Un ufficiale di Regata di successo
Un ufficiale di Regata di successo
Fabio Barrasso
il Giudice amato
il Giudice amato
Tra Giudici di Regata e regatanti spesso i rapporti sono burrascosi. Per Fabio Barrasso, Ufficiale di Regata tra i più contesi, invece accade il contrario. Ma come fa? Ecco un profilo da Riva di Traiano
Di Fabio Barrasso, giudice FIV amato e rispettato dai regatanti, si potrebbe dire che la sua vita è tutta “pane e barca Comitato”, visto l’impegno, l’assiduità e la competenza che esprime nel suo lavoro. In realtà questo genovese doc, gentile ed affabile non è solo questo ma molto altro.
“Quando passi 100 -120 giorni l’anno fuori casa, compresi i sabati e le domeniche è difficile che in casa non ci sia un po’ di mugugno. E allora, tutti gli altri giorni, cerchi di farti perdonare seguendo con assiduità la famiglia e i miei figli Mattia e Daniele che, a poco più di vent’anni, uno è già laureato e l’altro quasi.”
Questo è il quinto anno da Presidente del Comitato di regata all'Invernale di Riva di Traiano: una presenza ha contribuito molto a far crescere il Campionato. Qual è la storia professionale di Fabio Barrasso?
“Come molti, ho cominciato ad andare in barca sulle derive con il mio Circolo di Genova Vernazzola, e poiché il confronto sportivo mi ha sempre appassionato, ho cominciato a fare le regate che io stesso, insieme agli amici del Circolo, organizzavo. Di lì nasce la passione per le regole ed i regolamenti che possono sembrare materia un po’ arida, ma in realtà rappresentano l’essenza dell’etica e della sportività. Così, è dal 1990 che sono Ufficiale di Regata e passo, appunto, almeno 100 – 120 giorni a dirigere regate in giro per l’Italia e non solo: dall’Act di Trapani in Coppa America, ai diversi mondiali ed europei soprattutto di monotipia quali i Mumm ’30, i Melges ’32 eccetera...”
A veder lavorare Fabio Barrasso si rimane affascinati. La regata comincia già il giorno prima; tutto viene preparato e scritto in base al meteo, alle peculiarità del campo, alle imbarcazioni partecipanti. Ogni opzione viene confrontata e discussa con i colleghi del Comitato, date precise istruzioni ai collaboratori, contro starter e posaboe; persino i movimenti ed i compiti in barca vengono ripassati e messi a punto.
“Come in tutte le attività ognuno interpreta a modo suo l’incarico e la responsabilità che gli vengono affidate. La nostra poi è fondamentalmente un’attività di volontariato per cui spesso viene affrontata con una certa leggerezza ed improvvisazione. Per me, il direttore di regata è un manager che viene chiamato da un’azienda, il Circolo, a gestire nel modo migliore la produzione che è poi l’attività sportiva ed a soddisfare i clienti che altri non sono che i regatanti. Poi certo può capitare che, come nell’ultima domenica, il vento tardi mezz’ora ad arrivare rispetto a previsioni già al limite del tempo massimo e che la regata salti. Ma questa è la fisiologia del nostro sport”.
Di Fabio Barrasso, giudice FIV amato e rispettato dai regatanti, si potrebbe dire che la sua vita è tutta “pane e barca Comitato”, visto l’impegno, l’assiduità e la competenza che esprime nel suo lavoro. In realtà questo genovese doc, gentile ed affabile non è solo questo ma molto altro.
“Quando passi 100 -120 giorni l’anno fuori casa, compresi i sabati e le domeniche è difficile che in casa non ci sia un po’ di mugugno. E allora, tutti gli altri giorni, cerchi di farti perdonare seguendo con assiduità la famiglia e i miei figli Mattia e Daniele che, a poco più di vent’anni, uno è già laureato e l’altro quasi.”
Questo è il quinto anno da Presidente del Comitato di regata all'Invernale di Riva di Traiano: una presenza ha contribuito molto a far crescere il Campionato. Qual è la storia professionale di Fabio Barrasso?
“Come molti, ho cominciato ad andare in barca sulle derive con il mio Circolo di Genova Vernazzola, e poiché il confronto sportivo mi ha sempre appassionato, ho cominciato a fare le regate che io stesso, insieme agli amici del Circolo, organizzavo. Di lì nasce la passione per le regole ed i regolamenti che possono sembrare materia un po’ arida, ma in realtà rappresentano l’essenza dell’etica e della sportività. Così, è dal 1990 che sono Ufficiale di Regata e passo, appunto, almeno 100 – 120 giorni a dirigere regate in giro per l’Italia e non solo: dall’Act di Trapani in Coppa America, ai diversi mondiali ed europei soprattutto di monotipia quali i Mumm ’30, i Melges ’32 eccetera...”
A veder lavorare Fabio Barrasso si rimane affascinati. La regata comincia già il giorno prima; tutto viene preparato e scritto in base al meteo, alle peculiarità del campo, alle imbarcazioni partecipanti. Ogni opzione viene confrontata e discussa con i colleghi del Comitato, date precise istruzioni ai collaboratori, contro starter e posaboe; persino i movimenti ed i compiti in barca vengono ripassati e messi a punto.
“Come in tutte le attività ognuno interpreta a modo suo l’incarico e la responsabilità che gli vengono affidate. La nostra poi è fondamentalmente un’attività di volontariato per cui spesso viene affrontata con una certa leggerezza ed improvvisazione. Per me, il direttore di regata è un manager che viene chiamato da un’azienda, il Circolo, a gestire nel modo migliore la produzione che è poi l’attività sportiva ed a soddisfare i clienti che altri non sono che i regatanti. Poi certo può capitare che, come nell’ultima domenica, il vento tardi mezz’ora ad arrivare rispetto a previsioni già al limite del tempo massimo e che la regata salti. Ma questa è la fisiologia del nostro sport”.
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