Storia | Regata > Coppa America
14/09/2019 - 19:43
36 America's Cup
Il Mago USA manovra in foiling
VIDEO E FOTO - L'AC75 di New York vola tanto a Newport, il foiling-Jibe riesce, per la virata si deve ancora lavorare. Le differenze di design con il delfino neozelandese: ormai la vecchia "opera viva" interessa sempre meno. Aspettando Luna Rossa e Ben Ainslie...
In attesa che sorga la Luna... il circo della Coppa America prova a stupire il sonnolento mondo della vela con effetti (più o meno) speciali, che in questi giorni arrivano tutti dal Rhode Island, USA, davanti a Newport la sede estiva storica del New York Yacht Club, le acque che hanno visto oltre 130 anni di difese vittoriose degli americani. Le magie sono di American Magic, il primo AC75 a navigare e foileggiare, ripreso anche in un paio di video (qua sotto, trasmessi da Sailing Illustrated di quel Tom Ehman che per almeno un trentennio è stato un deus-ex-machina dell'America's cup).
D'altra parte sembra proprio che il team di Terry Hutchinson voglia far vedere molto in questo periodo. Allenarsi nelle stesse acque dove si sta svolgendo la New York Yacht Club Invitational con gli IRC37, fa inevitabilmente girare gli obiettivi dei fotografi verso il suppostone di Coppamerica. Vogliono farsi vedere perchè non temono di svelare nulla? Perchè hanno ben altri segreti nascosti? Per spaventare gli avversari? Certo la barca USA vista così fa un certo effetto, sembra quasi un ulteriore salto in avanti persino rispetto a Te Aihe varata solo pochi giorni fa (e della quale in navigazione non esce nulla, zero foto e zero video).
Due cose su AM, che marcano le prime differenze con l'unico altro AC75 varato, ovvero Te Aihe di Emirates Team New Zealand: innanzitutto la linea della barca USA, estremamente più affusolata e arrotondata, a cominciare dalla prua tondissima, che l'avvicina agli scow (non a caso nati proprio su acque americane), e continuando con lo scafo, quella che una volta si poteva chiamare "opera viva" e adesso chissà come la chiameranno i manuali. American Magic sembra un suppostone, l'effetto disco volante è accentuato rispetto al delfino kiwi. Evidentemente si pensa più a quando la barca vola che a quando sta nell'acqua. E dai video si capisce già che il goal è volare sempre e comunque, avvicinarsi al 100%.
Altra differenza visibile è l'attacco dei foil-arm: sulla barca neozelandese avevamo sottolineato come lo scafo fosse concava, come una scavatura sulla fiancata per offrire rinforzo maggiore al lavoro che fanno le braccia con i foil nel punto di attacco alla barca. Su American Magic invece la zona dell'attacco è convessa, ovvero rigonfia in fuori. Scelte notevolmente diverse. E nel caso degli statunitensi una ulteriore dimostrazione di quanto puntino a volare e non curino gli aspetti di trascinamento e linee d'acqua immerse.
Non pare invece, almeno stando alle immagini, che gli americani stiano usando per queste prime uscite volutamente "pubbliche" la nuova randa a doppia pellicola sull'albero alare. Quella a riva pare una randa "normale", ma evidentemente la potenza che genera è più che sufficiente a far decollare la barca sui foil. Nonostante il bompresso, invece, per ora a prua si è visto solo il fiocco, peraltro con una sovrapposizione minima, quasi un autovirante, e nessuna vela da andature portanti o arie leggere tipo code zero o gennaker. Ma le vedremo mai, su questi monoscafi-dischivolanti che fanno angoli strettissimi al vento?
VIDEO 1, AMERICAN MAGIC VOLA E COMPLETA UNA STRAMBATA CON I FOIL
VIDEO 2: QUANTO CORRE, MA LA VIRATA SUI FOIL NON RIESCE (ALMENO COSI' CI FANNO VEDERE)
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