Storia | Cultura > Scuole vela
24/07/2019 - 11:03
Molto più di una Scuola Vela
Il CV Caprera secondo Bordogna
A un anno dalla sua nomina a presidente del Centro Velico Caprera, il manager Paolo Bordogna racconta tutte le attività intraprese. L'impegno concreto per la salvaguardia ambientale dei mari. La mission della scuola di vela a formare marinai, alla conoscenza e al rispetto per il mare. I nuovi corsi del CVC
La passione per il mare, il rispetto per l’uomo e per l’ambiente, sono parte fondamentale della cultura marinara che da oltre cinquant’anni il Centro Velico Caprera propone alle nuove generazioni di velisti.
Un’attenzione, quella verso l’ambiente e la sua salvaguardia, che è parte del DNA del CVC fin dalle sue origini. Le basi logistiche sull’isola di Caprera, realizzate a partire dalla fine degli anni 60, sono state pensate in una pionieristica dimensione ecosostenibile, diventando un esempio virtuoso e attualissimo di intervento a bassissimo impatto ambientale: le strutture sono, infatti, perfettamente integrate ed armonizzate nella vegetazione autoctona.
Questa attitudine all’eco-compatibilità, che da sempre accompagna il Centro Velico Caprera, oggi definisce in maniera significativa e con obiettivi a medio e lungo periodo la mission della scuola, consentendole di ritagliarsi un ruolo da protagonista nel panorama velico italiano riguardo alla salvaguardia del Mediterraneo. È un percorso di consapevolezza e impegno presentato due anni fa in occasione del cinquantenario del CVC, che quest’anno ha già visto la concreta realizzazione di alcuni progetti per volontà del neo Presidente Paolo Bordogna.
"La nostra mission come scuola di vela è quella di formare marinai, educarli alla conoscenza e al rispetto per il mare. Prenderci cura in modo attivo del meraviglioso arcipelago che ci ospita è la naturale evoluzione di questo pensiero e lo stiamo facendo anticipando le direttive europee sull'abolizione delle plastiche monouso e proponendo il corso Navigazione e Ambiente. Inoltre, quest'anno approfitteremo del palcoscenico internazionale dell'Esa Cup, per farci capofila di un importante progetto ambientale che presenteremo per l’occasione il prossimo mese di ottobre", ha commentato Paolo Bordogna, Presidente del Centro Velico Caprera.
A proposito di plastic free, il Centro Velico Caprera sta finendo di attuare il progetto che prevede la totale eliminazione dei contenitori e degli articoli di plastica monouso all’interno delle basi, per sostituirli con materiali durevoli e riciclabili. Inoltre, dall’inizio della stagione velica è diventato realtà anche il corso “Navigazione ed Ambiente”.
Realizzato in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale di La Maddalena e il Parco Nazionale di Tavolara, questo corso itinerante prevede la presenza a bordo di un biologo che, alle lezioni di navigazione e tecnica velica tenute dal Capo Barca, affianca quelle scientifiche con l’obiettivo di consentire all’intero equipaggio in navigazione di poter partecipare attivamente al monitoraggio dell’ambiente marino, registrando eventuali minacce per l’ecosistema.
La diffusione di conoscenza per sviluppare una cultura etica nei confronti dell’ambiente è un tema fondamentale per il Centro Velico Caprera: con questa visione ha introdotto nei propri corsi lezioni specifiche sull’ambiente e sullo stato di salute del mare volte a sensibilizzare i propri allievi (circa 3000 ogni anno), oltre all’intera comunità di ex-allievi e sostenitori che nei decenni sono rimasti profondamente legati alla scuola.
“Ancora una volta è il volontariato a essere l’eccezionale motore che fornisce energia e propulsione a questa incredibile macchina che è il Centro Velico Caprera. Siamo un caso sicuramente unico in Italia: siamo, infatti, una realtà senza fini di lucro che riesce a essere leader indiscussa della formazione velica, testimone della cultura e delle tradizioni marinare, promotrice della salvaguardia dei nostri mari. Ogni nostro progetto è un passo significativo e concreto, che sostanzia gli impegni presi. Certi risultati si ottengono solo quando alla testa si aggiunge il cuore: in questo il risultato dell’opera dei volontari è ineguagliabile e insostituibile”, conclude Bordogna.
CHI E' PAOLO BORDOGNA - Con oltre trent’anni di esperienza nell’ambito della consulenza e del management, Paolo Bordogna ha lavorato in Boston Consulting Group e Bain & Company come responsabile per le practice dei servizi finanziari per l’area EMEA. Dal 2019 è membro del consiglio di amministrazione di Ubi Banca. Bordogna è istruttore di cabinato per il Centro Velico Caprera dal 2007 e membro del Comitato esecutivo della Scuola dal 2013; nel 2018 è stato nominato Presidente. Inoltre, è consulente di Persico Marine, il cantiere che costruisce gli Imoca 60, gli AC75 (Coppa America), i VO65 (ex Volvo Ocean Race), i TP52 e i grandi Performance Cruiser, e collabora attivamente al progetto Vendee Globe 2020 di Giancarlo Pedote.
IL CENTRO VELICO CAPRERA - Fondato nel 1967 per iniziativa della Lega Navale Italiana Sezione di Milano e del Touring Club Italiano, con il patrocinio della Marina Militare che concesse in uso l’insediamento della base militare di Caprera nella straordinaria cornice dell’Arcipelago de La Maddalena, il Centro Velico Caprera, come membro dell’Issa (International Sailing Schools Association) è la più importante scuola di formazione velica del Mediterraneo.
È una realtà straordinaria in rotta verso il futuro che si fa carico di importanti responsabilità verso l’uomo e l’ambiente. Un punto di partenza per restituire equilibrio alla relazione fra gli uomini e fra l’uomo e la natura. Lo fa con entusiasmo, lungo una rotta che vuole portare molto di più della semplice passione per il mare alle nuove generazioni, e lungo la quale accoglierà a bordo nuovi partner, idee e progetti che condividano e supportino gli stessi valori profondi del CVC.
Il patrimonio storico, culturale e umano che il CVC ha costruito negli anni è portato avanti e protetto da una comunità di oltre 120.000 persone che si riconoscono nei valori del CVC, ma anche nella semplice, ed allo stesso tempo straordinaria, esperienza dell’essere equipaggio a terra prima ancora che per mare. Perché per un equipaggio preparato e affiatato, non vi è mare che non si possa attraversare, neppure sulla terra ferma.
Commenti