbe detto che un giorno mi sarei ritrovato in mezzo al mare da solo, con una barca come casa. Girovagando senza meta nell’Egeo per mesi e mesi, da un’isola all’altra, da una baia all’altra, da un paese all’altro. Navigando tra tali bellezze il mio cuore a volte sembra sul punto di scoppiare, come un palloncino lasciato libero di volare troppo in alto.
Ora sono al timone con gli occhi chiusi, per sentire meglio i movimenti della barca e anticiparli, per sentire il vento, per sentire il suono del mare e delle onde che si frangono sulla prua: un’armonia perfetta di suoni, odori e percezioni. Un equilibrio assoluto che solo una sinfonia di Mozart forse riuscirebbe a raggiungere. Non voglio riaprire gli occhi, per paura che tutto svanisca. A volte i sogni si confondono con la realtà, e questa è una di quelle volte.
Il suono del vento, quello che genera gonfiando le vele o facendo vibrare sartie e drizze, il suono delle onde che si frangono e quello dello scafo che le solca. Tutto questo è già una musica, con i suoi ritmi, le sue melodie, la sua polifonia, le sue armonie. Chi ascolta musica registrata in navigazione non si accorge che si sovrappone a questa, provocando una cacofonia. Bisogna ascoltarla attentamente, la musica del mare. Solo quando la si ha dentro la si può riprodurre, in qualche modo, suonando, componendo. Tornando così a far parte della natura, dell’universo, del tutto.
Istanbul vista dal timone di una barca a vela è straordinaria. Lo sguardo scorre sul profilo dei palazzi, del Topkapi, dei minareti, delle moschee. Cerco d’individuare quelle più famose, mentre i battelli partono e arrivano senza soluzione di continuità, e l’aria è squarciata dal suono delle loro sirene che sembrano inseguirsi. Passano vicini alla mia barca sbucando da tutte le direzioni. E’ come una giostra.
Il bambino che è dentro di me è uscito fuori e si è seduto al mio fianco al timone, si diverte e sorride felice in questo carosello. Mi accorgo che dai traghetti che passano vicino lo fotografano in molti, in effetti è seduto sull’unica imbarcazione a vela che è qui in mezzo. Nell’euforia cerco di trovare una briciola di lucida razionalità, ma non ci riesco. Sono a Istanbul. E ci sono arrivato da solo in barca a vela.
Vorrei continuare a fare altri giri sulla giostra, ma dopo più di tre ore purtroppo arriva il momento di uscire dal Bosforo, anche perché mi raggiunge una motovedetta a ricordarmi che qui è vietato andare a vela.
(...)
Roberto Soldatini, direttore d'orchestra, compositore e violoncellista, nato a Roma nel 1960, ha guidato le orchestre di alcune delle maggiori istituzioni europee e americane. Attualmente vive in barca a vela (un Moody 44 ormeggiato a Borgo Marinari, sotto al Castel dell'Ovo, a Napoli), alternando ogni anno sei mesi di navigazione in solitario e sei mesi in porto a svernare. La sua svolta controcorrente è diventata il racconto di un incantevole itinerario tra le isole greche, alla ricerca di un nuovo modo di vivere le proprie passioni.
MERCOLEDI 4 GIUGNO ALLE 19 LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO: C'E' IL SINDACO DE MAGISTRIS
Il libro si intitola La Musica del Mare (Nutrimenti). La presentazione è in programma mercoledi 4 giugno alle ore 19, presso il Club Nautico della Vela, Piazzetta Marinari 12, Borgo Marinari, a Napoli. Intervengono il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, e il direttore di Saily.it, Fabio Colivicchi. L’autore eseguirà alcuni brani, con la partecipazione dell’attore Luca di Tommaso e della cantante Monica Pinto.
Vi anticipiamo un estratto dal primo capitolo del libro, non a caso chiamata Ouverture.
DALL'OUVERTURE - LA MUSICA DEL MARE DI ROBERTO SOLDATINI
Chi me l’avrebbe detto. Chi me l’avrebbe detto che un giorno mi sarei ritrovato in mezzo al mare da solo, con una barca come casa. Girovagando senza meta nell’Egeo per mesi e mesi, da un’isola all’altra, da una baia all’altra, da un paese all’altro. Navigando tra tali bellezze il mio cuore a volte sembra sul punto di scoppiare, come un palloncino lasciato libero di volare troppo in alto.
Ora sono al timone con gli occhi chiusi, per sentire meglio i movimenti della barca e anticiparli, per sentire il vento, per sentire il suono del mare e delle onde che si frangono sulla prua: un’armonia perfetta di suoni, odori e percezioni. Un equilibrio assoluto che solo una sinfonia di Mozart forse riuscirebbe a raggiungere. Non voglio riaprire gli occhi, per paura che tutto svanisca. A volte i sogni si confondono con la realtà, e questa è una di quelle volte.
Il suono del vento, quello che genera gonfiando le vele o facendo vibrare sartie e drizze, il suono delle onde che si frangono e quello dello scafo che le solca. Tutto questo è già una musica, con i suoi ritmi, le sue melodie, la sua polifonia, le sue armonie. Chi ascolta musica registrata in navigazione non si accorge che si sovrappone a questa, provocando una cacofonia. Bisogna ascoltarla attentamente, la musica del mare. Solo quando la si ha dentro la si può riprodurre, in qualche modo, suonando, componendo. Tornando così a far parte della natura, dell’universo, del tutto.
Istanbul vista dal timone di una barca a vela è straordinaria. Lo sguardo scorre sul profilo dei palazzi, del Topkapi, dei minareti, delle moschee. Cerco d’individuare quelle più famose, mentre i battelli partono e arrivano senza soluzione di continuità, e l’aria è squarciata dal suono delle loro sirene che sembrano inseguirsi. Passano vicini alla mia barca sbucando da tutte le direzioni. E’ come una giostra.
Il bambino che è dentro di me è uscito fuori e si è seduto al mio fianco al timone, si diverte e sorride felice in questo carosello. Mi accorgo che dai traghetti che passano vicino lo fotografano in molti, in effetti è seduto sull’unica imbarcazione a vela che è qui in mezzo. Nell’euforia cerco di trovare una briciola di lucida razionalità, ma non ci riesco. Sono a Istanbul. E ci sono arrivato da solo in barca a vela.
Vorrei continuare a fare altri giri sulla giostra, ma dopo più di tre ore purtroppo arriva il momento di uscire dal Bosforo, anche perché mi raggiunge una motovedetta a ricordarmi che qui è vietato andare a vela.
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