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02/05/2020 - 11:56

Quaranteen e voglia di vela

Caro Diario (di bordo) ti scrivo

UNO SPAZIO APERTO: INVIATE QUI LE VOSTRE RIFLESSIONI - La clausura dei giovani velisti: sogni nel cassetto da tirare fuori per quando si tornerà in mare. L'idea di Camilla: "Questa situazione ci terrà per un po' lontani dal nostro mondo, dalla nostra passione, ma noi possiamo rimanere vicini, come? Condividendo ricordi, pensieri, emozioni delle nostre esperienze in mare

 

Ci scrive Camilla Agnoli, giovane velista della classe 420. Come tutti vive in casa da due mesi, studia, fa sport come puo', si informa, mantiene aperte le relazioni. E' una dimensione nuova per tutti, ma il punto di vista dei teenagers è fondamentale: il futuro è loro, come lo vedono dalle loro case nel lockdown? E soprattutto come cercano di tenere vivo il loro sogno di tornare a vela?

Ecco l'idea di Camilla.

"Tutti noi velisti abbiamo un sogno nel cassetto, dal più piccolo al più grande. Ecco questi sogni ora potrebbero essere distrutti, questa situazione è nuova per tutti e più inaspettata che mai. Niente allenamenti, niente regate, niente campionati internazionali. Tutto ciò ci terrà lontani per un po', lontani dal nostro mondo, dalla nostra passione, ma noi possiamo rimanere vicini, come?

"Beh ognuno di noi al momento avrà mille pensieri per la testa, mille ricordi di momenti passati in mare e a terra con gli amici. Mettiamoli per iscritto, condividiamo le nostre idee, i ricordi divertenti, le emozioni che proviamo quando siamo in mezzo al mare e che vorremmo tornare a provare il prima possibile. Insomma scriviamo un diario di bordo, il diario di bordo dei velisti!

"L’obiettivo è quello di sentirci vicini anche se lontani, farci qualche risata raccontandoci le cose più buffe successe in barca e sentici liberi di raccontare cosa proviamo, senza paura e senza vergogna perché in fondo molti potrebbero rispecchiarsi nelle parole di altri."

Allora siete pronti? Qui di seguito la stessa Camilla apre il diario con il suo primo contributo. Aspettiamo i vostri! Che siate veliste e velisti di Optimist, Open Skiff, Laser, RSFeva, Tacole a vela, 29er, 420, Hobie Cat... Scriveteci. Come ogni diario di bordo che si rispetti, iniziate mettendo giorno e ora, e magari un fugace accenno alle condizioni meteo e alla vostra "navigazione"... Il resto è LIBERTA'!

COME INVIARE - Potete scrivere il vostro contributo come commento a questa pagina, usando il form sotto al post. Oppure (meglio) potete inviare il vostro diario a questa mail: redazione@saily.it. Una promozione del "diario" verrà fatta sui social.

QUI DI SEGUITO I DIARI RICEVUTI, IN ORDINE DI ULTIMO ARRIVO

DAL DIARIO DI ISABELLA: 13 MAGGIO, 9:58 - Giornata primaverile, il sole sfavilla alto nel cielo, 13-15 nodi circa, mare piatto, squadra al completo... non potevo chiedere di più. Dopo un lungo allenamento estenuante e dopo esserci allontanati anni luce dal porto, (come il mio allenatore è solito farci fare perché lui si diverte così) io ed il mio prodiere ci accingiamo per rientrare. Tra gli schizzi è difficile comunicare. Siamo entrambi totalmente distesi, lui al trapezio ed io alle chinghie. Siamo di lasco. Non è mai stato il nostro forte ma in quel particolare momento sembrava lo fosse. Presi dall' adrenalina e dal fomento ci mettiamo a cantare in coro a squarciagola "Morirò da re" dei Maneskin. E questo momento è impresso nella mia mente come fosse ieri. Questi sono i momenti che ogni giorno ti fanno innamorare follemente di quello che fai. Perchè la vela è questo. 

La vela è quella sensazione inspiegabile di libertà totale, di levitazione che provi mentre plani sull'acqua in giornate come queste. La massima esplicazione del rapporto fra uomo e natura. La vela è affidarsi al caso: il vento è come un satiro imprevedibile con costanti sbalzi d'umore. Ogni volta che salgo in barca credo ancor più fermamente che la natura sia dotata di un'anima. In barca è dove vedo realizzarsi la natura nelle sue forme più gloriose e ogni volta posso dichiararmi "obstupefacta", come disse Seneca nel suo trattato "Naturales Questiones". Riferimenti colti a parte, la vela è fatta anche di seccature e insuccessi. Ma è fallire e rialzarsi: anche quando tutto va male, non riesci a portare a casa il risultato che desideravi, potrai demoralizzarti, pensare di mollare tutto... ma il giorno dopo inevitabilmente ti alzerai ancora più volenteroso di prima perché i privilegi e le sensazioni che ti regala questo sport non te li regala nessun altro. 

Perchè se capisci questo, il risultato, l'infinita attesa quando non danno la partenza perchè non c'è vento, il gelo quasi a tal punto da raggiungere l'ipotermia durante l'inverno, il fastidiosissimo sale che si incrosta ovunque, rifare le lamelle, rifare le misure trentamila volte, mangiare panini, panini e ancora panini, sciacquare tutti gli indumenti ogni volta dopo gli allenamenti sennò odoreranno di morte e tutte queste scocciature diventano sopportabili e valgono la pena, eccome. E quando non sali in barca da tanto anche queste ultime ti mancano, fidati. Io non ho mai fatto risultati esorbitanti ma ho continuato e continuerò finché posso perché mi piace, mi piace alla follia... C'è qualcosa che caratterizza gli sport acquatici che ti fa sentire un gigante, ti consente di fuggire dalla realtà e quasi di entrare in un'altra dimensione.

La vela è tornare a scuola il lunedì dopo gli allenamenti malinconico e impaziente che arrivi il prossimo weekend, con i muscoli ancora indolenziti, le guance rosate, gli occhi un po' rossi, abbronzature dalle sfumature e forme più strambe per via della muta e i rimasugli dei brividi del giorno prima ancora addosso. La vela è litigare coi propri compagni di squadra, insultandosi facendo un baffo a Vittorio Sgarbi per poi tornare ad amarsi ancora di più, come fratelli. La vela è sviluppare un rapporto quasi simbiotico, di telepatia col proprio compagno d'equipaggio e sentirsi una famiglia con i propri compagni di squadra. Non c'è nulla di più soddisfacente di fare una partenza o una virata col rollio in perfetta coordinazione col proprio compagno di squadra. 

La vela è inventarsi i giochi più strani per passare il tempo in pulmino. È tornare a casa totalmente senza voce per aver esagerato col karaoke coi compagni durante il viaggio. La vela è una maestra di vita: ti insegna ad arrangiarti, a ignegnarti e inventarti soluzioni immediate quando ci sono imprevisti, ti insegna l'istinto di sopravvivenza, la perseveranza  e la resistenza. La vela sviluppa la tua forza fisica e la tua forza d'animo, ti insegna a superare la timidezza, a ragionare ed a prendere decisioni velocemente. La tipica reazione quando dici a un comune mortale di fare vela è: "ah... vela... è uno sport?", "che sport da vecchi!", "state soltanto seduti sul bordo della barca!". Ma cosa ne sapete voi che passate i weekend a postare su Instagram e a perdere tempo facendo aperitivi. Pensatela come volete... noi velisti celiamo il nostro piccolo segreto. Perchè la vela è lo sport più bello di tutti, anche se pochi lo sanno.

DAL DIARIO DI LAVINIA: ROMA, 3 MAGGIO 2020, ORE 22:05 - Col buio il vento è calato, quasi bonaccia... Questo doveva essere il mio ultimo anno in barca a vela, avevo già da tempo deciso di scendere definitivamente a luglio. Ovviamente su questa stagione avevamo puntato tutto, ma questo tutto è saltato improvvisamente e inaspettatamente. Il mio ultimo anno da velista agonista si è concluso con un’anonima giornata al porto di Anzio, in cui non siamo nemmeno usciti per l’assenza di vento e in cui ricordo precisamente di aver deciso di saltare una corsa del treno e di prendere quello dopo per rimanere ad aiutare la mia compagna a fare dei lavori alla barca. Inutile spreco di fatica, visto che da quel giorno la barca non si è più mossa e i segni sulla coperta fatti con tanta cura sono rimasti inutilizzati sotto al telo.

Un po’ come l’ultimo giorno di scuola di tutta la mia vita: un mercoledì in cui credo di aver fatto un compito di matematica più o meno decente. Ma non importa, perché, classifiche a parte, la vela mi ha fatto soprattutto ridere e dato ricordi da condividere: cadute in acqua a 100 metri dall’arrivo (ovviamente c’erano due metri d’onda e dopo un lungo inseguimento a nuoto, il mio allenatore ha avuto pietà di me e mi ha ripescata), perdite di scarpe al trapezio in momenti non esattamente propizi, scuffie a ripetizione con conseguente salvataggio del tangone a scapito della mia povera prodiera, fallimenti vergognosi nelle partenze in boa, passaggi a prua e primi incontri assolutamente non piacevoli con trapezio e tangone, litigate tremende nell’ultimo bordo, ma anche sintonia, felicità e successi condivisi… Quindi, nonostante la tristezza e il rimpianto per quest’ultima stagione tagliata a metà, sono felice, perché in fondo chi se ne frega.

DAL DIARIO DI MARGHERITA: 2 MAGGIO, 16:16 - Caro amico immaginario, oggi vorrei parlarti di una delle mie più grandi passioni: la vela. Una passione, un hobby, uno sport, un lavoro... la vela può essere di tutto ma sicuramente è uno stile di vita. Dovresti provare sai, ad andare per mare. Non te ne pentiresti.La vela è come una cerimonia: ha i suoi riti, le sue procedure da seguire passo dopo passo. Le regole sono ferree, ma una volta compreso il metodo allora puoi definirti libero. Non c’è esempio più chiaro di questo: “Non c’è uomo libero senza regole”. I velisti questo lo sanno bene, e purtroppo lo hanno imparato sbagliando e magari rischiandoci anche la pelle. 

La vela ti insegna il rispetto per te stesso in primis, per gli altri e per il mondo che ti circonda. È un mondo di regole... il mare, il vento; e se non segui le sue leggi, peggio per te. Il rispetto lo si impara da subito e ancor prima impari l’umiltà.

Da piccola parlavo alla mia barca: “Cara barchetta, fammi un favore. Oggi vai più veloce delle altre per favore?” D’altronde è il vento che decide il tuo destino, e quello che puoi fare tu è regolare le vele per sfruttarne al massimo le potenzialità. Ma sii umile. Ho sempre pensato che se fossi stata una brava bambina, il vento mi avrebbe premiato un giorno... un po’ come Babbo Natale. Continuo a crederci in effetti, c’è sempre quella speranza.

Vi è mai capitato in barca di sperare? Di pregare? Per quanto mi riguarda, a me è successo, anzi accade spesso lo ammetto. Per quanto io possa prevederne le intenzioni, il vento rimarrà sempre IMPREVEDIBILE. Ed è questo che rende la vela unica, uno sport SPECIALE. E spesso sono le lacrime salate a rendere ancora più saporite le nostre vittorie, e non intendo durante le regate. Mi rendo conto solo ora che le vittorie più belle sono quelle che conquisti ogni giorno per te stesso, nel cammino che fai, nella rotta che scegli di prendere. La rotta si può sempre cambiare, certo; ma attenzione a non andare a scogli!

DAL DIARIO DI BORDO DI CAMILLA: ROMA, 1 MAGGIO 2020, ORE 15:00 - Cielo velato, vento variabile. Mi manca la vela, questo è chiaro. Sono settimane che sogno di tornare in barca e non vedo l’ora che succeda veramente. Ho tanti ricordi felici con la mia squadra, molti sono veramente divertenti e sentendomi potreste pensare che do più spazio allo svago e alle risate che ad altro. Non è così, ci sono momenti e momenti, ma certamente per me e la mia prodiera divertirsi è fondamentale. È questo che mi manca, si mi manca anche la tensione e la concentrazione delle regate, ma ridere con la mia prodiera mi manca più di tutto.

Una volta in regata hanno dato la partenza, ma noi stavamo provando il campo perciò non abbiamo sentito il segnale. Quando siamo arrivate sulla linea hanno dato i 4 minuti ma non abbiamo fatto in tempo a prenderli. Il panico c’era, ma abbiamo deciso di metterci sulla linea e chiedere agli altri quanto mancava. Una volta sulla linea ci siamo messe a parlare di ciò che avremmo voluto fare in regata e… beh ecco ci siamo distratte. Hanno suonato l’ultimo minuto, noi eravamo vicino al comitato perciò abbiamo sentito, ci siamo guardate, lei mi ha chiesto “hai preso il tempo” io ho risposto “no, tu?”, lei: “nemmeno io”. La scena al momento era preoccupante, ci siamo guardate un po' intorno e alla fine lei mi ha solo detto “vabbè parti, non importa, come va va”. Conclusione? la partenza era buona e nonostante il panico del momento, oggi lo ricordiamo ridendoci su. Quanti di voi hanno fatto la loro migliore partenza proprio a causa di un errore o un ritardo?

Sezione ANSA: 
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