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07/05/2016 - 21:26

World Sailing

Croce da Losanna: mi ricandido

Il presidente italiano della federazione velica mondiale, annuncia che correrà per la conferma. "Voglio completare l'opera. Bisogna essere innovativi e creativi" COMMENTI


Carlo Croce vuole correre ancora da presidente mondiale della vela. Fa bene? Ne ha reali possibilità? Cosa ha funzionato e cosa no, del suo quadriennio? Da Losanna arriva l'ufficializzazione della ricandidatura, che non era del tutto scontata. E frasi da leggere attentamente.

Aprendo il Mid Year Meeting a Losanna, Carlo Croce ha annunciato la decisione di ricandidarsi per un secondo mandato alla guida della federazione internazionale della vela, nell'assemblea annuale di novembre. "Un migliore governo dell'ente, lo sviluppo della vela olimpica e paralimpica, la crescita della vela nel mondo, queste le priorità per un altro quadriennio da presidente."

"E' stato un enorme onore essere presidente di World Sailing, come sport abbiamo realizzato molto negli ultimi quattro anni. Sono particolarmente orgoglioso del significativo miglioramento del programma Emerging Nation, destinato ai nuovi paesi in via di sviluppo neo-membri della federazione, ma anche dei passi in avanti per un miglior funzionamento dell'ente, e per l'arrivo del nuovo CEO Andy Hunt che è il punto di partenza per sviluppare una nuova strategia. Queste sono realtà che tutti abbiamo sotto gli occhi.

"Mi resta però un senso di incompiutezza, vorrei completare l'opera, assicurarmi di affrontare le sfide e le opportunità che ci aspettano per far crescere ancora il nostro sport a ogni livello. Voglio contribuire al momento di reali riforme nella governance della WS, nel senso della sua modernizzazione ed efficienza. Ci sono cambiamenti già in atto che voglio vedere completati nei prossimi quattro anni. Come presidente vorrei che la nostra diventasse un esempio per tante federazioni sportive internazionali.

"Dobbiamo essere sensibili all'agenda del CIO per il 2020, viviamo un momento di cambiamento nel mondo olimpico e bisogna lavorare insieme, con uno spirito di unità di tutta la "famiglia" della vela, essere creativi, guardare ai nostri eventi ed abbracciare l'innovazione. Nessuno sport può permettersi di restare fermo. Anche il ritorno ai Giochi del 2024 della vela paralimpica è una nostra priorità.

"Una nuova Coppa del Mondo di Vela ha il reale potenziale per aumentare il profilo globale del nostro sport, accrescere la partecipazione e portare nuovi fan alla vela. Questo dovrebbe essere fatto in collaborazione con gli sponsor e i media e noi dobbiamo essere aperti alle idee nuove e anche a nuove città ospitanti. Abbiamo anche bisogno di dare un'occhiata a altre opportunità, tra cui vela d'altura, che è un settore importante del nostro sport, con un potenziale non ancora del tutto sfruttato. Riuscire a fare tutto questo in modo corretto, e con il giusto consenso, sarà di beneficio per tutta la vela negli anni a venire.

"Se guardo avanti mi sento ottimista come quando si entra in una nuova era con fiducia e con la volontà di essere creativi E' una visione di crescita, modernizzazione e innovazione, nel rispetto della grande tradizione del nostro sport, che io credo di poter fornire se sarò onorato di servire come presidente di World Sailing per un secondo e ultimo mandato".


E un intervento da leggere tra le righe, perchè contiene elementi che vanno al di là delle frasi ovvie. In particolare l'insistenza sulla "creatività" e l'"innovazione", cui fa riferimento Croce nel suo speech, fa pensare alla possibilità che WS, insieme al CIO o su spinta delle istituzioni internazionali, metta mano a un nuovo cambiamento delle classi olimpiche. In contrasto con quanto annunciato dallo stesso Croce almeno un paio di anni fa, quando si disse certo che le 10 classi olimpiche della vela sarebbe restate le stesse almeno per Rio 2016 e Tokio 2020.

Le voci su un ritorno di fiamma della candidatura olimpica del Kiteboard a spese del windsurf già da Tokio 2020 (il Kite esordirà ufficialmente alle Olimpiadi Giovanili del 2018), circolano insistenti e creano reazioni diverse. Tornano a preoccuparsi a turno anche Finn e 470. Croce ha la forza di farsi confermare con l'immagine dell'innovatore creativo?

Il quadriennio 2013-2016 è vissuto tra luci e ombre, con casi spinosi come la vicenda del Mondiale Youth in Malesia e l'esclusione di Israele, i problemi legati all'inquinamento delle acque olimpiche di Rio, la "fuga" del primo CEO assunto all'ex ISAF e la rincorsa a trovarne un altro, l'attuale Andy Hunt di cui - non a caso - Croce dice un gran bene. La federazione ha cambiato nome e logo (qualcosa del genere l'avevamo già vista anche in Italia), ma le lungaggini burocratiche e organizzative, al di là di qualche aggiustamento, sono rimaste. 

L'immagine e il carisma di Croce non sono probabilmente le stesse di quattro anni fa, quando la sua candidatura last-minute fece piazza pulita in quattro e quattr'otto di due candidati mediocri e indebolitisi a vicenda. Molto dipenderà dalle alternative alla conferma dell'italiano: di sicuro si parla di almeno una candidatura dall'America, ma non sono esclusi altri colpi di scena. La scelta di anticipare l'annuncio della ricandidatura probabilmente è proprio una risposta a queste voci. La campagna elettorale è iniziata.

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