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22/02/2018 - 09:26

Federvela mondiale, momento difficile

I tormenti di
World Sailing

Altre news (vere o presunte), e la strada verso le scelte del futuro della vela olimpica, a partire da Parigi 2024. Parla Walter Cavallucci, rappresentante italiano nel Council della federvela mondiale. Ricordate? Si attendeva proprio la decisione del Council, ed è arrivata: è un SI (con maggioranza risicata e tutta da leggere) alle raccomandazioni del Working Party (Board+Events+Equipment). C'è chi (49er e Nacra) grida al successo. Ma vi spieghiamo perchè è troppo presto. E cosa ancora accadrà...

 

Walter Cavallucci è abituato da anni a sedere nei lunghi tavoli delle riunioni internazionali: ISAF, World Sailing, vari Committee, adesso è nel Council, l'anticamera del "governo" della vela mondiale, il penultimo anello della catena decisionale. Composto dal Board (presidente e sette vice), e da 29 componenti, divisi per Gruppi, ciascuno dei quali rappresenta un'area geografica. Un meccanismo importante da comprendere, come vedremo tra poco.

Nonostante la sua abitudine, a Cavallucci non è andato giù il modo in cui l'ultimo Council si è pronunciato sulla questione più calda e attesa del momento: le classi "under review", insomma il futuro della vela olimpica. Ne abbiamo parlato nei nostri precedenti articoli (qui, e anche qui con l'intervista a Riccardo Simoneschi), e proseguiamo adesso con quanto succede, e succederà. "Ci hanno imposto il voto elettronico, nonostante la maggior parte del Council si fosse dichiarata contraria - dice Cavallucci - un altro segnale di come dal vertice si voglia indirizzare la discussione: è chiaro che una decisione così importante per il futuro di tutti non può essere presa con un intervento di un minuto e senza replica, e col voto elettronico."

Ma come è andato il voto, visto che si parlava di un Council spaccato in due? "Ha vinto il SI per 21 a 17. E con due astenuti, inaspettati, perchè erano potenziali SI. Quindi si può quasi parlare di una parità. E' un segnale che conferma la breccia che si è aperta nella comunità del Council, che rappresenta tutti i continenti e le aree geografiche. E' importante ricordarlo. Io per esempio sono tra i tre delegati del Gruppo D, che comprende 10 nazioni che si affacciano sul Mediterraneo, europee e africane come Israele, Libano e Turchia. I nostri referenti, coloro che ci hanno eletto al Council, sono quelle dieci nazioni, ed è ad essere che ci rapportiamo nelle scelte politiche. Sarebbe riduttivo pensare che un rappresentante nel Council risponde solo per la propria nazione, non è così. Noi tre rappresentanti del Gruppo D abbiamo votato NO su indicazione unanime delle 10 nazioni."

Giusta sottolineatura a parte, però, il Council - anche se spaccato e di misura - ha avallato le decisioni del Working Party. Che ricordiamo, sono queste: mettere "under review" (cioè in discussione, in dubbio, di fatto in uscita) i seguenti eventi olimpici della vela: windsurf maschile e femminile, singolo pesante e deriva doppia. Come dire le classi RSX M/F, Finn e 470 M/F. Cinque classi, la metà delle 10 olimpiche di Rio 2016 e di Tokyo 2020. Per una apparentemente automatica conseguenza, si può dire che le altre cinque (Laser M/F, 49er M/F e Nacra 17) siano invece da considerare confermate per Parigi 2024. Questa almeno è la lettura che si è affrettata a dare la comunicazione delle classi 49er e Nacra, che in un comunicato stampa ha parlato di conferma "definitiva". In realtà non è così: il SI del Council porta adesso la questione al Mid Year Meeting di maggio a Londra, che sarà tutto fuorchè tranquillo. Ce lo spiega ancora Walter Cavallucci.

"Basterà che un membro del Council, appoggiato da due altri colleghi, presenti una mozione d'ordine al Council, e la discussione si riaprirà. Con differenze così minime nelle maggioranze, tutto puo' accadere. Di fatto la richiesta (che a quanto sembra di capire è quasi scontata, ndr) annulla la decisione presa, e fa ridiscutere il Council. Che poi è quello che chiediamo da tempo: una discussione vera, profonda, non scelte avventate. Tra l'altro inseguendo indicazioni che arriverebbero dal CIO, ma che nessuno ha ancora visto davvero. A parte la parità maschi-femmine, il CIO non ha posto diktat alla vela, e i documenti generici che circolano, sui cosiddetti "urban sports" e le novità al passo con i tempi e i giovani d'oggi alle quali giustamente il CIO deve guardare, vanno pur sempre interpretate. Altrimenti, tanto per fare un esempio, persino il Calcio oggi dovrebbe uscire dall'Olimpiade."

Tutti a Londra a maggio, dunque, con ricco corollario di classi in fibrillazione che mobilitano guru della comunicazione, preparano dossier, perorano la propria causa, in un frenetico tutti-contro-tutti che alla fine non considera il bene primario, quello della vela nel suo complesso. "L'attività delle lobby c'è sempre stata, quello che appare francamente fuori controllo è la diffusione di conflitti di interesse in capo a molti delegati, membri Council, Events, Equipment e persino Board... Per non parlare della pantomima dei presunti passi indietro dei portatori di questi conflitti di interesse (perchè coinvolti con classi o cantieri o produttori di vele o accessori), i quali hanno "finto" di non partecipare al voto, scegliendosi però da soli i propri "alternate", i sostituti. Tanto valeva che restassero loro..."

Da questo riepilogo e dal racconto "insider" dei mal di pancia del Council fatto da Cavallucci, si capisce chiaramente il momento delicato di World Sailing. Cioè di tutti noi, dello sport della vela. Ci sono altri due scenari-chiave da considerare, in chiusura: 1) anche in caso di ribaltone a Londra, con annullamento delle "under review" decise finora, il conseguente rimescolamento di carte non è detto possa essere un fatto positivo. Lo sarà solo se World Sailing avrà un sussulto di approfondimento e di analisi, oltre che di autorevolezza (e non arrendevolezza) nei confronti del CIO. Altrimenti si aprirebbe una fase di caos pericolosa. Per impedirlo, ci vuole una visione, un progetto, e delle persone in grado di guidare questa transizione. Aspetti che al momento mancano in WS.

2) Il secondo scenario, quello "bomba-fine-di-mondo", si chiama procedimento anti-trust. E' la questione monopoli, che finora World Sailing ha clamorosamente sottovalutato, dando l'impressione dell'orchestra che suona mentre il Titanic affonda. Se i pesanti e circostanziati dubbi legali sulla violazione delle norme anti-monopolistiche dovessero fare nelle prossime settimane un salto di qualità, e dai cassetti spostarsi sui tavoli della Commissione Europea, le conseguenze dirompenti non potrebbero più essere ignorate, arriverebbero dritte ai vertici di World Sailing, e imporrebbero una seria ricerca di soluzioni.

SUL PROGREDIRE DEL PROCEDIMENTO ANTI-TRUST NEI CONFRONTI DI SITUAZIONI DI MONOPOLIO NELLA VELA OLIMPICA, PRESSO LA COMMISSIONE EUROPEA, QUI POTETE LEGGERE GLI ULTIMI CLAMOROSI SVILUPPI

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