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08/09/2011 - 01:47

 

Equipaggio "a nero"?
Ma paga le tasse

Una circolare ISYBA (l'associazione dei mediatori marittimi) ricorda la normativa e una recente sentenza della Cassazione. Alzando un velo su un tema delicato e interessante
 
 
"Lavoro in nero" o, come meglio definito dalla Corte di Cassazione: "Lavoro a nero". E' un fenomeno tipico della "Nautica da Diporto", decisamente sottovalutato, sottaciuto e spesso sostenuto anche con proposte di legge per ovvia convenienza da parte di alcune componenti del nostro settore.
 
Un fenomeno che danneggia lo sviluppo in senso "imprenditoriale" del "Charter Nautico" italiano, costituito da quel tessuto di Imprese Armatoriali e di Servizi (in prevalenza Mediatori Marittimi ed Agenti Marittimi) che volendo operare correttamente sono penalizzate da chi, confidando nella scarsa efficacia dei controlli, utilizza addirittura i servizi di qualche Avvocato nel tentativo di contestare arbitrariamente il diritto di pubblicare il chiarissimo parere espresso dall'Avvocatura distrettuale dello Stato di Salerno sull'illegittimita' del contratto di "locazione con skipper".
http://www.isyba.it/ISYBA-news/news2011/YL-2011-15.pdf
 
"Lavoro a nero" su cui recentemente anche la Corte di Cassazione e' intervenuta, sancendo un nuovo interessante principio: "Il lavoratore che viene pagato "al nero" deve comunque dichiarare al fisco i compensi percepiti".
 
Una novita' colta immediatamente da ISYBA, che dedica all'argomento una specifica newsletter, scaricabile dal seguente link:
 
http://www.isyba.it/ISYBA-news/news2011/YL-2011-19.pdf
 
Un nuovo strumento che dovrebbe agevolare il lavoro delle Autorita' di controllo, soprattutto Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza.
 
ISYBA, inoltre, mette a disposizione dei propri Soci copia originale della innovativa sentenza della Corte di Cassazione, scaricabile dal seguente link:
 
http://www.isyba.it/Soci/normativasoci/cass-9867-2011.pdf
 
"Lavoro a nero" che si sarebbe potuto meglio contrastare in via amministrativa (e non solo sanzionatoria) se fosse stato pubblicata in tempi "normali" la modifica al Decreto n. 121/2005 (sui Titoli professionali per i Marittimi del Diporto) e se fosse stata conclusa la "trattativa bilaterale" tra Italia e Regno Unito sul riconoscimento reciproco dei titoli dei Marittimi del Diporto.
 
E' auspicabile che il compito di proporre leggi e modifiche normative in materia di navigazione da diporto sia trasferito in tempi rapidi al Ministero dello Sviluppo Economico, soprattutto per garantire il rispetto delle norme sulla "Concorrenza" e la compatibilita' delle normative di settore con quelle comunitarie. Buon vento.
 
Italian Ship & Yacht Brokers Association
www.isyba.it

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