Lutto nella vela
Gianni Santagà, addio al Risolutore
COSTRUTTORE, INVENTORE, SPERIMENTATORE, PIONIERE DEL COMPOSITO – Scompare a 91 anni un personaggio geniale. Dall’insuperabile Europa ITS-A ai prototipi IMS di Giovanni Ceccarelli. Dal 50 piedi Wind per il Vendée Globe di Pasquale De Gregorio alle collaborazioni con Vismara, Cantiere del Pardo, Southern Wind. Extra vela ha ideato e realizzato componenti per Ferrari, Lamborghini, Brembo e persino per le Frecce Tricolore
La vela senza Gianni Santagà sarà un po’ meno fantasiosa, creativa, geniale, competente. Scompare a 91 anni un personaggio che dietro le quinte ha pensato e realizzato barche e componenti, creando una infinita linea fatta di passione e applicazione. Incapace di stare fermo, con la testa e con le mani, fino all'ultimo. Un risolutore di problemi impossibili, un pioniere delle costruzioni in composito in Italia. Non solo fece parte di quella generazione di costruttori che hanno scoperto, sperimentato e sviluppato le tecniche lavorative odierne, ma la sua particolare forza fu quella di inventare attrezzature e apparati per nuove realizzazioni, rielaborando e traslando idee e tecnologie da altri campi e settori. Integrava e riusciva a trasferire dalle lavorazioni meccaniche dei suoi precedenti lavori, concetti, materiali ed attrezzature che nel composito non erano ancora stati utilizzati per rendere le lavorazioni più semplici ed efficienti.
L’IMBATTIBILE DERIVA EUROPA PENSATA PER SUA FIGLIA - Con il pensiero di costruire una barca superiore per la figlia Cocca, allora tredicenne e regatante sulla classe Europa, Santagà decise di lasciare l’ufficio acquisti di una multinazionale negli anni ‘80, per costruire un prodotto di nicchia, che si distinguesse, avveniristico, sorprendente, leggero, tecnologico, elegante, sofisticato, garantito in tutti i suoi dettagli. Nacque così l’Europa ITS-A, una barca definita dai regatanti di quel periodo insuperabile. Gianni investiva tutto il suo tempo a migliorare il prodotto, barca dopo barca. Produsse più di cento esemplari e gli ITS-A vinsero letteralmente tutto quello che c’era da vincere, in Italia e all’estero, per più di un decennio, fino a quando Santagà decise di interrompere la produzione per passare ad altri progetti per lui più stimolanti.
WIND PER IL GIRO DEL MONDO - Quando era obbligato a costruire pezzi di serie, perdeva interesse dopo i primi esemplari. Si divertiva a costruire parti complicate e one-off. Per questo motivo fu cercato per realizzare oggetti impossibili. Gli anni ‘90 furono molto attivi e videro la produzione dei due esemplari IMS 1000 di Giovanni Ceccarelli, Oromio ed Elisa; poi, insieme a Stefan Falcon realizzò il 50 piedi Open Wind di Pasqale de Gregorio per lo storico Vendée Globe del solitario romano, oggi quella barca anciora naviga in splendida forma con Andrea Mura e il nome di Vento di Sardegna.
Collaborò con i fratelli Latini e sempre con Stefan Falcon realizzò una serie di parti in composito da regata come tangoni, bompressi, timoni, consolle, alberi e boma. Fu fra i primi a credere nell’uso dei preimpregnati e dell’infusione. Collaborò con Vismara e i Cantieri del Pardo; realizzò, sempre negli anni ‘90, una serie di monotipi per il match race.
Contratto il terribile linfoma non-Hodgkin a settant’anni, durante le cure molto aggressive non volle mai sentirsi malato e non solo continuò a lavorare ma guarì completamente e permanentemente, sorprendendo addrittura il team dei medici che lo avevano in cura. Mentre realizzava piccole parti per la Southern Wind Shipyard in Sudafrica, affascinato da problemi derivati dalle alte temperature, comincio`, nel nuovo millennio a collaborare con aziende di tecnologie aerospaziali e fu impiegato a tempo pieno come ‘problem-solver’, il Risolutore.
Alcuni anni fa collaborò al restyling e refitting dell’ULDB ex Vitesse ribattezzato Ronin dal giornalista di Rai Sport Giulio Guazzini, voce della vela.
NON SOLO VELA - Una mente sempre in fermento lo spingeva ad ampliare le proprie competenze in campi da lui ancora inesplorati. Si immerse nella sperimentazione di materiali avveniristici e di resine carboceramiche resistenti alle altissime temperature. Il suo intervento fu risolutivo per un problema di temperatura del guscio Kers per le Ferrari di Alonso e Massa; per la Brembo, studiò innovativi deviatori di flusso per il raffreddamento dei dischi della Ferrari in F1; lavorò nell’aeroporto militare di Pratica di Mare, alla realizzazione degli scarichi delle Frecce Tricolore sostituendole da titanio a carboceramico. Uno dei suoi ultimi lavori è legato all’avveniristico impianto di scarico della Lamborghini Urus.
Nel 2018 problemi di salute gli impedirono di proseguire la vita di cantiere ma non di fermarsi. Nel laboratorio di casa tornò alla sua prima passione per l’aeromodellismo, continuando a progettare e realizzare prototipi fino al momento del ricovero a metà dicembre.
Fino agli ultimi giorni in ospedale, annoiandosi terribilmente, applicando concetti di fluidodinamica, insegnava alle infermiere a migliorare l’efficienza delle flebo. In quel reparto lo chiamavano affettuosamente l’ingegnere. Progredito inizialmente e quasi dimesso a fine dicembre, si è invece spento il 15 Gennaio a 91 anni.
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