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30/03/2020 - 18:25

L'inchiesta di Saily sul mondo della vela in lockdown

Diario di bordo da casa: navigatori senza onde

VELISTI SENZA VELA/4 - Altre testimonianze di personaggi della vela dalla lunga clausura, tra sport bloccato e aziende chiuse - FRANCESCO ETTORRE, GIANCARLO PEDOTE, GIANFRANCO MEGGIORIN, MARIANNA DE MICHELI, GIORGIO BENUSSI, GABRIO ZANDONA', FRANCESCO MARRAI, EMANUELE CECCHINI, PIETRO NEGRI, ALDO RINALDI, E ALCUNI GIOVANI DEL 420 - Resistere costruendo un futuro migliore. Quando un tramonto ti riempie la giornata

 

Ancora una carrellata di testimonianze, parole riflessioni, diari di bordo dalla quarantena. Velisti senza vela, marinai senza mare, navigatori senza onde. E anche manager, direttori, imprenditori, gente in prima linea ogni giorno e adesso chiusa tra quattro mura. Tra il pensiero e l'omaggio alle vittime, la riconoscenza ai sanitari, le tecniche di resistenza in casa (c'è chi applica l'organizzazione di bordo durante una regata lunga!), i buoni propositi sul futuro, adesso che la scala di priorità è finalmente cambiata...

 

FRANCESCO ETTORRE (Presidente FIV)

Saluto tutti i velisti, i tesserati FIV e non, sicuramente tutti stiamo vivendo un momento particolare, per la prima volta siamo in una situazione così drammatica e piena di incognite e incertezze. Ma noi tutti, noi sportivi e appassionati di mare, dobbiamo assolutamente avere la forza per vedere sempre oltre e trovare le contromisure. Siamo bloccati a casa ma non ci difetta la possibilità di pensare al futuro, quando tutto speriamo in breve tempo possa passare.

E' una situazione nuova, alla quale non siamo certo abituati, bisogna sforzarci di trovare gli aspetti costruttivi di questo momento, come quello di avere più tempo per la famiglia e gli affetti.

Anche da casa, e grazie alla tecnologia e all'organizzazione federale, sono tutto il giorno al lavoro, in contatto tra l'estero e l'Italia, tra telefono, teleconferenze, riunioni, progetti, e tutti gli aggiustamenti necessari e conseguenti a questa emergenza.

Il futuro deve essere nel nostro obiettivo, dobbiamo farci trovare pronti e possiamo scoprirci migliorati e cresciuti da questa esperienza. Fa parte dell'indole di uno sportivo la capacità di cambiare direzione per arrivare all'obiettivo, e noi velisti grazie alla capacità di cambiare rotta sicuramente faremo la nostra parte.

 

GIANCARLO PEDOTE (Navigatore solitario, iscritto al Vendée Globe 2020-2021)

Sono abituato a dare sempre il massimo, a non lasciare. Sono abituato a prendere decisioni senza farmi coinvolgere dalle emozioni: è fondamentale in un lavoro come il mio. Ma prima della razionalità, della caparbietà e delle emozioni ci sono le priorità. C’è l’etica. Ci sono momenti in cui dobbiamo essere capaci di mettere da parte i nostri obiettivi e le nostre ambizioni. Momenti in cui dobbiamo mantenere l’equilibrio depurando i pensieri da paure, rabbia, orgoglio, tristezza, preoccupazioni, egoismi. Questo è uno di quei momenti, un momento in ci sono delle persone che stanno soffrendo, andando all’ospedale e altre che vivono nella paura. 

Siamo, sono, davanti a una crisi, che questa volta non si presenta in mare, ma a terra. Si chiama Covid 19 ed è un'emergenza per quanto mi riguarda collettiva. Non è un problema degli altri, non è un problema che riguarda gli Stati. Riguarda me, in quanto uomo e cittadino e mi sento responsabile delle mie azioni. 

Prima di essere uno sportivo, sono un uomo e un padre di famiglia. Ciascuno di noi è coinvolto, non solo in quanto possibile malato, ma anche in quanto possibile veicolo di contaminazione per gli altri. Quando dico gli altri non penso solo alla mia famiglia. Seguo le vicissitudini italiane con grande apprensione, e cerco quindi di agire con criterio e umanità. Se la pandemia Covid 19 dovesse passare nei libri di storia, non vorrei che i miei figli studiandola mi dicesse: "ma papà tu, a parte i tuoi obiettivi di fare il giro del mondo, non ti sei preso cura dell’umanità in un momento così importante?". 

 

GIANFRANCO MEGGIORIN (Meteorologo, fondatore e proprietario di Navimeteo)

A Navimeteo, lavorando nei servizi meteomarini per navi, yacht, imbarcazioni su tutte le rotte, eravamo già strutturati per il lavoro da remoto sia nel centro di Chiavari che in quello di Falmouth. Anche se nessuno poteva prevedere la tempesta che ha investito il mondo. Mi sento un po' come essere "alla cappa", come in mare talvolta non si può risalire controvento. Bisogna attendere che il vento giri. Ho scritto queste poche righe sulla scia dei ricordi e vi è una similitudine tra le situazioni in mare e a terra, dalla Valle d'Ayas, nel mio ufficio di casa ai piedi del Monte Rosa.

Alla cappa con il cattivo tempo.

Era l'aprile del 1991, lasciammo Les Sables d'Olonnes, a bordo del catamarano Diva, c'eravamo io e il mio amico skipper Alain, la rotta erano Le Canarie, poi la Martinica. Il tempo, proprio come spiegano i manuali, via via cambiò. Il vento calava, la pressione scendeva, il cielo si copriva, l'onda lunga di un vento lontano saliva. Di lì a 12 ore dopo eravamo nella burrasca con vento contrario da SW.

Doppiare Capo Finisterre con le onde gigantesche e il mare spumeggiante non era fattibile. Dirigere verso il ridosso di La Coruna, avvicinando la costa, con le onde oceaniche ci sembrò una follia. Ci mettemmo "alla cappa", con un fazzoletto di tela alla randa e il timone all'orza.

Le onde erano grandi e frangenti, rumorose ma scorrevano mentre la barca scarrocciava sottovento, quasi sospesa ma stabile. Alain disse, "c'est comme un bouchon, sois confiant".

Poi, 24 ore dopo le prime schiarite, il rialzo della pressione e il vento che ruota, furioso sibilava tra le sartie ma veniva dalla giusta direzione, era NW. Il mare era caotico, urtava lo scafo, lo sovrastava; la barca sballottata di continuo ma qualche ora dopo riprendevamo la rotta...

Ecco, oggi è un po' come essere alla cappa, in attesa che il barometro inverta la sua tendenza  e ci indichi quel miglioramento che tutti ricerchiamo. Continuiamo a guardare lontano... sarà tosta, ma il vento ruoterà.

L'impatto sul nostro settore è importante, sapete bene che la stragrande maggioranza delle navi e yacht hanno dovuto mettere in stand by le loro navigazioni. Visto il calo della domanda ci concentriamo sui progetti di sviluppo a medio termine. Tenere la testa impegnata e la concentrazione è fondamentale per ognuno. Attraverso i sistemi di video conference organizziamo frequenti meetings di confronto sull'avanzamento dei progetti. Dobbiamo essere fiduciosi che passerà. La comunicazione interna non è mai stata importante come oggi. Il dialogo tiene viva l'attenzione.

In questa fase stiamo adattando i nostri moduli di training affinché si possano condividere i temi legati alla comprensione del tempo in mare con altri naviganti e professionisti del mare. Da quando Navimeteo è una società collegata anche alle navi, tutto fa fulcro prevalentemente sulla lingua inglese, che è la lingua ufficiale del settore professionale marittimo. Siamo però molto attenti anche alle esigenze dei diportisti italiani che vogliono saperne e praticare di più.

Mi impongo di essere fiducioso nel futuro, non nascondo che ci sono tanti pensieri e preoccupazioni, abbiamo a Navimeteo un Team straordinario, siamo in 10 a Chiavari e 3 a Falmouth in Cornovaglia. In questa fase dobbiamo aiutarci a darci delle motivazioni forti, degli obbiettivi, delle attività. Le piccole soddisfazioni delle cose fatte bene oggi valgono molto di più che in situazioni normali. A ben vedere è anche il momento di mettere ordine, organizzare, programmare cosa che nella quotidianità fino a poche settimane fa nessuno aveva modo di fare. Mai come in questa fase ho sentito con forza lo spirito di equipaggio. E' anche una rara opportunità, almeno per me che viaggio tanto, di godermi l'atmosfera di casa, come in un rifugio. Il tempo dedicato al viaggio si è trasformato in tempo per pensare. Forse da questa tempesta usciremo più temprati e migliori di prima. Un pensiero va a chi in questa situazione ha perso delle persone care e a tutti coloro che stanno facendo il meglio per aiutare il prossimo. I medici, infermieri, personale delle comunità per anziani, volontari, professionisti e a tutti, tutti coloro che fanno il meglio che possono.

Come un barometro che indica la tendenza meteo, guardo anch'io quei grafici che misurano l'impatto dell'epidemia sulle persone e aspetto di cogliere un'inversione di tendenza, lo sguardo rivolto verso l'orizzonte.

Un saluto a tutti gli amici di Saily, anche un canale media come il vostro aiuta a pensare al fascino del vento e della navigazione e a quando l'orizzonte si punteggerà di innumerevoli vele colorate.

 

MARIANNA DE MICHELI (Attrice, scrittrice, navigatrice)

Io sono fortunata, perchè al momento dell'uscita del Decreto ero in barca per fare dei lavori, così ho deciso di non spostarmi, restare a bordo, e di passare qui il periodo di quarantena. Non mi sono pentita per il momento, nonostante la tragicità del momento sono comunque a contatto con la natura. Sono all'interno di un circolo velico, non c'è nessuno, posso tirarmi dietro il cancello, il molo è il mio balcone, il mio cortile. Esco pochissimo solo per fare la spesa.

Non ho mai fatto così tante cose in barca come in questo periodo. Il fatto di dover stare ferma fa venire in mente tante cose da fare. Ho fatto la copertura del quadro elettrico, una mensola, sto togliendo i comenti dal pozzetto che sono vecchi del 1984, levigherò il legno e ci rimetterò il sika, prima volta in vita mia, vedremo cosa combinerò.

Credo che questa esperienza per tutta l'umanità sia una occasione per poter apprezzare le cose più semplici, come uscire di casa, stare all'aria aperta, la vicinanza e il contatto con le altre persone. Il fatto di sentirsi tutti parte di un unico mondo, dove non esistono confini, sia in senso negativo come dimostra la pandemia, che in senso positivo. Quando sarà finito spero che queste consapevolezze rimangano. Dalla mia casa galleggiante, un saluto a tutti i velisti, soprattutto a quelli che non sono in barca, ci vedremo presto in qualche rada o in qualche porto.

 

GIORGIO BENUSSI (Velista e imprenditore nautico)

Mi trovo a casa a Milano. Vivo all’ultimo piano e quindi vedo grandi porzioni di cielo il che da un certo sollievo. Non è come vedere il mare ma comunque il contatto con la natura è assicurato e da un certo sollievo. 

Per fortuna il clima in famiglia è buono, cerchiamo di trovare spunti positivi anche in una situazione così surreale. La cosa più divertente è che sto cercando di trasferire a tutti in casa spirito e atteggiamento necessari per affrontare lunghe navigazioni. La convivenza in un ambiente ristretto, in più persone, per lunghi periodi ha molte attinenze con le regate lunghe e impone precise routine, una ferrea disciplina in tutti i campi, una pianificazione nel breve e una previsione di medio termine. Sembrerà una cosa da persone monomaniacali ma, se ci si pensa bene, le similitudini sono numerose e assai profonde...

Si tratta di una delle più singolari esperienze della mia vita che di nuovo mi riconduce al paragone con la vela e al confronto con gli elementi della natura: non si può governare questa variabile, è arrivata improvvisa e violenta come una tempesta, possiamo solo gestirla con estrema freddezza e determinazione. Dobbiamo avere tutti ben chiari i rischi, conoscere molto bene le dotazioni di sicurezza a disposizione, essere in controllo e disciplinati nei nostri ruoli, tenere ben saldo il timone, regolare le poche vele che restano a riva e guardare avanti con determinazione. Insieme ne usciremo...

 

GABRIO ZANDONA' (Ex olimpionico di vela, Tecnico nazionale FIV)

Sto a casa Milano con la mia famiglia e siamo abbastanza attenti, più che preoccupati direi che stiamo soprattutto molto attenti: non usciamo, abbiamo da poco avuto Diego che ha un mese e quindi facciamo ancora più attenzione.

Oltre a dedicarmi alla famiglia, che consiste nel cambiare pannolini e giocare con Olivia che ha un anno e mezzo, stiamo continuando a lavorare con i ragazzi della squadra del 470: abbiamo messo a posto un po’ di cose arretrate e fatto il punto della situazione dei materiali. Facciamo lezioni di regolamento riguardiamo i video che erano rimasti accantonati, tanto altro ancora... in pratica non ci annoiamo.

 

FRANCESCO MARRAI (Ex olimpionico di vela, velista e coach)

A Livorno, dove mi trovo in questo momento, la situazione è abbastanza sotto controllo rispetto a quella che stanno vivendo in altre regioni.  E' dura resistere alla tentazione a qualche uscitina in barca e rimanere in casa in queste bellissime giornate, ma per il momento è più importante seguire le direttive e rimanere a casa.

Come passo il tempo? Ci sono tante cose da fare, principalmente lo impiego per studiare, cosi vedo di terminare la magistrale. Poi qualche lavoretto a casa, sperimento ricette della mamma provando a non distruggere la cucina, poi ovviamente il solito allenamento fisico nella mia mini palestra allestita in tempi non sospetti che mi aiuta a non diventare un lottatore di Sumo, e un filmetto serale per chiudere la giornata. Anche qualche seduta di yoga non fa male ogni tanto, mens sana in corpore sano. Ah dimenticavo venerdi sera AperiWeb con gli amici e sabato serata elegante.

Nonostante non navighi più assiduamente in Laser, qualche uscitina con gli amici me la faccio ancora, e devo dire che il livello di divertimento e di competizione è molto valido, e per rendere le cose più interessanti abbiamo istituito la 'Coppa moletto': chi rientra per ultimo offre il gelato agli altri. A parte gli scherzi, la Vela mi manca molto e provo a ingannare il tempo guardando vecchi filmati, analizzando quelli nuovi nel mio recente ruolo di Coach per trovare nuovi spunti di lavoro e continuare a limare i dettagli. Sto anche approfittando di questo periodo per portare a termine un libricino di vela che ho iniziato a scrivere sotto l'input del nostro rule advisor e amico Luigi Bertini, e credo che sia proprio arrivato il momento di finirlo, niente spoiler...

Sempre con i ragazzi del mio circolo, in assenza delle nostre "epiche battaglie" abbiamo iniziato a sfidarci su un gioco on-line dove è possibile fare regate con diverse barche e tutti gli amici sparsi per il mondo. Davvero interessante e ben fatto.

Per quanto riguarda l'allenamento credo che sia molto importante non lasciare nulla al caso. Credo che la maggior parte dei nostri ragazzi si stia già allenando a dovere, soprattutto per la parte fisica. Ma non è l'unico aspetto. La parte mentale è fondamentale se non più importante quando si raggiungono certi livelli. Insieme ai nostri preparatori è importante costruire tabelle di allenamento non solo per la mera finalità fisica, ma anche per provare a replicare, con la visualizzazione mentale, tutti quei movimenti che siamo soliti fare in barca. Questo ci aiuterà molto a efficientare maggiormente l'allenamento a secco e renderà più facile il nostro ritorno in acqua.

Ripartire da questa situazione non sarà facile per nessuno credo. Anche se le cose non stanno andando come previsto, non penso di essere nella posizione per lamentarmi, credo ci siano persone e famiglie che stanno vivendo in situazione di forte disagio. Noi atleti, ex- nel mio caso, siamo abituati a superare momenti di difficoltà e capaci di ripianificare la nostra attività in base alle esigenze. Sicuramente non mancherà la voglia di rimettersi in gioco che sarà una fonte di motivazione non indifferente.

Penso poi al motore economico del paese, quello che sta prendendo una bella batosta... Sarà molto importante il supporto e la coesione ai vertici del paese. Inutile fare ostruzione e lotta politica in questo momento, lo trovo del tutto scorretto e insensato. Come nello sport, è importante rimanere uniti, aiutarsi e lavorare sui punti forti per far fronte alle criticità attuali. Occorrerà senz'altro lavorare sulle problematiche evidenziate, lavorare per migliorare, non dimenticare quello che è successo, come spesso accade, rafforzare i nostri punti deboli e forse, coordinare meglio le procedure attuative. Sinceramente mi è dispiaciuto non vedere fin da subito, dai primi allarmi, una coerenza ed unione di intenti al livello europeo per fronteggiare nell'immediato il problema, come se riguardasse solo noi. Più tempestività nelle misure al livello comunitario avrebbe aiutato tutti.

Come dice un amico della Marina Militare, fare squadra sempre! Ad maiora

 

EMANUELE CECCHINI (Direttore Commerciale Harken Italy)

Gli uffici operano in smart working per molte funzioni, io da qualche giorno lavoro da casa attenendomi al recente decreto. Lo spirito è quello di tutti i giorni, guardare avanti positivamente. L’evolversi della situazione, il pensiero ai tanti deceduti e ricoverati e agli amici che si trovano nelle zone maggiormente colpite mi accompagna in ogni momento.

Cerco di non modificare le mie abitudini, naturalmente escludendo quanto praticato all’esterno. Al tempo stesso cerco di immaginare gli scenari che questa situazione potrebbe generare e mi riferisco sia alla sfera professionale che a quella privata.

Mi tengo in collegamento con i nostri uffici dislocati in tutto il mondo. Il web aiuta molto in questi frangenti così come il contatto con molti amici Armatori sebbene per tutti non sia un momento facile considerando le implicazioni lavorative per le quali ognuno ha importanti responsabilità.

Encomiabile la dedizione di paramedici e medici vorrei poter fare qualcosa per loro a livello operativo. Come dicono loro il migliore aiuto è “stare a casa”. Mi auguro possa insegnarci che collaborare sin dall’inizio può sempre ridurre potenziali problemi futuri. Una maggiore condivisione a livello mondiale avrebbe forse ridotto la contaminazione.

 

PIETRO NEGRI (CEO Negrinautica)

Sono a Milano o meglio a Zibido San Giacomo, preoccupato per i miei familiari e per i miei colleghi e amici. Stiamo vivendo una guerra sia negli ospedali che sul lavoro, quando fuori dalla porta c'è una silenzio surreale e un paese meraviglioso che sembra riposarsi. Difficile pensare al futuro anche se dobbiamo farlo. Certe cose vanno avanti come se niente fosse nonostante ad altre sia impossibile nemmeno pensare.

Mi rattrista questa situazione perchè se è vero che colpisce tutti, colpisce in particolare i più piccoli e i più anziani. E' un fallimento di chi ci rappresenta che ha costretto i nostri vecchi a morire e senza nemmeno poter aver vicino i propri cari e senza un funerale. Costretto i giovani a perdere il contatto con i loro amici, li ha allontanati dalle loro passioni. Le responsabilità ci sono eccome, è giusto che qualcuno paghi per tanto dolore causato.

Mi ritengo fortunato per ora di non avere nessun caro in ospedale, per il lavoro ci rimboccheremo le maniche come sempre. Negrinautica è chiusa al pubblico, ma lavoriamo con le spedizioni. I miei ragazzi per il momento sono tutti a casa per precauzione. In Negrinautica abbiamo gli spazi per stare lontani, ma abbiamo preferito non rischiare. Abbiamo tutti a casa genitori o nonni in età a rischio. Ora vediamo come gestire i prossimi periodi, magari facendo fare dei turni per gestire le spedizioni e gli ordini online.

In questa situazione siamo fortunati a vivere in campagna. Un altro vantaggio è che vedo le mie figlie a pranzo tutti i giorni. La mia scrivania è in mezzo ai Laser ed ai kite,  l'ambiente aiuta. 

Oltre a tutte le cose negative e tristi di questa situazione penso e credo che dopo questa, "esperienza"  il paese avrà riscoperto la propria anima. Lo credo perchè vedo sentimento nei giovani che si sentono colpiti come il loro paese e si riscoprono Italiani e vicini al nostro paese. Mi auguro pero' che questa crisi non spazzi via i loro sogni lavorativi e per questo mi auguro che gli imprenditori non perdano fiducia.

 

ALDO RINALDI (CEO BoatTech)

I morti per Coronavirus a Brescia e a Bergamo hanno superato quelli dell'11 settembre. Se qualcuno me l'avesse detto soltanto venti giorni fa lo avrei fatto internare.

Sono molto fortunato perché ho una casa molto grande, con tanto terreno intorno. È in un posto meraviglioso, a Gussago, letteralmente immerso tra i vigneti della Franciacorta. Sono con la mia famiglia: mia moglie Marcella e i nostri tre figli, Jordi ha 14 anni, Thomas 12, Alice 4... C’è anche Martino, il gatto.

Mi sento naufragato con la mia famiglia su un’isola deserta; noi siamo sulla nostra bellissima isola. Siamo al sicuro e siamo protetti. Stiamo bene e stiamo insieme.

Ho montato gli armadi, pulisco la piscina ogni giorno, faccio pic-nic sul prato, disegno le proiezioni ortogonali, un compito di fisica ha dato senso ad una mia giornata (non so ancora che voto ho preso), so a memoria e canto tutte le canzoni del Fantadisco dei Me contro Te e di Iann Dior. Ho perfezionato la mia abilità nel fare grigliate. Ho anche armato un Feva, l’ho messo in piscina per i miei figli e Alice (4 anni) ha timonato per la prima volta. Ogni sera faccio degli aperitivi fantastici con mia moglie.

Questa è la mia isola felice, ma al largo... c’è una violentissima tempesta e Brescia e Bergamo sono proprio nel mezzo. Il silenzio della campagna è rotto solo dalle sirene delle ambulanze, troppe; ogni giorno muore qualcuno che conosciamo. Questa è la parte veramente drammatica in questa zona e a Bergamo che è la città dove io sono nato e cresciuto. Come se non fosse drammatico abbastanza, l’unica cosa che si può fare per le persone che restano è un messaggio whatsapp o un necrologio sul giornale. 

Finirà e quando finirà come saremo? È inutile nasconderlo; l’incertezza c’è, ma non mi sento paralizzato, al contrario questa esperienza mi sta stimolato a ricominciare in modo diverso da come ho interrotto; vivere con più intensità rimettendomi in gioco e performare al massimo delle mie possibilità.

In tutti i campi della mia vita. La vela rientra sia nella mia sfera professionale che privata. Il primo pensiero, dettato dal mio senso di responsabilità, va al mio lavoro. Voglio fare cose nuove; voglio rischiare quello che tutti credono impossibile o anche ridicolo. Andare contro corrente e creare qualcosa di nuovo, bello e importante che abbia un impatto sul mondo della vela nel nostro paese. Dopo anni che lavoro in questo settore, mi sento pronto, ci credo e adesso il tempo per pianificare i miei obiettivi non mi manca.

Penso poi a qualche giorno in barca a vela con mia moglie e i miei figli, lungo le nostre bellissime coste. Allenare Thomas in RS Feva. Penso al circuito di regate da fare in RS 21 con mia moglie in tutta Europa.  Voglio augurare a tutti voi e ai vostri cari di superare questo periodo difficile e sono certo che questa pausa forzata ci riporterà alla vela con ancora più passione ed entusiasmo. Adesso devo andare perché la mia famiglia mi sta aspettando per un impegno importante: c’è un tramonto bellissimo.

 

LA "QUARANTEENA" DI UN GRUPPO (A CASO) DI 420ISTI

Tutti rigorosamente a casa le ragazze e i ragazzi della classe 420, a Saily particolarmente cari, una fascia di età straordinaria di scoperte, fatiche, meraviglie e futuro. Com'è la "quaranteena"? Abbiamo provato a chiederlo ad alcuni di loro.

EUGENIA SCHIAVON:"Passo il tempo tra le videolezioni, e i video di 'Like a Velista'. Temo che tutti i campionati vengano annullati e sarebbe molto demoralizzante..." MARIANNA GAMBULI, da Napoli, dice: "mi manca tutto quello che avevo prima ma è giusto il fatto di stare a casa. Studio, palestra, video di regate di tutte le classi, video di allenamenti vecchi e letture di robe sulla vela." FILIPPO VULCANILE ha le idee chiare: "a casa ma con la voglia di tornare al mare. Faccio preparazione atletica tutti i giorni tre volte al giorno per un'ora."

JACOPO BELLATOche vive in Trentino, afferma di restare connesso alla vela, il suo sport preferito... "col cuore!" FRANCESCA SOSTER è dispiaciuta perchè il mare dalla sua finestra non si vede... purtroppo! E si tiene attiva "allenandomi e facendo teoria". Tutt'altra fortuna per EVA GIPPONI: "Dalla mia finestra si vede il mare, si!"

Ci sono poi i duri e puri della regata. Da TOMMASO CHIANDUSSI, che sfoga la sua voglia di vela "nerdando a Virtual Regatta", a FEDERICO FIGLIA DI GRANARA che guarda le interviste di Saily e dice "voglio fare le regate perchè sto iniziando a sognarle la notte..." Da TOMMASO CILLI, che passa molto tempo a guardare le regate del World Match Racing Tour, ma ammette: "La scuola è più interessante di quanto sembri".

E poi... poi c'è Demetrio. Il poeta della flotta, il riferimento quando c'è da unire il gruppo.

 

DEMETRIO SPOSATO ("Rispettare il mondo di cui siamo ospiti, essere più umani")

Mi trovo nella mia casa a Crotone e lo spirito con cui sto vivendo questo momento è quello di sfruttare al meglio le opportunità che la vita ora mi offre. Ho la possibilità di passare più tempo con la mia famiglia, i ritmi sono più lenti e c'è più tempo per riflettere.

Al momento studio alcune materie del secondo semestre del primo anno di Medicine and Surgery tramite dispense, lezioni registrate e in streaming. Suono la chitarra con mia sorella Beatrice alla batteria o al pianoforte. Cerco di tenermi aggiornato su quello che succede in Italia e nel mondo tramite articoli di riviste e telegiornali. La sera finisco spesso per vedere film con la mia famiglia.

Ogni mattina quando apro la finestra vedo il mare. Ovviamente è difficile ammirarlo con la consapevolezza che non puoi navigarci, ma è sicuramente una grande fortuna sentirlo e averlo così vicino. A volte mi incanto a guardarlo e mi immagino di essere lì sull'acqua, tra le onde, spinto dal vento. Poter vedere il mare mi permette di visualizzare me stesso in barca e questo è sicuramente il modo migliore per tenermi vicino alla vela. Faccio anche esercizi in casa per tenermi fisicamente in allenamento. 

La riflessione fondamentale per me è che la vita è imprevedibile, i venti cambiano, le correnti pure, ma una tempesta-emergenza di questo tipo ci obbliga ad ammainare le vele e ritirarci nel porto sicuro, nelle nostre case, ad aspettare che tutto finisca. Questa è, secondo me, l'occasione per meditare sul peso che diamo ai vari aspetti della vita, rispettare il mondo di cui siamo ospiti, essere più "umani" e trasformare queste difficoltà in opportunità. 

E per chiudere in bellezza la carrellata dei "Quaranteen", ecco due quattroeventiste romane.

 

AURORA CASERTANO (velista 420) ("Prendere ciò che la vita ci da")

Sto come tutti quanti a casa, positiva e con voglia di tirare fuori qualcosa da questa brutta situazione. Studio, tanto studio, sport e nuove attività ogni giorno come cucinare o fare yoga. La vela la manteniamo vicina con l’esercizio fisico ogni giorno, con le chiamate con amici velisti e con la pagina instagram.

Penso che dobbiamo tutti provare a prendere ciò che la vita ci da, provare a fare qualcosa di fantastico anche solo stando a casa, questa esperienza deve insegnare a goderci ogni attimo, deve insegnarci a essere contenti (nell’ambito velico) di ogni situazione che il meteo prevede, dai 2 ai 50 nodi, dobbiamo imparare a goderceli al massimo sempre con il sorriso perché non sai mai quando tutto questo può finire, come ora che siamo costretti a stare a casa lontani dalle nostre passioni e dal nostro piccolo mondo felice senza preoccupazioni... Riflessioni? Goditela, prendi ciò che ne viene fuori, impara cose nuove, sperimenta, vivi.

 

CAMILLA AGNOLI (velista 420) ("Fare qualcosa per non sprecare questo tempo")

In questo momento sono chiusa nella mia camera con molti libri davanti a me. Si, dovrei studiare, proprio come tutti i ragazzi italiani che ora si ritrovano a casa con una quantità di compiti da svolgere dieci volte maggiore rispetto al solito. Da quando l’Italia è stata dichiarata interamente zona rossa sono rimasta a casa, sono uscita solo due volte per portare il cane ma per il resto del tempo sono rimasta nella mia casetta di Roma.

Oltre a studiare, il tempo lo passo davanti alla tv a vedere numerose serie, o facendo dei dolci. Negli ultimi giorni ho pure iniziato a leggere, cosa che di solito non faccio mai, e quando capita mi diverto a vedere mio padre che gioca al computer facendo delle regate virtuali con i suoi amici.

Per sentirmi vicina alla vela di solito guardo dei video su YouTube o su Instagram o video e foto di allenamenti passati ma, dal momento che ogni volta che li vedo mi rattristo perché vorrei andare ad allenarmi, ho deciso di fare qualcosa per non sprecare questo tempo e dedicarmi all’attività fisica. In casa pensavo che non sarei riuscita a fare granchè ma per fortuna il mio allenatore ci ha dato una scheda con degli esercizi che si possono tranquillamente fare in una stanza.

Ho riflettuto tanto in questi giorni e posso dire che prima di tutto ciò ho dato poca importanza a molte cose, a molte esperienze fatte. Quando le nostre vite torneranno normali sono sicura che ognuno di noi farà molta più attenzione ad ogni momento passato in compagnia degli amici, ad ogni momento passato all’aria aperta e forse noi ragazzi riusciremo anche a smettere di usare il telefono 24 ore su 24.

Sezione ANSA: 
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