LNI
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Due tartarughe
in salvo a Otranto
in salvo a Otranto
Sono due tartarughe della specie protetta Caretta Caretta. Trasportate dalla corrente, erano in difficoltà. Ritrovate nel porto di Otranto davanti alla Lega Navale Italiana. Recuperate e curate, ora stanno bene
Sono state recuperate due tartarughe della specie Caretta Caretta nel porto di Otranto ed in particolare nelle specchio acqueo in concessione alla sezione. Il primo esemplare è stato individuato domenica scorsa tra le barche ormeggiate ai pontili, si tratta di una tartaruga che misura 20 centimetri al carapace e la cui età è stimata in quattro anni. Nella stessa area il ritrovamento anche lunedì. In questo caso si è trattato di un animale di circa due anni e di 15 centimetri di lunghezza.
Entrambe le tartarughe sono state recuperate dal socio Franco Muoio del gruppo sub di sezione e tempestivamente consegnate al Centro di recupero tartarughe marine del comune di Lecce. Lì sono state affidate alle cure del dottor Giacomo Marzano.
Per l'esemplare di maggiori dimensioni - spiega il dottore Giacomo Marzano, responsabile del Centro di recupero - si è reso necessario il trasporto e ricovero presso la facoltà di Veterinaria dell'università di Bari per via di una ferita che è sicuramente la causa che l'ha portata alla deriva. La tartaruga più piccola era invece in ipotermia ed ora è presso il Centro comunale di Reuccio ed è tenuta a temperatura adatta in attesa che possa riprendere la normale alimentazione.
In questi giorni si stanno facendo sempre più numerose le segnalazioni di tartarughe in difficoltà e la causa sarebbe nella temperatura dell'acqua che sta scendendo sotto i 10°, temperatura molto severa per un rettile in buone condizioni fisiche, ma praticamente proibitiva per le tartarughe non al meglio della condizione.
Sono le correnti a trasportare le tartarughe in difficoltà, non è del tutto casuale, quindi, che i due ritrovamenti siano stati effettuati nella stessa zona del porto (che è quella dei pontili in concessione a Lni Otranto), di conseguenza tutti i soci sono stati allertati a porre la massima attenzione nelle manovre di ormeggio. Questo per ottimizzare le possibilità di avvistamento e scongiurare il pericolo di ferire eventuali animali in sofferenza.
Sono state recuperate due tartarughe della specie Caretta Caretta nel porto di Otranto ed in particolare nelle specchio acqueo in concessione alla sezione. Il primo esemplare è stato individuato domenica scorsa tra le barche ormeggiate ai pontili, si tratta di una tartaruga che misura 20 centimetri al carapace e la cui età è stimata in quattro anni. Nella stessa area il ritrovamento anche lunedì. In questo caso si è trattato di un animale di circa due anni e di 15 centimetri di lunghezza.
Entrambe le tartarughe sono state recuperate dal socio Franco Muoio del gruppo sub di sezione e tempestivamente consegnate al Centro di recupero tartarughe marine del comune di Lecce. Lì sono state affidate alle cure del dottor Giacomo Marzano.
Per l'esemplare di maggiori dimensioni - spiega il dottore Giacomo Marzano, responsabile del Centro di recupero - si è reso necessario il trasporto e ricovero presso la facoltà di Veterinaria dell'università di Bari per via di una ferita che è sicuramente la causa che l'ha portata alla deriva. La tartaruga più piccola era invece in ipotermia ed ora è presso il Centro comunale di Reuccio ed è tenuta a temperatura adatta in attesa che possa riprendere la normale alimentazione.
In questi giorni si stanno facendo sempre più numerose le segnalazioni di tartarughe in difficoltà e la causa sarebbe nella temperatura dell'acqua che sta scendendo sotto i 10°, temperatura molto severa per un rettile in buone condizioni fisiche, ma praticamente proibitiva per le tartarughe non al meglio della condizione.
Sono le correnti a trasportare le tartarughe in difficoltà, non è del tutto casuale, quindi, che i due ritrovamenti siano stati effettuati nella stessa zona del porto (che è quella dei pontili in concessione a Lni Otranto), di conseguenza tutti i soci sono stati allertati a porre la massima attenzione nelle manovre di ormeggio. Questo per ottimizzare le possibilità di avvistamento e scongiurare il pericolo di ferire eventuali animali in sofferenza.
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