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04/11/2013 - 18:17

Scrittori di...vento

Fabio Fiori,
"anemofilo"

Intervista all'autore di "Anemos" Fabio Fiori: "Ogni volta che issiamo una vela, entriamo in comunione con il vento"
 
«Ogni volta che issiamo una vela, entriamo a far parte di un mondo antico. Rinnovando un rituale di comunione con il vento, entriamo nell’ánemos del Mediterraneo». E Anemos, vento in greco antico, è il titolo del libro che Fabio Fiori ha scritto per Mursia e ha presentato alla recente Festa della Marineria della Spezia ai primi di ottobre. Lo abbiamo incontrato.

Marinaio, ricercatore, insegnante e collaboratore di quotidiani e riviste specializzate, Fiori ha raccolto nel libro edito da Mursia una sorta di almanacco eolico in cui storia e scienza si fondono dando vita a una lettura avvincente. Si definisce un anemofilo, un amante del vento. Una definizione singolare, viene quasi da chiedersi quanti siano gli anemofili in Italia.
 
Fabio Fiori – Tutti quelli che vanno per mare sono, consapevoli o meno, anemofili. Il vento segna il confine tra le genti di terra e quelle di mare. Mal sopportato dalle prime è per le genti di mare un’opportunità, da temere a volte, ma sempre un segno vitale. Personalmente mi definisco anemofilo perché penso che il vento metta in moto tante cose, e non solo ciò che muove, ma in senso più ampio la curiosità. È movimento. Lo preferisco decisamente alla bonaccia.
 
Il suo libro è ricco di miti antichi, ci ricorda ad esempio che i venti, Euro, Zefiro, Borea e Austro, erano fratelli ma Poseidone non aveva permesso loro di dominare l’aria e vennero ordinati secondo i quattro punti cardinali. Tra tutti i miti qual è il suo preferito?
 
Nel mito pelasgico sull’origine della vita si racconta di Eurinome che cattura il Vento del Nord, detto anche Borea, e lo sfrega tra le mani, fino all’apparire del serpente Ofione. Questo, vedendo poi la dea danzare con un ritmo sempre più selvaggio, si eccita e la stringe. Si accoppiano ed Eurinome si trasforma in una colomba, che vola sopra il mare, per andare a deporre l’Uovo Universale, da cui escono tutte le cose. Questa idea del vento fecondatore è secondo me potente, straordinaria. È senza dubbio il mio mito preferito.
 
Alla Festa della marineria si sono visti gli equipaggi delle Tall Ships che provengono da tanti Paesi, quale storia di venti le fa venire in mente questa foresta di alberi?
 
Prima di tutto mi sembra un grandioso omaggio al mito greco degli inventori di alberi e vele: Dedalo e Icaro. Poi non posso non pensare alle bussole che da secoli orientano i marinai, una perfetta simbiosi tra la rosa dei venti mediterranea e l’ago magnetico cinese. Oggetto simbolico degli straordinari incontri che il mare consente, fin dalla notte dei tempi.
 
 

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