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04/05/2011 - 21:17

Lui e Lei sul cat alle Olimpiadi?

Due scafi
e una capanna

La federvela mondiale sta per riportare il catamarano alle Olimpiadi, ma con equipaggio misto. Il Tornado, il rapporto con i velisti uomini, le manovre più faticose, il piacere della velocità: la prodiera iridata Nahid Gaebler racconta il suo punto di vista. Senza veli
 
Nahid Gaebler, moglie del superspecialista del Tornado Roland Gaebler, può parlare da prodiera campione del mondo del catamarano ex olimpico. Un ruolo che potrebbe diventare ambitissimo (e un titolo pesantissimo), ora che si fa un gran parlare del ritorno del catamarano tra le classi olimpiche, e per di più con la caratteristica di avere un equipaggio misto: uomo-donna.
 
Nahid, sei molto impegnata nella promozione della vela femminile sul multiscafo, qual è stata la reazione del mondo velico femminile in seguito alle decisioni dell'ultimo Meeting annuale dell'ISAF?
 
Nahid Gaebler - Sto registrando molte reazioni fortemente positive da parte degli equipaggi misti già in attività, e ne vedo molti che vogliono seguire il nostro esempio, soprattutto ora che il multiscafo misto potrebbe diventare disciplina olimpica. Molte donne vanno sui multiscafi e si godono la velocità di queste barche. Ho avuto modo di parlare con numerose veliste di altre classi come Laser, windsurf, 470 e delle classi giovanili: se il multiscafo open o misto dovesse rientrare ai Giochi Olimpici, molti equipaggi misti intraprenderebbero una campagna olimpica, è una chance unica di praticare questo sport ad altissimi livelli insieme.
 
Comincerebbe una nuova era per la vela olimpica...
 
N.G. - Senza dubbio! Spettatori, media e sponsor ne sarebbero entusiasti e sono sicura che la vela potrebbe trovare un pubblico più vasto. Il pubblico vuole vedere le donne gareggiare nella vela, i giovani amano lo stile dinamico e veloce dei multiscafi, uno stile che alimenta il sogno di volare veloci sull'acqua, e realizzare il sogno olimpico.
 
Se le cose dovessero andare come sembra, avremo il Multiscafo Misto alle Olimpiadi di Rio 2016. A oggi sono numerosi gli equipaggi misti che competono ad alti livelli sul Tornado. Cosa ne pensi?
 
N.G. - Oggi il 20% dei migliori equipaggi sono misti, nella sola ranking tedesca si raggiunge il 40%. E nessuno mi venga a dire che per una donna il Tornado è troppo difficile. Le donne amano gareggiare sul Tornado, perché si dovrebbe pensare che le donne non possano praticarlo: già il grande Paul Elvstrom partecipò con sua figlia alle Olimpiadi del 1984 e fu un vero shock ma anche un esempio per tutti. Non dobbiamo dimenticare che l'altezza e il peso medio delle generazioni più giovani si è alzato e oggi le donne lottano per le loro idee e i loro sogni.
 
Cosa pensi in generale della vela in coppia mista alle Olimpiadi?
 
N.G. - Credo che avrebbe il potere di rivitalizzare molto il nostro sport e costituirebbe un elemento di grande attrazione e promozione. La vela del multiscafo può divenire la Formula 1 delle Olimpiadi e offrire ai giovani, al pubblico, ai media e agli sponsor proprio quello che cercano e vogliono da questo sport.
Credo inoltre che una disciplina mista favorirebbe e stimolerebbe la competizione finalizzata alla partecipazione alle Olimpiadi. Francamente non credo che le donne abbiano problemi a competere con equipaggi maschili e del resto il Mondiale di classe a Travemunde dello scorso anno l'ha dimostrato in pieno. La Vela non è solo una questione di peso e muscoli, è soprattutto uno sport dove la tattica, la strategia e quindi la testa contano moltissimo, del resto quali chance avrebbero gli equipaggi "anziani" contro i più giovani se così non fosse?

 
Molti uomini pensando sia troppo faticoso per una donna gestire un gennaker o la randa di un Tornado...
 
N.G. - Mi dispiace, ma non concordo affatto. Stiamo parlando di una disciplina olimpica non di una gita a vela. Mi alleno con i pesi almeno 2-3 volte alla settimana e 3-4 giorni in acqua, questo assicura ai miei muscoli la capacità sufficiente di eseguire correttamente ogni manovra anche in più regate al giorno. Le donne hanno le stesse possibilità sportive di un uomo.
 
Avete apportato qualche modifica tecnica alla barca?
 
N.G. - Si, abbiamo fatto qualche modifica su alcune manovre, dai rinvii sul boma ai doppi moschettoni automatici del gennaker. Posso cazzare le vele con una mano a 25 nodi, con le nuove scotte e i nuovi strozzatori, tutto è più facile. Le modifiche introdotte rendono il lavoro più agevole e morbido, in ogni condizione vento.
 
Negli ultimi due anni hai corso con tuo marito Roland. Questo ha cambiato la tua vita?
 
N.G. - Totalmente, e in meglio! Il mio sogno si è avverato, allenarsi con i migliori equipaggi al mondo dal 2004 e 2008, vincere numerose regate e godere dell'amicizia di molti equipaggi. E' l'adrenalina la velocità, la vela artistica al trapezio ad alimentare la gioia e l'entusiasmo di regatare sul Tornado. Non solo, da quando regatiamo insieme abbiamo triplicato i nostri sponsor e i ritorni media, nonché i nostri fans.
 
Cosa consiglieresti alle donne che vogliono regatare sul Tornado?
 
N.G. - Andate e provate. Il multiscafo è facile e volare dai 3 in su nodi sarà bellissimo. Il Tornado è una barca ben equilibrata in ogni condizione di vento, il doppio trapezio vi da l'adrenalina di cui avete bisogno. Per me è un bellissimo sport e invito le veliste a venire a vela con noi quando vogliono. Non esitate, non siate troppo timide e venite a trovarci, il Tornado è una barca perfetta anche per le donne.
 
Cosa pensi dell'idea dell'ISAF di un test per selezionare il cat olimpico?
 
N.G. - Mi chiedo se serva davvero una valutazione del genere. Tutti i migliori velisti di catamarani riconoscono che il Tornado ha dimostrato di avere la formula migliore, e in più è un "brand" già noto alla vela olimpica. E' la barca con le migliori qualità e l'interesse dei media ne è una conseguenza. Perché l'ISAF dovrebbe prendersi dei rischi nel provare una nuova barca? Se proprio deve esserci un test di valutazione, questo dovrebbe avvenire in mare e non sulla carta, con veri velisti olimpici a provare tutti i tipi di cat e di materiali. Dal mio punto di vista non ci può essere un altro catamarano di 20 piedi migliore del Tornado.
 
Quali sono le tue impressioni sui nuovi design di multiscafi?
 
N.G. - Credo che l'unica strada siano barche più leggere e scafi più stretti. Ma non si può sottovalutare la qualità e la robustezza, necessarie per le regate olimpiche, nelle quali non si deve rompere niente a bordo. Se ISAF e CIO non vogliono sorprese, o disastri con i materiali, l'unica scelta è il Tornado...
 
Molti però pensano che il Tornado sia troppo costoso..
 
N. G. - Sono completamente fuori strada. Dovrebbero pensare a cosa significa fare una campagna olimpica di 4 anni, e non al costo di una singola barca. In questo caso nessuna barca può competere col Tornado, per la sua longevità straordinaria. La prova? Hagara e Steinacher hanno usato la stessa barca per ben tre Olimpiadi! Noi abbiamo vinto il Mondiale con un fiocco e un gennaker di tre anni, e un albero di carbonio vecchio sei anni.
 
Un'altra obiezione: l'ISAF teme che troppe nazioni emergenti non abbiamo la forza per affrontare una vela ritenuta troppo tecnica.
 
N.G. - Posso capire, ma credo che se provassero a pianificare una campagna di 4 anni, si renderebbero conto che il Tornado resta competitivo rispetto ad altri cat. La classe inoltre ha un programma per assegnare barche a nazioni emergenti, anche attraverso sponsor. Il limite maggiore non sta nella classe, ma nel fatto che l'ISAF e il CIO restringono l'accesso ai Giochi a 16-17 nazioni soltanto. Credo che sarebbe assai più interessante discutere su questo aspetto, e poter invitare più nazioni.
 
Da quest'anno vedremo anche nuovi formati di regata per il Tornado?
 
N.G. - Partiamo dall'avere un gruppo di velisti molto creativi, ma quest'anno vogliamo davvero far fare alla vela un deciso passo avanti, trasformandola in uno sport per spettatori "primetime" e per tutti i media! Apriremo vari stadi della vela ("Sailing Arenas") in giro per il mondo, presentando un nuovo tipo di regate velocissime per esaltare le qualità del Tornado. Ci aspettiamo una grande crescita nei ritorni media e nel numero di spettatori. Queste regate di velocità ("Speedsailing Races") daranno vantaggi a tutti i concorrenti, e i nostri sponsor sono contenti. Noi viviamo di questo, siamo professionisti.
 

Cosa fai nella vita quando non sei al trapezio?
 
N.G. - Insegno economia all'International Business School IBC in Danimarca, e inoltre allevo cavalli e vado in bicicletta. Siamo avvantaggiati dal vivere in campagna, posso fare così tante attività.
 

Le tue ambizioni per il futuro?
 
Andare alle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro in un equipaggio misto sul Tornado. Abbiamo già trovato gli sponsor per l'intera campagna. Seguiamo i nostri sogni: volare e veleggiare sul Tornado è una grande prospettiva per il futuro! (Traduzione a cura di Angela Rodi)

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