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08/02/2021 - 14:59

Non è vero che non contano

Finale Prada Cup: guerra di parole

PERCHE' MANCA LA RISPOSTA ITALIANA A PETER DE SAVARY? - Un vecchio sfidante inglese, Peter De Savary (Victory 83), dichiara al Times che Ineos e Ben Ainslie non solo batteranno Luna Rossa ma anche i defender neozelandesi. I quotidiani kiwi riprendono l'intervista. Chi parla in favore di Luna Rossa?

 

 

Chi si rivede (o meglio si risente): Peter de Savary, 77 anni, ricchissimo e fantasiosissimo uomo d'affari britannico-franco-canadese per storia ma sostanzialmente inglese. Sparito da un po' di anni dalla scena dello yachting, PDS è ancora un nome che evoca ricordi, soprattutto per la sfida di Victory 83 all'America's Cup di Newport, quella di Azzurra. La sua barca, a dispetto del nome, fu battuta nella finale sfidanti da Australia II che poi conquistò la Coppa. E dopo aver vinto il mondiale dei 12 metri in Costa Smeralda nel 1984 fu acquistata dagli italiani.

Sempre De Savary (diventato milionario a 30 anni facendo import-export con l'Africa, e oggi a capo di un impero nel campo immobiliare e alberghiero, oltre che continuare a fare affari nel trasporto e vendita di petrolio) è il fondatore del cantiere Pendennis a Falmouth, sponsorizza e corre parecchie regate tra Regno Unito e il Rhode Island, dove tra l'altro possiede la Vanderbilt Hall, un hotel di charme dedicato al celebre progettista di yacht.

Come entra questo ex sfidante all'America's Cup e uomo d'affari multimilionario nella Coppa attuale? Con un pronostico: Peter de Savary ha detto al quotidiano The Times, ripreso dal giornale kiwi New Zealand Herald, che egli prevede che Ineos UK non solo sconfiggerà Luna Rossa nella prossima finale della Prada Cup, ma che il team di Sir Ben Ainslie farà un ulteriore passo avanti e batterà il Team New Zealand per l'Auld Mug. Niente di meno.

Nell'intervista a The Times, De Savary afferma che il notevole ritorno di Ineos dopo una disastrosa World Series a dicembre è la prova che possono spezzare la serie di 170 anni di sconfitte della Gran Bretagna. A dicembre, Ainslie e soci non erano riusciti a vincere una sola prova nei quattro giorni di regata, ma poi hanno spazzato via tutti nei Round Robin della Prada Cup prenotando un posto nella finale contro gli italiani.

La finale della Prada Cup al meglio delle 13 gare inizia sabato 13 (la notte di venerdi in Italia), e il vincitore potrà correre il Match di Coppa America di marzo contro il detentore Emirates Team New Zealand. "Se fossi uno scommettitore, non metterei i miei soldi sulla Nuova Zelanda. Darei un sacco di soldi a Ben Ainslie", ha detto De Savary al Times. "Ero ovviamente preoccupato per Ben quando ho visto la performance prima di Natale, ma non avevo dubbi che avrebbe messo le cose a posto e ovviamente lo ha fatto."

A sei giorni dal primo giorno con due regate di Finale Prada Cup, quindi, è lanciata anche la guerra di parole. Ben Ainslie stesso aveva parlato a lungo prima dell'ultima regata del Round Robin contro Luna Rossa, raccontando e magnificando gli sforzi del team dopo le figuracce di Natale. Ora la domanda è...

CHI PARLA PER LUNA ROSSA? - Ex sfidante di Coppa America italiano cercasi... O almeno qualcosa di simile. Un personaggio-guida, che abbia l'autorevolezza anche in un ambito internazionale, per fare una dichiarazione a un grosso quotidiano italiano, da essere ripresa dal New Zealand Herald. Ne abbiamo? Miliardari per la verità scarseggiano, ma potremmo bilanciare con un Riccardo Bonadeo, che era tra i leader di Azzurra. Fosse vivo Gianni Agnelli parlerebbe lui, che in quella Azzurra credette subito, da velista qual era. Rimpiangiamo anche tanto un Raul Gardini, che avrebbe certo detto la sua. Chissà se si farà vivo qualcuno della famiglia Gucci, che supportò la sfida di Italia dello Yacht Club Italiano nel 1987 (non grandi ricordi).

Scorriamo ancora i libri di storia: dopo Azzurra, Italia e Il Moro, c'è soprattutto tanta Luna Rossa, quindi tanto Patrizio Bertelli (il quale, anche per le conoscenze che gli vengono dalla sua vasta biblioteca sull'argomento America's Cup, potrebbe ben essere il prossimo a parlare, ma è troppo parte in causa). Più qualche altra sfida di prestigio e grandi speranze.

Come Mascalzone Latino, ad esempio (2003 e 2007, poi clamoroso ribaltone da Challenger of Record a ritirato nel 2010, sono storie note): Vincenzo Onorato è tra i tycoon italiani quello con la passione velica forse più grande e soprattutto vissuta in prima persona, in acqua, al timone. Purtroppo dopo due sfide in crescita e una bella base di tifosi, Mascalzone Latino si è trovato challenger of record di Oracle nel momento in cui Russell Coutts cambiò le carte in tavola "inventando" i catamarani, e questo causò il gesto, discusso ma inevitabile, doloroso e coraggioso, del suo ritiro. Con la conseguenza che da oltre dieci anni Vincenzo Onorato preferisce (comprensibilmente) evitare ogni forma di commento riguardante l'America's Cup.

Chi resta ancora? +39 Challenge? Lorenzo Rizzardi, allora presidente del CV Gargnano sfidante, o il team manager Cesare Pasotti? Forse per loro basta Luca Devoti, che infatti compare frequente nei commenti di questi giorni, ma il suo è un ruolo più sportivo.

Insomma ci manca la risposta italiana a Peter de Savary. Anche questi sono mattoncini di Coppa America.

Sezione ANSA: 
Saily - News

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