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22/01/2014 - 20:05
Ben Ainslie, il velista più forte del mondo in questo momento. Saily l'ha incontrato a Londra
Ben Ainslie, il velista più forte del mondo in questo momento. Saily l'ha incontrato a Londra
Il futuro secondo Super Ben
Sir Ben Ainslie, il velista più forte del mondo in questo momento. Saily l'ha incontrato a Londra. Ecco cosa ci ha detto, sul passato, il presente e il futuro della vela, dalle Olimpiadi alla Coppa America...
Sir Ben Ainslie, benvenuto su Saily.it… La prima domanda è personale, come velista e come uomo: come esci dalla conquista dell’ultima Coppa America, dopo tanti trionfi nella vela olimpica, quali insegnamenti pensi di aver avuto da questa esperienza per il tuo futuro?
E’ stato un anno eccezionale, lo scorso anno. Tante cose sono successe. Credo che la Coppa America, in ultima analisi, sia stato un enorme successo, con lo spettacolo che è durato fino alla fine come forse pochi si aspettavano. Perciò, sicuramente ci sono tante cose che ho imparato da quest’anno e dalla Coppa. Creare una squadra, affrontare situazioni e momenti difficili, sviluppare nuove classe di barche, e certamente essere parte di un team, di quel team, è stato tutto molto importante per me.
Dal tuo punto di vista, come uno dei personaggi più influenti di questo sport, qual è lo stato dell’arte della vela: pensi che sia in piena salute, o ti senti di dare qualche idea o suggerimento per migliorare le cose?
Penso che attualmente la vela sia sulla buona strada per tornare ad essere uno sport attraente anche dal punto di vista commerciale. Gli ultimi dieci anni sono stati molto difficili, e il numero di iscritti all’ultima Coppa America lo dimostrano. C’è stato il passaggio ai multiscafi che ha creato un momento di sconcerto generale. Anche nelle classi olimpiche c’è stato un periodo di confusione, sulle classi da scegliere, il tipo di regate, il formato. E persino nella vela d’altura e oceanica, penso alla Volvo Ocean Race, ci sono state difficoltà.
Abbiamo visto un sacco di cambiamenti negli ultimi 3-4 anni, la maggior parte credo vadano nella giusta direzione. Penso che adesso possiamo consolidare questi cambiamenti, e aspettarci una ripresa dell’economia mondiale, anche se in Europa la crescita è più lenta che in altri paesi. Quindi può esserci allo stesso tempo una ripresa e una ritrovata consistenza della vela, con il nuovo formato delle regate con multiscafi in Coppa, con una stabilità della vela olimpica… Per tutto questo penso che i prossimi 10 anni per il nostro sport potranno essere eccezionali.
Hai parlato di Olimpiadi, hai ancora qualche tentazione di guardare a Rio 2016, o pensi che ormai quel periodo della tua carriera sia chiuso definitivamente?
No, è finita per me con la vela olimpica. E’ stato meraviglioso correre le Olimpiadi in casa, qualcosa di unico. Ma ora, davvero, sono troppo vecchio per la classe Finn, o almeno il mio corpo è troppo vecchio, forse non la testa…. Ma insomma. Abbiamo davanti adesso questa sfida, con la Coppa America: è stata grande essere parte dell’ultima edizione come ho detto, e voglio concentrarmi su questo obiettivo, per i prossimi 5 o 10 anni!
Tornando alla vela olimpica. Vista da fuori, adesso che non sei più coinvolto, come valuti lo sport olimpico della vela in termini di Concept, Comunicazione e Marketing?
Penso che il concept sia stato migliorato molto. In passato ci sono stati troppi cambiamenti nelle classi, mentre gli atleti, specialmente i giovani velisti, hanno bisogno di certezze e di stabilità. Sono stato molto contento di sentire l’ISAF annunciare che le classi olimpiche resteranno le stesse per almeno due o tre edizioni dei Giochi, credo sia stata una mossa molto giusta. Sotto l’aspetto dei media, la vela olimpica può ancora fare molti miglioramenti, soprattutto facendo crescere l’attenzione tra un’Olimpiade e l’altra. Normalmente la vela olimpica vive di questo grande evento ogni quattro anni, che risveglia l’interesse della comunicazione per atleti e squadre, specialmente in caso di medaglie, ma poi questo interesse e questa attenzione scompaiono per i successivi tre anni. Sviluppare una sorta di circuito che garantisca continuità e visibilità ai protagonisti della vela olimpica, penso che sia la direzione nella quale concentrare tutti gli sforzi.
35ma America’s Cup, la prossim. Cosa salvare e conservare dall’esperienza della 34ma edizione a San Francisco, e cosa eventualmente cambiare, secondo Ben Ainslie: classi, catamarani, wingsail, foils, percorso di regata…?
Penso si possa dire che il concept dell’ultima edizione abbia dimostrato di essere valido, ha avuto un grande successo. Non fosse altro per quanto è accaduto in finale, quello che ha visto la gente, la rimonta da 8-1 fino a vincere la Coppa, questo alla gente è senz’altro piaciuto. Ci possiamo dire fortunati per come è andata, non solo per il fatto che abbiamo vinto, ma proprio per il successo dell’evento. Perciò, se qualche cambiamento va introdotto, sarà nella riduzione dei costi. nel semplificare in qualche modo le barche, renderle magari un po’ meno pericolose, e introducendo qualche elemento di progetto che aiuti a ridurre i costi. In più, sviluppare un circuito di regate di avvicinamento alla Coppa che conti davvero qualcosa: è un peccato che nel 2014 non ci siano regate con gli AC45.
Tra le cose positive dell’ultima Coppa c’è senz’altro la fantastica copertura televisiva, per la prima volta la vela è entrata nei salotti della gente, e alla fine si deve dire che il concetto di questo tipo di regate con questo tipo di barche, funziona. Non ci resta che ripartire da questo, con qualche altra decisione giusta, per assicurare un futuro di successo alla Coppa America.
Sarai alla guida di una sfida inglese, finalmente competitiva e in grado di vincere la Coppa America? A che punto è il tuo progetto?
Questo è il nostro obiettivo, certo! E’ così da un paio di anni, ma solo negli ultimi 4 mesi, dopo la conclusione della Coppa, abbiamo lavorato davvero sodo per trovare i soldi necessari e far nascere la sfida con una squadra forte. Vogliamo farcela, stiamo andando bene nel mettere insieme il budget, adesso pensiamo alle cose pratiche e aspettiamo anche di vedere le regole per la prossima Coppa, e poi potremo partire davvero…
Ben, adesso fantascienza: se tu vincessi la Coppa America con un team inglese, dove organizzeresti la difesa?
Oh, di sicuro vorrei fosse nel Regno Unito! Perchè la Coppa America è nata qui nel 1851, intorno all’Isola di Wight, e vorrei proprio vedere come sarebbe, fare il giro dell’isola con i catamarani che volano sui foil… A quel tempo impiegarono 8 ore, adesso forse lo farebbero in meno di un’ora, un bel segno evidente di progresso!
Ultima domanda Ben: tu hai vinto praticamente tutto. Qual è il tuo ultimo sogno nella vela?
Bè di sicuro vorrei vincere la Coppa America con un team inglese. Ma vorrei anche andare a vela intorno al mondo, o in regata o semplicemente in crociera… Io amo la vela, mi piace stare sull’acqua. Certo, regatare è il mio lavoro, ma adesso vorrei anche andarmene a vela per il solo piacere di navigare. Qualcosa del genere.
Sir Ben Ainslie, benvenuto su Saily.it… La prima domanda è personale, come velista e come uomo: come esci dalla conquista dell’ultima Coppa America, dopo tanti trionfi nella vela olimpica, quali insegnamenti pensi di aver avuto da questa esperienza per il tuo futuro?
E’ stato un anno eccezionale, lo scorso anno. Tante cose sono successe. Credo che la Coppa America, in ultima analisi, sia stato un enorme successo, con lo spettacolo che è durato fino alla fine come forse pochi si aspettavano. Perciò, sicuramente ci sono tante cose che ho imparato da quest’anno e dalla Coppa. Creare una squadra, affrontare situazioni e momenti difficili, sviluppare nuove classe di barche, e certamente essere parte di un team, di quel team, è stato tutto molto importante per me.
Dal tuo punto di vista, come uno dei personaggi più influenti di questo sport, qual è lo stato dell’arte della vela: pensi che sia in piena salute, o ti senti di dare qualche idea o suggerimento per migliorare le cose?
Penso che attualmente la vela sia sulla buona strada per tornare ad essere uno sport attraente anche dal punto di vista commerciale. Gli ultimi dieci anni sono stati molto difficili, e il numero di iscritti all’ultima Coppa America lo dimostrano. C’è stato il passaggio ai multiscafi che ha creato un momento di sconcerto generale. Anche nelle classi olimpiche c’è stato un periodo di confusione, sulle classi da scegliere, il tipo di regate, il formato. E persino nella vela d’altura e oceanica, penso alla Volvo Ocean Race, ci sono state difficoltà.
Abbiamo visto un sacco di cambiamenti negli ultimi 3-4 anni, la maggior parte credo vadano nella giusta direzione. Penso che adesso possiamo consolidare questi cambiamenti, e aspettarci una ripresa dell’economia mondiale, anche se in Europa la crescita è più lenta che in altri paesi. Quindi può esserci allo stesso tempo una ripresa e una ritrovata consistenza della vela, con il nuovo formato delle regate con multiscafi in Coppa, con una stabilità della vela olimpica… Per tutto questo penso che i prossimi 10 anni per il nostro sport potranno essere eccezionali.
Hai parlato di Olimpiadi, hai ancora qualche tentazione di guardare a Rio 2016, o pensi che ormai quel periodo della tua carriera sia chiuso definitivamente?
No, è finita per me con la vela olimpica. E’ stato meraviglioso correre le Olimpiadi in casa, qualcosa di unico. Ma ora, davvero, sono troppo vecchio per la classe Finn, o almeno il mio corpo è troppo vecchio, forse non la testa…. Ma insomma. Abbiamo davanti adesso questa sfida, con la Coppa America: è stata grande essere parte dell’ultima edizione come ho detto, e voglio concentrarmi su questo obiettivo, per i prossimi 5 o 10 anni!
Tornando alla vela olimpica. Vista da fuori, adesso che non sei più coinvolto, come valuti lo sport olimpico della vela in termini di Concept, Comunicazione e Marketing?
Penso che il concept sia stato migliorato molto. In passato ci sono stati troppi cambiamenti nelle classi, mentre gli atleti, specialmente i giovani velisti, hanno bisogno di certezze e di stabilità. Sono stato molto contento di sentire l’ISAF annunciare che le classi olimpiche resteranno le stesse per almeno due o tre edizioni dei Giochi, credo sia stata una mossa molto giusta. Sotto l’aspetto dei media, la vela olimpica può ancora fare molti miglioramenti, soprattutto facendo crescere l’attenzione tra un’Olimpiade e l’altra. Normalmente la vela olimpica vive di questo grande evento ogni quattro anni, che risveglia l’interesse della comunicazione per atleti e squadre, specialmente in caso di medaglie, ma poi questo interesse e questa attenzione scompaiono per i successivi tre anni. Sviluppare una sorta di circuito che garantisca continuità e visibilità ai protagonisti della vela olimpica, penso che sia la direzione nella quale concentrare tutti gli sforzi.
35ma America’s Cup, la prossim. Cosa salvare e conservare dall’esperienza della 34ma edizione a San Francisco, e cosa eventualmente cambiare, secondo Ben Ainslie: classi, catamarani, wingsail, foils, percorso di regata…?
Penso si possa dire che il concept dell’ultima edizione abbia dimostrato di essere valido, ha avuto un grande successo. Non fosse altro per quanto è accaduto in finale, quello che ha visto la gente, la rimonta da 8-1 fino a vincere la Coppa, questo alla gente è senz’altro piaciuto. Ci possiamo dire fortunati per come è andata, non solo per il fatto che abbiamo vinto, ma proprio per il successo dell’evento. Perciò, se qualche cambiamento va introdotto, sarà nella riduzione dei costi. nel semplificare in qualche modo le barche, renderle magari un po’ meno pericolose, e introducendo qualche elemento di progetto che aiuti a ridurre i costi. In più, sviluppare un circuito di regate di avvicinamento alla Coppa che conti davvero qualcosa: è un peccato che nel 2014 non ci siano regate con gli AC45.
Tra le cose positive dell’ultima Coppa c’è senz’altro la fantastica copertura televisiva, per la prima volta la vela è entrata nei salotti della gente, e alla fine si deve dire che il concetto di questo tipo di regate con questo tipo di barche, funziona. Non ci resta che ripartire da questo, con qualche altra decisione giusta, per assicurare un futuro di successo alla Coppa America.
Sarai alla guida di una sfida inglese, finalmente competitiva e in grado di vincere la Coppa America? A che punto è il tuo progetto?
Questo è il nostro obiettivo, certo! E’ così da un paio di anni, ma solo negli ultimi 4 mesi, dopo la conclusione della Coppa, abbiamo lavorato davvero sodo per trovare i soldi necessari e far nascere la sfida con una squadra forte. Vogliamo farcela, stiamo andando bene nel mettere insieme il budget, adesso pensiamo alle cose pratiche e aspettiamo anche di vedere le regole per la prossima Coppa, e poi potremo partire davvero…
Ben, adesso fantascienza: se tu vincessi la Coppa America con un team inglese, dove organizzeresti la difesa?
Oh, di sicuro vorrei fosse nel Regno Unito! Perchè la Coppa America è nata qui nel 1851, intorno all’Isola di Wight, e vorrei proprio vedere come sarebbe, fare il giro dell’isola con i catamarani che volano sui foil… A quel tempo impiegarono 8 ore, adesso forse lo farebbero in meno di un’ora, un bel segno evidente di progresso!
Ultima domanda Ben: tu hai vinto praticamente tutto. Qual è il tuo ultimo sogno nella vela?
Bè di sicuro vorrei vincere la Coppa America con un team inglese. Ma vorrei anche andare a vela intorno al mondo, o in regata o semplicemente in crociera… Io amo la vela, mi piace stare sull’acqua. Certo, regatare è il mio lavoro, ma adesso vorrei anche andarmene a vela per il solo piacere di navigare. Qualcosa del genere.
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