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19/04/2022 - 12:13
Vela Olimpica, incontri e riflessioni intorno alla vita degli atleti
Giacomo e Bianca: la coppia mista è meglio?
INTERVISTA AL NEO EQUIPAGGIO 470 – Giacomo Ferrari e Bianca Caruso, entrambi ex olimpici a Tokyo, esperienza da vendere, entusiasmo come il primo giorno, idee chiare. E a sorpresa, la scoperta che in certi frangenti la coppia mix-gender funziona meglio. Per esempio, nella comunicazione. Che anche nella vela olimpica moderna, è una componente fondamentale. Intanto arriva un argento al Trofeo Princesa Sofia… – ENGLISH VERSION
di Francesca Frazza
La classe 470 è l’ultima delle classi “storiche” ad essere rimasta nel circuito olimpico. Ideata dal francese André Cornu nel 1963, è approdata per la prima volte alle Olimpiadi di Montreal nel 1976 nella versione maschile, per poi lentamente aprirsi alla partecipazione femminile a Seoul 1988. A questa classe ci si può riferire solo tramite una perifrasi, ovvero come “la Signora delle Classi Olimpiche.” Bella, elegante, complessa, completa. Al Trofeo Princesa Sofia, disputato nelle acque antistanti Palma de Mallorca dal 1 al 9 Aprile 2022, ha debuttato questo nuovo assetto “mixed”, già collaudato e funzionante nella classe Nacra 17.
Armata di agenda e registratore, mi sono recata sulla spiaggia del Club Nautic Arenal in cerca dei protagonisti di questa classe che mi potessero raccontare questo nuovo modo di vivere il 470 e, dunque, chi meglio del duo Bianca Caruso e Giacomo Ferrari (Marina Militare). Li incontro sulla spiaggia vicino alla barca, con un vento che ti porta via. Bianca e Giacomo hanno entrambi preso parte alle Olimpiadi di Tokyo 2020, Bianca con Elena Berta e Giacomo con Giulio Calabrò, poi la decisione di iniziare a lavorare insieme.
“Dopo le Olimpiadi di Tokyo abbiamo deciso di intraprendere questa avventura insieme e siamo determinati, abbiamo gli stessi obiettivi, sappiamo benissimo, poi, qual è il vero obiettivo e sappiamo che la formula è quella vincente” dice Giacomo. In fondo, andare in doppio è come stare in un matrimonio, pensi con due teste, guardi avanti con quattro occhi, lavori con otto arti. Quando regati in singolo dipende tutto da te, pensi da solo, agisci da solo, soffri da solo, sogni da solo. Quando affronti un’avventura in doppio, invece, è come se ti facessi carico anche dell’altro, dove l’altro è carente cerchi di mettere una pezza e non ti è concesso mollare, finché l’altro non molla, un loop infinito dove devi essere sempre la miglior versione di te stesso. Come afferma Bianca: “Alla fine devo uscire in mare e devo essere la miglior prodiera di tutti e Giacomo deve essere il miglior timoniere di tutti.”
COSI’ DIVERSI E COSI’ SIMILI - Sul fatto che l’equipaggio funzioni non ci sono dubbi, i risultati parlano e parlano chiaro. Quello che però mi preme chiedere è come funzioni questo assetto e, soprattutto, se la comunicazione a bordo sia cambiata. Nel caso servisse una piccola infarinatura di psicologia, uomini e donne pensano, ragionano, recepiscono informazioni e comunicano in maniera diversa perché gli schemi mentali che stanno alla base sono diversi. La cosa bella di parlare con un equipaggio così in sintonia è ottenere un’intervista a due voci, ma allo stesso tempo anche un punto di vista, se non uguale, molto simile.
Inizia Giacomo: “Io vengo da undici lunghissimi anni in barca con Giulio, abbiamo praticamente cominciato insieme. Ora con Bianca sono cambiato io perché già dall’inizio sapevo che mi dovevo rapportare in maniera diversa anche perché comunque dovevo imparare ad andare in barca con un’altra persona. Penso che la differenza di genere uomo-donna sia un vantaggio perché, almeno per quanto riguarda me, che avevo a che fare con Giulio, a volte ero in un rapporto di fratellanza tale che la discussione sfociava nel personale. Ora, anche perché abbiamo molta più esperienza, avendo fatto entrambi le Olimpiadi sappiamo bene tutto quello che serve e sappiamo quanto è una perdita di tempo andare ad incastrarsi in alcune discussioni che sono futili e non portano a nulla. Sono contento della nostra comunicazione perché la vedo di alto livello e i risultati si vedono.”
Si passano il registratore e questa volta è Bianca a parlare, concordando con quanto ha appena detto Giacomo: “Non mi dispiace questo misto, tra donna e donna, specialmente a terra, ogni tanto la discussione sfociava sul personale e andava avanti per giorni. Mi sento che avere a che fare con il maschio è più qualcosa di più easy, parte la discussione, ma dopo cinque minuti non se ne riparla più. In precedenza, a volte, dopo una discussione con una timoniera donna, si rimaneva in brutti rapporti per due, tre giorni e comunque tutto questo andava ad influire sull’andamento di tutta la regata. Mentre prima la comunicazione era una cosa su cui lavorare tanto, ora lo vedo come un punto di forza perché è più gestibile.”
Una comunicazione propositiva, dunque, un qualcosa che aiuta a crescere. Quando sei un’atleta e lo sei ad alto livello sai bene di dover essere una figura in continua evoluzione e di quanto crescere sia tecnicamente che sotto il profilo personale sia qualcosa di fondamentale. Questo è ancora più importante quando ti trovi a lavorare e a condividere degli obiettivi con qualcun altro. La regola di base, affermata da entrambi i membri dell’equipaggio, è che se non impari a lavorare su te stesso, se tu stesso non ricopri il tuo ruolo alla perfezione, l’equipaggio non cresce. Quello che mi ha fatto più piacere sentire è di come conti il valore di entrambi i componenti dell’equipaggio e del fatto che non esista una situazione vincente in cui uno dei due è di alto livello e l’altro invece non lo sia.
Sguardo diretto allora sulla prossima tappa di Coppa del Mondo di Hyères e sulle Olimpiadi di Parigi 2024, con un calendario di allenamenti serratissimo in vista dei prossimi appuntamenti e un team di altissimo livello con cui allenarsi. Al momento dell’intervista la Medal Race non era ancora stata disputata e, mentre parlavamo della questione della comunicazione a bordo, Bianca mi dice: “Questa è la prima regata importante, non possiamo fare peggio di quarti, in più ci possiamo giocare due medaglie… se me lo avessero detto settimane fa, ci avrei messo la firma.” Quello che poi è accaduto è che questi due ragazzi, giocandosi una Medal Race da urlo, hanno strappato la medaglia d’argento nemmeno ventiquattro ore dopo l’intervista. D’altronde mentre mi parlavano dei punti che li stavano dividendo dalle medaglie e vedendoli così determinati, così in sintonia, non mi sono nemmeno posta il dubbio che Bianca e Giacomo ce l’avrebbero fatta.
Un ennesimo esempio di quanto un clima sereno, collaborativo ed in continua evoluzione, non possa fare altro che portare ad essere un team vincente.
ENGLISH VERSION - Giacomo Ferrari and Bianca Caruso: when the communication is succesfull.
The 470 class is the last of the "traditional" sailing classes to have remained on the Olympic circuit. Designed by Frenchman André Cornu in 1963, the class first took part at the Olympic Games in Montreal in 1976 where only the men's division was allowed to race, before slowly being opened up to women's participation by the Games held in Seoul 1988. This class can only be referred to through a periphrasis, which happens to be"the Lady of the Olympic Classes." Beautiful, elegant, complex, complete. At the Trofeo Princesa Sofia, held in Palma de Mallorca from 1 to 9 April 2022, the class made its debut in a new "mixed" configuration, one which has already been tested and seen to be working well in the Nacra 17 class.
Going there only with my notebook and my tape recorder, I went to the beach of Club Nautic Arenal, looking for the “protagonists”of this class who could tell me a bit more about this new way of living in the 470 and who better than the duo of Bianca Caruso and Giacomo Ferrari (Marina Militare). I met them on the beach near their boat. Bianca and Giacomo both took part in the Tokyo 2021 Olympic Games where Bianca competed alongside Elena Berta and Giacomo with Giulio Calabrò. After the Games they decided to start working together.
"After the Tokyo Olympics we decided to embark on this adventure together and we are very determined, we have the same goals, we know very well what the real goal is and we know that this formula is the winning one" says Giacomo. Basically, sailing in a double-handed class is like living a marriage. You are forced in think with two heads, to look ahead with four eyes and to coordinate the work of four arms and four legs. When you race in single-handed class it's all up to you, you think alone, you act alone, you suffer alone, you dream alone. When you sail in a double-handed class, not only you are in charge of yourself but you are also in charge of the other person, where the other is lacking, you're try to make up for it and you're not allowed to give up until the other gives up. This ends up being an endless loop where you always have to aim to be the best version of yourself. As Bianca says," at the end of the day I have to go sailing knowing that I have the best crew amongst everyone else, while Giacomo has to be the best helm amongst everyone else."
Clearly this duo is working well, as the results speak for themselves. What I'd like to ask, however, is how this mixed setup is working and, even more importantly, whether the communication on board has changed. Just in case you need a small psychological context, men and women think, receive information and communicate differently because of the underlying mental frameworks are different. The great thing about talking to such an attuned crew is getting a two-voice interview, but at the same time also a very similar, if not equal, point of view.
Regarding the question on communication, Giacomo is the first one to talk: "I've been sailing with Giulio for eleven years, we basically began sailing together. Now, with Bianca, I've changed because I knew from the beginning that I had to relate in a different way, also because I had to learn how to sail on the same boat with another person. I think that the gender difference between man and woman is an advantage because, at least as far as I'm concerned, when I was dealing with Giulio, sometimes I was in such a brotherly relationship that discussions got personal. Now, also because we have much more experience, having both took part in the Olympics we know all that is needed and we know how much of a waste of time it is to get stuck in some discussions that are futile and lead to nothing. I'm happy with our communication because I see it as an high level communication and the results that we are obtaining are brilliant."
They pass the recorder to each other and this time it's Bianca who speaks, agreeing with what Giacomo just said, "I don't mind this mixed setup. Between woman and woman, especially when not sailing, every now and then the discussion would get very personal and go on for days. I feel that dealing with the male is easier when, the discussion starts, it lasts for five minutes and then we go back focusing on what really matters. In the past, sometimes, after a discussion with a female helm, we would stay on bad terms for two or three days and in any case this would affect the whole regatta. While before communication was something to work on a lot, now I see it as a strength because it is more manageable."
It’s a proactive communication, something that helps both teammates’growth. When you're an athlete, especially when you are racing at high levels, you know that you have to be a constantly evolving figure and that growing both technically and personally is something fundamental. This is even more important when you find yourself working and sharing goals with someone else. The number one rule, stated by both crew members, is that if you don't learn to work on yourself, if you don't play your role perfectly, the team doesn't grow. What I was most pleased to hear was how the value of both crew members counts and the fact that there is no such thing as a winning team when one of the two is top level and the other is not.
Eyes are set on the next World Cup event, which will soon be held in Hyères and then on Paris 2024 Olympics, with a very tight training schedule, preparing the upcoming events and top-level teams to train with. At the time of the interview, the medal race had not yet been held and, while we were talking around the argument of the communication on board, Bianca told me: "This is the first important regatta, the worst we can take is the fourth place, plus tomorrow we can still play for two medals, if they had told me weeks ago, I would have put my signature on it." What no one knew yet is that these two guys, racing a terrific medal race, would have snatched the silver medal not even twenty-four hours after the interview.
On the other hand, while they were talking to me about the few points that were separating them from the medals and seeing them so determined, so united, I didn't even have doubts that Bianca and Giacomo would have made it. Yet another example of how a serene, collaborative and constantly evolving climate can only lead to a winning team.
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