Rapporto Unioncamere
Rapporto Unioncamere
Economia del mare
numeri in crescita
numeri in crescita
Un rapporto di Unioncamere svela che il settore del mare tira e indica strade per il futuro. L'Economia del mare nel 2013 fa segnare un +2%, con 3500 imprese in più sul 2011. Bene il turismo (+4,4%) e lo sport (+3,6%) legati al mare. Liguria, Sardegna e Lazio regioni leader. Vogliamo finalmente accorgerci del mare?
Vogliamo finalmente accorgerci del mare, noi italiani? Non solo l'estate, non solo la domenica, il mare come cluster, come settore dell'economia, il mare come ricchezza del paese, una ricchezza donata dalla natura. C'è chi ha il petrolio e chi ha 8000 chilometri di costa. Secondo i dati di un rapporto Unioncamere riportato dall'ANSA, l'economia del mare fa segnare una crescita significativa e offre tanti spunti sui quali puntare per il futuro.
(ANSA.it) Aumentano le imprese nell'economia del mare. Nel 2013 si è registrata una crescita del 2% sul 2011 con la nascita di 3.500 nuove attività per un totale di 180mila. Un dato in controtendenza rispetto al -0,9% registrato dal resto delle altre imprese in Italia. Tra i settori in crescita spicca quello del turismo (300.000 occupati), con i servizi di alloggio e ristorazione che hanno segnato una delle crescite più elevate del numero delle imprese con un aumento di 3.000 unità (+4,4%) arrivando a 72mila, che hanno prodotto un valore aggiunto di circa 13 miliardi di euro.
OLTRE AL TURISMO CRESCE LO SPORT LEGATO AL MARE (+3,6%)
Bene anche il settore delle attività sportive e ricreative che ha fatto registrare un plusvalore di 1.000 imprese (+3,6%) a quota 28mila. È quanto spiega il rapporto di Unioncamere sull'economia del mare presentato al convegno 'Il mare: la sostenibilità come motore di sviluppo' organizzato dal ministero dell'Ambiente nell'ambito del semestre di presidenza italiana dell'Ue. In Liguria si concentra il maggior numero di imprese dell'economia blu (8,7%), seguita da Sardegna (5,3%) e Lazio (5%), mentre a livello provinciale sul podio ci sono Rimini (12,7%), Livorno (12,1%) e La Spezia (11,4%).
Nella filiera ittica (pesca, lavorazione e commercio del pesce) a fine 2013 sono state censite 34.000 imprese (18,9%), nella cantieristica navale 28.000 (15,7%), nelle attività sportive e ricreative 28.000 (15,7%), nella movimentazione marittima di merci e persone 11.000 (6,1%) mentre sono 6.000 (3,3%) le imprese che operano nel settore della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale. Quasi un terzo del reddito prodotto dalla blue economy (31,2%) ascrivibile al settore dei servizi di alloggio e ristorazione con un valore aggiunto di circa 13 miliardi di euro e 300.000 occupati.
Contribuiscono per un quinto al totale del reddito prodotto dalla economia del mare (18,4%) le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale, con un valore aggiunto di 7,6 miliardi e 123.000 occupati. Dal settore dei trasporti marittimi, il valore aggiunto e' di circa 7 miliardi di euro (16,7%) a cui si associano 90.000 lavoratori.
L'incidenza del valore aggiunto sulle economie locali, vede ai primi posti per valori assoluti le province di Roma (5,8 miliardi di euro), Genova (3 miliardi) e Napoli (2,5 miliardi), mentre per quanto riguarda l'incidenza percentuale sul totale dell'economia provinciale, spiccano Livorno (15,9%), Trieste (15,6%) e Olbia-Tempio (13,8%).
Vogliamo finalmente accorgerci del mare, noi italiani? Non solo l'estate, non solo la domenica, il mare come cluster, come settore dell'economia, il mare come ricchezza del paese, una ricchezza donata dalla natura. C'è chi ha il petrolio e chi ha 8000 chilometri di costa. Secondo i dati di un rapporto Unioncamere riportato dall'ANSA, l'economia del mare fa segnare una crescita significativa e offre tanti spunti sui quali puntare per il futuro.
(ANSA.it) Aumentano le imprese nell'economia del mare. Nel 2013 si è registrata una crescita del 2% sul 2011 con la nascita di 3.500 nuove attività per un totale di 180mila. Un dato in controtendenza rispetto al -0,9% registrato dal resto delle altre imprese in Italia. Tra i settori in crescita spicca quello del turismo (300.000 occupati), con i servizi di alloggio e ristorazione che hanno segnato una delle crescite più elevate del numero delle imprese con un aumento di 3.000 unità (+4,4%) arrivando a 72mila, che hanno prodotto un valore aggiunto di circa 13 miliardi di euro.
OLTRE AL TURISMO CRESCE LO SPORT LEGATO AL MARE (+3,6%)
Bene anche il settore delle attività sportive e ricreative che ha fatto registrare un plusvalore di 1.000 imprese (+3,6%) a quota 28mila. È quanto spiega il rapporto di Unioncamere sull'economia del mare presentato al convegno 'Il mare: la sostenibilità come motore di sviluppo' organizzato dal ministero dell'Ambiente nell'ambito del semestre di presidenza italiana dell'Ue. In Liguria si concentra il maggior numero di imprese dell'economia blu (8,7%), seguita da Sardegna (5,3%) e Lazio (5%), mentre a livello provinciale sul podio ci sono Rimini (12,7%), Livorno (12,1%) e La Spezia (11,4%).
Nella filiera ittica (pesca, lavorazione e commercio del pesce) a fine 2013 sono state censite 34.000 imprese (18,9%), nella cantieristica navale 28.000 (15,7%), nelle attività sportive e ricreative 28.000 (15,7%), nella movimentazione marittima di merci e persone 11.000 (6,1%) mentre sono 6.000 (3,3%) le imprese che operano nel settore della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale. Quasi un terzo del reddito prodotto dalla blue economy (31,2%) ascrivibile al settore dei servizi di alloggio e ristorazione con un valore aggiunto di circa 13 miliardi di euro e 300.000 occupati.
Contribuiscono per un quinto al totale del reddito prodotto dalla economia del mare (18,4%) le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale, con un valore aggiunto di 7,6 miliardi e 123.000 occupati. Dal settore dei trasporti marittimi, il valore aggiunto e' di circa 7 miliardi di euro (16,7%) a cui si associano 90.000 lavoratori.
L'incidenza del valore aggiunto sulle economie locali, vede ai primi posti per valori assoluti le province di Roma (5,8 miliardi di euro), Genova (3 miliardi) e Napoli (2,5 miliardi), mentre per quanto riguarda l'incidenza percentuale sul totale dell'economia provinciale, spiccano Livorno (15,9%), Trieste (15,6%) e Olbia-Tempio (13,8%).
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