Un commento sul D-One
Un commento sul D-One
D-One, evoluzione
della specie
della specie
Il commento di un lettore alla recente D-One sul Garda. "Non possiamo non guardarci intorno e vedere come anche la tecnologia velica stia cambiando. Inevitabilmente la vela olimpica dovrà farsi delle domande..."
La provocazione di Luca Devoti e l'evoluzione della specie
Seguire negli ultimi giorni tramite Internet lo svolgimento della Gold CUP del singolo Devoti One che si è svolto dal 28 al 31 Luglio presso il circolo Fraglia Vela di Riva del Garda è stata una esperienza avvincente che ci porta a 2 importanti considerazioni riguardanti l'evoluzione tecnologica e le sue inevitabili ripercussioni sul mondo della vela.
La prima più generale riguarda il mondo di Internet e la sua capacità di garantire attraverso alcuni suoi strumenti come Facebook la copertura quasi in diretta di un evento. Tale copertura ha consentito a chiunque fosse iscritto al gruppo di avere una cronaca in tempo reale (completata da altrettante immagini in 'diretta') dell'evento velico. I commenti vengono inviati da un 'reporter' sul campo di regata ad esempio dalla barca comitato tramite un semplice smart-phone ed altrettanto possono fare gli spettatori che 'partecipano' all'evento in diretta collegandosi alla pagina dedicata di Facebook........ma allora Facebook non serve solo a sapere quante volte ha starnutito il mio amico del cuore.......
La seconda considerazione nasce spontanea leggendo i risultati e seguendo in diretta (anche ammirando i numerosi filmati e interviste presenti su YouTube) le combattute prove della Gold Cup. Per fare un paragone universitario il D-One somiglia infatti ad un brillante studente di buona famiglia con spunti geniali, dopo la laurea a pieni voti la domanda nasce spontanea, come potrà proseguire la sua carriera, a quali successi potrà arrivare ?
E' proprio seguendo l'evento su internet che la provocazione di Luca Devoti è apparsa evidente........Non c'è dubbio infatti che se da una parte la filosofia della classe sia rilassata, senza stress e senza l'ansia agonistica che è presente sui campi di di regata professionistici, dall'altra il messaggio sia chiaro:
'Cari signori, esiste un singolo che ha prestazioni notevoli e permette livelli di divertimento ineguagliabili, senza per questo dover sacrificare le doti tattiche e le capacità di regolazione'.
La legge di Moore (formulata nel 1965) sosteneva che la potenza del microprocessore sarebbe raddoppiata ogni 24 mesi, e anche se la tecnologia del microprocessore segue regole di evoluzione molto diverse da quelle della tecnologia velica, non possiamo fare finta di nulla, non possiamo non guardarci intorno e vedere come anche la tecnologia velica stia cambiando. Inevitabilmente la vela olimpica dovrà farsi delle domande, regatiamo con leggendarie derive come il Finn che hanno più di 60 anni ed il Laser che ne compie 40, non è arrivato forse il momento di issare un gennaker (e assicurare molto divertimento in più) ?
Ci sono tutti gli elementi per poter attrarre un pubblico (di praticanti) più ampio: la planata come emozione alla portata di tutti, la continuità con l'aspetto tecnico relativo alla regolazione e alle capacità di messa a punto del mezzo che rimangono simili a quelle di una barca a vela, gli invariati aspetti tattici della regata, il rig ridotto per i pesi più leggeri. Insomma per quanto innovativa stiamo ancora parlando di una vera barca a vela e non di un prototipo per pochi adepti (vedi Coppa America AC45).
Interessante in tal senso è il commento di Andrea Casale che sale con successo per la prima volta sul D-One in una regata dopo anni di astinenza da deriva http://www.youtube.com/watch?v=MtXH7ACKIn4
Non ci importa decidere oggi quale potrà essere la nuova classe olimpica, se il D-One, un RS o un altro progetto, ma crediamo che questo evento abbia rappresentato un passo importante, la consapevolezza che sia stato raggiunto il punto di non ritorno. Grazie a Luca Devoti per la sua provocazione e per aver lanciato il suo messaggio (neanche troppo) subliminale: la specie si è evoluta. (Marco Cambi)
La provocazione di Luca Devoti e l'evoluzione della specie
Seguire negli ultimi giorni tramite Internet lo svolgimento della Gold CUP del singolo Devoti One che si è svolto dal 28 al 31 Luglio presso il circolo Fraglia Vela di Riva del Garda è stata una esperienza avvincente che ci porta a 2 importanti considerazioni riguardanti l'evoluzione tecnologica e le sue inevitabili ripercussioni sul mondo della vela.
La prima più generale riguarda il mondo di Internet e la sua capacità di garantire attraverso alcuni suoi strumenti come Facebook la copertura quasi in diretta di un evento. Tale copertura ha consentito a chiunque fosse iscritto al gruppo di avere una cronaca in tempo reale (completata da altrettante immagini in 'diretta') dell'evento velico. I commenti vengono inviati da un 'reporter' sul campo di regata ad esempio dalla barca comitato tramite un semplice smart-phone ed altrettanto possono fare gli spettatori che 'partecipano' all'evento in diretta collegandosi alla pagina dedicata di Facebook........ma allora Facebook non serve solo a sapere quante volte ha starnutito il mio amico del cuore.......
La seconda considerazione nasce spontanea leggendo i risultati e seguendo in diretta (anche ammirando i numerosi filmati e interviste presenti su YouTube) le combattute prove della Gold Cup. Per fare un paragone universitario il D-One somiglia infatti ad un brillante studente di buona famiglia con spunti geniali, dopo la laurea a pieni voti la domanda nasce spontanea, come potrà proseguire la sua carriera, a quali successi potrà arrivare ?
E' proprio seguendo l'evento su internet che la provocazione di Luca Devoti è apparsa evidente........Non c'è dubbio infatti che se da una parte la filosofia della classe sia rilassata, senza stress e senza l'ansia agonistica che è presente sui campi di di regata professionistici, dall'altra il messaggio sia chiaro:
'Cari signori, esiste un singolo che ha prestazioni notevoli e permette livelli di divertimento ineguagliabili, senza per questo dover sacrificare le doti tattiche e le capacità di regolazione'.
La legge di Moore (formulata nel 1965) sosteneva che la potenza del microprocessore sarebbe raddoppiata ogni 24 mesi, e anche se la tecnologia del microprocessore segue regole di evoluzione molto diverse da quelle della tecnologia velica, non possiamo fare finta di nulla, non possiamo non guardarci intorno e vedere come anche la tecnologia velica stia cambiando. Inevitabilmente la vela olimpica dovrà farsi delle domande, regatiamo con leggendarie derive come il Finn che hanno più di 60 anni ed il Laser che ne compie 40, non è arrivato forse il momento di issare un gennaker (e assicurare molto divertimento in più) ?
Ci sono tutti gli elementi per poter attrarre un pubblico (di praticanti) più ampio: la planata come emozione alla portata di tutti, la continuità con l'aspetto tecnico relativo alla regolazione e alle capacità di messa a punto del mezzo che rimangono simili a quelle di una barca a vela, gli invariati aspetti tattici della regata, il rig ridotto per i pesi più leggeri. Insomma per quanto innovativa stiamo ancora parlando di una vera barca a vela e non di un prototipo per pochi adepti (vedi Coppa America AC45).
Interessante in tal senso è il commento di Andrea Casale che sale con successo per la prima volta sul D-One in una regata dopo anni di astinenza da deriva http://www.youtube.com/watch?v=MtXH7ACKIn4
Non ci importa decidere oggi quale potrà essere la nuova classe olimpica, se il D-One, un RS o un altro progetto, ma crediamo che questo evento abbia rappresentato un passo importante, la consapevolezza che sia stato raggiunto il punto di non ritorno. Grazie a Luca Devoti per la sua provocazione e per aver lanciato il suo messaggio (neanche troppo) subliminale: la specie si è evoluta.
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