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19/02/2015 - 21:05

Confindustria nautica

Fibrillazione UCINA
Tutti contro tutti

Dopo le (clamorose) dimissioni del presidente Perotti, la situazione intorno alla Confindustria nautica ha collezionato confusione, lotte intestine, bocciature dal Governo, comunicati stampa e candidature a grappoli. Ma il futuro resta incerto. Anche per il salone nautico di Genova
 

 
Ricordate UCINA, l’associazione confindustriale delle aziende nautiche? Eravamo rimasti alle clamorose e storiche (mai successo) dimissioni del presidente Massimo Perotti, eletto da non molto. Ne abbiamo parlato QUI, ipotizzando i possibili sviluppi. Ma come spesso accade la realtà ha superato la fantasia.
 
Verso il 20 gennaio, a sanzionare uno stato di crisi dell’associazione di settore, il Governo per voce del viceministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, chiarisce che il Salone Nautico di Genova non riceverà il previsto contributo nell’ambito del sostegno a numerose fiere previsto da Sviluppo Italia (si era parlato di circa 2 milioni di euro). “Il salone di Genova – disse Calenda – non è nell’elenco di 30 fiere che supportiamo, perché non ha un progetto di internazionalizzazione, e poi non è tra le prime 5 fiere al mondo nel suo settore.” E poi ha aggiunto: “Tutte le fiere finanziate avevano un progetto, il nautico non lo aveva. Ho detto a UCINA, fate un progetto, se è sostenibile e anche la Regione lo appoggia, noi torniamo a supportarvi.
 
Un cartellino giallo, quasi rosso. Una bella stroncatura.
 
Non molti giorni dopo l’abbandono plateale di Perotti, una resa disperata e grave, e circa una settimana dopo l’annuncio di Calendo, UCINA ha organizzato una conferenza stampa addirittura in “streaming” del presidente reggente, Lamberto Tacoli. Un momento di disagio così serio avrebbe forse meritato riflessioni interne, approfondite, e invece UCINA ha pensato di uscire allo scoperto. Quasi a dimostrare il contrario: siamo vivi e vegeti, e il salone di Genova si farà regolarmente. Tacoli vuol mostrare “unità di intenti e compattezza”, mentre tutto intorno fumano le macerie. E’ un fiume in piena e la stessa diretta streaming va a singhiozzo, soprattutto all’inizio proprio non parte. Ma quando gli ricapita una occasione così, parlare da presidente alla stampa? Peccato che non dica ciò che ci si aspetta: scenari, candidature alla presidenza, linea del comitato dei saggi (“Sto cercando di capire”, dice Tacoli). E poi parla un sacco di saloni e del salone. Molto, troppo. Ma possibile che la Confindustria Nautica deve avere come primo tema un salone nautico? In un momento del genere avrebbe fatto piacere sentir parlare di strategie industriali, di trend, di mercato e ricerche. Invece un teatrino: “Presenteremo al Ministero due progetti, sul salone nautico di Genova e sul sostegno all’export della nostra nautica.” Un mese dopo, da UCINA non è arrivato alcun aggiornamento in merito, né in streaming ma neanche in differita…
 
Un'altra settimana e l’ambiente è squassato dal comunicato che annuncia la discesa in campo “condizionata” dei tre super-big della nautica italiana (navi a motore): Azimut, Baglietto e Ferretti. Un comunicato congiunto: “La grande nautica traccia la rotta per il rilancio di Ucina”, e “Tre simboli del Made in Italy nel mondo, rappresentativi di oltre il 60% del fatturato della cantieristica italiana, si sono riuniti per la prima volta per riflettere e valutare insieme su come dare continuità, identità e forza ad Ucina.” Un carico da novanta. Poi le condizioni: “Rappresentatività proporzionale in Ucina di tutti i segmenti della nautica italiana; Salone nautico di Genova dedicato a nautica mirata; nomina di un segretario generale professionale, neutro ed indipendente, per interagire con tutti i settori e per portare le loro istanze ad un organo direttivo unitario, correttamente rappresentativo (praticamente l’identikit di Lorenzo Pollicardo, ndr); e aggiornamento dello statuto…”. Beniamino Gavio è disposto a impegnarsi in prima persona nel direttivo, e Giovanna Vitelli potrebbe essere la prima donna presidente di UCINA. Questa è la “bomba” nel periodo Seatec.
 
Subito dopo torna la fibrillazione sul salone, i quotidiani genovesi sono scatenati, oscillano tra ottimismo e disperazione, intervistano in giro, provano a capire. Ma quest’ultimo esercizio è destinato a fallire: l’UCINA di questo febbraio 2015 – con il dovuto rispetto – sembra la Libia delle tribù invasa dall’IS. Ed è davvero un peccato, perché la storia e soprattutto le professionalità dell’associazione, le persone che vi lavorano, sono valori aggiunti importanti e che sarebbe un peccato gettare via.
 
Sempre più stretta nell’angolo, e con la scadenza delle elezioni per il nuovo presidente dietro l’angolo, l’associazione lascia finalmente trapelare i primi risultati della commissione dei saggi. E questo è l’ultimo comunicato ufficiale di UCINA, datato 17 febbraio:
 
“La Commissione Saggi specifica che i sistemi di voto previsti dallo Statuto UCINA sono aderenti alla Normativa di sistema di Confindustria, che stabilisce l’obbligo di prevedere statutariamente meccanismi di attribuzione dei voti parametrati al contributo versato dalle aziende secondo scaglioni calcolati con progressione geometrica. Non sono ammessi nel Sistema meccanismi di attribuzione voti legati a differenti parametri.
Confermiamo che, da una prima consultazione, sono state presentate nell’ambito del Consiglio Direttivo le seguenti candidature alla carica di Presidente dell’Associazione:
- Fabio Planamente  - Gruppo Produzione Unità Rigide a Vela – Componente Giunta Esecutiva 
- Andrea Razeto – Gruppo Produzione Accessori ed Equipaggiamenti – Componente Giunta Esecutiva
- Corrado Salvemini – Gruppo Produzione Accessori ed Equipaggiamenti – Componente Consiglio Direttivo         
- Pietro Vassena – Gruppo Distribuzione Unità da diporto – Componente Giunta Esecutiva.         
La Commissione Saggi invita le Aziende a convogliare alla Commissione ulteriori proposte per poterle utilmente dibattere con i Soci nell’ attività a loro assegnata di approfondimento delle candidature alla Presidenza”.

 
Nomi che sembrano gettati nella mischia quasi a caso, per prendere tempo, senza un progetto vero, sulla difensiva, aspettando e quasi implorando le contromosse. Dai tre “big” o da altri. Le nubi insomma non si diradano, anche se sotto sotto c’è chi giura che alla fine verrà fuori un nome in grado di unire e di far ripartire tanto l’associazione che il settore e lo stesso salone nautico.
 
Una nota per noi inevitabile riguarda il ruolo della Vela e la candidatura di Fabio Planamente, vicepresidente della breve gestione Perotti. Ritrovarsi da giovane manager impegnato nella difficile avventura dell’ennesimo rilancio di un cantiere simbolo della nostra vela come il Pardo, prima alla vicepresidenza e quindi a candidato al vertice, non sembra provocargli vertigini. Avere un nome della Vela a capo della Confindustria nautica ci farebbe piacere. Ma Planamente da che parte sta? Qual è il suo programma? Sul tappeto c’è davvero solo la sfida tra nautica “grande” e “altra nautica” o nautica “mirata”?
 
A chi osserva, ai media che cercano di raccontare e sperano di poter parlare di una cosa sola, e di spingere l’industria del diporto a crescere e migliorare la propria immagine, non servono comunicati o conferenze in streaming senza contenuti: servono verità, trasparenza. Serve vedere gente che si interessa di marketing associativo, di servizi e supporto alle aziende allo stremo, di rapporti istituzionali e politici, di promozione e comunicazione della nautica, delle barche, dei porti, del mare come risorsa. Di idee e non di chiacchiere. Di progetti e non di saloni “ad personam”. Non c’è molto tempo per vedere una inversione di tendenza. Questo tram passerà una volta sola. O lo prendiamo tutti insieme, o stavolta si affonda.

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